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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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02/04/2017 19:11
 
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Pescara-Milan 1-1, errore Donnarumma,
autogol Paletta, pareggia Pasalic

Il portiere buca un retropassaggio di Paletta, Pasalic pareggia
a fine primo tempo, ma i rossoneri non trovano il secondo gol



La papera è uno strano essere: appare dove non lo aspetti. Gigio Donnarumma ha fatto il primo, grande, errore della sua carriera a Pescara, in una partita che il Milan sulla carta avrebbe dovuto vincere con una certa facilità. Invece niente: solo 1-1 e un palo di Romagnoli nel finale. Pessima notizia per le ambizioni europee di Montella, che vede allontanarsi l’Atalanta, ora a +4, e a due settimane dal derby non sorpassa l’Inter. Partita non bella, un po’ strana. Proprio Donnarumma, con concorso di colpa di Paletta, ha regalato a Zeman il vantaggio: ha mancato lo stop su un retropassaggio alto, forte, insidioso, e ha visto il pallone entrare in porta. Il Milan ha pareggiato con Pasalic prima che si andasse all’intervallo e nel secondo tempo è andato vicino al vantaggio tre volte. A 10 minuti dalla fine Fiorillo ha allontanato un cross da sinistra e Lapadula ha calciato a centro area: forte ma troppo centrale per non trovare la parata più importante della partita. A 5' dal 90’ un colpo di testa di Romagnoli è finito su palo, a due centimetri dai tre punti. Nel recupero, Campagnaro ha deviato in angolo un tiro di Lapadula che sembrava il classico gol dell’ex. Non abbastanza per non vivere una settimana di rimpianti.

MILAN NEGATIVO — Il momento più strano del weekend di A è arrivato al 12’ del primo tempo: Paletta ha girato a Donnarumma un pallone alto, abbastanza forte, nello specchio della porta. Non era facile gestirlo ma Gigio ha fatto la peggior cosa possibile: ha provato lo stop col mancino ma forse era sorpreso, forse non concentrato. Ha mancato il pallone e lo ha guardato rotolare in porta. All’Adriatico silenzio da shock, poi boato: Pescara avanti 1-0. Il Milan ha reagito con un tiro di Sosa centrale ma per almeno 45 minuti ha mostrato pochino. Mentre l’Atalanta, avversaria diretta, segnava due volte al Genoa, il Milan provava parecchi lanci verso gli esterni, con poco successo. Anzi, al minuto 25 Vangioni ha salvato in spaccata su un potenziale assist di Coulibaly e poco dopo Sosa di testa ha allontanato un cross da sinistra. Montella in quei minuti non poteva essere contento: il possesso è stato a tratti difficoltoso e c’è stata la solita difficoltà a connettersi con Bacca (o, quando è entrato, Lapadula).

MILAN POSITIVO — L’orgoglio, come sempre, invece è stato invece apprezzabile. Il Milan è piaciuto soprattutto nel finale, quando è andato vicino al 2-1 e ha fatto paura all’Adriatico, anche per merito di Lapadula, Locatelli e Kucka, tre cambi positivi. Per il resto, Deulofeu è stato il solito pericolo da uno contro uno mentre Bacca ha calciato solo una volta nel secondo tempo, quando Bovo ha salvato a centro area. Il Pescara invece ha giocato una delle partite migliori della stagione. Zemanianamente coerente, ha preso gol in contropiede mentre era in vantaggio, contro una squadra che aveva oltre il quadruplo dei suoi punti. Eppure è piaciuto a lungo e nel finale ha rischiato addirittura di vincere con Benali su cross di Bahebeck. Per la salvezza è tardi ma l’Adriatico, per un pomeriggio, si è divertito. Ha applaudito Lapadula e ha chiuso con il coro più divertente: "Vinceremo il tricolore".

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/04/2017 23:23
 
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Napoli-Juventus 1-1, gol di Khedira e Hamsik

Bianconeri avanti al 7' col bel gol di Khedira, poi reazione
azzurra e nella ripresa pari di Hamsik e palo clamoroso di Mertens.
Allegri a +6 sulla Roma


Il primo round finisce in parità, con buona pace delle orecchie dei presenti al San Paolo, storditi dai fischietti anti Higuain. Il Napoli ferma la Juventus e alla fine si accontenta di un pareggio, anche se per come ha giocato avrebbe meritato qualcosa di più. Poco Higuain, contestato dal primo all'ultimo minuto, e poca verve della Signora, che chiude l'incontro con un solo tiro in porta.

GOL E RESISTENZA — Esiste un solo modo per zittire i fischi: segnare. Il gol di Khedira ha l'effetto immediato di un silenziatore: l'ammutolimento istantaneo del San Paolo diventa musica celestiale per le orecchie dei tifosi della Juventus, assenti al San Paolo per questioni di ordine pubblico ma presenti in massa davanti alle tv. Dopo 7 minuti uno-due del tedesco con Pjanic, inserimento perfetto e Rafael battuto. Cinica e chirurgica, la Juventus ridisegnata dall'alchimista Max (l'acciaccato Dybala in panchina con Cuadrado e Alex Sandro, solito 4-2-3-1 con Lemina a destra, Marchisio accanto a Khedira e Pjanic sulla trequarti) colpisce al primo colpo, poi decide di rintanarsi e aspettare. Il Napoli (4-3-3 senza Reina) accusa momentaneamente il colpo, ma reagisce. La squadra di Sarri fa la partita per tutto il primo tempo e se non fosse stato per problemi di mira probabilmente avrebbe pareggiato prima dell'intervallo. Ci provano Hamsik, Insigne e Mertens ma il risultato non cambia. La Juve resiste, dando segnali di sofferenza soprattutto quando il Napoli parte in velocità con i suoi folletti.


CI PENSA HAMSIK — La pazienza del Napoli porta i suoi frutti a inizio secondo tempo. La Juventus non cambia l'interpretazione della partita e i padroni di casa continuano ad attaccare. Callejon regala al San Paolo l'illusione del pareggio (7': gol annullato per netto fuorigioco), poco dopo ci pensa Hamsik a far esplodere di gioia tutto lo stadio: gran palla di Mertens e splendido tiro dello slovacco che pareggia i conti. Il gol è un pieno di energia per il Napoli, che parte subito a caccia del vantaggio: Mertens vince un rimpallo con Buffon dopo un grave errore di Asamoah e colpisce il palo esterno. Allegri inserisce prima Cuadrado e poi Dybala per cercare di far salire la squadra. Niente da fare: Higuain è un lupo solitario nel deserto, non gli arrivano palloni e lo marcano sempre almeno in due. Oltre al tiro di Khedira, la Juve non trova mai la porta. Appuntamento a mercoledì per il secondo round, sempre al San Paolo, che vale la finale di Coppa Italia.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/04/2017 23:33
 
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Inter-Sampdoria 1-2, gol di D'Ambrosio, Schick e Quagliarella

Rimonta blucerchiata nella ripresa: i nerazzurri sono a 9 punti
dal terzo posto che vale la Champions. Clamoroso errore di Icardi sull'1-1



La serata che il popolo nerazzurro – 47 mila presenti al Meazza – non avrebbe voluto vivere. L’Inter perde in casa contro la Sampdoria 2-1 dopo esser passata in vantaggio con D’Ambrosio. Schick prima e il rigore di Quagliarella poi determinano forse l’addio al sogno di inseguire il terzo posto. Con l’aggravante di aver fatto avvicinare il Milan a -1 in un derby pasquale che al momento non vale più di un anonimo sesto posto.

LE SCELTE — Pioli lascia in panchina Kondogbia e accanto a Gagliardini rispolvera Brozovic nel 4-2-3-1. Il resto della formazione è annunciato con Banega alle spalle di Icardi. Giampaolo sceglie di piazzare Dodò a sinistra in difesa: un’opzione sorprendente visto che il brasiliano se la dovrà vedere con Candreva. L’allenatore conferma il 4-3-1-2 con Fernandes alle spalle di Quagliarella e Schick. La prima azione pericolosa nasce da Miranda che accende Perisic sulla sinistra con un preciso lancio. Il croato resiste alla chiusura di Sala e cross all’indietro per Banega che da ottima posizione centra Viviano. Il pallone arriva a Candreva che ha il tempo di mirare, ma calcia malissimo sul fondo. La manovra dell’Inter non scorre fluida e il tiro successivo verso Viviano arriva solo al 20’ con un sinistro di Brozovic altissimo. Sorte simile incontra il destro di Candreva del 24’, quando l’esterno nerazzurro calcia dalla distanza mangiando il pallone. Un minuto e Quagliarella mostra come si dovrebbe tirare: destro a scendere che colpisce il palo esterno con Handanovic impossibilitato ad arrivarci. L'Inter reagisce senza idee strepitose, ma con voglia. Il cross di Ansaldi mette in ansia Dodò che devia goffamente in corner, mentre un paio di minuti dopo il cross di Candreva trova Icardi che spizza di testa senza pescare l’angolo buono. I nerazzurri non sono pulitissimi e anche il gol del vantaggio segue la rotta della serata. Al 35’ Banega pennella un cross che trova l’accorrente D’Ambrosio il quale di piatto calcia a colpo sicuro trovando la deviazione decisiva di Bereszynski che spiazza Viviano. La Samp così si ritrova sotto.

