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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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29/01/2017 18:52
 
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Cagliari-Bologna 1-1, Borriello riprende Destro al 92'

Magia su punizione del centravanti sardo nel recupero per l'1-1 finale.
Donadoni, avanti con Destro al 20' della ripresa, era ridotto in 9


Spettacolo puro. Al Sant’Elia il Bologna non fa i conti con Borriello. Avanti con Destro, i rossoblù si fanno raggiungere in nove uomini all’ultimo respiro dal centravanti dei sardi: una punizione divina al 92' che riporta l’entusiasmo a Cagliari ed è 1-1. In fondo ad un match di terribile intensità (due espulsi, Viviani e Krafth e quattro ammoniti), Rastelli e Donadoni si stringono la mano e si accontentano di salire un gradino in classifica.


ALL'ATTACCO — Senza l’apporto della propria curva (chiusa per via della seconda giornata di squalifica in seguito al petardo esploso in mano ad un addetto alla sicurezza - ferito gravemente alla mano destra - durante la sfida col Sassuolo del 22 dicembre scorso), il Cagliari parte bene. Rastelli preferisce Capuano a Murru e a centrocampo inverte Dessena e Isla, mentre Donadoni si affida ad una mediana dell’età media di 21 anni con Donsah (a destra), Pulgar e Nagy. Come succede spesso in casa, ispirati dall’atmosfera carica di attese del Sant’Elia, sono i sardi a spingere sull’acceleratore e a sfiorare in avvio il gol del vantaggio con Sau, lanciato da Isla: il tiro dell’attaccante sfiora il palo a portiere battuto. Lo stesso Speedy Gonzalez del Cagliari colpisce il palo al 16’ nel modo più clamoroso, a riprova del divario in termini di aggressività che separa le due squadre in campo. Il gioco del Cagliari è brillante e alla continua ricerca del gol. Mentre il Bologna, di sicuro impoverito dall’assenza di Dzemaili, si affida a qualche lancio di troppo e alle sporadiche iniziative di qualcuno dei suoi, come nel caso al 25’ di Kraft (inserimento e tiro, respinta in tuffo di Rafael) o di Krejci, il più elettrico e utile tatticamente tra i rossoblù ospiti in crescita solo negli ultimi minuti del primo tempo.

A TUTTO DESTRO — Sulla falsariga dei primi 45’ i padroni di casa si portano con insistenza nei sedici metri: prima Sau in apertura su lancio di Tachtsidis, poi il greco medesimo impegna Mirante in tuffo. Quando il Cagliari sembra ormai padrone del campo, è Donadoni a usare la panchina e a spostare l’inerzia: dentro Verdi, fuori Di Francesco. Proprio il nuovo entrato, al 19’, apre per Krejci (al 6° assist stagionale, 3° consecutivo) che regala a Destro un pallone su cui c’è scritto "Basta spingere": il centravanti, in astinenza dal 20 novembre contro il Palermo, riannoda il filo con il gol e rovescia la prospettiva al Sant’Elia. La gara proseguirà in un crescendo di nervosismo (emblematiche i cartellini rossi a Viviani e Krafth), fino alla punizione decisiva di Borriello in chiusura di match. E il Sant’Elia tira un lungo sospiro di sollievo.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/01/2017 18:55
 
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Fiorentina-Genoa, Simeone e Chiesa in gol, Bernardeschi espulso

Padroni di casa in vantaggio con Ilicic e Chiesa, pareggio con Simeone e Taarabt.
I viola si riportano avanti con Kalinic. Il Cholito su rigore firma il 3-3. Espulso Bernardeschi



Enorme occasione gettata al vento dalla Fiorentina che non approfitta del doppio vantaggio facendosi recuperare da un Genoa spesso in difficoltà, ma mai domo. Paulo Sousa concede un turno di riposo a Bernardeschi rilanciando Ilicic a supporto di Kalinic. Dietro De Maio al posto dell’infortunato Gonzalo Rordiguez e Sportiello per Tatarusanu, messo ko dalla lombalgia. Juric risponde inserendo contemporaneamente Pinilla e Simeone davanti. Izzo gioca a centrocampo in marcatura su Borja Valero, esordio dal primo minuto per Hiljemark. Inizio lento, ritmi bassi e Fiorentina in controllo del gioco senza spingere. Al 17’ però la Viola passa. Il cross dalla destra di Ilicic non viene toccato da Munoz ed inganna Lamanna infilandosi all’angolo. Due minuti dopo una straordinaria progressione di Chiesa vede l’esterno gigliato calciare da posizione angolata colpendo in pieno l’incrocio dei pali. La Fiorentina si sblocca ed avanza a ondate. Ilicic spreca un paio di buone occasioni potenziali, ma è ispirato ed al 27’ costringe Cofie ad abbatterlo. Giallo. Il Genoa non va e Juric cambia al 32’: fuori proprio Cofie, dentro Taarabt per un 3-4-3 decisamente offensivo. Anche Burdisso entra nel tabellino dei cattivi stendendo Kalinic da dietro, con il centravanti croato che però non riesce a trovare i giusti movimenti nel primo tempo per rendersi pericoloso. Al 44’ Simeone stende prima De Maio, poi con un tentativo in rovesciata colpisce Sanchez al volto, beccandosi il cartellino giallo. Il gioco si ferma per un paio di minuti, poi entrambi i viola rientrano in campo. Prima dell’intervallo ci prova Ilicic su punizione, Lamanna è attento e blocca.

BOTTA E RISPOSTA — Nessun cambio e Genoa che prova ad alzare il baricentro. La Fiorentina ha spazio in contropiede ed al 48’ Kalinic spreca su lancio di Ilicic. Il raddoppio è nell’aria ed arriva puntuale due minuti dopo. Chiesta dal limite salta un difensore e calcia nell’angolo battendo l’incolpevole Lamanna per la gioia dei suoi tifosi. Terzo gol stagionale, secondo in campionato per il figlio di Enrico. Juric cambia ancora inserendo Pandev per l’evanescente Pinilla ma la gara è a senso unico. Lamanna salva su Ilicic prima e su Borja Valero poi tenendo in partita i suoi. Al primo vero attacco il Genoa accorcia con Simeone che, servito da Taarabt e tenuto in gioco da Sanchez, si infila centrale e batte Sportiello da due passi. Due minuti più tardi succede l’incredibile con Hiljemark che tocca un tiro di Taarabt e batte ancora Sportiello trovando il 2-2.

