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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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19/02/2017 01:03
 
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Empoli-Lazio 1-2. Krunic, sassata pazzesca.
Immobile, gol numero 13

Al 67' sassata pazzesca del centrocampista toscano, dopo 60'' risponde subito l'attaccante di Pioli.
E all'80' Keita completa la rimonta: Inzaghi resta nella scia Europa


Vince in rimonta la Lazio ad Empoli. La coppia Immobile-Keita (subentrato nella ripresa) firma il sorpasso dopo la bellissima rete di Krunic. La squadra di Inzaghi concretizza solo nella seconda parte della ripresa la propria superiorità: deve faticare tantissimo per superare l’ordine tattico dei toscani e per andare oltre le proprie imprecisioni al tiro. Una vittoria che porta la Lazio al quinto posto mantenendola perfettamente in scia per le posizioni valide per entrare in Europa, in attesa della gara dell'Inter a Bologna di domani.

SORPRESA DE VRIJ — Martusciello può ricompattare la difesa con i rientri di Bellusci, Costa e Pasqual, mentre Laurini torna sulla fascia destra. Per il resto confermata la formazione che ha perso a Milano con l’Inter. Inzaghi recupera Milinkovic e rilancia Lulic in avanti (Keita parte dalla panchina). Novità nella linea difensiva: De Vrij, causa affaticamento muscolare, va in panchina e al suo posto c’è Wallace. Lazio propositiva sin dall’avvio, ma la prima chance è per l’Empoli al 7’ con una semirovesciata di Pucciarelli fuori bersaglio. Replica al 9’ Immobile da buona posizione, ma il tiro è debole. Al 17’ l’attaccante di Inzaghi scaglia una fiondata che viene respinta da Skorupski.

L'ASSALTO LAZIALE — E' continua la manovra della Lazio senza però riuscire a trovare sbocchi risolutivi. Empoli molto ligio in copertura. Alla mezz’ora un elegante tocco a rete di tacco da parte di Parolo viene deviato in angolo da Costa. Accelera la Lazio: al 36’ Skorupski si oppone nuovamente a Immobile. Al 39’ il portiere dei toscani sventa nel faccia a faccia con Anderson. Finale di tempo con la Lazio di nuovo all’assalto. Al 42’ dalla distanza ci prova Parolo, Skorupski fa scudo. Chiusura con mischia davanti alla porta dell’Empoli. Anderson non trova il colpo per sbloccare il risultato.

IL BOLIDE — Nella ripresa la formazione di Martusciello parte con alcune proiezioni offensive. Al 2’ Anderson rimedia in fallo laterale su incursione di Pasqual, poi Strakosha para su un tentativo di El Kaddouri. All’11' ghiotta occasione per la Lazio: Skorupski ribatte la capocciata di Milinkovic e Bellusci sbroglia sull’accorrente Lulic. Un minuto dopo Inzaghi fa entrare Keita al posto di Milinkovic (Lulic arretra a metà campo). Una mossa per dare la svolta in attacco. Empoli sempre pronto a ripartire. E al 22’ i toscani passano con un bolide di Krunic dai 30 metri che beffa Strakosha.


LA RIMONTA — Immediata la reazione della Lazio. Sul pallone scodellato in area da Anderson, Immobile va a segnare dopo una deviazione di Krunic il suo tredicesimo gol in campionato. In un minuto due reti che riportano subito in parità la gara. E al 35’ la Lazio si porta in vantaggio. Lunga azione manovrata: Immobile lancia Anderson sulla destra, cross ribattuto da Costa su Keita che infila la porta toscana nonostante una nuova deviazione di Costa. Settimo gol in questo campionato per lo spagnolo-senegalese. La svolta tanto attesa dalla Lazio che conquista la sesta vittoria esterna.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2017 17:08
 
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Bologna-Inter 0-1, Gabigol entra e segna

Il brasiliano prende il posto di Candreva nella ripresa e decide subito il match dopo 7':
nerazzurri alla nona vittoria nelle ultime 10. Donadoni, 4° k.o. di fila


Con il primo lampo di Gabigol - a Bologna, come Ronaldo nel '97 - una cinica Inter si conferma regina dei pranzi (terza vittoria su tre, sempre in trasferta, quando si gioca alle 12.30) e piega un Bologna in piena crisi. L'episodio che decide il match arriva all'81', confermando la bravura dei nerazzurri nei finali e la fragilità dei rossoblu, al 15esimo gol subito nell'ultimo quarto d'ora dei match. Con il c.t. Ventura in tribuna, Pioli vince la nona gara sulle ultime 10 di campionato ma perde lo squalificato Miranda (e anche Murillo non sta benissimo) in vista della Roma. Quando però riavrà Icardi, Kondogbia e forse Brozovic.

SPUNTATE — Donadoni è costretto ad accentrare Torosidis al fianco di Oikonomou causa squalifica di Maietta e a destra preferisce l'ex Mbaye a Krafth. Al centro dell'attacco c'è Petkovic per l'infortunato Destro. Pioli in compenso è senza Brozovic, Icardi e Kondogbia e sceglie un'Inter molto offensiva, con Joao Mario al fianco di Gagliardini e la coppia Eder-Perisic alle spalle del finto centravanti Palacio. La difesa è il solito ibrido delle ultime uscite, pronta a passare a quattro in fase di non possesso con lo scivolamento di D'Ambrosio. Come spesso avviene quando si gioca alle 12.30, il ritmo nel primo tempo è bradipesco. Tanti errori in mezzo al campo e i rispettivi attacchi che accusano ancor più del previsto l'assenza di veri uomini d'area. Non lo è Palacio, che si sbatte come al solito ma fatica a dare profondità e al 12' spreca un babà di Perisic dalla linea di fondo, impennando il sinistro a due metri dalla porta sguarnita. Quattro minuti dopo l'argentino invece non trova l'attimo quando a innescarlo è Candreva dall'altra fascia. Con Dzemaili che fluttua tra sinistra e trequarti, il Bologna fa ancora meno, con Verdi più preoccupato di inseguire D'Ambrosio che di creare (Donadoni prova invano a invertirlo con Kreijci) e Petkovic che non tiene un pallone. Pulgar e Nagy si annullano con Joao Mario e un Gagliardini meno intraprendente del solito. Ma è dell'ex Atalanta l'unico tiro in porta dei nerazzurri, anche se è una "telefonata" a Da Costa che arriva solo al 43'.

LAMPO — L'alba del secondo tempo illude i padroni di casa, ma Verdi calcia male sull'assist di Krejci. L'Inter risponde con Perisic che calcia fin troppo bene, ma addosso al portiere, sul cross di D'Ambrosio. Subito dopo Pioli deve sostituire Murillo con Ansaldi, che si piazza a sinistra. Al 13' è Eder a non dare potenza e angolazione al piatto destro sul cross basso di D'Ambrosio che attraversa tutta l'area. Ora che le squadre sono più allungate, l'Inter almeno si avvicina con più facilità alla porta di Da Costa, che al 16' Perisic non inquadra per una questione di centimetri con un diagonale mancino. Mbaye deve lasciare il posto a Krafth appena prima del giallo a Miranda che farà saltare al brasiliano la sfida contro la Roma. Donadoni ci prova con Taider per Nagy, Pioli gioca il tutto per tutto al 29' con Banega e Gabigol al posto di Candreva e Palacio, con Eder che sale. L'Inter rischia subito sul cross dal fondo di Verdi. Quando la gara sembra avviata verso un triste 0-0, arriva il lampo. Banega è bravo a difendere palla sulla trequarti e innescare sulla corsa D'Ambrosio, il cui cross basso diventa un assist perfetto per Gabigol, che al 36' appoggia in porta un pallone pesantissimo. E il brasiliano va vicino alla doppietta nel finale, ma Masina salva quasi sulla linea. Ancor più decisivo Handanovic, che in pieno recupero mura Torosidis e salva i suoi.