BRIVIDI — Da non crederci però è l’occasione del 45’. Doppia a dire il vero: Medel anticipa Schick e la palla finisce a Fernandes che calcia dall’interno dell’area colpendo il palo. Sulla respinta, con la porta vuota visto che Handanovic aveva accorciato sul portoghese, Schick calcia troppo d’esterno mancando il bersaglio clamorosamente. Il primo tempo finisce 1-0 per i nerazzurri, ma il finale porta con sé troppi brividi per la squadra di Pioli.

FUORI GAGLIARDINI — L’allenatore nerazzurro deve mettere mano in panchina durante l’intervallo perché Gagliardini accusa un problema alla caviglia. Dentro Kondogbia che si piazza al fianco di Brozovic mantenendo inalterato il 4-2-3-1. L’avvio è la prosecuzione della prima frazione. Fernandes manda fuori giri Brozovic, cross per la testa di Silvestre che a palombella indirizza sul secondo palo dove Handanovic non arriva e Schick sì. Il tocco con la suola dell’attaccante ceco forse sarà anche ininfluente, ma il gol è suo ed è regolare perché lo tiene in gioco un poco reattivo Brozovic. Si riparte dall’1-1 quindi, risultato esattamente inutile per i piani di Pioli e meritato dai doriani. All’Inter servono 10 minuti abbondanti per rimettere ordine. Candreva al 17’ pesca Perisic che di testa indovina esattamente la figura di Viviano. La partita adesso è aperta e la tattica è sparita. Con annessi e connessi, ovvero perdita delle distanze ed equilibri vari.


BROZO, CHE FAI? — Pioli cerca freschezza e toglie Banega per Eder, il dodicesimo uomo nerazzurro, che si piazza più vicino a Icardi in un 4-2-3-1 che tende al 4-4-2. Ed è proprio Eder al 24’ che costringe Viviano alla parata su una violenta conclusione dal limite dell’area. I nerazzurri spingono, come Candreva che schianta gli avversari in velocità e serve a Icardi un pallone sul secondo palo scorbutico ma interessante (rimbalzava, forte e a porta a vuota). Il capitano, forse convinto di aver già segnato, ci arriva molle e spara altissimo da un metro. L’ultimo cambio coinvolge Perisic che lascia il posto a Joao Mario per un finale ultra-offensivo. Il nervosismo e la confusione prendono il sopravvento in casa Inter. Al 39’Brozovic commette un’altra ingenuità sulla punizione di Alvarez allargando il braccio. Calcio di rigore che Quagliarella trasforma calciando forte. La Sampdoria ribalta la serata inchiodando i nerazzurri al sesto posto (doppio preliminare di Europa League al momento) riportando il Milan a -1 dall’Inter.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
03/04/2017 23:37
 
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SERIE A 2016/2017 30ª Giornata (11ª di Ritorno)

01/04/2017
Sassuolo - Lazio 1-2
Roma - Empoli 2-0
02/04/2017
Torino - Udinese 2-2
Chievo - Crotone 1-2
Fiorentina - Bologna 1-0
Genoa - Atalanta 0-5
Palermo - Cagliari 1-3
Pescara - Milan 1-1
Napoli - Juventus 1-1
03/04/2017
Inter - Sampdoria 1-2

Classifica
1) Juventus punti 74;
2) Roma punti 68;
3) Napoli punti 64;
4) Lazio punti 60;
5) Atalanta punti 58;
6) Inter punti 55;
7) Milan punti 54;
8) Fiorentina punti 51;
9) Sampdoria punti 44;
10) Torino punti 41;
11) Chievo punti 38;
12) Udinese punti 37;
13) Cagliari punti 35;
14) Bologna punti 34;
15) Sassuolo punti 31;
16) Genoa punti 29;
17) Empoli punti 22;
18) Crotone punti 17;
19) Palermo punti 15;
20) Pescara punti 13;

(gazzetta.it)
08/04/2017 23:29
 
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Empoli-Pescara 1-1, punto salvezza per i toscani.
Zeman, sempre più dura

La sfida salvezza del Castellani si chiude senza vincitori:
Zeman rimane a -9 dalla salvezza, Martusciello interrompe la striscia negativa



Pari e rimpianti. Soprattutto del Pescara. In fondo ad un match emozionante, l’Empoli riesce ad interrompere la serie nera di 7 sconfitte di fila (la peggior striscia nella storia del club in A) costringendo al pari gli abruzzesi che avrebbero meritato qualcosa in più per la loro generosità e la continua ricerca del gol. Finisce 1-1 con i gol di El Kaddouri e Caprari: agli abruzzesi manca il colpo risolutore in una ripresa giocata col piede sull’acceleratore, i toscani a quota 23 guadagnano momentaneamente un punto di vantaggio sul Crotone terz'ultimo con 17 punti.

BOTTA E RISPOSTA — Empoli e Pescara, com’era auspicabile, non si risparmiano e producono azioni da gol a raffica. Con continui rovesciamenti di prospettiva. Il primo assalto è degli ospiti: al 4’ liscio di Veseli che libera in area Campagnaro, il cui tiro a colpo sicuro è troppo angolato. Poi tocca alla squadra di Martusciello: è il palo interno a frenarla all’8’, Pasqual colpisce il legno alla destra di Fiorillo e il pallone passa dietro la schiena del portiere e si perde a lato. Ma un minuto dopo El Kaddouri riporta il sorriso sui volti dei tifosi, trovando l’angolino più lontano di sinistro da distanza ravvicinata. E al 15’ ancora Campagnaro salva stavolta sulla linea sul cross di Croce lanciato da Krunic. Il pallino, all’improvviso, passa a Zeman e ai suoi ragazzi. Che accentuano il tasso di autostima e s’intendono meglio dalla metà campo in su. E finalmente Caprari, dopo aver fallito una nitida occasione al 17’ solo davanti a Skorupski (nuovo strafalcione in disimpegno di Veseli), trova il tesoro che cercava firmando il pareggio al 31’ in contropiede, su assist di Bahebeck, al culmine di una ripartenza da manuale. Il primo tempo si chiede con la netta sensazione di non aver visto un Pescara capace di esprimere appieno il proprio potenziale d’attacco, mentre l’Empoli si mostra ancora discontinuo (in chiusura due nuove opportunità non sfruttate da Thiam e Croce).

EMOZIONI — Nella ripresa Zeman insiste con i piccoletti in attacco e i suoi riescono a tenere bene il campo, i toscani invece si rivelano ancora pericolosi con Pasqual da calcio piazzato al 10’. Col passare dei minuti le marcature si allentano e fioccano le occasioni. Sfiora il gol del sorpasso al 14’ Brugman con un tiro deviato in fondo ad una carambola in area. Poi è Fiorillo a salvare miracolosamente il Pescara al 18’: il portiere ipnotizza Krunic e devia a lato. Ancora il Pescara pericoloso con Benali: la squadra di Zeman alza il ritmo e, nonostante errori di rifinitura dei singoli, si porta con più insistenza in zona gol. Gli ultimi minuti sono incandescenti, di pura sofferenza soprattutto per l’Empoli: Biraghi al 39’ per poco fallisce il match point, l’ultimo assalto è firmato Memushaj ma non produce l’acuto tanto inseguito. Finale emozionante, niente sussulti: padroni di casa più vicini alla salvezza, eppure il Pescara è vivo più che mai.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/04/2017 23:34
 
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Atalanta-Sassuolo 1-1, Cristante risponde a Pellegrini

Emiliani avanti nel primo tempo, raggiunti solo al 28' della ripresa.
Papu Gomez ci prova ripetutamente, ma la difesa di Di Francesco regge



L'Atalanta frena il suo volo e stavolta deve accontentarsi di un punto (1-1) contro un Sassuolo che si riprende quello perso contro la Lazio sabato scorso. Giampiero Ventura, Gigi Di Biagio, Marcello Lippi ed Emiliano Mondonico in tribuna hanno palpitato fino alla fine di una partita emozionante. Cristante risponde nella ripresa al Pellegrini del primo tempo. Incanta sempre Papu Gomez, incanta meno Domenico Berardi. Entrambi ammoniti, andranno in vacanza prima per Pasqua. L'Atalanta scatta forte, ma si incarta nel primo tempo, il Sassuolo si abbassa troppo nella ripresa (una sola conclusione che avrebbe chiuso la gara con Ragusa) e subisce la rabbia del Papu, instancabile, anche se stavolta a secco. E quando lui segna la Dea vince.