PARI SPETTACOLO — Sousa inserisce Bernardeschi per Badelj ed il 10 viola cambia di nuovo il match. Vola sulla sinistra, si accentra e serve l’accorrente Kalinic che gira sul secondo palo per il nuovo vantaggio dei padroni di casa. La gara è bellissima e in contropiede ci prova ancora Chiesa, palla deviata in corner. Al 71’ fuori Ilicic, dentro Cristoforo che un minuto dopo ci prova dal limite: palla fuori. Subito dopo è Borja Valero ad avere l’occasione giusta sparando però alto. Juric si gioca l’ultima sostituzione con Ntcham per Hiljemark. A cinque dal termine Orsato vede l’intervento di mano sulla linea di porta da parte di Bernardeschi. Rigore ed espulsione del numero 10. Simeone trasforma portando il punteggio sul 3-3. Finisce così con i viola a leccarsi le ferite, incapaci di approfittare delle sconfitte di Milan e Lazio per accorciare in zona Europa. Il Genoa sale a 25, interrompendo l’emorragia di punti. E si può godere un super Simeone.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/01/2017 19:01
 
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Sampdoria-Roma 3-2: a segno Bruno Peres, Praet, Dzeko, Schick e Muriel

Due minuti, tra il 71' e il 73', sono fatali ai giallorossi, che perde al "Ferraris"
e vede adesso allontanarsi la Juventus, fuggita a +4 (con pure una partita da recuperare),
e avvicinarsi il Napoli, che stasera può operare l'aggancio


Un Muriel devastante abbatte le speranze scudetto della Roma, regala una vittoria di prestigio alla Sampdoria e si gode una delle giornate più belle della sua carriera. Il colombiano ha cancellato dal campo il rientro di Vermaelen, regalando gli assist decisivi a Quagliarella e Schick e chiudendo i conti con una punizione da fuori. La Roma? Di fatto abulica nei primi 45', ha provato a cambiare ritmo nella ripresa, ma con un'intensità lontana da quella di una squadra che deve mordere gli avversari nella corsa alla Juventus.

DOMINIO LIGURE — Spalletti lascia fuori Manolas e rilancia Vermaelen dal via, Giampaolo davanti sceglie una coppia veloce come Muriel-Quagliarella, lasciando in panchina Schick. Neanche il tempo di organizzarsi che Puggioni fa il patatrac, respingendo un tiro di Emerson sui piedi di Bruno Peres, che non ha problemi ad insaccare. Sembra l'inizio di una partita dolcissima per la Rom ed invece a fare la gara, da lì in poi, sarà solo la Sampdoria. Muriel è in una di quelle giornate in cui non lo prendi mai, Fernandes ha almeno tre occasioni d'oro che non sfrutta a dovere (sulla seconda calcia su Szczesny in uscita) e Praet e Barreto hanno un ritmo che fa pende la bilancia del centrocampo tutta a favore dei padroni di casa. Fino al pari di Quagliarella, un tap-in in corsa sull'ennesimo spunto di Muriel, che lascia sul posto un frastornato Vermaelen e regala al compagno di squadra un assist al bacio. Allora per togliere idee alla Sampdoria Spalletti spedisce Nainggolan in marcatura ad uomo su Torreira, ma la musica di fatto non cambia. Anche se poi al 28' è proprio Nainggolan (rimorchio su Dzeko) ad avere la palla buona per riportare avanti i giallorossi, ma il belga calcia alto di piatto. Poi è la manovra della Samp a rifarsi ancora tambureggiante, con i liguri vicinissimi al gol al 39': Strootman buca l'intervento di testa, Torreira rimette forte in mezzo una palla che carambola davanti a Szczesny, schizzando poi lontano dalla zona pericolosa.

BOTTA E RISPOSTA — Nella ripresa Spalletti prova ad aggiustare qualcosa chiedendo ai suoi maggior pressione fin dal fondo. Così la partita diventa più equilibrata, con Dzeko che al 7' calcia malamente sul lato opposto un buon invito di Strootman in verticale. Al 18' allora tocca ancora a Nainggolan avere la palla buona, ma il suo sinistro in corsa dal limite finisce direttamente tra le braccia di Puggioni. Così al 21' la Roma ripassa: Perotti innesca Emerson in fascia, assist del brasiliano per Dzeko che anticipa Skriniar (fermo) e insacca tra Puggioni e il pallo. La mossa di Giampaolo allora si chiama Schick, con Muriel a fare il trequartista. Mossa vincente, con Muriel che di testa regala l'assist al ceco, che di slancio supera De Rossi di petto e brucia Szczesny in uscita da terra. Marassi si rianima ed esplode di gioia tre minuti dopo, quando su punizione (con deviazione di Nainggolan) è Muriel a fare centro da 20 metri. La carta della disperazione di Spalletti si chiama allora Totti, che pronti via mette in porta prima Dzeko (gol annullato per fuorigioco) e poi El Shaarawy (Puggioni respinge bene di piedi). È la Samp però ad andare ancora ad un soffio dal gol, con Djuricic che da solo davanti a Szczesny si fa murare in angolo dal polacco. Prima della fine Puggioni dice di no a Totti su di una punizione da fuori, al 95' proteste giallorosse per un fallo di Bereszynski su Dzeko, ma Mazzoleni non concede il rigore per fuorigioco del bosniaco. Finisce così, con la Samp a festeggiare una vittoria di prestigio e la Roma a leccarsi le ferite.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/01/2017 19:07
 
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Udinese-Milan 2-1: Thereau-De Paul in rimonta, non basta Bonaventura

L'argentino e il francese ribaltano il vantaggio di Jack, uscito per infortunio come De Sciglio:
per Montella è il terzo k.o. di fila tra campionato e Coppa



Flop. Il Milan offre la peggiore prestazione del nuovo anno e perde a Udine. La squadra bianconera diventa la sua bestia nera: sei punti in due scontri diretti e l'esaltazione del Friuli. Montella chiedeva i tre punti, non ne ha preso neppure uno, sono solo cinque quelli conquistati dai rossoneri nelle ultime sei partite alle quali si deve aggiungere l'eliminazione dalla Coppa Italia. Ma rispetto a Torino il passo indietro è evidente. Il Milan non ha una falsa partenza, anzi brucia l'Udinese con Bonaventura, poi non trova più nulla: né il gioco, né la faccia sporca che chiedeva il suo tecnico sempre più immerso nelle sue convinzioni. Locatelli non convince, c'è un'alternativa? Davanti c'è solo fumo e pochissimo arrosto e dopo l'uscita di Bonaventura la squadra perde smalto. La strada per l'Europa è in salita. Mentre il campionato dell'Udinese è soddisfacente. Delneri voleva aggressività e fame: ha avuto un gruppo che ha lottato per 100 minuti (10 di recupero totali), un tridente che si accesso ogni volta che è riuscito a ripartire supportando un Zapata che se fosse stato costretto avrebbe regalato ai suoi una goleada. Invece ci hanno pensato il rinato Thereau, messo in campo per miracolo, e l'argentino De Paul al primo gol in Serie A con la maglia numero 10 che fu di Totò Di Natale.

