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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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15/04/2017 22:29
 
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Pescara-Juventus 0-2: decide la doppietta di Higuain

Due gol del Pipita nel primo tempo, ispirati da Cuadrado a Mandzukic.
Dybala esce dopo un colpo alla caviglia


E' arrivato il gol numero 200 da quando gioca in Europa per Gonzalo Higuain e subito dopo anche il 201: il Pipita ha scelto il modo migliore, la doppietta, per prepararsi alla sfida del Camp Nou. Ma soprattutto è arrivato il pareggio della Roma in casa con l'Atalanta, che innalza la Juventus a +8 sulla seconda in classifica. Se non ci fosse stato l'infortunio di Dybala sarebbe stato il pomeriggio perfetto per la Signora: successo in trasferta sul Pescara per 2-0 e allungo sulla diretta inseguitrice. Quella caviglia dolorante di Paulo però tiene in apprensione i tifosi in vista del ritorno dei quarti di Champions League.

DOPPIO PIPITA — In attesa di capire meglio che cosa ha La Joya, è giusto godersi una vittoria molto importante, contro una squadra che Allegri temeva molto. Per questo il tecnico limita il turnover alla difesa e a mezzo centrocampo: ne cambia sei (portiere compreso) ma conferma i fantastici cinque, compreso Cuadrado che era dato in ballottaggio con Lemina alla vigilia. Il colombiano si dimostrerà indispensabile, perché è da un suo tiro che nasce il gol sblocca partita. Zeman non cambia lo spartito del suo 4-3-3, con Caprari, Brugman e Memushaj davanti, che per una ventina di minuti regge l'urto dell'armata bianconera. La partita è tosta e il caldo non aiuta. Il Pescara corre, pressa e picchia. Non a caso il primo giallo arriva dopo 3 minuti (Muntari per fallo su Dybala). La prima palla gol invece la confeziona Higuain per Mandzukic, murato da Fiorillo. Per il vantaggio bisogna aspettare il 23': azione personale di Cuadrado che va al tiro, sulla respinta di Fiorillo c'è il Pipita. Gonzalo è motivato, sfiora il raddoppio con il destro; Mandzukic invece si mangia un gol facile facile su suggerimento di Cuadrado ma poi si fa perdonare con una testata-assist per il 2-0 di Higuain (43'), che indirizza la sfera con la punta del piede.

ALLARME DYBALA — Il Pescara parte arrembante: tiro di Brugman alla prima azione, parato da Neto, poi costruisce ma si perde davanti alla porta avversaria. Però continua a menare anche nella ripresa e Dybala ne fa le spese: un brutto fallo di Muntari (già ammonito e graziato dal permissivo Di Bello) lo costringe a lasciare il campo a Sturaro dopo 8 minuti, dolorante alla caviglia destra e preoccupato, visto che mercoledì c'è la delicata gara di Champions con il Barcellona. Senza l'argentino Allegri passa al 4-3-3 e Sturaro dopo pochi minuti ha l'occasione del 3-0. La Juve nel secondo tempo fa il minimo indispensabile, il Pescara continua a lottare ma fa molto poco sotto porta: solo un tiro di Biraghi nel finale, parato da Neto. Così la Signora al fischio finale dell'Olimpico può festeggiare.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 22:32
 
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Roma-Atalanta 1-1: Dzeko risponde a Kurtic, la Juve vola via a +8

Pessimo primo tempo dei giallorossi, buona ripresa, con un palo di De Rossi
e una traversa di Nainggolan, Totti in campo solamente negli ultimi 4'



La Roma si arena sull'Atalanta di Gasperini e deve dire probabilmente addio a qualsiasi residua speranza scudetto, vista anche la contemporanea vittoria della Juventus a Pescara. Per i giallorossi letale un primo tempo sbagliato in tutto e per tutto, con l'Atalanta che invece ha costruito calcio e meritato il temporaneo vantaggio. Nella ripresa, invece, tutto altro spartito, con la Roma che getta in campo cuore e idee e deve pagare i conti con il destino (palo di De Rossi, traversa di Nainggolan). Finisce 1-1, a far festa è Gasperini e non Spalletti, che chiude in ginocchio sull'ennesima mischia finale.

DEA PIÙ QUADRATA — Spalletti rilancia dal via Mario Rui e Perotti al posto di Juan Jesus ed El Shaarawy, dall'altra parte Gasperini schiera invece un'Atalanta abbottonatissima, con Il giovane olandese Hateboer a presidiare la fascia destra e un 3-5-1-1 che diventa spesso 3-4-2-1 in virtù della posizione di Cristante. Le mosse di Spalletti si rivelano subito errate, con Mario Rui che sbaglia tutto quello che c'è da sbagliare e Perotti che lascia spesso e volentieri a desiderare. Insomma, la catena sinistra della Roma è un mezzo disastro ed infatti è proprio da quella parte che l'Atalanta sfiora subito il vantaggio dopo appena 2', con Hateboer che spreca da pochi passi, contratto da Manolas. In generale è proprio l'Atalanta a giocare meglio, con Kessie che anestetizza Nainggolan a uomo e Conti che a sinistra vince spesso e volentieri i duelli uno contro uno con Rüdiger. E proprio da questo duello nasce il pallone giusto per Kurtic, che al 22' insacca di prima un bell'assist dello stesso Conti. E la Roma? Poco, davvero poco. Un paio di tentativi di testa di Fazio, uno di Dzeko da fuori e due sortite in mischia di De Rossi. Ma in generale tanta confusione e idee ridotte al lumicino.

ARREMBAGGIO GIALLOROSSO — Nella ripresa Spalletti manda dentro Bruno Peres e riporta Rüdiger al centro, trovando finalmente più spinta in fascia. Adesso è tutta un'altra Roma, che dopo 5' trova subito il pari: bel cross di Mario Rui, sponda di testa di Salah e tap-in vincente di Dzeko. Riequilibrati i conti, la Roma prova anche a vincere: Salah ha un paio di occasioni buone, Gollini dice di no a Perotti, Dzeko in spaccata non riesce a trovare la porta e De Rossi è sfortunato, con la sua sforbiciata su angolo di Nainggolan che si stampa sul palo. I conti con la sfortuna per i giallorossi non sono però finiti, perché al 19' è la traversa a dire di no ad un destro dal limite dello stesso Nainggolan. Insomma, l'inerzia in campo è cambiata radicalmente e ora la partita la fa solo la Roma, anche se al 24' l'Atalanta rischia di ripassare: tacco di Petagna per Cabezas (appena subentrato a Kurtic) e sinistro a tagliare tutta l'area su cui D'Alessandro arriva con un soffio di ritardo a porta vuota. Poi è tutto un forcing giallorosso fino alla fine, fatto però soprattutto di rabbia e di mischie. Vanno dentro anche El Shaarawy e Totti per l'assalto finale, ma il risultato non cambia più.

Anrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 22:36
 
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Torino-Crotone 1-1, Belotti apre, Simy chiude

I granata passano col 25° gol stagionale del Gallo, ma sprecano troppo e permettono la rimonta ai calabresi.
Alla squadra di Nicola però il punto non serve in chiave salvezza: l'Empoli allunga ed è a +5


Al Torino non bastano la rabbia di Andrea Belotti e una dozzina di palle gol per prendere la dodicesima vittoria in campionato. Quando Cordaz sembra parare tutto, il Gallo decide di dare la scossa: parte da centrocampo, batte sullo sprint Ceccherini e poi va a cercare il fallo in area. Il rigore per la spinta è molto contestato dal Crotone ma l’attaccante non si impietosisce: infila al 66’ il 25° gol in campionato e sembra aver dato il successo al Torino. Invece il Crotone sa reagire, approfitta anche di uno sbaglio di Hart in uscita e pareggia con Simy, su assist di Nalini.