PRIMO TEMPO — Gasperini dà fiducia a Cristante per sostituire lo squalificato Kessie, Di Francesco lascia fuori Aquilani e pure Peluso. In questo finale c'è da vedere i giovani e quindi gioca ancora Dell'Orco, così come gioca Sensi che il tecnico del Sassuolo piazza a mo' di zanzara a dar fastidio e a raddoppiare sul lato sinistro in cui agisce Gomez. Gli emiliani corrono e pressano, Acerbi è incollato a Petagna, Adjapong non deve mai far scatenare il talento del Papu. L'Atalanta parte forte perché il Sassuolo pasticcia nei disimpegni. Proprio Gomez soffia il pallone ad Adjapong e calcia a giro ma fuori di poco dalla porta di Consigli, applaudito dai suoi ex tifosi. Ci prova anche Petagna, ma è macchinoso, tira banalmente e Acerbi non gli dà respiro. L'unico altro pericolo lo crea il Papu ma calcia sul palo esterno dopo 11 minuti. I primi in cui l'Atalanta fa l'Atalanta. Poi il Sassuolo prende coscienza e confidenza, i nerazzurri rimediano due gialli con Cristante e Petagna (per simulazione) e cominciano loro a pasticciare. Prima si fanno infilare in ripartenza da Defrel sul quale rimedia da super atleta Spinazzola, ma quattro minuti, dopo aver perso proprio Defrel per infortunio (con polemica per un fallo non visto da Rizzoli; entra Politano), subiscono gol in casa dopo cinque partite immacolate (avevano subito dall'Empoli il 22 dicembre scorso). Il pasticciaccio lo combina il gioiello Caldara che sbaglia l'appoggio per Toloi consegnando il pallone a Pellegrini che si invola da solo e batte Berisha. Non c'è altro, soprattutto non c'è la Dea. Che va negli spogliatoi, comunque applauditissima dal pubblico.

RIPRESA — Gasperini non vuole perdere punti per l'Europa e comincia all'attacco: dentro Grassi per Spinazzola e arretramento di Kurtic tra i tre di centrocampo, con lo stesso Kurtic che dopo 10 minuti si accomoda in panchina per far spazio alle sgasate di D'Alessandro. Ma è il Sassuolo che ha l'occasione per chiudere il match dopo 20': Duncan innesca Ragusa che è in posizione regolare, ma l'esterno cerca troppo la precisione e si divora il 2-0. Sul ribaltamento Conti va a saltare sull'ennesima pennellata di Gonez, stacca ma si fa male. Gasp non si arrende e butta dentro pure Mounier. Il suo coraggio è premiato perché al 28' su punizione del Papu Cristante brucia tutti e pareggia di testa. La Dea ha la spinta emotiva, l'esaltazione totale, la furia del Papu che fa ammattire Adjapong, e qui entra in scena Consigli che compie due prodezze su Grassi e Caldara. Di Francesco corre ai ripari e passa a cinque dietro inserendo Peluso. Il Papu si fa ammonire per una brutta entrata su Missiroli e sabato a Roma non ci potrà andare. Non giocherà neppure Berardi contro la Samp, che sul fuorigioco continua ad andare e si becca il giallo. Finisce 1-1 dopo cinque minuti e mezzo di recupero. All'Atalanta non va giù, il Sassuolo si tira su.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
08/04/2017 23:40
 
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Juventus-Chievo 2-0: doppietta di Higuain, super Dybala

Una rete per tempo di Higuain, entrambe ispirate dalla Joya, decidono la partita.
Bianconeri momentaneamente a più 9 sulla Roma



Dybala sa bene che saltare Jordi Alba sulla fascia sarà un filo più dura che bersi Radovanovic. E il Pipita, che contro quegli altri ha giocato epiche sfide, sa che a centro area Piqué marca meglio di Spolli. La Juve, in generale, sa che martedì proietteranno un altro film: intanto, le prove generali prima del Barça contro il Chievo sono state sufficienti. Due gol e tre punti senza sussulti, come di consuetudine della casa, ma con una grande notizia: lo spettacolo dell’alta definizione si è riacceso. L’azione dell’1-0 in HD è il gioiello abbagliante mostrato a Luis Enrique: Dybala che scarta Radovanovic con un guizzo bruciante, cross docile al centro e calcio di prima di Higuain, lasciato libero dai centrali del Chievo. Il tutto ripetuto sul 2-0 con la partita al tramonto: in quel caso, l’assist arriva da Lichtsteiner, smarcato però dal solito Paulo. In ogni caso, l’H e la D stanno benone nel momento decisivo della stagione: il Pipita, non risparmiato da Allegri, ha ancora addosso l’energia delle notti napoletane; la Joya è ispirata, morde i rivali, sparge cioccolatini ai compagni, va vicino spesso al gol, anche se a volte sbaciucchia un po’ troppo il pallone. Funziona, soprattutto, l’asse fantasiosa con Cuadrado: è un mix di classe e follia, quello che spesso serve nelle notti di Champions.

PRIMO TEMPO — Il 4-3-1-2 di Maran sarebbe lo spartito che il Chievo ha mandato giù a memoria: all’inizio ci si affida al moto di Pellissier e nel primo tempo i veneti avrebbero pure qualche possibilità qua e là, figlia di errori individuali dei bianconeri. Su uno grossolano di Alex Sandro, è saggia la chiusura di Rugani, promosso titolare come scudiero di Barzagli. Allegri, da parte sua, deve rinunciare per la seconda partita di fila a Pjanic, non al meglio (sarà comunque decisivo il suo recupero per i quarti di Champions). Ma in mezzo può godersi il lento recupero di Marchisio e, soprattutto, le incursioni di Khedira, murato da Seculin su un destro pungente in avvio.

SECONDO TEMPO — Il secondo tempo inizia con un bel sinistro di Pellissier, uno che dalle parti di Torino si muove sempre con una certa disinvoltura: resta vigile Buffon, che ieri ha fatto un passo avanti nel suo primato di longevità, staccando Javier Zanetti per numero di presenze in Serie A (adesso sono 616 e davanti c’è solo Maldini). Il guizzo del Chievo, senza Gobbi e con Izco nella ripresa, lascerebbe pensare a una ripresa più audace e, invece, Maran lavora soprattutto con le ripartenze. Il concetto è da tenere a mente in ottica Barcellona: lanciati in velocità in campo aperto, i diavoli blaugrana farebbero assai più male. Oltre a una girata da cannibale fuori di poco del Pipita (da sommare, però, a un gol divorato col sinistro), Allegri può prendere altre buone nuove dalla serata: la difesa a 3, ad esempio, riprovata con l’ingresso di Bonucci, è sempre una coperta calda nei momenti di difficoltà. E Mandzukic può riposare con calma perché la forza fisica la porta in dote in dosi massicce Sturaro. Sull’efficacia sotto porta, beh, c’è da lavorare: col Barcellona serve eccome il croato, anche se ormai è tornato a segnare stabilmente il Pipita.

Filippo Conticello

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09/04/2017 19:12
 
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Bologna-Roma 0-3: apre Fazio, poi Salah e Dzeko

Ai rossoblù non basta un buon avvio di ripresa, con palo di Di Francesco.
Delude l'ex Fazio, tutto lo stadio applaude Totti, in campo nel finale



La Roma cancella subito la paura del contraccolpo psicologico dell'eliminazione con la Lazio in Coppa Italia e con il 3-0 rifilato al Bologna si tiene nella scia della Juventus, in attesa poi di sapere il destino serale del Napoli, impegnato in casa della Lazio. Decisive per i giallorossi le prove di Fazio e Salah, nel Bologna bene prima Verdi e poi Di Francesco. Ex non pervenuto Mattia Destro, ancora una volta deludente.

FAZIO DECISIVO — Donadoni alla fine recupera Masina sull'out sinistro, mentre Spalletti rilancia Fazio al centro della difesa dopo il turno di sosta nel derby di Coppa Italia. La partita fatica a decollare, a trovare una corsia su cui incanalarsi. Verdi prova spesso ad inventare, dall'altra parte è Nainggolan a cercare di cancellare le scorie del recente passato. E per un po' il Bologna ci prova anche a mettere paura alla Roma, che nei primi 20' fatica a trovare spazi e ritmo. Insomma, sembra una gara impantanata e per fortuna dei giallorossi le ripartenze giuste dei padroni di casa capitano sui piedi di Krafth (non proprio a suo agio con il controllo del pallone) e Dzemaili, incapace di andare fino in fondo. Poi, al 25', sugli sviluppi di un corner Fazio sblocca: angolo di El Shaarawy, De Rossi spizza un pallone che carambola tra Manolas e Gastaldello per poi finire sui piedi di Fazio, che di giustezza fa centro. Dopo la sosta ai box per il derby, l'argentino sembra di nuovo ai suoi livelli, soprattutto nelle chiusure difensive e nell'impostazione dal basso. Sbloccato il risultato, poi, è tutta altra partita, di fatto nelle mani dei giallorossi. Prima Dzeko arriva tardi sull'assist di Rüdiger, poi è El Shaarawy a non trovare il colpo decisivo a pochi metri da Mirante. Al 41', però, la Roma passa ancora: bel tocco in velocità di Dzeko per Salah, che resiste alla carica di Masina e supera Mirante con un pallonetto delizioso.