LUCA TAIDELLI

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2017 17:15
 
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Chievo-Napoli 1-3.
Insigne regala un altro gioiello:
Sarri si prende la rivincita

Reazione di qualità ed orgoglio per 70' dopo l'attacco di De Laurentiis:
sblocca un giro di Insigne, Hamsik bis, tris di Zielinski, gol di Meggiorini.
Milik torna in Serie A, Allan si fa male


Riecco il campionato, dopo il mercoledì di Champions League, e riecco il Napoli, coi soliti noti. La vittoria contro il Chievo ha dimostrato che le scorie di Madrid sono state eliminate, senza conseguenze. Il collettivo di Sarri ha ripreso a regalare giocate e gol spettacolari, come il primo di Lorenzo Insigne e la giocata che ha determinato la rete di Zielinski. Il Napoli c'è, dunque, e in campionato ha ritrovato la sua vera dimensione, dopo la sconfitta rimediata al Bernabeu. Il pomeriggio di Verona, ha avvicinato Hamsik al record di reti che detiene Diego Maradona: adesso, il centrocampista slovacco è a quota 112 a meno 3 dall'ex fuoriclasse argentino. In campo c'è Pavoletti, il calciatore del contendere, la cui assenza in panchina, a Madrid, aveva procurato la reazione, inadeguata, di Aurelio De Laurentiis. Lo schiera, Sarri, per dare un turno di riposo a Mertens, mentre a centrocampo alterna Zielinski e Diawara con Allan e Jorginho. Il primo, tuttavia, sarà costretto ad uscire per infortunio pochi minuti prima della fine del tempo.


REAZIONE — C'è attesa per il ritorno in campo del Napoli dopo la sconfitta rimediata a Madrid, mercoledì sera. C'è la preoccupazione che la squadra possa risentire di quanto accaduto nel dopo partita, con le caratterizzato dallo sfogo del presidente contro l'allenatore. Ma la squadra c'è, è viva, anche se fa fatica a trovare gli spazi giusti tra la retroguardia del Chievo. Non è facile arrivare dalle parti di Sorrentino che vede il pallone superare di poco la traversa sulla punizione di Insigne (7'). Il possesso del pallone è della formazione napoletana che prova a sorprendere la difesa avversaria spingendo sugli esterni per poi convergere. Un errore di Jorginho avvia la ripartenza di Birsa (28'), che alluna per Inglese: la conclusione dell'attaccante è rapida, così come la risposta di Reina che devia il pallone.


SUPER INSIGNE — Verona conferma che l'uomo più in forma del momento napoletano è sicuramente Lorenzo Insigne. Il ragazzo è un pò dappertutto, lo vedi largo sulla sinistra, ma non disdegna di arretrare sulla piena dei mediani per smistare la palla. Insomma, per sbloccare il risultato ci vorrà una delle sue solite giocate: pallone sul vertice dell'area, dribbling su Cacciatore e il destro a giro che non lascia speranza a Sorrentino (31'). Un piccolo capolavoro che viene bissato al 38'. Stavolta, però, è Hamsik che approfitta di un'uscita incerta di Sorrentino e calcia nella porta vuota l'astuto tocco di Allan che anticipa il portiere.


RITORNO CHIEVO — La ripresa si apre col il cambio disposto da Maran che lascia Radovanovic negli spogliatoi e inserisce una punta, Meggiorini. Ma è il Napoli a trovare il terzo gol con una conclusione da fuori area di Zielinski, deviata dalla gamba di Spolli. Partita chiusa? Macché. Il Chievo non ci sta e inizia a spingere con veemeza, approfittando anche del calo napoletano. Così Meggiorini capitalizza un intervento sbagliato di Koulibaly e batte Reina. Il gol porta coraggio e allora De Guzman prova con un diagonale da destra, col pallone che finisce di poco a lato (35'). Ma il Napoli saprà tenere fino in fondo.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2017 17:19
 
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Pescara-Genoa 5-0: a segno Orban (autogol),
Caprari (2 gol), Benali e Cerri

Il ritorno del boemo sulla panchina degli abruzzesi è un trionfo: partita chiusa in 31'.
Per ia squadra di Juric, invece, è notte fonda: la vittoria manca da
due mesi e, nelle ultime 9 partite, sono arrivati appena 2 punti.
Il serbo è ad un passo dell'esonero


Il ciclone Zeman si abbatte sul Genoa. Clamorosa "manita" all'Adriatico: cinque sberle inferte da una squadra rigenerata dal boemo mandano al tappeto il malcapitato Juric, ormai ad un passo dall'esonero (i rossoblù non vincono dal 15 dicembre, nel recupero contro la Fiorentina), e riportano il sorriso in una città malata di ricordi. Più convinti, più spregiudicati, più tutto, gli abruzzesi giocano in libertà e, come liberati da un fardello (la lunga e sfortunata gestione in A di Oddo), conquistano il primo successo sul campo della stagione e stravincono il confronto con il Grifone, i cui tifosi avviliti lasciano il settore ospiti già al 40' del primo tempo.

AVANTI PESCARA — Gli abruzzesi, liberi psicologicamente e a proprio agio col 4-3-3 marchio di fabbrica del nuovo tecnico, colpiscono subito al 5': lancio d'esterno in profondità di Bruno, sullo scatto Cerri brucia Burdisso e scarta Lamanna, l'assist in mezzo per i compagni carambola sui piedi dell’accorrente Orban e finisce in rete per il più clamoroso degli autogol. Il Pescara è tutto velocità e con un’azione spettacolare regala il bis al 19': Biraghi chiude una triangolazione larga con lo scatenato Caprari il cui tocco finale di punta è irresistibile su Lamanna in uscita. Il Genoa non c’è. Assente, non pervenuto. E non appena entra in campo Pandev tra i rossoblù (mossa alla disperata di Juric, sacrificato l’impalpabile Hiljemark), i padroni di casa esagerano: è Benali, servito nello stretto da Memushaj, a firmare il gol della sicurezza con un preciso diagonale d’interno destro. E Lamanna deve pure stoppare sul più bello Cerri un minuto dopo.

DENTRO PINILLA — Tutta un’altra storia. Il nuovo Pescara avanza senza paura, ci mette la gamba e non si risparmia. E i tifosi del Genoa, al culmine della delusione per lo spettacolo offerto dai rossoblù, lasciano lo stadio già alla fine del primo tempo in coincidenza con la protesta degli ultrà pescaresi assenti in curva (emblematico lo striscione "La vostra presenza… La nostra assenza!!!"). Nella ripresa Juric le prova tutte immettendo Pinilla e Edenilson, ma è ancora il Pescara ad andare vicino al gol con Benali due volte e a chiudere la partita grande stile con un’azione travolgente di Caprari al 36' (serpentina in area e pallone sul palo più lontano con un tiro mancino) e con la "manita" firmata Cerri al 42' (tocco in rete su cross di Zampano). Un trionfo. Sempre ultimi in classifica, ma almeno allegri in tribuna: ecco cosa succede al triplice fischio a Pescara. E la maledizione di una vittoria sul campo in A, che mancava da 43 turni (6 gennaio 2013, Fiorentina-Pescara 0-2) è finalmente scacciata. Mentre l'incubo del Genoa continua. E la palla passa al presidente Preziosi…

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2017 17:22
 
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Sampdoria-Cagliari 1-1, Quagliarella risponde a Isla.
Ibarbo, gol annullato

Sardi in vantaggio con il cileno, nel primo tempo l'attaccante risponde dopo una azione personale di Muriel.
Nel finale gol annullato ingiustamente a Ibarbo



Il Cagliari stoppa la serie vincente della Sampdoria. Lo fa con merito, sfruttando un buon avvio e la capacità di chiudere i varchi centrali alla formazione di Giampaolo, salvata da due prodezze del portiere Viviano su Sau e da un episodio nel finale che farà discutere. Minuto 89: Viviano sbaglia una presa lasciando a Ibarbo la palla della vittoria. Il colombiano non sbaglia e fa il 2-1, ma l'arbitro annulla per un presunto fuorigioco di Pisacane, che però non entra nell'azione.