BOTTA E RISPOSTA — Montella chiedeva una squadra brutta, sporca e cattiva. Pur di vincere. E stavolta la partenza del Milan non è stata falsa: squadra concentrata, carica, propositiva. Un solo brivido in avvio con Donnarumma che risponde di piede a Thereau, ma dopo 8 minuti una pennellata di Suso permette a Bonaventura di colpire per il terzo centro in campionato e i rossoneri sono in vantaggio. Va detto, però che Jack viene decisamente agevolato dall'errore di Faraoni (il terzo di fila, dopo il rigore causato con la Roma e quello di Empoli). L'ex interista non sembra avere il passo per sostituire Widmer, ma nella reazione bianconera proprio lui avrebbe la possibilità di riscattarsi sul cross di Jankto sul quale arriva in ritardo facendosi pure male. È la resa (il ginocchio del terzino preoccupa seriamente), ma Delneri aspetta sei minuti prima di mandare in campo Angella. Fa più in fretta a Montella a gettare subito nella mischia anche in campionato il catalano Deulofeu che deve prendere il posto di Bonaventura, tolto di scena da un guaio muscolare dopo aver ribattuto un cross dalla destra dei bianconeri. Verrebbe da pensare che la luce del Milan si spenga con l'uscita del suo asso marchigiano, fatto sta che l'Udinese al minuto 31 pareggia. Un'altra ingenuità di Locatelli, non da rosso stavolta, ma da matita rossa perché il giovane centrocampista consegna il pallone a De Paul che smista per Hallfredsson che serve Thereau sulla sinistra e fulmina Donnarumma. Il francese torna al gol (il nono) eh gli mancava dal 18 dicembre anche se è lontano dalla miglior condizione e si vede negli scatti e nei rientri che non sono perfetti. Non ci sono più occasioni fino alle fine, fino ai quattro minuti di recupero nei quali si mette in evidenza solo Pasalic che becca il giallo per fermare Fofana che sbaglia spesso l'ultimo passaggio, ma quando parte è una furia.

FAME UDINESE — Nel secondo tempo ti aspetti il Milan a tutto gas delle riprese, ma invece è l'Udinese che ha più fame. Thereau non sta bene e si vede, ma fa le cose giuste e dopo sei minuti serve una palla d'oro a Zapata che l'attaccante di proprietà del Napoli si allunga troppo consentendo a Donnarumma di intervenire. Il Milan affida le sue conclusioni a Deulofeu, ma sempre banali e senza problemi per Karnezis. Non è un Milan convincente e Montella prova a dare una scossa: Lapadula per Bacca. L'Udinese guadagna due punizioni favorevoli, ma le fa tirare ad Hallfredsson che le spreca malamente. Fa meglio Suso ma Karnnezis è attento. Ma è sempre l'Udinese che ha più occasioni; un'altra per Zapata offerta dall'intermittente Fofana, ancora sprecata dal colombiano, davvero inefficace in conclusione. Non sbaglia, invece, De Paul che al 28' porta in vantaggio i suoi dopo una combinazione avviata da Jankto su una giocata magistrale di Thereau. L'argentino colpisce da destra e fa 2-1. Il Milan perde pure De Sciglio per infortunio (il fallo, poco prima di firmare il gol-partita, lo commette proprio De Paul) e deve ricorrere a Vangioni. Del Milan non c'è traccia, Montella è sconsolato nella sua area tecnica. Anzi è Hallfredsson a concludere bene ma calciando a lato di poco. Solo su una mischia Lapadula prede il palo esterno. Poi è Thereau che calciando a giro sfiora il tris nei sei minuti di recupero concessi da Banti. Quindi è Zapata, ancora lui, a divorarsi il terzo gol davanti a Donnarumma. Un errore grossolano, ma il Friuli lo perdona perché l'Udinese chiude alla grande andandosi a prendere la standing ovation della sua curva.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/01/2017 14:22
 
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Napoli-Palermo 1-1, Sarri fermato. Mertens risponde a Nestorovski

Il Napoli fallisce l'aggancio al secondo posto della Roma, facendosi
fermare sull'1-1 dal Palermo del debuttante Diego Lopez in panchina


Il Napoli perde l'occasione per agganciare la Roma al secondo posto e probabilmente dice addio al sogno scudetto. Il Palermo, con il cuore, torna con un pari dal San Paolo. Per Lopez era difficile immaginare un esordio migliore anche se il punto fa più mortale che classifica. Partita indirizzata dal gol iniziale degli ospiti e poi praticamente a senso unico con l'assalto del Napoli al quale Posavec si è sempre opposto tranne che nella circostanza della rete di Mertens, propiziata da un suo clamoroso errore.

AVVIO CHOC — Sarri preferiva Allan a Zielinski mentre l'esordiente Lopez rispolverava Trajkovski (che cambiava spesso fascia con Quaison). Avvio con sorpresa perché dopo 6' il Palermo era avanti con Nestorovski, bravo a correggere di testa lo splendido cross di Rispoli dopo una azione d'angolo. Il modo migliore per "stappare" la partita e provocare la reazione veemente del Napoli che trovava spesso Hamsik tra le linee (perfetto un assist dello slovacco sciupato clamorosamente da Callejon). Posavec, con la collaborazione del palo, salvava i suoi all'undicesimo su conclusione di Mertens, che aveva sorpreso alle spalle Goldaniga. Azzurri, dunque, all'assalto e quasi sempre ispirati dalla regia pulita di Jorginho (un paio di volte mandava in porta Callejon e Mertens ma Posavec era attento). In pratica si giocava in una sola metà campo e di conseguenza Insigne e compagni sollecitavano in continuazione Goldaniga e Gonzalez, puntuali su Mertens in area: il belga al 46' sparava addosso proprio a Gonzalez la migliore occasione della prima frazione che si chiudeva con i rosanero in vantaggio.