COLPO DEL K.O. — Ad inizio ripresa Donadoni è costretto a cambiare per infortunio Verdi con Di Francesco, ma il folletto rossoblù è la scheggia impazzita della ripresa. Prima (2') serve un cioccolatino a Dzemaili, che dal limite dell'area piccola sbaglia di testa un gol che sembrava impossibile sbagliare, poi al 5' va via in velocità e di fino beffa Szczesny, ma deve fare i conti con un palo beffardo. Le prime fiammate rossoblù però si esauriscono tutte qui, poi il Bologna riesce a creare poco per impensierire ancora la Roma. Anzi, in contropiede è Perotti per due volte a mettere i brividi a Mirante. E al 30' la Roma passa ancora: palla magistrale di Salah in verticale per Perotti, che a tu per tu con Mirante aspetta l'assistenza di Dzeko e gli offre un pallone solo da depositare in rete. Sul 3-0 non c'è davvero più partita e la cosa più bella del finale sono gli applausi del Dall'Ara all'ingresso di Francesco Totti.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/04/2017 19:13
 
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Sampdoria-Fiorentina 2-2, Babacar salva la Viola al 90'

I blucerchiati si portano in vantaggio due volte con Bruno Fernandes e Alvarez,
ma ci pensa Babacar schierato titolare da Sousa a trovare il pareggio all'ultimo respiro...


Pari giusto, intenso e spettacolare tra Sampdoria e Fiorentina, con i viola che confermano la loro crescita a continuano a mantenere accesa la speranza di conquistare un posto in Europa. La Sampdoria sorprende al 5’ la Fiorentina con la trappola preparata da Giampaolo: lancio rapido di Torreira tra i difensori centrali e scatto di Fernandes, che si presenta solo davanti a Tatarusanu e lo batte facilmente. I viola provano a reagire, ma è ancora il fantasista portoghese ad andare vicino al raddoppio al 22’ quando Badely perde palla al limite dell’area, Schick pesca Fernandes nell’area di porta, ma stavolta Tatarusanu riesce a chiudere lo specchio in uscita bassa. La Fiorentina alla lunga riesce ad alzare il suo baricentro, anche se fatica a rendersi davvero pericolosa. Bernardeschi e impreciso di poco su punizione, Sanches manca il bersaglio, di testa, su angolo.


LA SFIDA ESPLODE — Il ritmo dei viola cresce nel secondo tempo e la Samp soffre: Tello imperversa a destra e all’11’ con un bel diagonale colpisce il palo. È il preludio al gol, che arriva al 15’ su calcio d’angolo: il cross di Borja Valero è perfetto, Rodriguez lo impatta alla perfezione e pareggia. La sfida esplode Schick, al 26’ innesca Alvarez, che riporta in vantaggio i blucerchiati. Kalinic, al 34’, colpisce bene di testa su cross di Tello, ma manda il pallone ancora sul palo. Il 2 a 2 lo firma Babacar, al 45’, con un tiro dal limite che sorprende Viviano. Il portiere però si rifà all’ultimo secondo di recupero, quando si oppone a Babacar, solo di fronte a lui. poco prima, però, era stato Tatarusanu a ribattere una conclusione pericolosa di Alvarez.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/04/2017 19:16
 
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Cagliari-Torino 2-3: gol di Borriello, Ljajic, Belotti, Acquah e Han

I granata non vincevano in trasferta dal 20 novembre.
Per i rossoblù la consolazione del primo gol italiano del nordcoreano.
Espulso Acquah (doppia ammonizione) al 91'



Il nuovo Toro, quello che ritrova la vittoria in trasferta dopo quasi cinque mesi, ha gol "vecchi": il 24° del Gallo Belotti, che prosegue il suo spalla a spalla con Dzeko per il titolo dei marcatori. Ma non solo: il timbro della domenica è di Ljajic, che con un destro terrificante pareggia il temporaneo 1-0 di Borriello, prende coraggio e dà ragione alla "rivoluzione" tattica di Mihajlovic, che anticipa la svolta che caratterizzerà questo finale di stagione. Al Cagliari, che con un netto passo indietro rispetto alla vittoria di Palermo vede allontanarsi il 10° posto eletto a obiettivo di fine stagione, resta la consolazione di un gol non qualunque, quello segnato di testa dal nordcoreano Han.

LE SCELTE — Sorprende solo Mihajlovic, varando subito quel 4-2-3-1 che aveva catalogato alla voce soluzione futuribile, come "ponte" verso il 4-3-1-2 che forse sarà (quando Maxi Lopez sarà pronto per fare il titolare. In ogni caso, Toro a trazione anteriore: fuori Lukic (Acqua e Baselli davanti alla difesa) e dentro Iturbe, con il talento di Ljajic libero di muoversi alle spalle di Belotti, come nella seconda parte della ripresa di domenica scorsa contro l’Udinese. In difesa, perso anche Castan (oltre che lo squalificato Rossettini), c’è l’"oggetto misterioso" Carlao a fare coppia con Moretti. Rastelli non tocca il Cagliari che aveva vinto a Palermo: ancora 4-3-2-1, con Sau a galleggiare fra la posizione - in transizione difensiva - di secondo trequartista alle spalle di Borriello e quella di seconda punta in fase offensiva.

PRIMO TEMPO — Quasi venti minuti di calcio da prima estate, finché una mischia in area (su punizione calciata da Tachtsidis) non genera un rigore molto contestato dal Torino, per fallo di Carlao su Ionita. Borriello dal dischetto dice 14 (gol in campionato), nonostante Hart con la manona gli dia il brivido di un altro errore dopo quello contro la Lazio. Ma più che il gol subito, a scuotere la squadra di Mihajlovic sembra essere l’uscita dal campo dello stesso Borriello (sospetto stiramento), che segue di 10’ la rinuncia di Mihajlovic a Iturbe per un problema al ginocchio. Il tecnico serbo insiste con lo stesso sistema di gioco e con Boyé libero di accentrarsi in partenza dalla fascia sinistra nasce un altro Toro. Ma soprattutto si vede un altro Ljajic, al di là del destro spettacolare con cui rimette in parità la partita. Ormai c’è solo Toro: il Cagliari, con gli avanzamenti di Sau nel ruolo di punta centrale e di Ionita in linea con Joao Pedro alle sue spalle perde automatismi e sicurezze e il resto lo fa un grave errore in uscita di Tachtsidis, perché sugli sviluppi dell’azione Zappacosta disegna dalla destra l’ennesimo assist per Belotti, che si arrampica per il suo 24° gol in campionato, il 10° di testa.

SECONDO TEMPO — Al Toro bastano 9’ per mettere in cassaforte il risultato: il tempo per Acquah, servito da Iago Falque, di confermare la potenza delle sue conclusioni, ma anche le incertezze che Rafael si lascia scappare a volte (il tiro era centrale). Nonostante l’ingresso di Farias, che comunque aggiunge un po’ di freschezza e di idee, la partita resta in mano alla formazione di Mihajlovic, che può sperimentare con successo anche la soluzione con Boyè più vicino a Belotti e Iago Falque alle sue spalle, in versione mezzala. E anche uomo (quasi) assist, visto che per poco una sua palla in profondità non spalanca a Barreca la porta per il 4-1. Sfiorato anche da Belotti, che su intuizione di Ljajic colpisce il palo esterno. Ma proprio quando il Torino sembra esondare con l’incrocio dei pali colpito da Iago Falque, è il Cagliari a trovare il gol a sorpresa: del nord coreano Han, che su cross (dubbio, forse il pallone era uscito) di Farias approfitta della libertà che gli lascia la difesa del Toro per segnare un gol "storico" per il nostro campionato.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/04/2017 19:19
 
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Crotone-Inter 2-1: doppio Falcinelli, non basta D'Ambrosio

Calabresi avanti 2-0 nel primo tempo, con un rigore e un gol in contropiede dell'attaccante.
Nella ripresa cresce l'Inter, ma adesso Pioli è settimo


Altro che Europa League: l'Inter deve ritrovare i valori spirituali e tecnici persi in meno di un mese, lasciati chissà dove. La squadra di Pioli perde 2-1 a Crotone (doppietta di Falcinelli), si ritrova settima a una settimana dal derby e con la Fiorentina a tre punti. Una congiuntura tremenda che lascia perplessi sulla reale consistenza del gruppo. Il Crotone di contro ha scritto una pagina storica battendo una big (qui hanno vinto Juve, Roma, Napoli) ritrovandosi a tre punti dall'Empoli. La salvezza non è un miraggio, ma un gradevole viaggio di fine stagione.