LA CRONACA — Il Cagliari parte meglio e fa subito centro, addirittura su azione da fallo laterale: al 6’, sulla rimessa lunga, Torreira prolunga di testa ma serve Isla, che anticipa la chiusura di Pavlovic e batte Viviano. La reazione blucerchiata non è immediata, ma Muriel, a suon di dribbling, riesce comunque a trascinare in avanti la formazione di Giampaolo. Al 22’ il colombiano propizia il pareggio: parte da sinistra, salta e Padoin e mette al centro, dove Quagliarella insacca di sinistro al volo. La Samp sembra padrona del gioco ma si concede ancora una distrazione su situazioni da palla ferma, stavolta è su un angolo che si crea una mischia, Sau è rapido a concludere, ma Viviano ribatte di piede. Il Cagliari è un serpente, si ritrae e riparte a sorpresa, il portiere blucerchiato, così, deve compiere una nuova prodezza, salvando ancora su Sau, lanciato al 7’ alla perfezione da Joao Pedro. La Samp insiste e crea a sua volta l’occasione buona: numero di Schick a sinistra, palla per Quagliarella che impegna Gabriel, Djuricic riprende al respinta e serve Torreira, la cui conclusione da distanza ravvicinata, però, centra il palo.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2017 17:24
 
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Udinese-Sassuolo 1-2: Defrel entra e segna due gol

Entrato in campo al 21’ del secondo tempo, in 18 minuti il francese
ribalta la partita, sbloccata in apertura dal connazionale Fofana.
Prima della partita giro d’onore per il grande Zico



Applausi per Zico, fischi per l’Udinese. Il Sassuolo rovina la festa bianconera e, grazie alla doppietta di Defrel, conquista una vittoria maturata nella ripresa. Zico, dopo il giro di campo che ha chiuso le celebrazioni per i 120 anni del club, si è accomodato in tribuna, ma non si sarà divertito molto. L’Udinese è andata in vantaggio rapidamente, non ha però mai dato l’impressione di poter gestire la gara mentre il Sassuolo è cresciuto nel corso dei novanta minuti e ha ribaltato la situazione con merito.

PRIMO TEMPO — L’Udinese prova a pressare alto in avvio e trova il gol rapidamente grazie anche a un’incertezza degli avversari. Consigli rinvia male con i piedi, Badu intercetta e serve Fofana che si alza la palla e al volo di destro trova l’angolo. I bianconeri insistono e Thereau poco dopo fallisce una buona occasione su cross di De Paul. Zico applaude, ma il primo tempo dell’Udinese si chiude in pratica qui. Gradualmente il Sassuolo diventa padrone della situazione e, pur senza creare nessuna occasione nitida, dà la sensazione di poter arrivare al pareggio. La squadra di Di Francesco pecca però di scarsa incisività e precisione negli ultimi venti metri: nessun tiro nello specchio della porta per tutta la prima frazione di gioco, tre conclusioni alte di Politano (una) e Berardi (due, ma entrambe con il destro). Abbastanza chiara, in tal senso, l’azione del 41’: il Sassuolo piazza cinque cross consecutivi dalle due fasce, quasi tutti abbastanza pericolosi ma nessuno sfruttato con un tocco nell’area di Karnezis.

SECONDO TEMPO — A inizio ripresa l’Udinese prova a chiudere la partita ma non si rende quasi mai insidiosa. Di Francesco passa al 4-2-3-1 inserendo Defrel al posto di Duncan: è la mossa decisiva sia perché il Sassuolo prende nuovamente in mano la gara sia perché l’attaccante francese in pochi minuti segna la doppietta che cambia tutto. Al 25’ sfrutta un cross di Pellegrini e al volo di sinistro batte Karnezis che si fa passare la palla sotto le gambe. Al 34’ il francese concede il bis da fuori area con un tiro precisissimo dopo una combinazione con Berardi. La reazione dell’Udinese è sterile: solo Felipe di testa spaventa Consigli. E’ il Sassuolo, invece, a sfiorare in contropiede la terza rete, ma Karnezis è bravo a bloccare Politano e Ricci.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2017 20:23
 
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Roma-Torino 4-1, gol di Dzeko, Salah, Paredes, Maxi Lopez e Nainggolan

Gara chiusa dopo 17', con le reti del bosniaco e dell'egiziano.
Nella ripresa i gol di Paredes, Maxi Lopez e Nainggolan.
I giallorossi restano a -7 dalla Juve



La sfida tra bomber la vince nettamente Dzeko, con Belotti che ha faticato anche solo ad entrare in partita. Un po' come la Roma ha spazzato via (4-1) un Torino privo di mordente e cattiveria. In questo modo qui è francamente difficile tenere botta con una Roma affamata e lustrata a lucido come una Ferrari chic. Tra i giallorossi davanti Salah e Dzeko hanno funzionato alla percezione, Nainggolan ha regalato la solita energia e i soliti strappi e in mezzo Paredes ha lavorato di fino ed intelligenza.

ROMA DA APPLAUSI — Spalletti lascia a riposo Rüdiger e De Rossi e lancia dal via Juan Jesus e Paredes, Mihajlovic presenta De Silvestri centrale e si affida alle voglia di rivincita dei due ex di lusso, Iago Falque e Ljajic. Voglia abbastanza labile per la verità, visto che i due creano e aiutano poco per tutto il primo tempo. Dall'altra parte, invece, gira tutto come un orologio svizzero. Soprattutto i primi 20' di gioco, dove la Roma è praticamente perfetta e incanala la partita sui binari giusti. A sbloccare il match al 10' ci pensa ancora Dzeko (19 gol in Serie A, 29 stagionali) con un altro pezzo di bravura (controllo, accentramento e destro da fuori sul lato lontano), con Hart che però non è esente da colpe per il posizionamento. Sette minuti dopo la Roma raddoppia, con uno shoot improvviso di Salah da dentro l'area, dopo una ribattuta torinista. Salah che al 20' potrebbe anche triplicare, con il suo sinistro a giro che si stampa sul palo opposto. Insomma, un dominio assoluto in cui il Torino non sembra neanche essere entrato in campo. Poi succede che la Roma rallenta un po' ed i granata (che reclamano un paio di tocchi di mano dubbi in area, il primo di Emerson e il secondo di Fazio) provano a reagire. Così Benassi si affaccia al 21, ma nel finale che gli uomini di Mihajlovic hanno l'occasione per rientrare: prima al 40' con Lukic, il cui destro al volo dal limite finisce di un soffio fuori, poi con lo stesso Benassi che al 45' non riesce a calciare in velocità a tu per tu con Szczesny.

BELLEZZE IN CORSA — La ripresa si apre a ritmo lento, ma le squadre sono sfilacciate e le occasioni non mancano. Dzeko sfiora due volte il 3-0, prima con un destro altro e poi con un tiro da fuori dove in realtà spreca una ripartenza tre contro due comoda comoda. Poi al 10' è Lukic (il migliore dei suoi) a provare a riaprire al contesa con un pallone delizioso sul secondo palo su di cui Baselli arriva in ritardo. Scampato il pericolo, allora, al 20' è Paredes a chiudere i giochi, con un eurogol da 25 metri di controbalzo su cui Hart non può far altro che fermarsi a guardare il pallone infilarsi nell'angolino basso alla sua sinistra. Poi è ancora Dzeko a sfiorare la doppietta da fuori, mentre Mihajlovic prova a regalare più imprevedibilità (Boyé) e peso (Maxi Lopez) all'attacco del suo Torino. E proprio Maxi Lopez ha un paio di buone occasioni, di cui la seconda è quella buona: palla in verticale di Zappacosta, con l'argentino che sfrutta uno dei rari errori di Fazio e di destro brucia in diagonale Szczesny. In pieno recupero, poi, il 4-1 definitivo, con l'assist di Totti per il "rimorchio" di Nainggolan, il cui destro in corsa si infila a fil di palo. Finisce così, con la Roma ancora alla rincorsa della Juve e il Toro ad interrogarsi su una gara dove le motivazioni sono state un optional.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
19/02/2017 23:55
 
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Milan-Fiorentina 2-1: Deulofeu decide, in gol anche Kucka e Kalinic

Lo spagnolo segna il primo gol in rossonero e risolve contro
i viola, dopo il botta e risposta tra lo slovacco e il croato.
Palo di Pasalic. Montella resta in corsa per la zona coppe



Per i due allenatori, ma solo per loro, non era una sfida decisiva per l’Europa. La classifica dice altro e dopo lo scontro diretto a rimanere attaccato al treno è il Milan: 2-1 alla Fiorentina. Risolve Deulofeu, al primo, pesantissimo, gol in rossonero . Montella ritaglia nuovamente spazio al suo centravanti, Bacca, dopo l’esperimento del falso nove contro la Lazio. A sostenerlo ci sono Suso e Deulofeu, che anche rispostato in fascia mantiene la sua grande efficacia. Può essere l’ultima a San Siro dell’era Berlusconi ma Silvio non si vede: in tribuna si sgola il solito Galliani. La Fiorentina ha nelle gambe i 90’ di Europa League in Germania e Sousa improvvisa un turn over con postazioni inedite: a sinistra non c’è un terzino di ruolo ma l’adattato Salcedo e per ovviare alla squalifica di Bernardeschi (in tribuna a fianco di Antognoni e Diego Della Valle) cambia addirittura modulo. A sostenere Kalinic sono in tre: Chiesa, Ilicic e Cristoforo.