DOMINIO SENZA SUCCESSO — Il Torino avrebbe meritato di più, però paga i troppi errori: sotto porta, perché Cordaz è strepitoso però alcune volte viene anche graziato, e anche nella sua area. Lascia due palle gol e prende una rete. Il Crotone ha la prima occasione seria con Trotta che non riesce a infilare da due passi (20’), quindi il Toro è più sciolto e con sponde e triangolazioni basse riesce ad avvicinarsi a Cordaz. Il portiere però neutralizza tre chance pulite respingendo su Belotti, Maxi Lopez e Ljajic prima dell’intervallo. E prosegue anche dopo. Il Toro è senza Acquah, Molinaro, Iturbe, Castan e Obi, in difesa Mihajlovic conferma al centro il brasiliano Carlao, ai primi minuti in casa, facendo riposare così Moretti. A centrocampo si rivede Valdifiori dopo oltre due mesi. Davanti Ljajic è il trequartista e spesso torna per iniziare l’azione da lontano. Ma il 4-3-1-2 diventa poi 4-2-3-1 nella ripresa, quando Boyé prende il posto di Lopez. Si gioca a lungo in una sola metacampo, eppure i granata non chiudono la gara.

I CAMBI — Il Crotone arrivava da due vittorie consecutive che hanno riacceso le speranze per la salvezza, ma adesso di trova a 5 punti dall’Empoli. Davide Nicola usa un 4-4-2 piuttosto stretto che punta più alla protezione. Il sistema regge discretamente al centro, mentre è deficitario sui lati. I miracoli del portiere non possono durare tutta la gara, così quando il Crotone si fa trovare scoperto viene punito da Belotti. Però Nicola risale al pari con i cambi: Nalini, entrato per Trotta, serve di testa Simy, subentrato a Martella, e il nigeriano infila a porta vuota il suo secondo gol in A.

Pierfrancesco Archetti

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 22:39
 
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Sassuolo-Sampdoria 2-1: segnano Schick, Ragusa e Acerbi

I neroverdi tornano al successo in casa che mancava dal 15 gennaio.
I blucerchiati non riescono ad approfittare dello stop del Torino


Più attento, concentrato e determinato, il Sassuolo batte la Sampdoria in rimonta (2-1), chiude una serie negativa che durava da sei partite e sfata il tabù Mapei dove non vinceva dal 15 gennaio (4-1 sul Palermo).


I PRIMI 45' — La Sampdoria impedisce fin dall’avvio ai neroverdi di alzare il ritmo. Chiuse le vie di passaggio centrali, gli emiliani trovano spiragli importanti sulle corsie laterali, in particolare a sinistra. Le incursioni di Ragusa, però, portano solo una lunga serie di calci d’angolo. I blucerchiati sono pericolosi solo a tratti. Schick fallisce di poco il pallonetto al 13’, il ceco è fortunato un quarto d’ora più tardi, quando, su azione da rimessa laterale, si vede carambolare su un braccio un tiro potente di Silvestre. La parabola che ne deriva è letale per Consigli. I padroni di casa stentano a reagire e protestano vivacemente quando, al 47’ la palla carambola sulla mano di Praet in piena area. Il belga è solo e viene tradito da un rimbalzo strano mentre effettua il rinvio, così l’arbitro Pairetto considera l’intervento involontario.

LA RIPRESA — In avvio di secondo tempo, però, tutto si ribalta: al 4’ Pellegrini innesca Ragusa a sinistra, l’ala stavolta punta dritta verso la rete e batte Viviano con sicurezza. La Sampdoria appare annebbiata ed arriva così anche il colpo del k.o.: angolo di Pellegrini e testa di Acerbi sul primo palo. Pure la reazione blucerchiata è annacquata e si rivela pericolosa solo con un colpo di testa, alto, di Skriniar, mentre Viviano è costretto a stoppare ancora Ragusa per evitare il 3 a 1.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 23:00
 
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Napoli-Udinese 3-0: Mertens, Allan e Callejon, tutto nella ripresa

Primo tempo con poche occasioni, poi la squadra di Sarri dilaga:
secondo posto più vicino, ora la Roma è a +2



È bastato un quarto d'ora di vero Napoli per mandare al tappeto l'Udinese e mettere pressione alla Roma - lontana ora solo due punti dagli azzurri - nella corsa al secondo posto. Dopo un primo tempo sonnolento, fatto di solo possesso palla, la squadra di Sarri ha alzato i giri e risolto la pratica grazie all'ennesima perla di Mertens e ad un gol dell'ex di turno Allan appena dopo il palo colpito dall'altro ex Zapata che avrebbe potuto pareggiare. Il terzo gol di Callejon, anche lui in doppia cifra ora in campionato, ha cambiato la forma ma non la sostanza del risultato.

POCHE EMOZIONI — Il pari della Roma con l'Atalanta aveva messo il Napoli nella condizione di poter accorciare il distacco in classifica, di conseguenza Sarri ha puntato sull'usato sicuro riproponendo l'undici vittorioso all'Olimpico contro la Lazio. "Educato" il 4-5-1 di Delneri con De Paul e Thereau esterni di centrocampo. Una sola sorpresa: Hertaux al posto di Felipe al fianco di capitan Danilo. Almeno inizialmente niente barricate dei friulani, nelle cui fila si è sentita l'assenza di un vero regista, e qualche spazio in più del consueto per i padroni di casa con Hamsik libero di prendersi le solite licenze offensive e Mertens sempre pericoloso ai venti metri (al 14' la prima parata di Karmezis su tiro del belga). Il Napoli attaccando molto sulle fasce, specie quella sinistra con Insigne, finiva con il collezionare una miriade di angoli (alto il colpo di testa di Albiol al 41') ma l'Udinese difendeva bene sul perimetro badando però a non alzare troppo il baricentro (appena 24% di possesso palla per i friulani nei primi 45'). Di conseguenza, la squadra di Delneri arrivava all'intervallo indenne e neppure con troppi patemi.

DA UN EX ALL'ALTRO — La ripresa è stata un'altra storia anche perché si è aperta con il botto: imbeccata al bacio di Jorginho (molto ispirato) per Mertens che si infilava in un buco tra Herteaux e Danilo e faceva secco Karnezis con un destro all'angolino. Ventunesimo centro in campionato per il belga, i cui agenti erano in tribuna a discutere con De Laurentiis del rinnovo di contratto. A quel punto, l'Udinese doveva cambiare atteggiamento ed il compito di dare una scossa era affidato al giovane Perica. In effetti, i friulani con il 4-3-3 sono apparsi immediatamente più propositivi mettendo paura al Napoli con il palo colpito da Zapata al 17' che faceva correre un brivido al pubblico del San Paolo: cross perfetto di Adnan e colpo di testa del colombiano con pallone che scheggiava appunto il legno. Da un ex all'altro, gol sbagliato e gol subito: Allan, infatti, un minuto dopo rubava palla ad Adnan e segnava la sua prima rete stagionale mettendo in ghiaccio il risultato per il Napoli. Il brasiliano non esultava, il San Paolo tirava un sospiro di sollievo. Da quel momento il Napoli ha fatto accademia, Insigne ha provato a far gol di tacco e sugli sviluppi dell'azione è arrivato il tre a zero di Callejon con un destro sporco ma preciso. Adesso la lotta per la Champions diretta con la Roma si fa interessante, anzi incandescente.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
15/04/2017 23:00
 
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SERIE A 2016/2017 32ª Giornata (13ª di Ritorno)

15/04/2017
Inter - Milan 2-2
Cagliari - Chievo 4-0
Fiorentina - Empoli 1-2
Genoa - Lazio 2-2
Palermo - Bologna 0-0
Pescara - Juventus 0-2
Roma - Atalanta 1-1
Torino - Crotone 1-1
Sassuolo - Sampdoria 2-1
Napoli - Udinese 3-0

Classifica
1) Juventus punti 80;
2) Roma punti 72;
3) Napoli punti 70;
4) Lazio punti 61;
5) Atalanta punti 60;
6) Milan punti 58;
7) Inter punti 56;
8) Fiorentina punti 52;
9) Torino e Sampdoria punti 45;
11) Udinese punti 40;
12) Chievo e Cagliari punti 38;
14) Sassuolo e Bologna punti 35;
16) Genoa punti 30;
17) Empoli punti 26;
18) Crotone punti 21;
19) Palermo punti 16;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
22/04/2017 23:57
 
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Atalanta-Bologna 3-2: gol di Conti, Freuler, Destro, Di Francesco e Caldara

I nerazzurri si portano al quarto posto in classifica scavalcando la Lazio in attesa della gara di domani contro il Palermo.
I rossoblù si sbloccano dopo 3 gare senza segnare ma non riescono a fare il "colpaccio"


C’è profumo d’Europa nell’aria. Ma per poco l’Atalanta non ha rischiato di bruciare l’arrosto. Lo aveva cucinato in fretta la squadra di Gasperini, non facendo i conti con un Bologna grintoso, a dispetto della classifica che poco ancora ha da chiedere al campionato. Il 3-2 finale proietta i nerazzurri al quarto posto solitario per una notte, in attesa di Lazio-Palermo di domani. Per salire lassù, però, la Dea ha faticato non poco, facendosi rimontare due gol e trovando il sigillo finale con il solito guizzo di Caldara, difensore goleador se ce ne è uno.