DOPPIO FALCINELLI — Nel pomeriggio di sole, vento e tanta euforia Davide Nicola costruisce il suo 4-4-2 lineare e aggressivo con Falcinelli e Trotta punte mentre il lavoro grosso sugli esterni lo portano avanti Rohden e Stoian. Stefano Pioli, per sostituire Gagliardini, avanza Medel al fianco di Kondogbia e ripropone Murillo al fianco di Miranda nel 4-2-3-1. Per Joao Mario, quinta panchina consecutiva, è ancora Banega a girare alle spalle di Icardi. L'avvio è solo calabrese. Dopo 3' Handanovic mette una toppa su Rosi, ma al 18' la mano è sbagliata perché è quella di Medel che frena così un passaggio di Trotta. Dal dischetto va Falcinelli che porta in vantaggio il Crotone. L'Inter è mentalmente assente e il raddoppio è una conseguenza del flusso crotonese. Una ripartenza precisa organizzata da Trotta mette a nudo limiti tattici e superficialità mentali della squadra di Pioli. E il tocco sotto di Falcinelli da posizione defilata rappresenta una delizia. Al 22' la storia del calcio propone un capitolo nuovo, il Crotone controlla l'Inter, la tiene legata e la schiaffeggia. Al 24' Rohden obbliga Handanovic a una respinta sul primo palo, al 26' si materializza il primo tiro (debole) nerazzurro con Banega bloccato da Cordaz. Pioli mette mano alla parte tattica abbassando Medel al centro della difesa, allargando i terzini e portando Banega sulla linea di Kondogbia. È un 5-4-1 in fase di non possesso, un 3-4-3 quando attacca ma è una rarità la seconda ipotesi. E così si ringrazia Miranda che al 41' si sostituisce a Handanovic e col petto respinge una conclusione di Rohden diretta in rete. Il lato positivo del primo tempo nerazzurro è che sia finita solo 2-0 per il Crotone che mai si era mostrato così bello quest'anno.

LA RIPRESA — La ripresa parte senza Ansaldi e Murillo e con Eder e Palacio. Trenta secondi e i primi due gialli sono per Rodrigo e Martella che si beccano subito. Un minuto in più e Ceccherini stende Eder lanciato in campo aperto: altro giallo. Inter più aggressiva per un secondo tempo che deve dare risposte spirituali e concrete. Pioli sceglie cinque attaccanti più Banega, giusto per non lasciare nulla di intentato a scapito dell'equilibrio. Banega deve svolgere il ruolo di filtro e il suo giallo al 6' per fermare Stoian mostra che sarà una ripresa di sofferenza. Perisic al 13' illude lo spicchio nerazzurro con un destro volante che sfiora la porta di Cordaz. Tre minuti e la testa di Kondogbia manda il pallone fuori di poco su corner di Candreva. Al 20' la partita si riapre, angolo di Candreva, Kondogbia gira di testa e D'Ambrosio interviene sulla traiettoria superando Cordaz. È bastato restare davanti 7 minuti per accatastare un gol. Più di costanza che di costrutto. Al 22' D'Ambrosio stende violentemente Stoian, ma regolarmente per l'arbitro. Nicola, per proteste, viene espulso. Entra Sampirisi per Rohden e contemporaneamente i tifosi dell'Inter intonano un coro per Pioli, altra testimonianza di come spetta alla squadra estrarre il carattere in giornate così.

ASSALTI FINALI — Nerazzurri vicini al pareggio con Eder che al 28' prende il palo. Si va di sussulti, ma ormai sarebbe impossibile pretendere altro. Nicola, spostato tre metri fuori dal campo e in posizione più elevata, ordina di togliere Trotta e mettere Acosty. C'è da correre, serve forza e freschezza e così esce Barberis ed entra Capezzi per ribattere nel cuore del campo. Al 32' Palacio calcia e trova Cordaz reattivo. L'ultima carta di Pioli si chiama Joao Mario che entra al posto di Kondogbia a 9 minuti dalla fine più recupero. Al 40' rapida ripartenza calabrese con Acosty che sceglie la soluzione a giro invece che servire un compagno meglio piazzato: Handanovic vola e devia. Perisic un minuto dopo ha sulla testa un buon assist di Palacio, ma la girata è larga. I minuti di recupero sono 6 e nel corso del primo Miranda strozza di destro un ottimo pallone nel cuore dell'area.

Matteo Brega

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/04/2017 19:22
 
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Serie A, Milan-Palermo 4-0: in gol Suso, Pasalic, Bacca e Deulofeu

Lo spagnolo ex Liverpool, al rientro, sblocca al 6' e ispira il raddoppio del croato.
Prima dell'intervallo arriva anche il tris del colombiano.
Nella ripresa, a segno l'ex Everton.
I rossoneri salgono a quota 57 punti in classifica,
a più 2 sull'Inter in vista del derby di sabato prossimo


Lo spirito del Milan passato - questa, almeno in teoria, era l’ultima partita dell’era Berlusconi - meritava un'ultima volta serena, una domenica di primavera per guardarsi intorno, sentire San Siro cantare, ripensare a ciò che è stato. Servita. Il Milan segna dopo 6 minuti con Suso, raddoppia al 19' con Pasalic, chiude la saracinesca con Bacca quando mancano 8 minuti all’intervallo. Tre a zero: se fosse baseball si finirebbe qui per manifesta superiorità, invece è calcio e bisogna continuare. Allora Donnarumma para il classico sinistro a giro di Diamanti e Deulofeu trova il 4-0 finale, più che meritato, con un destro a giro. Il Milan sale al sesto posto, a -2 dall’Atalanta e a +2 su Pioli: nel derby di sabato un pareggio non sarebbe da buttare. Quello che conta, in una partita così, però è il primo tempo. Il Palermo dal 1' al 45' è onestamente impresentabile - tutto chiuso nella sua metà campo, mai creativo, non lontanamente pericoloso - e a San Siro si rivedono momenti da grande Milan. La curva si innamora di Falcinelli, sente i gol del Crotone alla radio e annuncia le segnalazioni del tabellone con i classici "ooooohh" di chi aspetta. Quando dalla Calabria arriva il 2-0, lo stadio applaude come neanche al vantaggio di Suso.

MILAN SPAGNOLO — Suso, appunto. Il Milan sentiva la sua mancanza e Jesus, al ritorno dopo due partite di assenza, chiede perdono due volte in 20 minuti. Prima mette in porta una punizione dal limite concessa per un quasi-rigore su Deulofeu: sinistro a giro sopra la barriera e partita sbloccata presto, contrariamente alle abitudini. Poi taglia da destra col solito mancino e fa cadere la palla dall'altra parte, a mezzo metro dalla linea di porta. Fulignati non trova il tempo, Pasalic va a contrasto con Rispoli e vince il duello: 2-0. Il Palermo, anche sotto di due gol, non riesce a reagire, allora il Milan capisce che in un pomeriggio così restano due sole cose da fare: tifare per il Crotone e far segnare Bacca. Carlos al 25' spreca un'occasione che per il suo alter-ego di Siviglia sarebbe stata quasi semplice, poi svolta. Calabria, di questi tempi il miglior terzino crossatore del Milan, lo trova col giro da destra, Bacca cerca la palla con la testa e segna il 3-0. Per il povero Fulignati, tre tiri visti arrivare e tre gol subiti.

CHE FANNO A CROTONE? — Montella a quel punto si dedica alla tutela dei diffidati - fuori Sosa, dentro Locatelli - e alla protezione dei suoi talenti: sostituiti anche Suso e Deulofeu, tra i migliori in campo. Lopez invece prova Sallai e Trajkovski, ma il Palermo resta nullo e il Milan in controllo. Pasalic gioca da centrocampista di alto livello e Kucka al 10' del secondo tempo manda in porta Bacca con un passaggio degno di Robben, Bale e tutti gli esterni destri del mondo. Niente, Carlos sbaglia confermando il periodo un po' così. San Siro, nella domenica più serena dell’anno, perdona e divide gli occhi: uno sul campo per vedere i quasi-gol di Antonelli, Kucka, Pasalic, Lapadula e Bacca, uno sul telefonino per controllare il risultato dell'Inter. Arriva il 2-1 di D'Ambrosio, Eder prende il palo, poi il sospiro di sollievo finale. Unica nota negativa, il giallo a Pasalic: diffidato, non giocherà il derby. Il messaggio da Milan-Palermo però non cambia: Montella, a sei giorni dall'Inter, ha una squadra vera.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/04/2017 19:24
 
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Udinese-Genoa 3-0, gol di De Paul, Zapata e autorete di Rubinho

Gara senza storia: i primi 45' si chiudono con i friulani già avanti di due gol,
a inizio ripresa il portiere rossoblù è protagonista di una papera che chiude definitivamente il match. Samir esce in barella.
Mandorlini trema



Niente da fare, il Genoa non si rialza e Mandorlini ha le ore contate. Il suo futuro era legato a un risultato positivo a Udine, è arrivata una brutta sconfitta, la quarta consecutiva e il destino del tecnico, 4 punti in 6 partite, è legato a un filo. Due le ipotesi: il ritorno di Juric e la promozione di Stellini, allenatore della Primavera. Il Genoa tiene solo per venti minuti, i primi, quando prova a spingere con Laxalt e Simeone ha una discreta occasione dopo una palla persa e un recupero di Thereau. Poi, mentre entrano gli ultrà della Nord fuori per protesta contro gli ultimi Daspo, l’Udinese segna con un gran tiro da fuori di destro di De Paul servito da Evangelista e i rossoblù affondano. Impauriti, lenti, sconclusionati: regalano il campo alla squadra di Delneri. Al minuto 32 arriva il raddoppio: angolo della destra di Hallfredsson, Burdisso anticipa su Zapata, tiro di Angella, Munoz è in affanno, ancora Zapata si gira e tira con un violento destro. Rubinho non può farci nulla. Dodici minuti da incubo per il Genoa che non sa reagire. Il cambio di modulo deciso da Mandorlini (4-3-2-1) non serve: Simeone è troppo solo, il debuttante Morosini vuole strafare e non entra in partita, Ntcham inesistente.