MILAN PUNGENTE — Montella conosce benissimo la Fiorentina, che ha ancora il suo marchio: tiene il possesso palla e cerca l’affondo vincente. I rossoneri giocano più di rimessa ma quando attaccano sono spesso pericolosi. Non tanto con Bacca, ancora fuori dalla manovra, ma con gli esterni offensivi, soprattutto con Deulofeu contenuto a fatica da Sanchez. Il primo brivido è una punizione di Sosa dopo 5 minuti che tocca la rete sopra la traversa. Per la Fiorentina replicano i tentativi da fuori area di Cristoforo e Borja Valero. Si gioca a ritmi sostenuti, con rapidi capovolgimenti di fronte. Il Milan è ben istruito: aspetta e poi colpisce. Succede al 16’: da calcio piazzato Sosa mette in area dove ha la meglio la testa di Kucka, che infila Tatarusanu all’angolino. Colpevole Astori, che perde la marcatura, e beffato anche Vecino, che si aggirava in zona. Il vantaggio rossonero dura però pochino, e cioè fino al 20', quando Borja Valero non serve Chiesa sulla destra (in leggero fuorigioco) che pesca in mezzo Kalinic: stavolta è la punta viola a bruciare Gomez e Donnarumma. Per il terzo gol si devono aspettare altri dieci minuti: stavolta Borja Valero, fin lì abbastanza padrone del gioco, sbaglia il disimpegno e apre una corsia a Deulofeu. Il piattone destro dell’ex canterano è precisissimo: gol e festa con il pollice in bocca per la figlia Sara in arrivo. Il resto del tempo rispetta il copione: la reazione viola è un colpo di testa di Gonzalo Rodriguez su punizione di Ilicic ma va molto più vicino il Milan al tris con un palo di Pasalic.

CONTROLLO — La ripresa perde parte della velocità del primo tempo, anche se resta vivace. Al 7’ un episodio fa infuriare la Fiorentina: Gomez stende Kalinic lanciato in porta e per il rossonero è semplice giallo. Sulla punizione successiva Ilicic non riesce a essere pericoloso, come nel resto della sua partita e come molti dei suoi compagni. La Fiorentina tiene molto la palla ma fatica a creare vere azioni da gol. La squadra di Sousa gioca sia in verticale che chiamando in causa gli esterni ma la situazione non cambia. Al Milan basta essere attento e ordinato per non soffrire troppo. Ad andare più vicino al gol è così un difensore, Sanchez, che alza da due passi una punizione di Borja Valero. Per la possibile rimonta la Fiorentina si affida a Badelj, Tello e Saponara mentre a Montella basta inserire Zapata, Bertolacci e Poli per avere una squadra ancora più coperta e solida. San Siro fischia Bacca che spreca in contropiede e poi in ribattuta su un tiro di Abate. Nemmeno i cinque minuti di recupero cambiano la situazione: il Milan vince e vede la zona Europa, per la Fiorentina la classifica è più buia.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
20/02/2017 00:01
 
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SERIE A 2016/2017 25ª Giornata (6ª di Ritorno)

17/02/2017
Juventus - Palermo 4-1
18/02/2017
Atalanta - Crotone 1-0
Empoli - Lazio 1-2
19/02/2017
Bologna - Inter 0-1
Chievo - Napoli 1-3
Pescara - Genoa 5-0
Sampdoria - Cagliari 1-1
Udinese - Sassuolo 1-2
Roma - Torino 4-1
Milan - Fiorentina 2-1

Classifica
1) Juventus punti 63;
2) Roma punti 56;
3) Napoli punti 54;
4) Inter e Atalanta punti 48;
6) Lazio punti 47;
7) Milan punti 44;
8) Fiorentina punti 40;
9) Torino punti 35;
10) Sampdoria punti 34;
11) Chievo punti 32;
12) Sassuolo punti 30;
13) Udinese punti29;
14) Cagliari punti 28;
15) Bologna punti 27;
16) Genoa punti 25;
17) Empoli punti 22;
18) Palermo punti 14;
19) Crotone punti 13;
20) Pescara punti 12;

(gazzetta.it)
25/02/2017 23:14
 
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Serie A, Napoli-Atalanta 0-2: decide la doppietta di Caldara

Il difensore è l'eroe a sorpresa della serata. I nerazzurri, adesso, sono a soli 3 punti dalla Champions League.
La squadra di Sarri, invece, inizia come peggio non poteva la settimana che deciderà la stagione


L'Atalanta vede la Champions, il Napoli vede le streghe. Si potrebbe riassumere in un tweet l'impresa dei bergamaschi al San Paolo, ma 140 caratteri sono davvero pochi spiegare l'impresa della banda di Gasperini, capace di mettere la museruola al Napoli come all'andata (da allora gli azzurri avevano sempre segnato) e di battere la squadra di Sarri anche a domicilio. Atalanta applaudita alla fine dal pubblico del San Paolo, speranzoso che Gasp non racconti a Zidane come fermare Hamsik e compagni. Protagonista di serata Mattia Caldara, autore della sua prima doppietta in A e uomo decisivo in entrambe le aree di rigore. Il futuro juventino ha fatto anche un bel favore alla Vecchia Signora frenando la rincorsa del Napoli.

UOMO CONTRO UOMO — Sarri sceglie, a sorpresa, il tridente leggerò con Mertens al centro dell'attacco al posto di Pavoletti. Dentro anche Maksimovic, chiamato spesso all'impostazione del gioco, al posto del diffidato Koulibaly. Formazione tipo per Gasperini che chiede a Conti, autore del primo tiro in porta dopo 6', di stringere i denti. Le marcature a uomo dei bergamaschi sono asfissianti, ragion per cui al Napoli servono gli spunti dei singoli, come il destro a lato di un soffio di Insigne in avvio. Partita bloccata per la disposizione tattica degli ospiti che impediscono un veloce possesso palla agli uomini di Sarri, con l'Atalanta capace di rimanere sempre corta e di ripartire con qualità. Di vere occasioni neanche l'ombra, fino al 28' quando Caldara, su azione d'angolo, porta avanti i nerazzurri con un preciso colpo di testa. Difesa del Napoli (schierata a zona) colpevole di immobilismo. A quel punto sono Insigne e Zielinski a suonare la carica per i padroni di casa, provando finalmente qualche uno contro uno anche se dal lato del polacco e di Hysaj imperversa Spinazzola. Quando l'albanese finalmente supera l'avversario diretto, Mertens si trova solo davanti a Berisha ma spara fuori (minuto 39). Berisha, poi, vince a fine primo tempo il duello con il belga su un calcio di punizione che sembrava diretto all'angolo alto. Anche il palo da una mano al numero uno ospite nel salvare la sua porta.