PAPERA E MIRACOLI — Ripresa con lo stesso tema tattico e inizialmente senza cambi. La sfida Mertens-Posavec proseguiva con il portiere ancora bravo ad opporsi al centravanti del Napoli, e ad Insigne, in avvio di frazione. Il Palermo non usciva dal fortino, anzi con Pavoletti dentro per Jorginho in pratica l'area rosanero diventava ancora più affollata. Azzurri con il 4-2-3-1 e la coppia Hamsik-Zielinski in mediana e Posave che da eroe si trasformava in brocco al 22': dopo tante belle parate, una papera clamorosa su tiro del solito Mertens da fuori area. Pareggio giusto, sacrosanto, ma arrivato nel modo più inaspettato e quando la pressione del Napoli era costante ma meno produttiva del primo tempo. Non a caso Zielinski doveva provarci da solo per testare se Posavec aveva reagito all'errore precedente ottimo l'intervento a meno aperta del portiere, che poi si piede salvava su Hysaj. Regina si scaldava le mani sul mancino di Chocev ma era davvero un assedio vecchia maniera quello del Napoli con Pavoletti "centroboa" sui palloni alti e gli esterni a "sparare" su Posavec, che si esaltava su Callejon. L'espulsione di Goldaniga dava il via ad un recupero di fuoco. Mertens suonava la carica, sfiorava la doppietta su punizione e serviva ad Insigne un pallone che Lorenzinho non arrivava per pochissimo a deviare in rete. Era l'ultima emozione, poi soltanto tanta delusione per i tifosi azzurri e la gioia di Lopez e dei suoi.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/01/2017 14:30
 
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SERIE A 2016/2017 22ª Giornata (3ª di Ritorno)

28/01/2017
Lazio - Chievo 0-1
Inter - Pescara 3-0
29/01/2017
Torino - Atalanta 1-1
Cagliari - Bologna 1-1
Crotone - Empoli 4-1
Fiorentina - Genoa 3-3
Sampdoria - Roma 3-2
Sassuolo - Juventus 0-2
Udinese - Milan 2-1
Napoli - Palermo 1-1

Classifica
1) Juventus(*) punti 51;
2) Roma punti 47;
3) Napoli punti 45;
4) Inter punti 42;
5) Lazio punti 40;
6) Atalanta punti 39;
7) Milan(*) punti 37;
8) Fiorentina punti 34;
9) Torino punti 31;
10) Udinese e Chievo punti 28;
12) Bologna(*), Sampdoria e Cagliari punti 27;
15) Genoa punti 25;
16) Sassuolo punti 24;
17) Empoli punti 21;
18) Crotone(*) punti 13;
19) Palermo punti 11;
20) Pescara punti 9;

(*) Una partita in meno. Milan e Juventus, impegnate nella finale di Supercoppa italiana
a Doha, recupereranno i rispettivi incontri della 18ª Giornata mercoledì 8 febbraio 2017.
Crotone - Juventus (08/02/2017)
Bologna - Milan (08/02/2017)

(gazzetta.it)
01/02/2017 16:18
 
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Recupero Pescara-Fiorentina (19ª di Andata)
Pescara-Fiorentina 1-2: gol di Caprari e doppietta di Tello

Doppietta dello spagnolo dopo il gol di Caprari: la Fiorentina raggiunge momentaneamente il Milan



Al Pescara non bastano la cabala (l’ultima gioia in A contro la Fiorentina quattro anni fa), l’inedita maglia biancorossa (dedicata ai gemellati tifosi del Vicenza) e una partita ultradifensiva per vincere la prima partita della stagione e interrompere il digiuno arrivato a quarantuno gare consecutive in serie A. A Sousa invece bastano le due invenzioni di Tello: la seconda, al 50’ della ripresa, regala tre punti d’oro ai toscani. I viola sprecano il primo tempo e vanno sotto, salvo poi dominare nella ripresa con l’inserimento di uno stratosferico Chiesa.

GOL, CHE RARITÀ — Al 10’ il primo squillo viola: Vecino lavora un buon pallone per Tello, che ci prova con un sinistro a giro e va vicinissimo al gol. Al 15’ la Fiorentina si fa sorprendere fuori posizione con i tre centrali, Biraghi ruba palla sulla trequarti, approfitta dell’inserimento centrale di Caprari e lo lancia sull’autostrada verso Sportiello. L’attaccante pescarese, sul filo del fuorigioco, controlla e batte il portiere per il vantaggio. Un avvenimento raro qui all’Adriatico, che infatti saluta con un boato. E’ la terza volta che accade in ventidue giornate: era successo solo alla prima giornata contro il Napoli (finì in parità) e alla terza contro l’Inter (che ribaltò e vinse). Paulo Sousa prova a riscrivere la partita togliendo Tomovic e inserendo Chiesa sulla sinistra. E’ un’altra Fiorentina con il figlio d’arte. E potrebbe tornare in partita già al 9’ sulla punizione di Ilicic (conquistata da Chiesa) che si stampa all’incrocio e viene ribattuta in porta da Babacar, in evidente posizione di fuorigioco.

PRESSING FINALE — E’ solo questione di tempo: la Viola gioca tutta nella metà campo avversaria con Chiesa trascinatore. Ma il pari lo firma Tello: questa volta fa girare il pallone dalla distanza accarezzandolo con il destro. Bizzarri resta ghiacciato tra i pali. La Fiorentina capisce che la difesa ad oltranza del Pescara scricchiola e insiste fino alla fine. Ilicic, però, spreca malamente un rigore in movimento sull’ennesimo strappo di Chiesa e grazia Oddo. Non così Tello al 95' con un tiro-cross che beffa il portiere dei padroni di casa. Lo stadio pescarese non può applaudire per il primo successo, ma applaude allo striscione dei tifosi viola: “Solidarietà a chi è stato colpito dalla calamità”, riferito alla tragedia dell’Hotel Rigopiano.