SILENZIO — Prima del fischio d'inizio lo stadio ha ricordato Michele Scarponi, il ciclista morto stamattina in un incidente stradale. Davvero toccante il minuto di silenzio all’Atleti Azzurri d’Italia.

SPRINT — L’Atalanta ritrova il Papu Gomez dopo il turno di squalifica e recupera Spinazzola sulla sinistra. Gasperini, insomma, ha il suo undici base in campo. Il Bologna, privo di Verdi, schiera un 4-2-3-1 coraggioso sulla carta, anche se Dzemaili è un trequartista atipico e dà manforte pure in mezzo al campo. Pronti e via, al primo affondo i nerazzurri passano: verticalizzazione illuminante di Gomez, Conti scappa alle spalle di Masina e brucia Da Costa sotto le gambe. Tutto bello, anche se sul gol dopo appena 3’ incombe l’ombra del fuorigioco, che sfugge al guardalinee Pegorin. E’ regolarissimo invece il raddoppio al 14’: Petagna difende bene un pallone in area e col destro lo rimette in mezzo dove Freuler al volo fa secco di nuovo Da Costa. Splende il sole e l’Atalanta sul 2-0 si rilassa un po’ troppo. La punisce subito Destro, rapido e letale in spaccata sul tiro-cross di Di Francesco. Siamo al 16’, nessun calcio d’angolo, zero cartellini, nemmeno l’ombra di una parata o un tiro fuori, ma il punteggio dice già 2-1. E qui inizia un’altra partita, un po’ più tattica e meno aperta. La conduce più il Bologna, anche se a ritmi sincopati e senza sussulti. La squadra di Gasperini, che perde Kessie (infortunio dopo un contrasto con Dzemaili, entra Cristante), invece arretra il baricentro e chiude gli spazi. Un atteggiamento che non piace al tecnico nerazzurro, letteralmente imbufalito in panchina. Le occasioni, però, le ha comunque l’Atalanta: Kurtic (bell’affondo di Spinazzola sulla sinistra), calcia male e colpisce Maietta dall’altezza del dischetto, mentre al 42’ Caldara, tutto solo, allarga di testa troppo sul secondo palo.

ZAMPATA — Il canovaccio non cambia nella ripresa. I padroni di casa gigioneggiano troppo, gli ospiti tengono botta, pur senza strafare. Dzemaili buca il tiro al volo su cross di Krejci, ma è l’avvisaglia di ciò che succede al 16’. Conti perde banalmente palla sulla destra, Krejci crossa, la difesa libera male, Destro e Dzemaili confezionano per Di Francesco, bravissimo a liberarsi in area e trafiggere Berisha di sinistro. E’ una doccia gelata per l’Atalanta, che forse sentiva di averla chiusa troppo presto. Gasperini corre ai ripari inserendo D’Alessandro e passando al 4-4-2, ma la Dea non si sveglia. Quindi il tecnico cambia ancora, togliendo a sorpresa Petagna e scegliendo di giocare senza un centravanti vero per 20 minuti. Una mossa che vuole soprattutto esaltare le qualità d’inserimento di Cristante e Freuler, usando la copertura di Grassi. Il gol del 3-2 arriva però da calcio da fermo al 30’: sponda proprio di Cristante e zampata sotto porta di Caldara, che anticipa Gastaldello. E’ la settima rete in campionato per il difensore centrale, al primo anno in Serie A. Mica male. Il Bologna non molla, Donadoni si gioca la carta Petkovic e Di Francesco al 43’ chiama Berisha alla risposta in tuffo su violento destro da fuori. Due minuti dopo, il portiere albanese si ripete su Destro, grazie anche alla collaborazione dell’inesauribile Spinazzola. E’ l’ultimo brivido, poi l’Atleti Azzurri d’Italia può godersi il quarto posto con vista sull’Europa.

Marco Guidi

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 00:01
 
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Fiorentina-Inter 5-4: Vecino e Babacar doppietta,
Icardi tripletta, gol di Astori e Perisic

Nerazzurri praticamente fuori dall'Europa: a Firenze si fanno
strapazzare dalla squadra di Paulo Sousa e si svegliano troppo tardi.
Pioli alla terza sconfitta nelle ultime quattro gare



Errori e gol si alternano in una partita incredibile. Vince la Fiorentina per 5-4. Allontanando probabilmente in maniera decisiva l'Inter dall'Europa. Protagonisti assoluti Babacar e Vecino, autori di una doppietta a testa. Ed Icardi, che firma tre gol. Difese da horror e secondo tempo pazzesco con reti ed occasioni a raffica. Pubblico di entrambe le squadre in silenzio in memoria del tifoso viola Marco Ficini morto a Lisbona con dinamiche ancora da chiarire. Sousa deve fare a meno di Gonzalo Rodriguez, fuori per una botta alla coscia, e Kalinic (squalificato). In difesa dentro Tomovic, davanti Babacar. Con Borja Valero e Bernardeschi a supporto. Nell'Inter tutto confermato con Icardi centravanti e il trio Candreva-Joao Mario-Perisic sulla trequarti. Dopo quindici minuti la Fiorentina aumenta la pressione: prima Milic spreca su bel taglio di Babacar, poi il terzino croato si riabilita mettendo al centro un rasoterra preciso girato sotto la traversa da Vecino. Handanovic incolpevole e primo gol in campionato per il centrocampista uruguagio.

RIBALTONE INTER — Reazione immediata degli uomini di Pioli, che 5' dopo trovano il pari. Perisic dà il via all'azione aprendo per Candreva: finta su Milic che cade malamente a terra e cross basso per lo stesso Perisic che insacca da due passi senza alcuna difficoltà. Al 34' sorpasso nerazzurro: Joao Mario sfrutta lo spazio centrale lasciato da Vecino tagliando splendidamente in verticale per Icardi. Sanchez è morbido nella marcatura ed il centravanti argentino torna a segnare in trasferta (non accadeva dalla sfida di Empoli) superando Tatarusanu in diagonale. Al 43' viola vicini al pari con un gran sinistro di Borja Valero deviato in corner dal balzo di Handanovic. Un minuto dopo lo stesso Handanovic si allunga sulla destra su un colpo di testa maldestro di Miranda.


ERRORE BERNA, RIMONTA VIOLA — Nessun cambio e subito brividi. D'Ambrosio trattiene Babacar in area, Valeri fischia un rigore decisamente contestato dai nerazzurri. Bernardeschi tenta una specie di cucchiaio che Handanovic para senza troppi problemi e Sousa corre ai ripari: fuori Tomovic (infortunato) e dentro Salcedo, ma soprattutto out uno spento Bernardeschi per far spazio ad Ilicic. La Fiorentina pareggia quasi subito con un colpo di testa preciso di Astori su corner di Valero. Nemmeno il tempo di respirare ed i viola passano ancora con una percussione centrale di Vecino terminata con il rasoterra vincente del centrocampista. Partita pazza condita da una quantità di errori impressionante. Come l'ennesimo della difesa nerazzurra che permette a Babacar di presentarsi nuovamente davanti ad Handanovic battendolo con un rasoterra chirurgico con Pioli incredulo ad osservare dalla panchina.