ROSSO E RADDOPPIO — Avvio di ripresa con brivido per l'ennesima topica di Maksimovic che lancia Petagna verso Reina: mancino forte ma centrale, parata dello spagnolo (poco dopo sicuro su Conti) e Napoli ancora vivo, che prova a scuotersi, pur concedendo spazi al coraggioso Toloi e alle ripartenze del Papu Gomez. A questo punto, logicamente Sarri si gioca la carta Milik passando al 4-2-3-1. Un cambio del quale si giova Mertens, più libero da marcature sulla trequarti (suo il primo tiro della ripresa per il Napoli). L'Atalanta domina fino al 22', quando Kessie, ammonito poco prima, si becca il secondo giallo per un fallo molto ingenuo su Insigne. Nemmeno il tempo di annotare la superiorità numerica del Napoli che i nerazzurri confezionano un capolavoro: Caldara ruba palla sulla trequarti e lancia Spinazzola, che si fa tutta la fascia e poi chiude il triangolo con il suo centrale difensivo che al volo di destro batte Reina. A questo punto, il Napoli deve andare all'assalto provando anche il tiro da fuori (di pochissimo a lato quello di Zielinski) e l'aggiramento: su cross di Ghoulam, Callejon fallisce il più facile dei gol alla mezz'ora. Sarri manda dentro l'altra torre Pavoletti passando al 4-2-4 mentre Gasp richiama in panchina Gomez per l'ex Grassi. Berisha nelle mischie finali si esalta su un destro di Pavoletti, per mettere anche la sua firma sulla grande impresa di una Atalanta ormai più bella che sorprendente.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/02/2017 23:17
 
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Juventus-Empoli 2-0: autogol di Skorupski e rete di Alex Sandro

Apre Mandzukic (con decisiva complicità di Skorupski), chiude un gran gol del brasiliano.
Bianconeri a più 10 sulla Roma in attesa della supersfida di San Siro



Allo Stadium vince l’abitudine: è normale, ad esempio, vedere Bonucci imperioso in campo (ma non con la fascia da capitano, come a fine partita), è normalissimo che alla fine la Juve faccia il suo mestiere: in un modo o nell’altro, anche nelle sere meno inspirate, finisce per mettersi tre punti in tasca. L’Empoli non è la squadra più insidiosa della compagnia visto quel misero 15 alla voce gol realizzati, ma i toscani si incastonano tra le fatiche portoghesi e quelle napoletane: per questo la Signora dosa le energie e, dopo un primo tempo di folate, sfonda nella ripresa con Mandzukic (con gentile collaborazione di Skorupski) e Alex Sandro. Per una sera Allegri non si inalbera con nessuno: di questi tempi sembra meno normale, ma il litigio con Bonucci è ormai acqua passata.

PRIMO TEMPO — Il trio dietro al Pipita cambia spesso forma in base alla partita e in questo caso incombe in Coppa Italia il Napoli appena ferito: per questo, nel turnover Mandzukic viene spedito dietro a Higuain, strano esemplare di ariete arretrato. E a sinistra c’è Sturaro, altro strano esemplare, metà assaltatore e metà mediano quando la Juve difende. Si aggiunge Marchisio, di nuovo padrone in mezzo assieme a Pjanic, ma la gara è più complicata di quanto ci si aspetti: soltanto nei primi dieci minuti la manovra avvolgente azzanna l’Empoli e sia il Pipita che Mandzukic sfiorano la rete. La maxi occasione del primo tempo arriva proprio su quest’asse: sfruttando un buco nella difesa toscana, Gonzalo cesella un passaggio celestiale, ma Mario dimostra di essere assai meno bomber del compagno, perdendo l’attimo sull’uscita di Skorupski. Non è l’unica volta che accade, questa è una di quelle serate in cui l’argentino gode è più altruista che cinico. Le migliori combinazioni, però, sgorgano sull’asse destra Cuadrado-Dani Alves, uno frizzante quanto anarchico. Un mix di palle perse e incursioni, ma nel complesso i bianconeri si arenano sul più bello: i giri non sono elevatissimi e l’Empoli resiste.

SECONDO TEMPO — Quando si riparte, almeno all’inizio, i toscani di Martusciello sembrerebbero intenzionati a mettere la testa là fuori, soprattutto con El Kaddouri che sente aria di derby ed è discretamente ispirato. Ma al millesimo cross dalla destra la Juve sfonda: al 52’ Mandzukic prima di testa e poi col corpo mette dentro di rabbia, anche se tecnicamente l’1-0 è da intendersi come autogol di Skorupski (dopo la traversa è il portiere a buttarla dentro involontariamente dentro di petto). Il 2-0 lo segna Alex Sandro con un movimento da centravanti, fa perno col corpo e incrocia di sinistro: l’aria di Oporto, le vecchie facce amiche viste in settimane, hanno fatto bene al portoghese. Il Pipita, invece, impreciso sotto porta per una volta, sembra più proiettato alla sfida di martedì contro il “suo” Napoli. Tornerà dall’inizio assieme a lui Dybala, stasera risparmiato e entrato a giochi fatti.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/02/2017 18:09
 
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Palermo-Sampdoria 1-1, Nestorovski su rigore e Quagliarella

Un rigore del macedone nel primo tempo riaccende le speranze dei siciliani, raggiunti proprio al 90'



Nestorovski non basta: il Palermo s’impianta sul più bello. A servire la beffa è Quagliarella, al minuto 45 della ripresa. E così i rosanero finiscono col pareggiare un match a lungo dominato: la distanza con l’Empoli quart’ultimo rimane notevole (7 punti) e la delusione al triplice fischio di Doveri regna sovrana al Barbera, mentre la Samp si prende un punto intriso di orgoglio proprio quando nessuno ormai se l’aspettava.

PRIMO RIGORE — Lopez schiera Cionek e Gazzi al posto di Gonzalez e Jajalo e attacca con i trequartisti Balogh, Bruno Henrique e Sallai dietro a Nestorovski. Contro una Samp 2.0, fuori dagli schemi consolidati, con Praet trequartista (suo ruolo congeniale fin dai tempi dell’Anderlecht), Djuricic per la prima volta impiegato da mezz’ala in questa stagione e Schick preferito a Muriel, i rosanero puntano tutto sui cross di Rispoli e Aleesami. Mentre gli ospiti propongono un centrocampo a rombo con posizioni definite, da cui si sviluppano trame interessanti. Come al 5’: Cigarini innesca da piazzato Praet, il cui tocco in profondità lancia Quagliarella. Ma l’attaccante, scartato pure Posavec, si divora una nitida palla gol a porta vuota, incrociando troppo di sinistro. I siciliani reagiscono al 16’ sfiorando il gol del vantaggio in mischia: l’ultima conclusione di Balogh va a sbattere clamorosamente sul corpo di Viviano. Il gol è nell’aria e si materializza al 31’ su calcio di rigore, il primo stagionale per il Palermo: sul cross di Rispoli, Balogh in anticipo viene ostacolato da Bereszynski e cade giù, Doveri non ha dubbi. Sallai è il primo a dirigersi verso il dischetto col pallone tra le mani, ma Bruno Henrique lo riporta a più miti consigli e la sfera, consegnata al più maturo e prolifico Nestorovski, viene scaraventata in rete dal macedone al 10° gol in questa stagione.

AVANTI TUTTA — Gettando il cuore oltre l’ostacolo, con tutti i limiti di gruppo ben conosciuti, il Palermo continua guadagnare metri di campo anche nella ripresa e in avvio sul cross di Rispoli in tre non riescono ad agganciare il pallone. La Samp, ridisegnata da Giampaolo, risponde con Silvestre di testa al 14’, ma i padroni di casa sono più elettrici e ci riprovano a più riprese (emblematica l’azione del 20’: Sallai e Nestorovski non riescono a chiudere in gol un’azione avviata dal solito Rispoli), eppure senza riuscire a chiudere il match. Gli ultimi minuti sono incandescenti. Prima Posavec respinge due minacce blucerchiate, ma deve capitolare poi sul tiro ravvicinato di Quagliarella (servito da Muriel) al 45’, al culmine di un’azione ispirata da Fernandes sfuggito al controllo di Gazzi. E la Samp rialza la testa.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/02/2017 18:13
 
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Chievo-Pescara 2-0: Birsa e Castro a segno

Abruzzesi lenti e poco pericolosi,
i veneti vincono senza problemi e salgono a quota 35 in classifica.
La squadra di Zeman resta invece ultima


L’effetto Zeman è già svanito. La squadra che corre, crea, difende alto, rischia moltissimo ma dà spettacolo? Niente di tutto questo: contro il Chievo si è visto un Pescara poco reattivo, quasi spento. Maran, allenatore del Chievo, si aspettava forse una partenza bestiale del Pescara e invece si è trovato tempi e spazi abbondanti per fare la partita. Al 12’ va in vantaggio senza trovare opposizione: un’altra prodezza dello sloveno Birsa che stoppa il pallone, salta Benali e batte Bizzarri con uno splendido tiro a giro di sinistro. Con De Guzman a fare da diga davanti alla difesa al posto di Radovanovic, è il solito Chievo: sicuro e organizzato.