Orlando D'Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/02/2017 01:26
 
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SERIE A 2016/2017 Recupero 19ª Giornata

01/02/2017
Pescara - Fiorentina 1-2

Classifica
1) Juventus(*) punti 51;
2) Roma punti 47;
3) Napoli punti 45;
4) Inter punti 42;
5) Lazio punti 40;
6) Atalanta punti 39;
7) Milan(*) e Fiorentina punti 37;
9) Torino punti 31;
10) Udinese e Chievo punti 28;
12) Bologna(*), Sampdoria e Cagliari punti 27;
15) Genoa punti 25;
16) Sassuolo punti 24;
17) Empoli punti 21;
18) Crotone(*) punti 13;
19) Palermo punti 11;
20) Pescara punti 9;

(*) Una partita in meno. Milan e Juventus, impegnate nella finale di Supercoppa italiana
a Doha, recupereranno i rispettivi incontri della 18ª Giornata mercoledì 8 febbraio 2017.
Crotone - Juventus (08/02/2017)
Bologna - Milan (08/02/2017)

(gazzetta.it)
04/02/2017 23:24
 
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Bologna-Napoli 1-7: Hamsik e Mertens
tripletta, Insigne gol: Sarri ora è 2°

Azzurri scatenati al Dall'Ara: Reina para un rigore a Destro sul 2-0, Callejon e Masina espulsi.
Sorpassata la Roma alle spalle della Juve



Troppo Napoli per il Bologna. Forse un’estrema sintesi di quanto visto al Dall’Ara, ma è il succo di una serata in cui la squadra di Sarri si riscopre - almeno fino a martedì sera quando si giocherà Roma-Fiorentina - prima avversaria della Juventus nella corsa scudetto. Roma scavalcata al secondo posto proprio nello stadio in cui lo scorso anno gli azzurri disputarono una delle peggiori partite della stagione nella prima gara da capolista. Dopo la brutta frenata interna con il Palermo serviva un messaggio alle rivali. E sarà arrivato forte e chiaro. Finisce 7-1: sette gol al Bologna, che prima di stasera aveva subito appena 4 reti nelle ultime sei gare di campionato.

QUANTE EMOZIONI — Il Napoli c’è, e ora ha anche trovato una sua identità lontano dal San Paolo. Come a San Siro, gli azzurri partono fortissimo e stavolta il doppio vantaggio arriva in appena 6’ grazie alle firme di Hamsik (in tuffo di testa su cross di Callejon) e Insigne, che chiude un contropiede micidiale avviato da una presa aerea di Reina su azione d’angolo per il Bologna e rifinita da un meraviglioso lancio di Zielinski. Ma le emozioni sono appena cominciate. A Callejon vengono i cinque minuti: prima sfiora il 3-0 con una volee di poco a lato, poi stoppa Destro con il braccio in area e regala il rigore al Bologna, che lo stesso numero 10 rossoblù calcia debole, favorendo la parata - in due tempi - di Reina. Due minuti dopo Callejon lascia il Napoli in 10 per un calcetto da terra a Nagy, che costringe Massa a mostrargli il cartellino rosso. Ma l’inferiorità numerica dura sei minuti. Al 32’ Mertens si invola verso Mirante e Masina lo stende al limite: rosso diretto. E come se non bastasse, dal calcio da fermo Mertens inventa il destro a giro del 3-0, beffando Mirante - colpevole di essersi mosso in anticipo - sul suo palo. Finita? Macché. Torosidis accorcia le distanze a porta vuota dopo una bella respinta di Reina su Krejci (36’), ma prima dell’intervallo il Napoli allunga ancora con Mertens, sfruttando le praterie generosamente offerte dal Bologna, saltando anche Mirante.

SUPER HAMSIK — Il festival continua nella ripresa. Hamsik si divora il 5-1 sciupando a tu per tu con Mirante servito da Insigne (10’), poi si fa perdonare spendendo all’incrocio dei pali un cioccolatino offerto dall’indemoniato Mertens e chiude la tripletta personale spedendo ancora all’incrocio da fuori area la palla del 6-1, per il gol numero 111 con la maglia del Napoli che lo porta a -4 da Diego Armando Maradona. Gioco, partita, incontro dicono nel tennis. Ma qui non è finita. Mertens nel recupero fa tripletta: 16 gol in campionato issandosi al primo posto nella classifica marcatori. Un gol più di Higuain, ormai totalmente dimenticato dal popolo azzurro.

Vincenzo D'Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
04/02/2017 23:48
 
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Pavoletti?
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Re:
binariomorto, 04/02/2017 23.24:

Bologna-Napoli 1-7: Hamsik e Mertens
tripletta, Insigne gol: Sarri ora è 2°

Azzurri scatenati al Dall'Ara: Reina para un rigore a Destro sul 2-0, Callejon e Masina espulsi.
Sorpassata la Roma alle spalle della Juve



Troppo Napoli per il Bologna. Forse un’estrema sintesi di quanto visto al Dall’Ara, ma è il succo di una serata in cui la squadra di Sarri si riscopre - almeno fino a martedì sera quando si giocherà Roma-Fiorentina - prima avversaria della Juventus nella corsa scudetto. Roma scavalcata al secondo posto proprio nello stadio in cui lo scorso anno gli azzurri disputarono una delle peggiori partite della stagione nella prima gara da capolista. Dopo la brutta frenata interna con il Palermo serviva un messaggio alle rivali. E sarà arrivato forte e chiaro. Finisce 7-1: sette gol al Bologna, che prima di stasera aveva subito appena 4 reti nelle ultime sei gare di campionato.

QUANTE EMOZIONI — Il Napoli c’è, e ora ha anche trovato una sua identità lontano dal San Paolo. Come a San Siro, gli azzurri partono fortissimo e stavolta il doppio vantaggio arriva in appena 6’ grazie alle firme di Hamsik (in tuffo di testa su cross di Callejon) e Insigne, che chiude un contropiede micidiale avviato da una presa aerea di Reina su azione d’angolo per il Bologna e rifinita da un meraviglioso lancio di Zielinski. Ma le emozioni sono appena cominciate. A Callejon vengono i cinque minuti: prima sfiora il 3-0 con una volee di poco a lato, poi stoppa Destro con il braccio in area e regala il rigore al Bologna, che lo stesso numero 10 rossoblù calcia debole, favorendo la parata - in due tempi - di Reina. Due minuti dopo Callejon lascia il Napoli in 10 per un calcetto da terra a Nagy, che costringe Massa a mostrargli il cartellino rosso. Ma l’inferiorità numerica dura sei minuti. Al 32’ Mertens si invola verso Mirante e Masina lo stende al limite: rosso diretto. E come se non bastasse, dal calcio da fermo Mertens inventa il destro a giro del 3-0, beffando Mirante - colpevole di essersi mosso in anticipo - sul suo palo. Finita? Macché. Torosidis accorcia le distanze a porta vuota dopo una bella respinta di Reina su Krejci (36’), ma prima dell’intervallo il Napoli allunga ancora con Mertens, sfruttando le praterie generosamente offerte dal Bologna, saltando anche Mirante.