IL CROLLO — Il goffo autogol di Rubino dopo 4' su angolo di De Paul da destra chiude la partita. C’è ancora quasi tutta la ripresa da giocare e per il Genoa è un’autentica sofferenza. Mandorlini manda in campo Palladino e Pandev per dare più spinta, c’è spazio anche per Veloso dopo due mesi. Al minuto 26 occasione per Palladino che approfitta di un rimpallo e sfiora il palo alla destra di Karnezis. Ma è un lampo nel buio. E a 10 minuti dalla fine se ne vanno anche i tifosi rossoblù, che erano entrati dopo un quarto d’ora in solidarietà con i colleghi di Udine.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/04/2017 23:08
 
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Lazio-Napoli 0-3, doppietta di Insigne e Callejon

Nello scontro diretto per il terzo posto, il Napoli si impone con un gol per tempo.
Sfumano i sogni di preliminare per Inzaghi



Sesta vittoria esterna di fila per il Napoli che respinge l’assalto della Lazio per avvicinarsi al terzo posto con vista Champions: ora le distanze sono salite a sette punti. La squadra di Sarri resta nella scia della Roma, a quattro punti di distacco. Decidono Callejon e Insigne, che con una doppietta si porta a quota 14 gol, centrando il suo primato personale. Dopo otto gare utili si ferma la squadra di Inzaghi, reduce dalla conquista della finale di coppa Italia nel derby con la Roma. Pesano le assenze di De Vrij, Biglia e Lulic in un confronto delineato dalla superiorità tecnica del Napoli e dalla incisività dei suoi attaccanti.

SBLOCCA CALLEJON — Inzaghi si affida al 3-4-2-1. Rispetto alla gara col Sassuolo, in difesa entrano Wallace e Bastos. In mediana c’è Murgia nel mezzo, con Lukaku sulla corsia sinistra. Sarri conferma la formazione schierata contro la Juventus in campionato con il rientro di Reina tra i pali. Il Napoli impugna subito la manovra con una fitta rete di palleggi, ma la prima occasione è della Lazio con un tiro di Milikovic deviato in angolo da Koulibaly. Gara frizzante. La squadra di Sarri è aggressiva, quella di Inzaghi pronta nelle ripartenze. Al 13’ nuovo tentativo di Milinkovic: Reina vigila. La Lazio intensifica il pressing e il Napoli fatica a dare profondità al gioco. Ma al 25’ Insigne scova il varco per innescare Hamsik sulla sinistra: traversone per il tocco a rete di Callejon che infila Strakosha con la difesa laziale spiazzata dalla rapidità della trama napoletana. Nono gol in campionato per lo spagnolo che non segnava dal 21 gennaio (2-1 in casa del Milan). Il vantaggio non frema la squadra di Sarri. Al 30’ replica laziale con un’incursione di Anderson, ispirato da Immobile: Reina sventa. Col passare dei minuti le azioni del Napoli diventano più fluide. La Lazio patisce le assenze di Biglia e Lulic a centrocampo, dove il Napoli ha preso il sopravvento. Ma è sempre reattiva per crearsi opportunità in avanti, Al 44’ Insigne sciupa la chance per raddoppiare su una buona intuizione di Mertens: diagonale a lato.

INSIGNE, GRAN DOPPIETTA — L’attaccante si riscatta alla prima vera opportunità dopo l’intervallo. Al 6’, infatti, su lancio di Allan, trova la zampata per battere Strakosha e segnare Il 2-0. Inzaghi cambia: dentro Hoedt e Keita al posto di Bastos e Murgia. Milinkovic arretra a centrocampo. Keita si mette subito in mostra: sulla respinta di Reina allarga per Lukaku che poi smista su Anderson: palla fuori. Altra sostituzione nella Lazio: Patric rileva Basta. La formazione di Inzaghi lotta per arrivare al gol che può riaprire la partita. Al 24’ Reina vola per deviare una parabola insidiosa di Keita. Un minuto dopo va sul fondo una botta di Hoedt. E al 26’ salvataggio di Insigne su tocco di Patric a due passi dalla porta. Sarri avvicenda prima Callejon con Zieliski e poi Hamsik con Rog e Mertens con Milik. Si gioca a tutto campo. Il Napoli insegue con tenacia il tris, che arriva al 47’ con un gran destro di Insigne, apprezzato dal c.t. Ventura in tribuna. Finisce 3-0 e il Napoli ottiene la decima vitoria esterna in campionato.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
09/04/2017 23:16
 
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SERIE A 2016/2017 31ª Giornata (12ª di Ritorno)

08/04/2017
Empoli - Pescara 1-1
Atalanta - Sassuolo 1-1
Juventus - Chievo 2-0
09/04/2017
Sampdoria - Fiorentina 2-2
Bologna - Roma 0-3
Cagliari - Torino 2-3
Crotone - Inter 2-1
Milan - Palermo 4-0
Udinese - Genoa 3-0
Lazio - Napoli 0-3

Classifica
1) Juventus punti 77;
2) Roma punti 71;
3) Napoli punti 67;
4) Lazio punti 60;
5) Atalanta punti 59;
6) Milan punti 57;
7) Inter punti 55;
8) Fiorentina punti 52;
9) Sampdoria punti 45;
10) Torino punti 44;
11) Udinese punti 40;
12) Chievo punti 38;
13) Cagliari punti 35;
14) Bologna punti 34;
15) Sassuolo punti 32;
16) Genoa punti 29;
17) Empoli punti 23;
18) Crotone punti 20;
19) Palermo punti 15;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
15/04/2017 17:26
 
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Inter-Milan 2-2, derby pazzesco.
Zapata pareggia al 97'.
Non bastano Candreva-Icardi

Nerazzurri avanti con Candreva e Icardi, nel finale accorcia
Romagnoli e il colombiano trova il pareggio all'ultimo assalto


Per lo spettacolo si prega di ripassare, per adesso il mondo si accontenti di un derby teso e poco qualitativo. Finisce 2-2 dopo che l'Inter era andata in vantaggio con Candreva e Icardi. Il Milan rimette le cose a posto dal 38' al 52' della ripresa con un finale da brividi. Il punto serve solo ai rossoneri che restano sesti, due lunghezze davanti ai nerazzurri.

PRIME VOLTE — E' il derby delle prime volte. Si gioca alle 12.30, le proprietà sono entrambe cinesi, Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli sono dalla parte del campo dove non si era abituati a vederli. Insomma, ci sono tanti motivi per rendere interessante un Inter-Milan che calcisticamente vale un anonimo sesto posto (ovvero un doppio preliminare di Europa League). Sul campo nessuna sorpresa rispetto alla vigilia. Stefano Pioli, nel 4-2-3-1, sceglie Nagatomo per limitare Suso e Joao Mario per sostenere Icardi facendo sedere in panchina Ansaldi e Banega. Vincenzo Montella spinge sempre sul 4-3-3 con Suso-Bacca-Deulofeu a pungere. Poi confermate le indicazioni del lavoro settimanale con Mati e Zapata che hanno vinto i ballottaggi con Locatelli e Paletta.

PRIME OCCASIONI — Dopo lo spettacolo delle coreografie, inizia quello dei calciatori. I quali in realtà scelgono la strada della leggerezza per spalancare spazi agli avversari. Dopo 2' Gagliardini concede palla a Mati Fernandez che può aprire il contropiede rossonero. Deulofeu è un po' lento a controllare e calciare, Handanovic è bravo a respingere, poi sulla continuazione dell'azione Bacca spara alle stelle dal limite dell'area piccola. L'Inter non preme, attende. Al 6' azione personale di Joao Mario che sulla sinistra semina Calabria, crossa e pesca Icardi che disturbato manda alto. Intorno al quarto d'ora ci sono sessanta secondi di brividi in casa nerazzurra. Prima Suso costringe alla parata Handanovic da lontano, poi Deulofeu colpisce il palo crossando da posizione ravvicinata. Il Milan però si spegne qui dopo aver guidato per qualche tempo. Bastano due lampi di Inter e il mondo cambia.