QUASI PARI — L'Inter, in pieno stato confusionale, imbarca acqua (e gol) da tutte le parti. Ed allora a dieci dal termine Salcedo vola sulla fascia destra servendo in area Babacar che, ancora solissimo, batte un incredulo Handanovic. I nerazzurri sembrano mollare definitivamente e il punteggio potrebbe assumere proporzioni ancora maggiori. Ma Icardi non ci sta: il capitano si gira a centro area trovando il destro vincente che si insacca dopo aver baciato il palo alla destra di Tatarusanu. Al 90' ancora gol e ancora Icardi che sugli sviluppi di un corner trova la tripletta personale. L'Inter ci crede, Astori salva sulla linea dopo un tiro di Brozovic facendo esultare il Franchi. Finisce 5-4 con le proteste interiste per il poco recupero finale. Vince la Fiorentina, l'Inter prosegue il periodo di magra con i soli due punti conquistati nelle ultime cinque partite di campionato.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 15:22
 
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Sassuolo-Napoli 2-2, Milik salva gli azzurri.
Ma la Roma può scappare

Gli azzurri frenati da due pali al Mapei Stadium e costretti
al pari in rimonta con gol decisivo del ritrovato polacco.
Lunedì i giallorossi a Pescara hanno la chance di andare a +4



Il Napoli fallisce il sorpasso sulla Roma. Un solo punto conquistato contro il Sassuolo, per giunta rincorso dopo essere passato in svantaggio poco dopo la mezz'ora del secondo tempo. Stavolta non sono bastate le prodezze di Mertens, ventiduesimo gol in campionato, e di Milik, ritornato al gol dopo sette mesi. Di contro, Di Francesco ha ritrovato il gol di Berardi ed ha interrotto la serie negative di 5 sconfitte consecutive al Mapei Stadium. Sarri non vuole rischiare niente. E per evitare qualche sorpresa inaspettata, schiera la formazione titolare: l'inseguimento alla Roma e, dunque, al secondo posto, non ammettono errori di valutazione. Il Sassuolo vivacchia nella fascia tranquilla della classifica e da questa partita si aspetta soltanto un risultato positivo, più per una questione di prestigio che non di necessità. I primi trenta minuti sono impalpabili, col Napoli a pressare e gli emiliani a tentare qualche ripartenza. Ma né Reina né Consigli vengono sollecitati. La gara ha qualche sobbalzo poco dopo la mezz'ora, con una serie di azioni travolgenti. Callejon (31') calcia sull'esterno della rete un suggerimento di Mertens, mentre la conclusione di Insigne (34') viene respinta da Consigli. Appena un minuto dopo e Berardi a sfiorare il palo con un diagonale di sinistro e Defrel calcia alto sulla traversa da buona posizione (42').

BOTTA E RISPOSTA — Al rientro in campo, Di Francesco tiene fuori Pellegrini, lento e svogliato su Hamsik, e inserisce Mazzitelli, mentre Matri prende il posto di Defrel. Ma è il Napoli a passare in vantaggio al 7'. L'apertura sulla destra di Hamsik trova Callejon pronto al cross, sul pallone si avventa Mertens che di testa fa esplodere l'esultanza dei 5.000 napoletani presenti al Mapei Stadium. Tutto molto bello, ma la gioia degli avversari dura appena 7 minuti, perché un errore di Hamsik (retropassaggio a Reina) consente a Berardi d'impadronirsi del pallone e di realizzare il gol del pareggio. Non è stata questa una delle migliori partite del capitano del Napoli. La rete del Sassuolo non cambia l'atteggiamento dei napoletani che continuano a tenere palla e ad esaltare le qualità del tridente offensivo. Al 20', la traversa respinge la punizione di Mertens e dieci minuti più tardi è il palo a negare il gol a Insigne.

PAURA NAPOLI — Nel momento di maggiore pressione del Napoli, però, arriva il raddoppio del Sassuolo. Ragusa assiste il diagonale di Mazzitelli per il 2-1. Sotto di un gol, Sarri inserisce Milik: la mossa si dimostrerà indovinata, perché sarà proprio il centravanti polacco a realizzare la rete del pareggio. Il suo ultimo gol in campionato risaliva al 17 settembre dello corso anno, contro il Bologna.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 18:46
 
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Chievo-Torino 1-3: gol di Ljajic, Zappacosta, Pellissier e Iago Falque

I granata salgono al nono posto in classifica e approfittano del k.o. della Samp contro il Crotone.
I gialloblù incassano la quinta sconfitta di fila


Il Toro del 4-2-3-1 e del Ljajic ritrovato dà un altro segnale, al di là del quinto risultato utile consecutivo: il futuro è questo e per una volta si può vincere anche senza i gol di Belotti che, pur cercando il timbro personale fino alla fine, per una volta lavora per gli altri, con il velo che agevola l’1-0 di Ljajic e il pallone rubato che precede il 3-1 di Iago Falque. Chievo penalizzato dai troppi assenti: non un semplice alibi per la quinta sconfitta consecutiva, figlia di un’evidente gap di qualità rispetto ai mezzi offensivi evidenziati ancora una volta dal Torino. Quelli che Mihajlovic, con la sua svolta tattica, ha scelto di privilegiare.


LE SCELTE — Maran non rinnega il 4-3-1-2 nonostante ieri avesse provato anche uno schieramento con la difesa a tre, una sola punta e Birsa in appoggio. Nella linea a quattro però il laterale destro non è Izco, ma il giovane Depaoli (‘97), con Frey adattato a giocare a sinistra come previsto. Torna Birsa fra le linee, trequartista alle spalle della coppia Pellissier-Inglese. Solo una sorpresa (obbligata) per Mihajlovic: laterale destro De Silvestri e non Zappacosta, febbricitante, ma costretto a entrare in campo dopo 24’, per un problema muscolare dell’ex sampdoriano. Per il resto, confermato il rientro dopo 14 mesi abbondanti di Avelar sulla fascia sinistra e il 4-2-3-1, con il rientro di Acquah e il trio Iago-Ljajic-Boyé alle spalle di Belotti.

PRIMO TEMPO — Possesso palla del Toro per buona parte dei 45’, ma vince soprattutto la noia di una gara di fine stagione, con due squadre che hanno ormai poco da chiedere a questo campionato. Poche emozioni, al di là di una fuga di Inglese all’alba della partita - fermata ingiustamente dal guardalinee per un fuorigioco che non c’era - un contropiede del Toro chiuso da Ljajic (murato da Sorrentino) al 5’ e una traversa scheggiata (dopo deviazione) da Boyé all’8’. Da quel momento la squadra di Mihajlovic ha schiacciato il Chievo, ma senza trovare soluzioni offensive davvero pericolose: un colpo di testa di De Silvestri, due tentativi di Belotti, un tiro di Ljajic fuori di poco. Solo al 39’ Sorrentino ha riprovato un brivido, il più grande, quando un tiro di Boyé a porta teoricamente scoperta è stato neutralizzato da un’ottima chiusura di Depaoli. E il Chievo? Enormi difficoltà ad accendere Birsa, comunque il più lucido dei suoi, e dunque ad attivare Pellissier (un’ombra) e Inglese, che si è rivisto solo per un colpo di testa fuori misura al 27’.

SECONDO TEMPO — La partita gira al 7’ della ripresa, quando una palla conquistata da Iago diventa il cavatappi che dà via libera alle bollicine di Ljajic. Il gol numero 8 in campionato del serbo sblocca definitivamente il Toro, che trova quasi subito il raddoppio con un gran gol di Zappacosta: sugli sviluppi di un corner calciato da Avelar, con pallone allontanato da un difensore, l’azzurro - solissimo - inventa un gran tiro al volo, impossibile da respingere. La partita sembra chiusa lì e il sussulto del Chievo (Pellissier cerca e trova da Inglese la sponda per il blitz del 2-1) dà solo l’impressione di riaprirla. Il Toro non riesce a interrompere la striscia di partite con almeno un gol subito (ora sono 14), ma ha la forza di non sedersi troppo e di togliere il residuo coraggio alla squadra di Maran, che non ha mezzi per tentare la rimonta. Succede alla mezzora quando Belotti ruba palla a Radovanovic e la serve a Iago, che interrompe il suo digiuno con un sinistro a fil di palo. A quel punto la partita vive solo dei tentativi di Belotti di andare in gol, ma stavolta - dopo tre gare consecutive in gol - il Gallo resta a digiuno.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 18:49
 
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Lazio-Palermo 6-2: tripletta di Keita, doppiette di Immobile e Rispoli

Nel finale primo gol in A per Crecco, subentrato a Milinkovic.
Simone Inzaghi è di nuovo quarto, e domenica c'è il derby con la Roma



Lazio a valanga contro il Palermo. Torna a vincere la squadra di Inzaghi che si riprende il quarto posto dopo il sorpasso di ieri sera dell’Atalanta e distanzia Milan e Inter nella corsa verso l’Europa League. Avvio schiacciante dei biancocelesti che con 5 gol in 25 minuti chiudono tutti i conti. Doppietta di Immobile che sale a quota 20 in campionato, eguagliando con le reti segnate anche in Nazionale il record stagionale di 28 gol col Pescara nel 2012. Tripletta di Keita che si porta a 11 reti nella graduatoria marcatori. In avvio di ripresa, la doppietta di Rispoli, nata da errori della difesa laziale, potrebbe riaprire una partita che però resta ancorata alla profonda differenza di valori delineata dalla classifica delle due squadra. E il gol di Crecco sui titoli di coda timbra il 6-2 conclusivo.