SUPER HAMSIK — Il festival continua nella ripresa. Hamsik si divora il 5-1 sciupando a tu per tu con Mirante servito da Insigne (10’), poi si fa perdonare spendendo all’incrocio dei pali un cioccolatino offerto dall’indemoniato Mertens e chiude la tripletta personale spedendo ancora all’incrocio da fuori area la palla del 6-1, per il gol numero 111 con la maglia del Napoli che lo porta a -4 da Diego Armando Maradona. Gioco, partita, incontro dicono nel tennis. Ma qui non è finita. Mertens nel recupero fa tripletta: 16 gol in campionato issandosi al primo posto nella classifica marcatori. Un gol più di Higuain, ormai totalmente dimenticato dal popolo azzurro.

Vincenzo D'Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport


Grandissima prova del Napoli ma Bologna inguardabile [SM=x44465]



05/02/2017 01:28
 
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Re:
Fatascalza, 04/02/2017 23.48:

Pavoletti?


Io ritengo Pavoletti un attaccante forte, mi sarebbe piaciuto vederlo al Milan dopo l'eventuale cessione di Bacca non avvenuta, al Napoli purtroppo farà panchina, con Mertens capocannoniere che segna valanghe di gol e il rientro di Milik difficilmente troverà spazio [SM=g5228157]



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Re: Re:
possum jenkins, 05/02/2017 01.28:


Io ritengo Pavoletti un attaccante forte, mi sarebbe piaciuto vederlo al Milan dopo l'eventuale cessione di Bacca non avvenuta, al Napoli purtroppo farà panchina, con Mertens capocannoniere che segna valanghe di gol e il rientro di Milik difficilmente troverà spazio [SM=g5228157]







Che vadano pure nelle squadre big. Poi stanno in panca .m [SM=x714079]
05/02/2017 15:03
 
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Milan-Sampdoria 0-1: Muriel decide su rigore,
Montella al terzo k.o. di fila

Il colombiano dal dischetto gela San Siro. Deulofeu colpisce un palo, Lapadula si divora il pari nel finale, e adesso per i rossoneri la strada per l'Europa si fa durissima



La giornata non iniziava nel modo migliore per il Milan e il campo ha rispettato le premesse: rossoneri battuti dalla Samp, terza sconfitta consecutiva, e treno Europa che si allontana. Piove e il Milan arriva a San Siro dopo il gran rifiuto di Caceres. Altre brutte notizie erano già arrivate in settimana e alla vigilia: per fare la formazione Montella ha dovuto contare gli infortuni e arrangiarsi di conseguenza. Sulle fasce sono k.o. quattro terzini su cinque: l’unico disponibile, Vangioni, è seduto in panchina. Gli esterni adattati sono così Kucka a destra e Romagnoli a sinistra. La Samp ha invece perso Barreto nei minuti prima del via: esce dalla formazione annunciata per far posto a Linetty.

DEULOFEU OK — C’è un’altra notizia da segnalare ancora prima che la partita cominci: dalla curva pioggia di cori per Donnarumma, a cancellare qualche critica arrivata in settimana. In campo si nota subito un’altra novità: il Milan cerca spesso Deulofeu, anche più di Suso. I compagni puntano su Geri per provare a creare pericoli e lui, alla prima uscita da titolare, sembra già calato nel gioco rossonero. A sinistra è una scheggia: si fa trovare libero e mira sempre la porta di Viviano. In difesa indietreggia in soccorso di Pasalic e Romagnoli, compagni di corsia. Più pericoloso di Deulofeu (che concretamente conclude una sola volta, centrale) è Bertolacci che in un paio di tentativi da fuori area impegna il portiere avversario. Una sua conclusione da centro area ribattuta fa invece pari con quella di Muriel, respinto dalla difesa rossonera. Deulofeu è anche protagonista in negativo: un errore manda in porta la Samp con Linetty che calcia da buona posizione. La risposta di Gigio, a mano alzata, è super. Più Milan nel primo tempo, la squadra cerca di comandare il gioco come vuole Montella: Viviano anticipa su Pasalic e Suso tira fuori al termine di un’altra azione avviata dall’ex compagno delle nazionali giovanili spagnole, Deulofeu. Nessuna va a buon fine, il primo tempo si chiude senza gol.

PALO — Nel secondo tempo di solito il Milan cresce e anche stavolta il copione è rispettato: la squadra di Montella mantiene il possesso e aggiunge aggressività. Dopo tre minuti Suso crossa, Viviano esce e il pallone arriva sui piedi di Deulofeu: palo. Ci provano ancora Pasalic dal limite dell’area (di nuovo su azione di Geri) con la palla a lato di pochissimo e poi Bacca in rovesciata su azione d’angoli, leggermente imprecisa. A metà tempo la Samp è solo un tiro di Praet: centrale. Così il rigore conquistato al 24’e poi realizzato da Muriel sa molto di beffa: la Samp festeggia e Donnarumma incassa il primo gol della carriera su rigore. Anche per come era nata l’azione del gol Montella ha di che rammaricarsi: Zapata perde palla a centrocampo, contropiede Samp, palla a Quagliarella steso in area da Paletta. Il rigore c’è. Ora il Milan è demoralizzato e Montella prova a tirarlo su con Abate per Pasalic, la grinta di Lapadula per Bacca (qualche fischio al cambio) e poi con la fantasia del debuttante Ocampos per Bertolacci. La reazione produce una conclusione alta di Suso e un tiro basso di Deulofeu, spostato a destra, su cui interviene Viviano. Va allora più vicina la Samp al raddoppio con il diagonale di Djuricic. Nel finale la beffa rossonera si fa più ancora più decisa: Suso serve in area Lapadula che spara su Viviano da un paio di metri, ribattono Abate e poi Deulofeu che trovano sempre l’opposizione avversaria. A pochi secondi dalla fine ecco il rosso a Sosa per doppia ammonizione. Per i rossoneri è una giornata no: chiudono in dieci e battuti dalla Samp. Giampaolo, che non aveva mai vinto contro Montella e il Milan, fa festa dopo aver steso la Roma una settimana fa. Invece su San Siro piove, acqua e qualche fischio.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzsetta dello Sport
05/02/2017 20:09
 