DOPPIA INTER — Al 36' Gagliardini lancia Candreva, De Sciglio sbaglia tutto, tempo di intervento e intervento stesso, l'esterno interista lo anticipa e anticipa anche il tentativo di Donnarumma. Palla in gol ed esultanza sotto la Sud rossonera. Otto minuti dopo ecco il raddoppio. Azione a sinistra, scambio Icardi-Perisic con Calabria che ci capisce poco, il croato arriva sul fondo e trova sul secondo palo il capitano tutto solo che comodamente appoggia in rete. Il suo primo gol al Milan chiude il cerchio magico, adesso ha segnato a tutte le squadre dell'attuale Serie A (Inter esclusa) e l'Inter chiude il primo tempo sul 2-0.

INIZIO RIPRESA — Si ricomincia senza cambi. Partenza lenta, tra il silenzio delle due curve per cinque minuti e i fumogeni della Sud rossonera. Poi il primo segnale di vita in area rossonera con Candreva che calcia fuori da buona posizione. Non è un derby da stelle filanti, così per dargli un po' di brio Kucka disegna una rovesciata in area che finisce comoda nelle mani di Handanovic. Se saranno contenti gli spettatori a casa lo diranno i social network, al Meazza basta a strappare un generoso applauso. Il tempo inizia a scorrere e il Milan ha bisogno di un cenno del destino. Quando alza il baricentro, rischierà il contropiede, ma è una situazione difficile da evitare. Medel pesca Icardi con un lancio di 40 metri, l'argentino innesca subito Perisic che con la porta davanti agli occhi colpisce Donnarumma. Non siamo al luna park e quindi l'orsetto non lo porta a casa. Montella cambia filosofia al 12' inserendo Locatelli per Kucka: all'italiano il compito di far girare la squadra insieme con Sosa. Il doppio regista rossonero aumenta il controllo della partita da parte del Milan, ma per riaprire la gara bisogna creare occasioni.

LA RIMONTA — E fino al 21' non ve n'è traccia. Il minuto segnalato riguarda un destro di Deulofeu sul quale Handanovic deve impegnarsi per deviarlo in corner. Anche Pioli mette mano alla panchina. Dentro Eder per Perisic che cominciava ad accusare qualche problema muscolare alla gamba destra. Nel sistema di gioco interista cambia nulla, con il nazionale che prende il posto del croato a sinistra nel 4-2-3-1. Al 28' mezzo pasticcio di Handanovic e Miranda che quasi consegnano a Bacca la palla per riaprire la partita. Flash di una gara che non dà l'impressione di poter cambiare direzione. Montella prova a mutare l'aria girando la squadra. Dentro Lapadula, con la sua voglia, fuori Sosa per un 4-4-2 molto offensivo sugli esterni. Con un quarto d'ora più recupero a disposizione, non c'è molto da difendere. Ecco perché al 35' entra pure Ocampos per Calabria. Montella chiude con cinque attaccanti e Pioli risponde con Murillo per Joao Mario. Gli ultimi dieci minuti sono facilmente prevedibili: rossoneri intenti a guardare solo avanti, nerazzurri pazienti ad aspettare gli spazi per ripartire. Al 38' il Fato si manifesta sotto la suola di Romagnoli. Cross di Suso, Gagliardini non si accorge dell'arrivo del difensore alle spalle e con i tacchetti lo anticipa. Gol sul primo palo, tutti sorpresi, ma la corrida in salsa cinese è servita per gli ultimi 5' più recupero. Entra Biabiany per Candreva, urge gamba per giocare i minuti in più concessi da Orsato. La corrida produce grande confusione. Locatelli sfiora l'espulsione per un calcio rifilato a Nagatomo. Tutto il tempo perso si tramuta in ulteriori 2 minuti di recupero che aiutano il Milan. Sull'ultimo corner battuto da Deulofeu, Bacca anticipa il marcatore e la sua girata diventa un assist per Zapata che in precario equilibrio colpisce tutto solo: traversa e gol convalidato dalla tecnologia perché il pallone sbatte sotto la traversa, rimbalza e Medel lo allontana. Orsato indica il centro del campo: è 2-2, è finita. Come all'andata, pareggio ben oltre il 90'.

Matteo Brega

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15/04/2017 22:12
 
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Cagliari-Chievo 4-0, doppietta di Joao Pedro

Sardi avanti 3-0 già a fine primo tempo con Borriello, Sau e Joao Pedro.
Poi il brasiliano centra la doppietta nel finale


Il brillante Cagliari si diverte contro il declinante Chievo di questi tempi, che arriva alla quarta sconfitta di fila e non riesce più a fare un senso a questo campionato chiuso con la salvezza anticipata. Troppa differenza di ritmo ,di gioco, anche di motivazioni. La squadra di Rastelli controlla la partita fin dall’inizio: al minuto 11 è già in gol. Cacciatore perde palla, Tachtsidis ne approfitta e tira da fuori, Seculin respinge male, tap-in vincente di Borriello che arriva a quota 15. Quattro minuti dopo il raddoppio: gran palla di Joao Pedro per Sau, che con un dribbling secco fa sedere Cesar e batte Seculin. Il Chievo è scomparso: Maran prova a rimediare, mette un marcatore in più (Spolli) al posto di Cacciatore e passa al 3-4-1-2. Poi perde Maggiorini che, dopo aver colpito un palo, esce per infortunio al ginocchio sinistro: una partita segnata per il Chievo. Il Cagliari sfiora il terzo gol con Sau e Joao Pedro, poi lo trova col brasiliano che sfrutta una rivedibile respinta di Seculin su un cross di Ionita da sinistra. Tap-in ancora più facile di quello di Borriello.

IL CHIEVO NON C'È — Il secondo tempo è una fotocopia del primo, anzi più sbiadito perché non si vedono i lampi di gioco offerti dal Cagliari, che ora si limita a un prolungato possesso palla. Controllo totale per la squadra di Rastelli, che potrebbe affondare ma non lo fa. Il Chievo, in piena emergenza (otto assenti) sembra aspettare solo la fine di questa partita da dimenticare in fretta. E al 45’ arriva il gol del poker: azione insistita di Farias, Seculin para, Cesar però tocca il pallone e lo regala a Joao Pedro, che non ha difficoltà a a segnare. Poi Rastelli regala spiccioli di gloria al portiere di riserva Colombo, 41 anni, al debutto stagionale.

Guglielmo Longhi

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 22:16
 
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Fiorentina-Empoli 1-2: El Kaddouri, pari di Tello e decide l'ex Pasqual su rigore

I viola sprecano la chance di riportarsi sotto in zona Europa.
Per gli ospiti un successo che sa di salvezza.
Il Franchi omaggia Pepito Rossi, reduce dall'ennesimo infortunio



Un rigore realizzato dall'ex capitano viola Pasqual nei minuti di recupero regala un successo storico per l'Empoli. Gli azzurri allungano sul Crotone mentre i viola danno il definitivo addio alla rincorsa europea. Tantissimi però gli errori di Mazzoleni e dei suoi assistenti durante il corso del match. Prima dell'incontro giusto pensiero dei giocatori viola nei confronti di Giuseppe Rossi "Pepito non mollare siamo con te": Rossi risponde via twitter 'Un gesto da veri campioni. Inaspettato. Grazie Fiorentina, sempre nel mio cuore. Forza Viola'. Poi tutti in campo. Sousa schiera una formazione ultra offensiva. Kalinic davanti con Bernardeschi e l'ex Saponara a supporto. Sulle fasce Tello e Chiesa. Risponde l'Empoli con El Kaddouri dietro Thiam e Mchedlidze. Fiorentina ad un passo dal vantaggio dopo 5 minuti: Chiesa tira forte, Skorupski respinge e Tello sbaglia clamorosamente da pochi metri il tocco vincente.

ERRORI E PASTICCI — L'Empoli risponde con due occasioni in un minuto. Prima Krunic si vede respingere il destro da Bernardeschi, poi Thiam calcia fuori da centro area. Gara equilibrata ed Empoli che risponde colpo su colpo alle sortite viola. Al 23' Saponara prova il cross, Buchel colpisce con il braccio alto ma Mazzoleni fa incredibilmente proseguire fra le proteste dei gigliati. Al 36' passa l'Empoli. Thiam parte in posizione di fuorigioco e mette il pallone al centro, Tatarusanu pasticcia ed El Kaddouri mette dentro senza difficoltà. Al 42' Bellusci salva miracolosamente a centro area, poi Astori tenta il sinistro senza fortuna.

PARI TELLO — Al 51' primo spunto di Tello, pallone al centro per Bernardeschi che gira forte ma centrale, con Skorupski bravo a deviare in corner. Al 60' ancora Tello si accentra e tira debole. Sousa prova il doppio cambio. Fuori Saponara e Bernardeschi, dentro Ilicic e Babacar. Tre minuti e la Fiorentina pareggia. Borja Valero, in netto fuorigioco, viene servito da Ilicic: aggancio e assist per Tello che segna l'1-1. Al 69' Thiam sfiora il nuovo vantaggio con un gran colpo di testa, Tatarusanu si riabilita e la toglie dall'angolo. Due minuti dopo tocca ai viola mangiarsi le mani con il destro potente di Chiesa che sfiora il palo e la punizione di Ilicic che tocca la traversa. Per lo sloveno settimo legno in campionato, una specie di record. Martusciello si copre inserendo Zambelli per El Kaddouri e abbassandosi ulteriormente.