SVOGLIATI — È invece un Pescara svogliato e rassegnato, almeno per i primi venti minuti, che si aggrappa a un 4-3-3 che non punge. Poi si sveglia, comincia a spingere con Caprari che si scambia posizione con Benali, ma fatica a costruire perché Bruno deve seguire anche lo scatenato Birsa. Caprari ha una buona occasione (24’), ma Sorrentino è bravo a respingere. Due minuti dopo, Stendardo non arriva di un soffio a deviare un pregevole tocco di Verre. Ma il Chievo dà l’impressione di non soffrire e continua a fare la partita abbassando o alzando il ritmo secondo le necessità. Inglese, un po’ pasticcione fino al quel momento, esce dopo uno scontro aereo con Stendardo. E il suo sostituto, Gakpè (rinforzo di gennaio) ha subito una buona occasione, ma non sa sfruttarla.


SOLO CHIEVO — Nel secondo tempo il divario tra le squadre si accentua e ora si vede un Pescara zemaniano a metà, nel senso che sbanda molto in difesa ma riesce a creare poco in avanti. Il Chievo raddoppia appena passato il quarto d’ora dopo che Bizzarri ha salvato la sua porta almeno due volte: Verre perde un pallone a centrocampo, tiro di Meggiorini deviato, tira Gakpè, gran respinta di Bizzarri proprio sui piedi di Castro che non ha difficoltà a segnare. La partita in pratica finisce qui. Dov’è finito l’effetto Zeman? Cancellata dalla centesima vittoria del Chievo in A.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/02/2017 18:17
 
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Crotone-Cagliari 1-2, Joao Pedro risponde a Stoian. Poi ecco Borriello

Calabresi in vantaggio al 10' del primo tempo, poi il gol del brasiliano ristabilisce la parità prima dell'intervallo.
Nella ripresa il bomber dei sardi entra dalla panchina e decide il match


Poi arriva lui e piazza il colpo d’autore. Marco Borriello firma il successo del Cagliari allo "Scida", spegnendo con un gol alla sua maniera la speranza del Crotone di accorciare le distanze dall’Empoli, quartultimo in classifica. L’attaccante, ora a quota 11 reti in questo campionato, va in campo al 9’ della ripresa, sull’1-1 per effetto dei sigilli di Stoian (che già aveva fatto centro all’andata) e Joao Pedro nel primo tempo. Borriello tocca pochi palloni, ma sa far salire la squadra, allentando la pressione degli avversari. E al 24’ lascia il segno indelebile: su iniziativa di Isla (che aveva anche dato l’assist per la rete del brasiliano), Marco si esibisce in un numero da campione, arpionando in area di rigore la palla col destro e preparando l’esecuzione, velenosa, col sinistro. Il Cagliari torna al successo in trasferta, che mancava dal 16 ottobre, quando conquistò l’unica affermazione fuori casa, a San Siro, 1-3 contro l’Inter. E, chissà, potrebbe cominciare a puntare al traguardo ambizioso di agguantare il decimo posto finale.

LE SCELTE — Nicola ridisegna l’assetto difensivo, rispetto alla precedente partita a Bergamo. Tornato al 4-4-2, per le assenze di Ferrari (squalificato) e Sampirisi (in panchina), il tecnico conferma Dos Santos al centro del reparto arretrato e inserisce Martella come esterno sinistro; in attacco la coppia formata da Falcinelli e Trotta (altra novità). Rastelli conferma lo schieramento con il 4-4-1-1 scelto a Genova contro la Sampdoria, a parte il rientro di Barella a metà campo, al posto di Tachtsidis, fermo per squalifica. Avanti, tocca ancora a Joao Pedro supportare Sau, unico terminale offensivo.

PRIMO TEMPO — La squadra calabrese riesce a sfondare praticamente al primo tentativo: al 10’, servito da Trotta, è bravo Stoian a liberarsi per il tiro di sinistro, che non dà scampo a Gabriel. Il Cagliari non è preciso nella costruzione del gioco, Dessena e Barella recuperano tanti palloni ma altrettanti ne consegnano agli avversari. E sulle corsie esterne Isla e Ionita non sono efficaci nelle incursioni, lasciando così Joao Pedro e Sau troppo isolati. Il Crotone è più rapido, sviluppa ripartenze pericolose, ma Acosty non arriva in "estirada" sul tiro-cross di Falcinelli, poi Trotta fa l’egoista e preferisce andare al tiro piuttosto che servire lo smarcato Acosty, infine lo stesso Falcinelli manca la volée su un bel suggerimento di Stoian. All’improvviso, la squadra di Rastelli trova il pareggio, al suo primo tiro nello specchio della porta. Al 32’, su cross di Isla e clamorosa "svirgolata" di Dos Santos, è lesto Joao Pedro ad anticipare Ceccherini e Rosi e a fare centro di destro. I sardi prendono coraggio e al 38’ Sau tira a botta sicura, però sulla traiettoria c’è Rosi, colpito in pieno volto.


IL PESO DEL MARCO — In avvio di ripresa, superato un pericolo su conclusione di Acosty, il Cagliari decide di osare: dal 9’, infatti, Rastelli butta nella mischia Borriello (esce Padoin) e passa al 4-3-1-2. E’ sempre il Crotone a fare la partita – vani i tentativi al tiro di Trotta, Rosi e Ceccherini - ma Dessena e compagni diventano più incisivi, attaccano la profondità con maggiore velocità. Certo, per segnare, a volte, basta una giocata di classe, un colpo di genio: ci pensa proprio Marco Borriello, che al 24’ su servizio di Isla (ancora lui) s’inventa un controllo con il destro e, dopo una finta, carica la conclusione con il sinistro, lasciando di sasso il portiere Cordaz. Ribaltato il punteggio, il Cagliari è solido, gestisce senza affanni il risultato, munendo una linea difensiva a cinque, con l’inserimento di Capuano. A nulla valgono le proteste dei calabresi nel recupero, per un presunto tocco con la mano di Bruno Alves.

Giuseppe Calvi

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/02/2017 18:23
 
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Genoa-Bologna 1-1, magia di Viviani. Poi Ntcham salva Mandorlini

Il francese entra nel recupero del secondo tempo e con un gran tiro di destro
dal limite al 94' regala al Grifone il pari dopo il vantaggio emiliano su punizione al 57'



All'ultimo respiro. Il Genoa acchiappa il pari con il tiro della disperazione. Ntcham, l'ultimo entrato in pieno recupero, fulmina Mirante con un tiro dal limite al 49' e fa sparire l'impresa del Bologna, rimasto in dieci per l'espulsione di Torosidis. Con un punto a testa le due contendenti tengono a distanza la zona retrocessione ma non cancellano la crisi che le attanaglia.

LA PARTITA — Due squadre in serie negativa non possono che esibire prudenza e tensione. A conti fatti sembra soffrire meno il Bologna, che appare leggermente più sciolto nel produrre gioco. I liguri, invece, appaiono condizionati pure da uno stadio semivuoto a causa dello sciopero dei tifosi. Pochissime le occasioni di un primo tempo grigio, con Lamanna impegnato da un tiro dalla distanza di Viviani e salvato da un recupero disperato di Burdisso su conclusione ravvicinata di Dzemaili. Mirante deve intervenire per la prima volta al 2' del secondo tempo, per chiudere su Simeone lanciato a rete da Pinilla. Il portiere è bravissimo a togliere il pallone all'attaccante senza fare fallo. La situazione si sblocca, così, su calcio da fermo: al 12' del secondo tempo Viviani piazza un tiro potente nell'angolo del portiere, ingannando Lamanna che non vede partire il pallone. La reazione del Genoa viene alimentata dall'ingresso di Taarabt e dall'espulsione di Torosidis per fallo su Simeone. Mirante si oppone due volte a Pinilla, una a Laxalt, poi si inchina a Ntcham, che lo batte ed esulta in maniera polemica nei confronti del pubblico.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/02/2017 18:25
 
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Lazio-Udinese 1-0. Immobile sblocca su rigore.
Inzaghi a -4 dalla Champions

La squadra di Inzaghi supera i friulani grazie a un penalty (dubbio) realizzato al 28' della ripresa:
per il centravanti napoletano è il 14° gol in campionato


Secondo successo di fila per la Lazio che torna a vincere all’Olimpico dopo 42 giorni. Ci pensa Ciro Immobile al 28' della ripresa su rigore a far capitolare un’Udinese che sin a quel momento non aveva corso grossi rischi. Tante difficoltà per la squadra di Inzaghi in fase offensiva. Forse anche una certa tensione in vista del derby con la Roma di mercoledì per l’andata delle semifinali di Coppa Italia. I tre punti regalano ai biancocelesti il quinto posto, a -4 dalla zona Champions, in attesa del risultato dell’Inter con la Roma nel posticipo di San Siro. Per l’Udinese terzo stop di fila con tanta amarezza.