BOMBER ALL’ASSALTO — Influenzati Radu e Murgia, ancora infortunato Marchetti, Inzaghi rispolvera il 3-5-2. In difesa torna Wallace, a centrocampo rientra Lulic. Bortoluzzi opta per il 3-4-2-1. Tra pali, spazio a Posavec. Nel reparto arretrato si rivede Goldaniga, che rileva lo squalificato Aleesami. In mediana, le novità sono Rispoli, Gazzi e Morganella. Lo Faso, alla prima da titolare in A, affianca Sallai nella trequarti. Ma la Lazio piazza l'uno-due nel giro di due minuti con una doppietta di Immobile. All’8’ l’attaccante chiude con un’incornata a rete un corner di Biglia smistato di testa da De Vrij. Al 10’, Lulic pesca Milinkovic sulla sinistra, il traversone del serbo viene finalizzato dal bomber di Inzaghi con un tocco angolato. La Lazio imperversa, il Palermo è in forte affanno. Al 20’ Sunjic salva a porta vuota su Parolo. Un minuto dopo, il terzo gol della Lazio: Keita si fa largo in area e di destro infila Posavec. Al 24’, Morganella atterra lo stesso l’attaccante spagnolo-senegalese che dal dischetto firma il quarto gol. Bortoluzzi sostituisce Sallai con Bruno Enrique e passa al 3-5-2. Keita è irrefrenabile: al 25’, cucchiaio vincente a Posavec su assist di tacco di Immobile e arriva il 5-0. Poi l’ex Barcellona va a segnare ancora, ma è in fuorigioco. Solo al 40’ il Palermo riesce ad affacciarsi al tiro: Nestorovski conclude al lato.

SBUCA RISPOLI — Dopo l’intervallo, sostituzione nella Lazio: Lukaku al posto di Parolo. Palermo va in gol al 1’: un errato disimpegno di De Vrij su incursione di Jajalo libera Rispoli che buca Strakosha. E l’esterno di Bortoluzzi al 7’ raddoppia sfruttando un rimpallo su un disinvolto retropassaggio di Hoedt a Strakosha. La Lazio si rimette in moto. Al 19’ Posavec vola per opporsi a una punizione di Milinkovic. Nuovo ingresso nel Palermo: al 21’ Chochev rileva Jajalo. Mentre nella Lazio Crecco avvicenda Milinkovic, fresco di ammonizione. Al 28’, applausi per Keita che sfiora il sesto gol con un bel diagonale. Per dare più peso in avanti Bortoluzzi si gioca la carta Trajkovski che sostituisce Lo Faso. Poi, Inzaghi dà spazio anche a Lombardi per Keita, protagonista della gara. E al 45’ arriva la zampata di Crecco, al suo primo gol in A, a fissare il 6-2 finale nella festa dell’Olimpico già proiettato verso il derby di domenica prossima.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 18:52
 
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Milan-Empoli 1-2: Mchedlidze, Thiam e Lapadula, Suso sbaglia un rigore

I rossoneri si complicano la vita per la corsa all'Europa:
Skorupski para tutto e l'ex Pescara si sveglia tardi.
Martusciello, salvezza sempre più vicina



L’Inter mandi un pacco regalo a Mame Thiam, senegalese classe 1992 che nella Primavera nerazzurra non giocava, si è fatto un giro anche alla Juve e oggi ha complicato maledettamente il futuro europeo del Milan. L’Empoli vince 2-1 a San Siro una partita che cambia la stagione: testa di Mchedlidze per lo 0-1, destro di Thiam per il raddoppio, sinistro di Lapadula per la speranza di Montella. Sembrava l'inizio dell'ennesimo miracolo stagionale rossonero, invece niente. Il Milan perde in casa anche con l'Empoli - era successo con Udinese e Samp -, resta solo a +2 sull’Inter e vede allontanarsi la Lazio. Ormai, per l'ultimo posto europeo, è corsa a due milanese.

SINTESI — A San Siro, altro che pomeriggio tranquillo, si è visto di tutto: tre gol, un rigore sbagliato da Suso sullo 0-1, una parata di Donnarumma da X-Men, una traversa di Ocampos, un’esultanza di Galliani… alla Galliani dopo il gol di Lapadula e fischi a centinaia per De Sciglio, probabilmente colpevole di flirtare con la Juve. Alla fine, decidono Mchedlidze e Thiam: un senegalese al primo gol in Serie A e un georgiano che a 17 anni faceva il testimonial per le presidenziali di Tbilisi e dieci anni dopo, ancora oggetto misterioso, sta vivendo la migliore stagione della vita.


ZAPATA E LA DISTRAZIONE — San Siro si immerge presto in un’atmosfera da domenica di primavera, perché il primo tempo è soporifero. Il Milan attacca, certo, ma dopo un buon inizio il ritmo resta basso e l’Empoli, organizzato, concede soprattutto tiri da lontano. Suso prova subito tre volte dal centro, mentre Deulofeu resta ai margini della partita. Così il Milan torna a destra, dove Calabria crossa bene due volte: Lapadula prima non ci arriva, poi gira col destro. Niente, il pomeriggio è velenoso e lo stadio comincia a capire. Skorupski, nel mezzo di una serie di parate da portiere attento, blocca Lapadula e anche Paletta, bravo a saltare di testa su un angolo da sinistra. In più, Zapata sbaglia un retropassaggio per Donnarumma lanciando El Kaddouri uno contro uno: classico errore da giornataccia del difensore colombiano, che qui viene salvato dall’uscita di Gigio. Non sarà sempre così fortunato. L’Empoli infatti segna al 40’: angolo da sinistra di El Kaddouri, Mchedlidze tiene lontano Zapata col fisico e gira in porta. Forte, troppo per la parata di Donnarumma. I 50 empolesi arrivati a Milano aprono la festa del settore ospiti, senza immaginare che sarebbe durata fino a sera.

SORPRESONA — Il Milan regala un’altra decina di minuti del secondo tempo, poi sembra uscire dall’incubo quando Gavillucci fischia rigore per un fallo di Skorupski – ingenuo – su Pasalic. Suso però calcia quasi peggio di Bernardeschi in Fiorentina-Inter, allora Skorupski para, respinge anche un secondo tiro di Lapadula e fa girare la partita. Un classico del calcio, perché l’Empoli in pochi minuti raddoppia. Lancio dalla trequarti, sponda di Maccarone, Zapata tiene in gioco Thiam che calcia forte davanti a Donnarumma: 0-2 e San Siro in pieno incubo. A quel punto, finalmente, il Milan si mette in modalità emergenza. Lo stadio fischia e tutto diventa più frenetico. Montella, dopo aver fatto entrare Bacca, replica con Ocampos al posto di un terzino, come nel derby, e trova subito il 2-1 con Lapadula: il 9 da Torino difende palla, punta Barba e calcia all’angolo opposto. Imprendibile per Skorupski che, tra una parata e l’altra, regala una punizione a due davanti all’area piccola: blocca la palla, la lascia a terra e la riprende. Non si può, ma Lapadula trova la schiena di El Kaddouri, non la porta. Ormai però è arrembaggio. Il Milan è sbilanciato e concede un contropiede a Maccarone, ma Donnarumma salva con una mano come un portiere normale non potrebbe fare. Allora Montella ci crede e quasi esulta quando Ocampos, alla fine dell’ennesima mischia, prende la traversa col sinistro. Il pomeriggio però resta maledetto: Donnarumma salva uno contro uno anche su Thiam e il Milan non dà più la sensazione di poter pareggiare. In una frase: Empoli meritatamente vicino alla salvezza nonostante la vittoria del Crotone a Genova, Milan autolesionista e troppo passivo nel primo tempo. Non è la prima volta, neanche la seconda.