DECIDE PASQUAL — A tre dal termine è però Tomovic a salvare tutto con un prodigioso recupero su Thiam a due passi da Tatarusanu. Nel secondo dei quattro minuti di recupero l'episodio chiave. Pucciarelli entra in area saltando Sanchez e forse viene toccato da Borja Valero. Mazzoleni fa ampi cenni che il contatto non c'è ed il gioco prosegue: poi, probabilmente richiamato dall'arbitro di porta Calvarese, torna indietro e concede il rigore. Pasqual, ex capitano e bandiera viola, trasforma e regala tre punti importantissimi all'Empoli. Finisce con il Franchi in ebollizione (Kalinic espulso per proteste dalla panchina) e la gioia ospite. Per la Fiorentina addio sogni europei.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 22:23
 
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Genoa-Lazio 2-2: segnano Simeone, Biglia, Pandev e Luis Alberto

I biancocelesti rimangono al quarto posto in classifica.
I rossoblù spezzano la striscia di 4 sconfitte consecutive.
Da segnalare le espulsioni di Inzaghi e Juric


Gol, emozioni, partita in bilico fino all'ultimo dei sette minuti di recupero. E contestazioni per rigori dati e soprattutto non concessi. Con i due allenatori che finiscono negli spogliatoi molto prima del 90'. Partita bella e combattuta che tanto Genoa quanto Lazio avrebbero potuto vincere e non meritavano di perdere. Verdetto giusto così, dunque, con buona pace di quanti ritengono che il campionato italiano offra sempre spettacoli privi di emozioni. Il Genoa può esultare, perché pur vedendo sfumare un successo che al 90' sembrava fatto, interrompe la serie di 4 sconfitte consecutive e soprattutto fornisce una prestazione tutto cuore che la riconcilia con il suo pubblico. La Lazio sperava di allungare in classifica, ma per come si erano messe le cose può ritenersi soddisfatta, anche se resta la forte recriminazione per i due rigori parsi solari e non concessi da Maresca (specie il secondo, a metà ripresa, sull'1-1). Inzaghi comunque conserva il quarto posto in classifica con una giornata in meno da giocare.

BOTTA E RISPOSTA — La partita regala emozioni sin dall'inizio. La Lazio prova ad imporre il suo gioco, ma è il Genoa a portarsi in vantaggio già al 10'. Palladino lavora bene la palla sulla sinistra, il suo cross pesca Simeone al centro dell'area, il centravanti argentino non ha difficoltà a piazzarla di testa nell'angolino, anche perché Hoedt, che lo dovrebbe marcare, si addormenta. Il Genoa si carica e tenta subito di metterla al sicuro, ma la Lazio in qualche modo regge. Passata la buriana, la squadra di Inzaghi ricomincia a produrre gioco ed al 23' reclama un rigore che sembra netto (Burdisso stende Parolo che si accinge a calciare), ma l'arbitro Maresca lascia correre. Non ha invece dubbi il direttore di gara nell'indicare il dischetto poco prima dell'intervallo. Il tiro di Anderson viene respinto da Burdisso con l'aiuto di un braccio. Anche in questo il rigore pare esserci, ma sicuramente tra i due era più evidente quello non dato a Parolo. Il tiro di Biglia dagli 11 metri non è impeccabile, ma la respinta di Lamanna finisce sui piedi dello stesso argentino che realizza. E poi esulta sotto la curva genoana, provocando la reazione del pubblico di casa. Pareggio comunque meritato, perché già in precedenza la Lazio lo aveva sfiorato con le conclusioni di Milinkovic, Keita e Immobile.


RIPRESA SCOPPIETTANTE — La ripresa comincia com'era finito il primo tempo, con la Lazio che prova a mettere il marchio sulla partita. Ci prova Hoedt dalla distanza, ma Lamanna ci arriva. Poi, al 13', nuovo episodio contestato nell'area genoana. Anche in questo caso il fallo di Laxalt su Keita pare essere da rigore ma Maresca non interviene tra le vibranti proteste dei laziali. La partita vive poi una fase di stanca a metà ripresa, ma si rianima nel finale quando le squadre si allungano lasciando spazio ad occasioni da ambo le parti. Anderson ci prova poco prima di lasciare il posto a Lombardi, risponde Palladino, poi è il turno di Milinkovic per la Lazio e Lazovic per il Genoa. L'occasione migliore ce l'ha Lombardi che a tu per tu con Lamanna calcia fuori. Dall'altra parte invece Pandev non perdona sul cross di Lazovic e riporta il Genoa in vantaggio. La Lazio si getta nella metà campo avversaria alla ricerca del 2-2. Lo sfiora Immobile, ma Lamanna lo anticipa. Si arriva così al 90'. Maresca concede 7 minuti di recupero per i cambi e per le perdite di tempo e al 46' la Lazio pareggia con il primo gol italiano di Luis Alberto. Ma non è finita perché le due squadre, anziché accontentarsi, cercano la vittoria. E al gol va prima vicinissima la Lazio con un colpo di testa di Milinkovic che finisce fuori di un soffio, ma poi è Pandev ad avere un'occasione clamorosa su cui Strakosha si supera. Finisce 2-2. Giusto così.

Stefano Cieri

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 22:26
 
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Palermo-Bologna 0-0, per Bortoluzzi un esordio amaro

I siciliani non sfruttano l'espulsione di Pulgar nel primo tempo e proseguono il periodo no.
La retrocessione in B si avvicina




L’inutile pari ferisce di più il Palermo: poteva essere l’occasione giusta per avvicinare l’Empoli quart’ultimo (adesso a 10 punti di distanza), ed invece finisce ancora tra i fischi del pubblico. Ennesima occasione sprecata e 0-0 tra i rimpianti contro il Bologna per più di un'ora in inferiorità numerica per l’espulsione di Pulgar nel primo tempo. Da una parte i rosanero devono pure ringraziare Fulignati, decisivo due volte su Di Francesco lanciato in contropiede, dall’altra dimostrano di non saper cogliere le occasioni in area altrui: Diamanti e Sallai falliscono nel modo più incredibile due match point nel finale.


DA DIEGO A DIEGO — I rosanero, guidati da Diego Bortoluzzi, 5° allenatore della stagione subentrato a Diego Lopez, si presentano in campo con il 4-3-3 rispolverato dall’ex vice di Guidolin. Ed è un Palermo dell’Est, piena espressione di Zamparini e del suo consulente Davor Curkovic (agente di ben 5 titolari dal 1’: Sunjic, Jajalo, Balogh, Nestorovski e Trajkovski). Senza Nagy, Donsah, Rizzo e Helander, Donadoni schiera invece il Bologna col tridente Verdi-Petkovic-Di Francesco, relegando in panchina Destro. Sono gli ospiti a manovrare con più efficacia, offrendo al pubblico palermitano (ai minimi storici) qualche bella trama fatta di tagli, sovrapposizioni e incursioni centrali. Gli errori dei siciliani in appoggio non si contano. Ed è davvero difficile portarsi nei sedici metri e pretendere di sorprendere l’avversario. Ci prova dalla distanza Bruno Henrique in un’occasione, poi al 19’ Verdi fallisce una nitida palla gol su cross di Di Francesco angolando troppo il colpo di testa in beata solitudine. La partita s’incattivisce all’improvviso al 24’ quando Pulgar rivolge un insulto a Banti e viene espulso col rosso diretto. Ma i padroni di casa non approfittano della superiorità numerica e, anzi, è il Bologna ad andare vicinissimo al gol con Di Francesco in contropiede lanciato da Petkovic: nella circostanza è eccellente Fulignati a restare fino all’ultimo in piedi e a respingere in tuffo la conclusione dell’esterno rossoblù.

BAGARRE — Nella ripresa il Bologna si ripropone col 4-4-1, mentre il Palermo attacca sfruttando di più la catena di sinistra. Al 18’ è il nuovo entrato Lo Faso ad impensierire Mirante con un destro sul palo più lontano che il portiere devia in angolo. Poi è ancora Fulignati a tenere in piedi i siciliani stoppando per la seconda volta Di Francesco lanciato in contropiede. Quindi il Palermo ha sui piedi di Diamanti (entrato da poco) il match-point a porta vuota al 38’, ma il fantasista cicca malamente il pallone servitogli da Lo Faso (a sua volta ispirato da Nestorovski) e l’azione sfuma tra lo sconcerto dei tifosi. Come al 43’ quando Sallai (altro subentrato nella ripresa) fallisce il gol a porta spalancata dopo la corta respinta di Mirante sul cross di Cionek. Niente da fare: i siciliani non sanno vincere. E la salvezza si allontana sempre di più.



Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
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