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Serie A, Atalanta-Cagliari 2-0.
Doppietta di Gomez

Una doppietta del Papu chiude subito il match,
poi la squadra di Gasperini manca molte altre occasioni,
gli isolani reagiscono troppo tardi


Il sogno europeo dell’Atalanta continua. Lanciata dalla sconfitta del Milan a ora di pranzo, la squadra di Gasperini si cucina il Cagliari in poco più di un quarto d’ora e dà l’ennesima dimostrazione di qualità e organizzazione. L’eroe della giornata è ancora una volta Papu Gomez, autore della doppietta che risolve la gara molto rapidamente. L’argentino ha segnato la prima rete dopo un’azione corale che lui stesso aveva avviato e la seconda con una perfetta parabola all’incrocio: un gol alla Del Piero.


PRIMO TEMPO — Nessuna sorpresa nelle formazioni delle due squadre. Gasperini ripropone Kessie dall’inizio e si affida all’abituale 3-4-1-2. Rastelli schiera due linee di quattro elementi con Tachtsidis tra difesa e centrocampo e Borriello unica punta. Il tecnico dei Cagliari, però, piazza Dessena a destra e Isla a sinistra per ridurre la spinta sulle fasce di Conti e Spinazzola. La mossa non regala alcun frutto positivo: dopo quattro minuti l’Atalanta segna con un’azione che parte da sinistra, viene rifinita dalla parte opposta è conclusa nuovamente a sinistra da un destro preciso di Gomez, servito da Conti. L’Atalanta insiste, mette una grande pressione a centrocampo e raddoppia al 17’ grazie a una prodezza di Gomez. Meritano applausi anche Toloi che ruba palla a metà campo e Petagna che la gestisce con sapienza. La partita, in pratica, finisce qui: nel primo tempo il Cagliari non tira mai verso la porta di Berisha e i nerazzurri si concedono qualche libertà di tocco che fa arrabbiare l’esigente Gasperini.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa il Cagliari prova ad accelerare nei primi minuti per cercare di riaprire la gara, ma Berisha non deve mai intervenire in modo significativo. L’Atalanta gestisce il ritmo a proprio piacimento e costruisce nel finale due buone occasioni per segnare la terza rete: Rafael è molto bravo su Cristante prima e su Petagna poi. La standing ovation per Gomez, sostituito al 90’ da Mounier, è l’ultimo atto di una partita che non è mai stata in equilibrio.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/02/2017 20:12
 
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Chievo-Udinese 0-0: espulso Cesar, vince la noia

Le due squadre si annullano e non si segnalano vere occasioni da gol.
Maran e Delneri si accontentano di un pari per nulla spettacolare


Finisce col risultato più logico una partita bloccata (eufemismo) e giocata senza dannarsi da due squadre che non hanno problemi di classifica e da tempo con la salvezza in cassaforte. Nel primo tempo è l’Udinese a fare la partita e il Chievo a giocare di rimessa. Ma le emozioni sono pochissime, zero tiri in porta: la bella chiusura di Danilo su Pellissier, qualche spunto delle mezzali di Delneri, Rigoni he porta via una buona palla a Pellissier (37’), le timide protese per un contatto Widmer-Pellissier nell’area dell’Udinese. Stop. Una delusione collettiva, sono in pochi a salvarsi (Jankto, Fofana, Birsa).


AHI CESAR — Il Chievo parte meglio nel secondo tempo: più grinta e più corsa. Un’impressione: è l’Udinese ad andare vicino al gol (si fa per dire) con un colpo di testa di Zapata alto sulla traversa, poi c’è un contatto dubbio tra Cesar e Zapata. Pellissier, mai in partita, esce per un problema muscolare: al suo posto Inglese, l’eroe dell’Olimpico. Dopo la fiammata iniziale, la gara di spegne di nuovo: Samir alto di testa su angolo di Hallfredsson. E’ di Sorrentino l’unica, vera parata della gara, su colpo di testa di Adnan dopo la sponda di Danilo (30’). Il falloso Cesar si fa notare per il doppio giallo e il Chievo chiude con una sola punta (Inglese) e Spolli al posto di Meggiorini. Ma non è che con l’attacco al completo avesse fatto molto di più…

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/02/2017 20:17
 
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Empoli-Torino 1-1. Una pozzanghera favorisce il pari di Pucciarelli

Dopo 10' Belotti timbra il 15° gol in campionato, al 48' una pozza ferma il retropassaggio di Ajeti
e Hart si trova a tu per tu con l'empolese. Nella ripresa Skorupski para un rigore a Iago


E’ un pareggio che piace più a Martusciello che a Mihajlovic. L’1-1 tra Empoli e Torino consente alla squadra toscana di restare a distanza di sicurezza dalla zona retrocessione. Tra l'altro, c’è da sottolineare il buon debutto in maglia biancazzurra di El Kaddouri. Il punticino invece serve poco ai granata che restano lontani dal treno-Europa. E che ancora una volta hanno sbagliato un calcio di rigore (il quarto in questo campionato), in questa circostanza con Iago Falque. Punti importanti buttati al vento.


FURIA GRANATA — Il Toro va a segno all’11', al suo primo assalto. Punizione di Ljajic molto tagliata: Belotti brucia i due centrali dell’Empoli e di piatto al volo realizza. La squadra di Mihajlovic invece di insistere alza il piede dall’acceleratore, cercando di addormentare la partita. Ma non ci riesce. L’Empoli prende coraggio: al 18' una bella triangolazione sulla corsia di sinistra libera al cross Pasqual. Palla al centro e rovesciata di Mchedlidze che termina di poco fuori. La squadra toscana insiste. Al 25’ Krunic entra in area e conclude a colpo sicuro. Hart è bravo a ribattere. Una conclusione di poco fuori di Ljajic riaccende per un attimo il Toro. Ma è un lampo.