EQUILIBRIO — Inzaghi sostituisce lo squalificato Biglia con Murgia alla prima da titolare in A. In difesa Patric avvicenda Basta. Milinkovic parte dalla panchina e Lulic arretra a centrocampo. In avanti, torna Keita dall’inizio. DelNeri inserisce Kums e Matos al posto di De Paul e Hallfredsson, fermati dal giudice sportivo. A centrocampo Jankto viene preferito a Fofana. I primi slanci offensivi sono dell’Udinese: al 6’ con un colpo di testa di Thereau che va alto e all’8’ con un’incursione di Zapata, fronteggiato da Lulic. Al 13’ la Lazio si affaccia al tiro: Anderson manda sull’esterno della rete. La manovra della formazione di Inzaghi è pressante senza però trovare la giusta profondità. Friulani abili in fase di palleggio e attenti a far ripartire l’azione. Gara a ritmi non elevati. Lazio frenata dai posti di blocco dell’Udinese. Prima dell’intervallo, spunto di Keita sulla sinistra che però non ha sbocchi in area.


IMMOBILE FA 14 — Nella ripresa, la squadra di Inzaghi prova a insistere sulla corsia sinistra. Efficace e continuo il pressing ordinato da Delneri. Brividi per la Lazio al 12’: Thereau va a concludere ma c’è Radu a far muro. Tre cambi al 15’: nell’Udinese Fofana rileva Thereau, mentre nella Lazio entrano Basta e Milinkovic per Patric e Hoedt. Inzaghi non smonta il 4-3-3: Basta prende le consegne di Basta, Lulic arretra, Radu fa il centrale e Milinkovic va in mediana. Delneri, invece, rinsalda la mediana con l’ingresso di Fofana ma anche Matos viene richiamato in copertura: il modulo passa dal 4-3-3 al 4-5-1. E poi Adnan sostituisce Kums ed ecco il 5-4-1. Al 24’ sbuca in area Jankto: Strakosha para. Al 27’ la Lazio passa con Immobile su rigore concesso per un mani non molto chiaro di Adnan, che viene segnalato a Pairetto dall’assistente di porta Saia. Per il bomber è il gol numero 14 in campionato: il quarto dagli undici metri. Delneri inserisce anche Perica (out Matos per crampi) e passa al 4-4-2. Inzaghi puntella la difesa: Wallace dà il cambio a Radu. Reagiscono i friulani allo svantaggio. Badu e Fofana penetrano in area ma la retroguardia laziale regge. Strakosha neutralizza un tentativo di Adnan. Si blinda la Lazio fino all’ultimo istante dei quattro minuti di recupero e incassa una vittoria preziosa nella rincorsa all’Europa.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/02/2017 18:29
 
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Sassuolo-Milan 0-1: Bacca su rigore tra le proteste, Berardi sbaglia il penalty

Il colombiano decide ma scivola sul dischetto e tocca due volte: irregolare.
Gli emiliani furiosi per l'arbitraggio di Calvarese


Tabù sfatato. L’ultima recita del Milan targato Berlusconi si chiude violando un campo dove i rossoneri avevano sempre perso. La prima volta ci aveva rimesso le penne Allegri, l’ultima era stato l’addio ai sogni europei, che stavolta invece continuano. Il Sassuolo, va detto, non avrebbe meritato la sconfitta se analizziamo la partita ai punti; la questione è diversa se invece si considerano le chiare occasioni da gol. Gli emiliani, peraltro, hanno da recriminare non poco su alcune decisioni arbitrali. Su tutte il gol della vittoria, segnato da Bacca con un rigore non valido (doppio tocco).

SCELTE — Montella rispetto alla partita con la Fiorentina ha cambiato due uomini: in difesa accanto a Paletta spazio a Zapata, in mediana dentro Bertolacci al posto di Pasalic. Confermato il tridente con Suso, Bacca – fresco di rifiuto alle ennesime sirene cinesi e prodigo di affetto per i coloro rossoneri - e Deulofeu. Tridente anche sul versante opposto, con Defrel che è rientrato dal primo minuto (Matri in panchina), supportato da Berardi e Politano. In difesa Di Francesco ha sopperito all’assenza di Antei effettuando le stesse scelte di Udine: Peluso centrale con Acerbi e Dell’Orco a sinistra.

DA MOVIOLA — Il primo tempo è stato divertente da vedere per chi ha pagato il biglietto - d’altra parte con due tridenti del genere impossibile annoiarsi -, un po’ meno per arbitro e collaboratori. Tre gli episodi al microscopio. Il primo: all’8’ Vangioni si fa rubare il tempo da Berardi, su cui poi entra deciso in area. Calvarese ci pensa un attimo, il pubblico neroverde si attende il rigore e invece arriva il giallo a Berardi, a metà fra l’incredulo e il disperato. Secondo episodio: Bacca calcia il rigore, ma lo fa in stile Paperissima perché al momento dell’impatto gli cede la gamba d’appoggio e succede che il pallone calciato col piede destro va a colpire anche il sinistro. Quindi, doppio tocco e rigore non valido. Tutto il Sassuolo circonda Calvarese, che dopo essersi consultato con l’assistente convalida. Per il terzo episodio bisogna riavvolgere il nastro al terzo minuto, quando Berardi entra duro su Deulofeu lanciato verso l’area: andava ammonito, e con il giallo ricevuto per la simulazione successiva sarebbe stato rosso. Questi gli spunti principali per la moviola all’interno di una frazione abbastanza nervosetta (ben sette ammoniti, quattro neroverdi e tre rossoneri) ma, come detto, anche divertente. Il Milan è partito subito forte, come da copione delle ultime partite, pressando altissimo e costringendo i padroni di casa a una lunga serie di errori in appoggio nella propria metà campo. E, tornando in tema rigori, comunque gli emiliani uno a disposizione l’hanno avuto in seguito a un intervento di Kucka su Duncan. Il problema è che Berardi ha calciato abbondantemente fuori, allietando ulteriormente i 18 anni appena compiuti da Donnarumma. Tra le file rossonere in bella evidenza Deulofeu, onnipresente, che ha impegnato severamente due volte Consigli.

RABBIA E OCCASIONI — La ripresa ha seguito la falsa riga del primo tempo, perché sono bastati tredici minuti per vedere Calvarese nuovamente contestato dal Sassuolo. Prima per un tocco di mano in area di Sosa e poi per un intervento di Paletta su Politano, che l’arbitro ha ritenuto sul pallone. Il Sassuolo ha quindi riversato la rabbia arbitrale sulla gara, recitando un monologo quasi assoluto fino alla mezzora abbondante. Angoli a ripetizione, Milan schiacciato, ma in realtà Donnarumma ha effettuato un solo intervento davvero difficile, su un sinistro maligno di Berardi sporcato da una deviazione. E così il Sassuolo ha tenuto fra i piedi il pallone, ma le occasioni alla fine le hanno avute i rossoneri. Prima con Suso, che non è riuscito a dare sufficiente potenza al sinistro a giro e ha permesso a Consigli di arrivarci, e poi con un colpo di testa di Zapata: molto bravo il portiere emiliano. Anche nei minuti finali il copione non è cambiato: Sassuolo avanti tutta, Milan di rimessa e più nulla da segnalare. I rossoneri restano agganciati al treno per l’Europa.

MARCO PASOTTO

Fonte: Gazzetta dello Sport
26/02/2017 23:41
 
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Serie A, Inter-Roma 1-3: in gol Nainggolan (doppietta), Icardi e Perotti

Il belga (al 12' e al 56') e i due argentini (all'81' e all'85'), firmano il successo dei giallorossi a San Siro.
Brusco stop per i nerazzurri, che vengono superati da Lazio e Atalanta e restano a -6 dal Napoli.
La squadra di Spalletti, invece, tiene il ritmo della Juventus, sempre distante 7 punti



Alla fine, con le scivolate di Strootman e Manolas, e con i missili di Nainggolan, hanno scavato un solco. Bello profondo, anche più di quanto non dica la classifica. Da una parte ci stanno loro, la Roma, che insegue la Juve, dall’altro ci stiano pure gli altri. Se l'Inter vuole ancora la Champions, si scordi di prenderli: faccia la corsa sul Napoli, se ne ha le forze, dopo aver perso senza appello il primo degli scontri diretti.