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 18:56
 
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Sampdoria-Crotone 1-2, Falcinelli e Simy ribaltano Schick

I calabresi tengono vive le speranze di salvezza ribaltando lo svantaggio nel secondo tempo.
Inutile il bellissimo gol di Schick per i padroni di casa


Il Crotone non si arrende e insegue la salvezza sfruttando al massimo le disattenzioni della Sampdoria, apparsa paga per il buon campionato fatto e poco determinata.


Non bastano ai blucerchiati le magie di Schick, che realizza il gol del vantaggio al 20’, grazie a un sombrero straordinario su Ceccherini ed entusiasma il pubblico con giocate di tecnica e fantasia. La Sampdoria, però , concede sempre spiragli agli ospiti, neutralizzati a lungo da un attento Puggioni, e fallisce, al 9’ il colpo del k.o. con Quagliarella, liberato da Torreira e pronto a concludere sull’uscita del portiere, mancando però il bersaglio.


REAZIONE CROTONE — Il Crotone ha il merito di rimanere aggrappato al match anche nei momenti più complicati, per poi colpire quando i blucerchiati si rilassano troppo. Falcinelli pareggia al 22’, con una conclusione ravvicinata su assist di Trotta, poi, al 35’ dopo un bell’intervento di Cordaz ancora su Quagliarella, arriva pure il 2 a 1 per gli ospiti, con Simy, entrato da sei minuti per Trotta, freddo nella conclusione sul perfetto assist di Falcinelli. E la Samp, sorpresa, non ha più la forza di reagire.

Alessio Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 19:00
 
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Udinese-Cagliari 2-1: Perica entra e la sblocca.
Poi gol di Angella e Borriello

Nel primo tempo Thereau sbaglia dagli undici metri.
Il croato, subentrato al suo posto, la sblocca 4' dopo l'ingresso in campo.
Nel finale i sardi la riaprono e sfiorano il pari


E l’Udinese torna a correre dopo il k.o. di Napoli, lo fa battendo con fatica ma anche con merito il Cagliari, sembrato la copia sbiadita della squadra brillante che aveva asfaltato il Chievo alla viglia di Pasqua. Decisiva la mossa di Delneri: Perica prende il posto di Thereau e cambia la gara.

AHI THEREAU — Primo tempo equilibrato ma discretamente brutto e pieno di errori. E’ l’Udinese a fare la partita, a un ritmo basso, spingendo soprattutto a destra con Widmer e De Paul, mentre dalla parte opposta Jankto è lasciato solo da Felipe, un po’ a disagio nel ruolo di terzino sinistro. Il Cagliari sembra aver perso la brillantezza del sabato di Pasqua: Rastelli punta tutto, o quasi, sul movimento di Sau che parte da trequartista per alzarsi all’altezza di Borriello o abbassarsi per prendere palla a centrocampo. Joao Pedro fa un po’ di confusione e il centravanti gira a vuoto (segna anche, ma toccando con la mano). Le emozioni sono dunque poche e la qualità del gioco non eccelsa. Il protagonista è Rafael che al 6’ fa una doppia parata su Zapata (di piede) e poi su De Paul. Ma soprattutto blocca il rigore di Thereau, concesso giustamente per un fallo di Barella su Widmer. E’ il 30’ e la partita potrebbe svoltare. E invece Thereau, 5 gol finora al Cagliari, dimostra di non essere in forma sciupando tutto, Hallfredsson, a destra dell’area, riprende la respinta di Rafael ma manda altissimo.


RISVEGLIO CAGLIARI — La partita si accende nel secondo tempo quando Delneri toglie lo spento Thereau e manda in campo Perica. E’ lui a segnare l’1-0 con un gran tiro da fuori. Tre minuti dopo il raddoppio: angolo di Jankto dalla destra, la difesa del Cagliari (fino a quel momento impeccabile) pasticcia, il pallone arriva ad Angella che mette dentro da pochi passi. I rossoblù di Rastelli si sciolgono, rischiano il crollo (palo e occasione del solito Perica), poi si svegliano. Accorciano con un colpo di testa di Borriello che sfrutta un’indecisione di Karnezis, poi Danilo salva sulla linea un tiro di Salamon. E’ l’unico momento in cui l’Udinese soffre, ma il risultato non cambia. Giusto così.

GUGLIELMO LONGHI

Fonte: Gazzetta dello Sport
23/04/2017 22:53
 
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Juventus-Genoa 4-0: autogol di Munoz, Dybala, Mandzukic e Bonucci

I bianconeri dominano la partita e vanno a +11 sulla Roma impegnata domani a Pescara.
Nel finale esordio per Mandragora



Nella mente e nel cuore il Barcellona si confonde col Monaco: allo Stadium la gente ha ancora negli occhi l’impresa catalana e sogna di ripeterla nel Principato. In mezzo ci sarebbe però il Genoa, annichilito senza dover sudare troppo. Questa in campionato contro il Grifone doveva essere la “partita scudetto” secondo il pensiero di Allegri in vigilia e il 4-0 finale certifica, se mai ce ne fosse bisogno, che il tricolore sarà nuovamente cucito sul bianconero. In più, la Juve vendica la partita folle dell’andata a Marassi, quella in cui la truppa adesso arrivata in semifinale di Champions ha patito di più. Ma stavolta in campo non c’è alcuna traccia di quel Grifone che rifilò tre sberle in 29 minuti, anzi le parti sono naturalmente rovesciate. E negli applausi finali del pubblico, uno è dedicato a Mandragora, all’esordio in bianconero: ecco una scheggia di futuro proprio contro la ex squadra del talentino napoletano.

PRIMO TEMPO — All’inizio c’è Benatia a fare da scudiero a Bonucci tra i centrali. E Lichtsteiner, alto come mai prima d’ora, a fare il Cuadrado. È quest’ultima una variante non considerata nella maxi pretattica di Allegri: il 4-2-3-1, comunque, non si tocca più e la Juve bagna il pane nella difesa di burro di Juric, un trio argentino altamente rivedibile. I primi due gol arrivano come un lampo: al 17’ un goffo autogol di Munoz dopo una incursione di Marchisio. Il passaggio di Higuain è morbido e appetitoso, il tocco del Principino sbilenco, ma il difensore argentino finisce per buttarsela dentro. Sessanta secondi dopo Dybala, uno che è amico di Munoz e l’ha usato come traduttore appena arrivato in Italia, segna il 2-0 dopo un uno scambio stretto con Khedira: il sinistro radente è sul primo palo, ma per purezza ricorda quello della notte magica contro il Barcellona. Anche in questo caso, la manovra inizia dal Pipita, meno killer d’area e più punta di raccordo. Certo, anche lui dovrebbe segnare per avvicinarsi al top in classifica cannonieri, ma ci prova nel primo tempo soltanto con un sinistro floscio dal limite. Più robusto, bello ed efficace il destro di prima di Mandzukic del 3-0: l’azione è aperta da un altro zuccherino di Dybala e il croato è bravissimo a trovare l’interno sul secondo palo. Il tutto in 41’ minuti, dodici in più di quelli che erano serviti al Genoa per regolare i bianconeri all’andata. Ma questo Grifone, già sazio e senza nulla da chiedere alla stagione, non è neanche lontano parente di quello assatanato di cinque mesi fa. Nel complesso pare pochissima cosa e basta una Juve normale dopo le fatiche di Coppa per rendere inutile la ripresa.