L'EPISODIO CHIAVE — La pioggia battente rende il campo pesante. Nel recupero del primo tempo Ajeti non valuta bene la presenza di pozze. Così, il suo retropassaggio al portiere è troppo lento. Una pozza ferma la palla e Pucciarelli è bravo a bruciare sul tempo tutta la linea difensiva granata, a saltare Hart e ad appoggiare in rete. Il primo tempo finisce 1-1 e tutto sommato è un risultato che fotografa in maniera corretta l’andamento della gara.


MATCH POINT SPRECATO — Il Torino ha la possibilità di tornare in vantaggio ad inizio ripresa. Dopo dieci minuti, serpentina di Ljajic che entra in area e va a terra dopo un contatto con Bellusci. Per l’arbitro Di Bello è rigore. Sul dischetto va Iago Falque ma la conclusione dell’attaccante granata viene respinta da Skorupski. E’ il quarto errore dagli undici metri per gli uomini di Mihajlovic. L’Empoli trova nuovo slancio dalla prodezza del suo portiere. Il potente Mchedlidze ha la palla giusta per portare i toscani in vantaggio ma la sua conclusione in corsa non inquadra lo specchio della porta. La gara resta in equilibrio, anche se il Toro attacca con più convinzione. Buona, ad esempio, un’iniziativa sulla fascia destra del nuovo entrato Iturbe. Ma di palloni giusti al bomber Belotti ne arrivano pochi.

Luca Calamai

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05/02/2017 21:04
 
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Genoa-Sassuolo 0-1: gol di Pellegrini.
Gentiletti fermato dalla traversa

Gli emiliani scavalcano la squadra di Juric e si portano
a quota 27 punti a pari merito con Cagliari e Bologna.
I rossoblù continuano la caccia alla vittoria che manca da novembre


La crisi del Genoa non finisce più, contro il Sassuolo la squadra di Juric, pure sfortunata, incappa in una nuova sconfitta (0-1) che porta alla miseria di 2 punti raccolti in 7 partite. Il Sassuolo, invece, si sta ritrovando e fa valere i suoi automatismi.


LA PRIMA FRAZIONE — Parte meglio il Genoa, con Pandev stoppato da Consigli, però incappa ben presto nella solita disattenzione su calcio piazzato. Punizione da sinistra di Berardi al 26’, Cataldi rinvia male di testa e serve involontariamente Pellegrini, bravo a calciare con potenza di destro e a battere Lamanna. Per i rossoblù è un colpo durissimo, provano a reagire, trovando pure due occasioni con Burdisso e Palladino, ma aprono varchi enormi per le ripartenze del Sassuolo. Matri fallisce il bersaglio, di testa da due passi, su cross di Duncan, Ragusa spreca un’opportunità creata da uno scivolone di Izzo.

LA RIPRESA — Il Genoa è più determinato nel secondo tempo, quando spinge con continuità. L’occasione migliore arriva al 6’:cross di Edenilson e Gentiletti di testa ruba il tempo alla difesa, la palla però colpisce in pieno la traversa. Ci provano anche Cataldi e Hiljemark, ma la spinta dei rossoblù si affievolisce con lo scorrere del tempo e l’ultima chance è per il Sassuolo, con Politano che in contropiede fallisce il pallonetto a Lamanna.

Alessio Da Ronch

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05/02/2017 21:08
 
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Il poker di Parolo e una Lazio travolgente abbattono il Pescara 6-2

All’Adriatico il centrocampista segna quattro reti oltre ai gol di Keita e Immobile.
Gli abruzzesi avevano agguantato il pareggio sul 2-2 mentre Caprari ha sbagliato un rigore


Goleada Lazio sui resti del Pescara. Dopo essersi sbloccata in Coppa Italia con l’Inter, la squadra di Inzaghi torna alla vittoria pure in campionato dopo le due sconfitte consecutive con Juve e Chievo e riprende la marcia verso un posto Uefa. Sei gol (a due), altre occasioni mancate, ma anche una lunga fase di black out da metà primo tempo fino all’intervallo che aveva riaperto un match che pareva chiuso dopo appena un quarto d’ora.

PAROLO MATTATORE — E’ dunque una vittoria larghissima, ma non priva di qualche cono d’ombra per la formazione romana. Che dopo l’uno-due di Parolo al 6’ e al 14’ (gol entrambi di testa, il primo su assist di Anderson, il secondo di Biglia) inspiegabilmente si addormenta consentendo alla squadra di casa prima di accorciare le distanze con Benali (bravo a ribadire in rete un tiro di Kastanos respinto da Marchetti), quindi di pareggiare con un bel gol di Brugman (angolo di Kastanos e spizzata di Benali prima del tiro a volo vincente dell’uruguaiano). E tra le due reti gli abruzzesi si concedono pure il lusso di sbagliare un rigore (il quinto fallito su 7 totali avuti in questo campionato). A sbagliare è Caprari che calcia malissimo, la parata di Marchetti è fin troppo facile. Il penalty è concesso per fallo di Hoedt su Zampano.

POKER — Ma nell’intervallo, evidentemente, Inzaghi si fa sentire. E la Lazio ricomincia a macinare gioco e gol, questa volta senza però fermarsi. Il mattatore di giornata è un incredibile Parolo che, dopo i due gol iniziali, ne segna altri due nella ripresa. Il primo è quello che sblocca definitivamente la gara, ancora di testa (angolo di Biglia, tiro di Milinkovic che colpisce il palo, palla che finisce sulla testa del centrocampista azzurro che deve solo spingerla in rete). Poi Parolo chiude anche i conti col quarto gol personale, il sesto della Lazio. È l’unico che Parolo realizza di piede (piatto destro su assist di Lulic). Nel frattempo erano già arrivati il gol di Keita (assist di un generoso Immobile che potrebbe segnare ma preferisce favorire il gol del senegalese) e poi dello stesso attaccante napoletano (girata di collo destro su assist di Biglia). Immobile non esulta e chiede scusa al pubblico (a Pescara ha vinto un campionato di B e trovato moglie) e lo stadio Adriatico gli riserva un’ovazione. Solo fischi invece per i propri giocatori. Sconfitta pesantissima quella della formazione di Oddo e clima generale di rassegnazione. La salvezza era un miraggio già prima, adesso non è più neppure quello..

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
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