I VERDETTI — A San Siro Spalletti passa d’autorità 3-1, in una gara decisa dalle abilità balistiche di Nainggolan, ma anche da una maggiore completezza del sistema-squadra giallorosso. L'Inter ha avuto le sue occasioni (clamorosa quella fallita da Perisic in apertura di ripresa) e ha cercato di riaprila con una scivolata di Icardi servito da Perisic a 10' dalla fine. Szczesny è stato impegnato quanto Handanovic, ma la Roma è apparsa sempre in controllo. Più qualità, più compattezza, difesa decisamente meglio registrata (quanto è mancato Miranda). Stasera, le due squadre non sono sembrate così vicine come le vedeva Pioli.

MAN OF THE MATCH — Meno nobili dei samurai, con regole più elastiche e di classe, diciamo così, proletaria. I ninja in Giappone erano così. Così, e letali: li vedevi comparire ed avevano già colpito. Radja Nainggolan, il ninja giallorosso, sta diventando sempre più efficace nelle sue "missioni": nove gol in campionato, cinque di fila nelle ultime quattro, Inter vittima preferita in carriera, nonostante quella sciarpa nerazzurra firmata in mattinata ("Basta che non sia della Juve"). Nel primo tempo un tiro a giro dal limite dell’area, assolutamente imprendibile, nella ripresa discesa palla al piede chiusa da rasoiata.

LE POLEMICHE — Non mancheranno le discussioni, a San Siro sono state veementi le proteste di un pubblico che con Tagliavento ha un contro aperto da tempo. Si urla per quasi tutto, i casi rilevanti sono un possibile rigore su Eder nella ripresa e un contatto Nainggolan-Gagiliardini sulla partenza dell’azione del secondo gol. Il rigore che chiude il match, concesso per fallo di Medel su Dzeko, rivisto al replay, pare una ingenuità del cileno. Altre decisioni minori dell’arbitro, compresi falli a metà campo, fanno infuriare il pubblico, mentre in campo nel finale sale un po' la tensione.

LA MOSSA — Si discuterà anche dell’azzardo di Pioli, che fra Joao Mario e Brozovic sceglie entrambi, a costo di costringere Perisic a fare tutta la fascia. Il pareggio serviva a poco, l'assetto però lascia parecchio spazio al centrocampo della Roma (Spalletti sostituisce Emerson con Juan Jesus, senza cambiare assetto): Strootman giganteggia in mezzo, Nainggolan e Salah hanno più spazi del solito, Dzeko riceve più di una palla buona, oltre a provare a mandare in porta i compagni (anche troppo, vedi 44' p.t.). Quando toglie Brozovic, entra Eder: bisognava recuperare, ma l'Inter si sbilancia ulteriormente. Per arrivare terzi l’Inter non poteva sbagliare mai, dopo quell’inizio. Lo ha fatto con la Roma, ma la caduta del Napoli la lascia alla stessa distanza dal podio. La convinzione è rimasta la stessa?

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/02/2017 23:58
 
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Fiorentina-Torino 2-2: doppio Belotti
rimonta i gol di Saponara e Kalinic

Il Gallo fa doppietta (dopo aver sbagliato un rigore) e risponde ai gol dei viola.
Sousa butta via un primo tempo dominato: la sua posizione è sempre più in bilico


Altro doppio vantaggio, altra rimonta subita. La Fiorentina si scopre nuda e non balla nemmeno. Dopo un'ottima ora di gioco da parte dei viola, Belotti ricuce lo strappo e con una doppietta (oltre ad un rigore sbagliato) regala il pari al Torino. In casa gigliata sempre più in bilico la posizione di Paulo Sousa. Si gioca in un clima complicato con la Fiesole che contesta tutti, dalla proprietà (ma parte dello stadio si è dissociato) ai calciatori passando per l'allenatore ("Paulo Sousa salta la panchina", intonano). Il portoghese deve rinunciare anche ad Ilicic, fermatosi nel riscaldamento per un problema al tricipite surale, inserendo Tello al suo posto. Davanti Saponara gioca a supporto di Kalinic. Nel Torino Ljajic va in panchina. Con Iago Falque e Belotti gioca Boyè. Inizio equilibrato con un po' di paura nelle gambe viola. All'8' però la Fiorentina passa. Bell'azione di Chiesa sulla destra, il tiro di Borja Valero viene respinto ma Saponara, all'esordio dal primo minuto, ribatte in rete.


SOLO VIOLA — Poco dopo i padroni di casa potrebbero raddoppiare dopo il clamoroso liscio di Ajeti che lancia in porta Kalinic. Il centravanti croato però si inceppa sul più bello facendosi deviare il tiro da Hart. Al 25' è Tello, servito dal solito Chiesa, a stringere troppo l'angolo di tiro sprecando malamente da ottima posizione. Mihajlovic si fa sentire con i suoi, con il Toro che viaggia a ritmi troppo bassi. Al 32' ancora viola ed ancora Hart a salvare tutto con Tello presentatosi tutto solo davanti al portiere inglese. Sousa si dispera per i tanti gol sbagliati, applaudendo però il gioco dei suoi. Ma il raddoppio è soltanto rimandato. Al 38' Borja Valero batte un corner preciso che Kalinic di testa gira nell'angolo. Al 41' Saponara viene ammonito da Giacomelli: il trequartista, già diffidato, salterà l'Atalanta.


PARI TORO — Ad inizio ripresa nel Toro fuori Ajeti, dentro Rossettini. Il copione del match non cambia ed al 5' ancora Saponara sfiora il gol su assist di uno scatenato Chiesa: palla fuori. I granata sono irriconoscibili ed in contropiede prima Tello e poi Saponara sprecano il possibile colpo del k.o. Al 60' una follia di Salcedo (scivolata da dietro su Boyè) costa ai viola il giustissimo rigore. Il Toro però dal dischetto è un disastro e Belotti spara sulla parte superiore della traversa. Il centravanti della Nazionale pochi minuti dopo trova però il modo di superare Tatarusanu dopo un preciso assist di Moretti. Due a uno, gara riaperta e fantasmi tinti di viola dopo la rimonta subita dal Mönchengladbach. Sousa si copre, fuori Saponara (grande gara la sua), dentro Cristoforo. Al 38' gli ospiti vanno vicini al pareggio: cross basso di Zappacosta, Belotti prende il tempo ai centrali viola non riuscendo però a girare in rete da pochi passi. Il pari è solo rimandato visto che il solito Belotti si fa trovare pronto sul secondo palo dopo un cross di Baselli anticipando Astori e battendo Tatarusanu. A niente serve il pressing finale della Fiorentina. Il pareggio certifica l'addio finale alla lotta per l'Europa e la fine (decisamente anticipata) della stagione. Si chiude come si era iniziato. Tutti contestati.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/02/2017 00:02
 
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SERIE A 2016/2017 26ª Giornata (7ª di Ritorno)

25/02/2017
Napoli - Atalanta 0-2
Juventus - Empoli 2-0
26/02/2017
Palermo - Sampdoria 1-1
Chievo - Pescara 2-0
Crotone - Cagliari 1-2
Genoa - Bologna 1-1
Lazio - Udinese 1-0
Sassuolo - Milan 0-1
Inter - Roma 1-3
19/02/2017
Fiorentina - Torino 2-2

Classifica
1) Juventus punti 66;
2) Roma punti 59;
3) Napoli punti 54;
4) Atalanta punti 51;
5) Lazio punti 50;
6) Inter punti 48;
7) Milan punti 47;
8) Fiorentina punti 41;
9) Torino punti 36;
10) Sampdoria e Chievo punti 35;
12) Cagliari punti 31;
13) Sassuolo punti 30;
14) Udinese punti29;
15) Bologna punti 28;
16) Genoa punti 26;
17) Empoli punti 22;
18) Palermo punti 15;
19) Crotone punti 13;
20) Pescara punti 12;

(gazzetta.it)
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