SECONDO TEMPO — Vista la prima parte, nella seconda si rischia di morire di noia perché, in fondo, niente cambia davvero. Il ritmo basso del Genoa agevola la manovra dei bianconeri, bravi a far transitare il pallone da una fascia all’altra e a trovare il corridoio più adeguato per le punte. Mandzukic, rimproverato spesso da Allegri nonostante il gol, assume una posizione più arretrata e spesso lontana dal cuore delle azioni offensive: i cori dei tifosi, continui e potenti, lo ricambiano però delle infinite corse in questa stagione. Un sussulto arriva con un gol annullato a Bonucci per un fallo in mezzo all’area su punizione di Dybala, ma è enorme il suo gol convalidato una decina di minuti dopo: Leo ha un che di Scirea quando esce palla al piede, salta un uomo e con un tiro leggermente deviato batte il povero Lamanna. Certo, il contrasto dei rossoblù è pressoché assente, ma l’azione è impetuosa, da giocatore totale, e arriva dopo una super prestazione in Catalogna. Chi manca al party? Solo il Pipita che prende il palo a botta sicuro dall’area piccola dopo un incrocio colpito di sinistro da Marchisio, finalmente in palla e con la fascia da capitano per 90 minuti. Anche se un terzo palo sarà poi colpito da Asamoah, è questa l’azione più bella della serata, la foto di una Juve che sa essere bella nella sua tremenda praticità. Lo sanno bene in Catalogna, lo temono a Montecarlo.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/04/2017 23:06
 
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Pescara-Roma 1-4: Strootman, Nainggolan e doppietta Salah

Zeman regge 43', poi la squadra di Spalletti dilaga, tornando a +4 sul Napoli.
Nel finale Benali fissa il record di gol segnati in una giornata di serie A.
Retrocessione aritmetica per gli abruzzesi



La Roma spreca tantissimo per 44 minuti, poi chiude i conti con Strootman, Nainggolan e la doppietta di Salah e riporta a 4 i punti di distanza dal Napoli con vista sulla Champions League. Troppa differenza tra le due squadre, troppa distanza in ogni valore: tecnico, tattico e motivazionale. Con un caso finale in casa Roma, i vaffa di Dzeko a Spalletti per la sostituzione a 20 minuti dalla fine.

DOMINIO ASSOLUTO — Spalletti rilancia Emerson sulla fascia sinistra e lascia a riposo De Rossi per un problema fisico, spedendo in regia l'argentino Paredes. Zeman replica come può, provando a disegnare una squadra equilibrata ma che possa anche mettere paura. Tentativo vano, visto che nei primi 20' di gioco la Roma va al tiro addirittura 9 volte, sfiorando a più riprese il gol. Gol che era anche arrivato al 2' con una bella semirovesciata di Salah, ma che Irrati ha poi annullato per fuorigioco (giusto) dopo che l'assistente Vivenzi l'aveva concesso. Poi ci hanno provato due volte a testa El Shaarawy, Strootman e Dzeko, con l'epilogo della clamorosa traversa di Nainggolan su assist in verticale di Paredes. Insomma, ogni volta che la Roma va in verticale può far male, ma il gol non arriva. E il Pescara? Si affida soprattutto alle iniziative di Bahebeck, pericoloso in un paio di circostanze. Ma poi poco altro, con tanti errori di palleggio e squilibri difensivi a tratti imbarazzanti. Ed in uno di questi al 44' Paredes verticalizza dalla propria metà campo su El Shaarawy, che dopo aver attaccato bene lo spazio verso Fiorillo regala a Strootman un pallone che deve solo essere depositato in rete, a porta vuota. Sbloccato il risultato, i giallorossi raddoppiano un minuto dopo con Nainggolan, bravo a chiudere di piatto un'azione creata da Salah (sempre nello spazio) con l'assistenza finale di Dzeko.

GIOCHI CHIUSI — Zeman prova allora ad aggiustare le cose preferendo Bruno a Muntari in regia, ma lo spartito non cambia di una virgola. Del calcio zemaniano non c'è una virgola, se non le tante amnesie difensive. Così al 3' Salah segna il 3-0 con un bel piazzato dal limite e al 15' fa addirittura 4-0 finalizzando al meglio una ripartenza su calcio d'angolo del Pescara, fattispecie che fa capire di quanti squilibri difensivi vivano gli abruzzesi. In mezzo Dzeko sfiora due volte il gol, ma anche il Pescara si rende pericoloso per il gol della bandiera con Benali (anticipato in extremis da Emerson) e Bahebeck. Poi al 26' Spalletti decide di togliere Dzeko e il bosniaco reagisce mandandolo platealmente a quel paese (eufemismo), complice la voglia di restare in campo per battere il suo record personale di 36 reti stagionali. Poi c'è ancora tempo per una bella parata in tuffo di Szczesny su Caprari, per il gol della bandiera di Benali (con un bel tap-in su assist di Memushaj) e il palo finale su punizione di Biraghi.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
24/04/2017 23:07
 
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SERIE A 2016/2017 33ª Giornata (14ª di Ritorno)

22/04/2017
Atalanta - Bologna 3-2
Fiorentina - Inter 5-4
23/04/2017
Sassuolo - Napoli 2-2
Chievo - Torino 1-3
Lazio - Palermo 6-2
Milan - Empoli 1-2
Sampdoria - Crotone 1-2
Udinese - Cagliari 2-1
Juventus - Genoa 4-0
24/04/2017
Pescara - Roma 1-4

Classifica
1) Juventus punti 80;
2) Roma punti 75;
3) Napoli punti 71;
4) Lazio punti 64;
5) Atalanta punti 63;
6) Milan punti 58;
7) Inter punti 56;
8) Fiorentina punti 55;
9) Torino punti 48;
10) Sampdoria punti 45;
11) Udinese punti 43;
12) Chievo e Cagliari punti 38;
14) Sassuolo punti 36;
15) Bologna punti 35;
16) Genoa punti 30;
17) Empoli punti 29;
18) Crotone punti 24;
19) Palermo punti 16;
20) Pescara punti 14;

(gazzetta.it)
29/04/2017 13:21
 
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Atalanta-Juventus 2-2: Conti, autogol
di Spinazzola, Dani Alves e Freuler

Bel primo tempo della squadra di Gasp, avanti con Conti.
Nella ripresa autogol di Spinazzola e rete per Dani Alves prima del definitivo pari dello svizzero


Del Monaco l’Atalanta ha la freschezza della gioventù e le frequenze supersoniche: lo tenga a mente la Signora prima della Champions perché, nelle prove generali della semifinale a Bergamo, più che il secondo tempo arrembante, può rimanere negli occhi il primo deprimente. La Juve è andata in crescendo, l’Atalanta terribile del Gasp in calando: alla fine, il 2-2 fotografa una partita completamente a due facce, ma le occasioni per i bianconeri sono numericamente molto di più. Per questo, anche alla luce del pari-beffa arrivato allo scadere e su una azione confusa, Allegri può avere qualche rimpianto per la classifica accorciatasi: la Roma può andare a -6, ma basterà preservare la cattiveria della ripresa per non correre rischi in chiave scudetto.

PRIMO TEMPO — All’inizio da un lato ecco le prove generali per la Champions, con l’11 che Allegri ha lucidato nelle notti di gala; dall’altro Gasperini stimolato dagli eventi a rimescolare le carte: in panchina Kessie e Petagna, il primo per il problema fisico patito sabato nel match col Bologna, il secondo per scelta tecnica. A supportare Gomez c’è Kurtic e, soprattutto, la sorpresa Hateboer: quando il Papu inizia ad arare la fascia, l’olandese è pericolosissimo in allungo e sfiora a due passi da Buffon. Nel complesso, è lui la zanzara più fastidiosa: si muove da destra e poi tagli in mezzo, con Gomez impegnato nel solito lavorìo tutto tecnica a svuotare l’area. Al contrario, i bianconeri sono lenti e svagati, pure piuttosto molli, e le uniche occasioni sono da cercarsi nelle girate, occasionali e d’istinto, del Pipita: per il resto, l’Atalanta va al doppio dei giri e alla mezzora si divora il vantaggio. Errore Juve in disimpegno, Chiellini a terra imprudentemente e su Freuler serve l’interventone di Buffon. Il contraltare bianconero viene da un taglio di campo frizzante, con cross di Chiellini e destro al volo di Cuadrado, che allarga troppo il compasso. Poco, però, molto poco, e proprio un attimo prima che l’arbitro Guida fischi al 45’ arriva il guizzo di Conti che infila il pallone tra Buffon ed il palo: è il Papu ancora una volta l’apriscatole, prima serve Kurtic murato da Chiellini in spaccata, e poi crossa per l’esterno, uno dei più positivi tra i ragazzini terribili del Gasp. Tutto meritatissimo perché è proprio sulle fasce che il Gasp vince le gare, bloccando Mandzukic e Alex Sandro con Conti, spingendo quando serve anche con l’energia di Spinazzola.

SECONDO TEMPO — I primi minuti del secondo tempo sono, invece, quelli del pareggio e del realismo. Un manifesto di quello che la Juve può essere: se alza i ritmi e morde, diventa un carrarmato che schiaccia ogni rivale, anche la bellissima rivelazione di questo campionato. Tra il 49’ e il 52’ arriva il pareggio su un goffo autogol di Spinazzola, prodotto del vivaio bianconero che prima o poi tornerà a casa. E ancora un Dybala scatenato che si intrufola in area e costringe Berisha alla super parata. E sugli sviluppi del corner è ancora il portiere a prendersi una pallonata addosso su missile ravvicinato di Higuain. Tre indizi fanno una prova: è tornata la vera Juve che può lamentarsi pure per un rigore incredibilmente non dato. Toloi tocca con la mano, Guida assegna il penalty, ma poi si corregge incredibilmente e fischia il fuorigioco. Una topica clamorosa che, però, non cambia l’andazzo della ripresa: la Juve preme e bombarda l’Atalanta con occasioni in serie, su Khedira (una volta con destro a giro dal limite e una volta di testa nell’aria piccola) Berisha fa gli straordinari. L’aver alzato sensibilmente il baricentro porta campo alle spalle dei difensori Juve che devono gestire qualche pericolosa scappata dei folletti atalantini. Il 2-1 di Alves, definitivamente calato nel ruolo anche in campionato, su cross di Pjanic, è il giusto riconoscimento alla super ripresa bianconera. Sembrerebbe tutto finito, ma l’Atalanta dimostra perché è lassù: il Papu spaventa Buffon, poi Freuler in mischia lo batte e fa sorridere la Roma, che ancora non rinuncia all’impresa impossibile.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/04/2017 23:25
 
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Torino-Sampdoria 1-1: a segno Schick e Iturbe

Gol meraviglioso dell'attaccante boemo, poi k.o. per infortunio.
Il Toro spinge, spreca e trova il meritato pari nella ripresa



Giovani, forti e appetiti dalle grandi. La locandina della partita era il loro duello. Patrick Schick ha segnato, Andrea Belotti no. Il meritato gol del pari per Mihajlovic è un inedito: lo firma Iturbe alla prima gioia in granata. La grande serata dell'attaccante boemo, che offre un tempo di numeri di alta scuola, è il primo ingrediente della qualità con cui i blucerchiati danno fastidio al Toro. Fuori lui, a inizio ripresa dopo un colpo alla spalla, la Samp smette di creare pericoli. E non serve il terzo indizio per fare una prova.

SEMPRE FUORI — I granata giocano un buon calcio, manovrano bene con Baselli che lì in mezzo sfuma anche i limiti di Acquah. E tirano molto. Ma non prendono quasi mai la porta. Ljajic accende la luce ma sciupa, Iago è impreciso e il Gallo ha una sola palla pulita, ben sventata da Puggioni. Dietro il Toro, senza i diffidati Castan e Moretti, lasciati a riposo in vista del derby di sabato prossimo, soffre l'immensa qualità di Schick e del suo partner Quagliarella, ingenerosamente fischiato dai suoi ex tifosi al momento del cambio.

BELLA SAMP — Non è facile tenere alta la tensione quando giochi un intero girone di ritorno senza stimoli di classifica. La Samp gioca un bel calcio, ha parecchia qualità davanti, un signor regista basso (Torreira) e una coppia di difensori centrali che è cresciuta moltissimo nel corso del campionato. La vittoria sfuma su un erroraccio di Regini, scippato da Iturbe nel contesto di una buona prova difensiva. Giampaolo ha una squadra giovane, che gioca senza alcuna pressione e sa sempre cosa fare. E che quando può indossare il suo vestito più Schick non sfigura neanche nei teatri più eleganti.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/04/2017 14:51
 
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Roma-Lazio 1-3: doppietta di Keita, gol di Basta,
biancocelesti più forti dei torti

Polemiche all'intervallo per la simulazione di Strootman che regala il pareggio dal dischetto ai giallorossi,
e per un fallo di Fazio non rilevato, poi nella ripresa i biancocelesti dilagano.
Espulso Rudiger nel finale



La Roma dice definitivamente addio a qualsiasi velleità tricolore, incassa un altro bruttissimo k.o. in un derby e deve sperare che il Napoli stasera non vinca in casa dell'Inter, per non trovarsi i partenopei di nuovo addosso nella lotta per il secondo posto. A decidere il derby, vinto meritatamente dalla Lazio, stavolta è stato Keita, che alla Roma non aveva ancora mai segnato. Il senegalese è andato anche oltre, sobbarcandosi praticamente da solo il peso dell'attacco (vista l'indisponibilità in extremis di Immobile) e togliendosi anche una gioia in più, con tanto di esultanza polemica nei confronti della società.

BOTTA E RISPOSTA — Spalletti conferma El Shaarawy per Perotti e rilancia De Rossi in regia al posto di Paredes. Simone Inzaghi, invece, deve rimescolare tutto a mezzora dal via, quando Immobile è costretto ad alzare bandiera bianca nel riscaldamento per i postumi di un virus intestinale ed al suo posto va dentro Lukaku. I primi minuti sono tutti di marca giallorossa, con Strakosha subito costretto a superarsi prima su Dzeko (stop e calcio ravvicinato) e poi su Salah (accelerazione verticale e sinistro deviato in angolo). Poi al primo acuto la Lazio passa: taglio in obliquo di Milinkovic per Keita, con il senegalese che beffa Fazio ed Emerson e appena dentro l'area brucia Szczesny con un sinistro non irreprensibile (e successiva esultanza polemica verso la tribuna d'onore, destinatari Lotito e Tare?). Il gol cambia radicalmente la partita, con la Roma che perde equilibrio e la Lazio (ottima la gara di Biglia) che invece trova spazi per affondare. In uno di questi Lukaku punta la porta, ma viene messo giù da Fazio in piena area, con Orsato che non concede il rigore (netto). Poi al 18' ed al 36' è Szczesny a doversi superare per due volte su Parolo, sempre pericoloso in corsa da fuori area. I minuti passano e la squadra di Spalletti va avanti per inerzia, senza idee e con tanta confusione. Bastos duella con Dzeko in area e c'è una mezza trattenuta che potrebbe anche essere punita, ma il secondo disastro di Orsato arriva al 45', quando concede un rigore inesistente alla Roma per presunto fallo di Wallace su Strootman. La simulazione dell'olandese in realtà è evidente (c'è il rischio della prova tv) e sul dischetto va De Rossi, che fa 1-1 anche lui con esultanza polemica, stavolta nei confronti della panchina biancoceleste.

COLPO BIANCOCELESTE — Ad inizio ripresa Spalletti (che conferma la sua allergia alle partite decisive, di fatto tutte perse) manda dentro Bruno Peres, scelta subito discutibile per approccio alla partita e apporto alla squadra del brasiliano, a lungo il peggiore in campo. Da un affondo di Salah nasce un'occasionissima per Dzeko, ma Strakosha è eccezionale a deviare in angolo. Poi al 5' la Lazio torna a anti, con un sinistro apparentemente innocuo di Basta, che però beffa Szczesny dopo la deviazione di Fazio. Sotto per la seconda volta, la Roma si riscompone, mandando a quel paese l'equilibrio. Così per una ventina di minuti la Lazio trova praterie infinite dove andare a far male e solo la stanchezza di Keita (che comunque sfiora il 3-1 con un pallonetto pregevole dentro l'area di rigore) e l'egoismo di Felipe Anderson impediscono a Simone Inzaghi di chiudere i conti in anticipo. Così Spalletti si gioca le ultime carte a sua disposizione, prima Perotti e poi anche Totti. Ma è ancora Felipe Anderson (37') ad avere la palla del k.o. a tu per tu con Szczesny, calciando sul portiere polacco in uscita a campo aperto. Al 40' però la Lazio i conti li chiude davvero: contropiede ben orchestrato da Lulic e finalizzato sul secondo palo ancora da Keita. Prima della fine c'è ancora tempo per un gioiello di Milinkovic, che in sforbiciata sfiora il 4-1 (decisivo il contrasto di Bruno Peres) e per l'espulsione di Rüdiger, intervento killer su Djordjevic.

Andrea Pugliese

Fonte: Gazzetta dello Sport
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