Il forum è online dal 12/02/2005


Una sorta di bar virtuale, che riunisce persone di ogni eta', che discutono di qualunque argomento
Unisciti a noi in questa piccola Oasi del quotidiano. Opinioni, chiacchiere, attualità, test, quiz, sport, sesso, lettura, poesia, racconti, sport, cinema, tv, e molto altro ancora, fra persone di ogni età.
Entra, ti aspettiamo!!! L'iscrizione è gratuita
Questo è un forum fatto di persone che si confrontano su tutti i temi anche sul sesso, NON ci sono foto amatoriali, NON ci sono foto di sesso esplicito.
Grazie!!!



Clicca QUI e con un messaggio sarai dei nostri!!!

L'indirizzo mail del forum per dubbi: oasiforumffz@gmail.com


Facebook Twitter

Nuova Discussione
Rispondi
 

Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
29/10/2016 23:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Bologna-Fiorentina 0-1: decide Kalinic su rigore, espulso Gastaldello

Per i viola, che salgono al sesto posto in classifica, anche due legni colpiti, entrambi da Ilicic.
La squadra di Donadoni, invece, prosegue il momento negativo: non vince dal 21 settembre


Ci pensa (ancora) Kalinic. Come a Cagliari, è l'attaccante croato il grimaldello viola che scardina la resistenza del Bologna, autore di un primo tempo sottotono in cui la Fiorentina centra due legni, entrambi con Ilicic, e sfonda su rigore procurato e realizzato da Kalinic. Espulso Gastaldello nell'occasione. In 10, il Bologna ci ha messo il cuore, ma per Tatarusanu è stata una serata tutto sommato tranquilla, mentre Kalinic ha tentato a più riprese di chiudere i giochi. Insomma, vittoria meritata per i viola di Paulo Sousa, che dimenticano l'inatteso stop casalingo con il Crotone, mentre il Bologna, che ha perso anche Verdi per infortunio, deve rammaricarsi soprattutto per la prima mezz'ora, dove ha concesso veramente troppo agli avversari.


VERDI K.O., GASTALDELLO SHOCK — Krejici per Helander, primo spavento per Tatarusanu, la risposta della Fiorentina è poderosa: Ilicic prende il tempo a Masina, ma Da Costa e il palo dicono no allo sloveno, ancora a secco in questa stagione. Donadoni perde subito Verdi per un infortunio alla caviglia dopo un contrasto con Ilicic: dentro Rizzo a completare il tridente con Floccari e Krejci, mentre Paulo Sousa, rispetto al deludente 1-1 con il Crotone, ha rilanciato Kalinic dal 1' con Bernardeschi e Ilicic alle spalle, con Vecino, out all'ultimo istante, sostituito da Badelj in mezzo al fianco di Borja Valero. Al 23' attento Tatarusanu in anticipo su Krejci sul cross deviato di Rizzo, poi ancora Ilicic sfortunatissimo: punizione al bacio e traversa piena, sulla respinta segna Kalinic ma è in fuorigioco. Attorno alla mezz'ora arriva la svolta: Rodriguez lancia Kalinic alle spalle di Gastaldello, che lo atterra in piena area. Inevitabili rigore ed espulsione, dal dischetto Kalinic (per due volte) supera Da Costa e porta in vantaggio la Fiorentina.


TENTATIVI ROSSOBLÙ — Bologna in 10 e sotto shock, Mbaye quasi regala a Kalinic la doppietta con un retropassaggio scellerato. Dzemaili arretra al fianco di Helander, la Fiorentina sfiora il bis con Kalinic ma il Bologna non demorde e con Pulgar, dopo un'uscita un po' così di Tatarusanu, si riaffaccia pericolosamente in attacco. Nonostante l'uomo in più e la tanta qualità in campo, i viola faticano a mantenere il possesso palla contro un Bologna comunque organizzato e che spinge soprattutto sulla sua fascia sinistra con Masina e Krejci. Dentro Sadiq per il compassato Floccari, Da Costa non trema sul piattone di Kalinic e sul mancino senza troppe pretese di Ilicic. Sousa toglie Bernardeschi (dentro Sanchez) e avanza Borja Valero, ma è il neoentrato Cristoforo, all'86', a costringere Da Costa al gran riflesso col piede. Cambia poco per Sousa, che si porta a casa con merito il derby dell'Appennino e risale la classifica, mentre Donadoni - che non vince ormai da sei partite, è fondamentale che Destro rientri in fretta - ha di che riflettere.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
29/10/2016 23:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Juventus-Napoli 2-1: Higuain decide ma non esulta.
Bonucci e Callejon in gol

Il Pipita risolve dopo il botta e risposta tra il difensore e lo spagnolo:
Allegri vola a +7 su Sarri e a +5 sulla Roma, in campo domani a Empoli


Una coltellata al cuore dei napoletani. Inferta quando la ferita dell’addio era ancora grondante di sangue. Il gol decisivo di Gonzalo Higuain, che sigilla il 2-1 con cui la Juve batte il Napoli, spalanca al Pipita le porte del pianeta Juve. Il centravanti che secondo i suoi detrattori non segna mai quando conta, manda a referto il più pesante degli 8 gol fin qui segnati in bianconero. Con cui Allegri si mette in tasca la prima vittoria stagionale in uno scontro diretto. La stoccata del più atteso, stasera nella rinomata versione “una palla pulita un gol”, chiude una partita molto equilibrata. Piuttosto bloccata, con poche occasioni. In cui il Napoli si fa leggermente preferire sul piano della manovra, ma in cui la Juve mostra l’efficacia della grande squadra. Capace di vincere anche quando non indossa l’abito migliore di un armadio che resta da principessa.


TATTICA SÌ, EMOZIONI NO — Il primo tempo, che fa annotare un destro centrale di Allan parato da Buffon e Reina che non va oltre l’ordinaria amministrazione, va in archivio col più incontestabile degli 0-0. La Juve fa una fatica immane a portare la palla sulla trequarti del Napoli. Manca Dybala e soprattutto Hernanes non è mai regista illuminante. Anzi, lo Stadium trema in occasione di tre palle perse da brividi. Il Pipita e Mandzukic restano senza benzina nel motore, tranne quando Khedira pesca il corridoio per Higuain, chiuso da un recupero di Chiriches che è la miglior cosa vista in 47’, insieme a un cross col destro di Alex Sandro che è prelibatezza assoluta. Il Napoli è bravissimo a soffocare la Juve coi tre davanti e i centrocampisti, anche se non riesce a creare pericoli. Diawara, a cui un mediocre Pjanic butta più di un occhio, mostra bella personalità. Ma con gli esterni che non saltano mai l’uomo e un centravanti in grado di giocare spalle alla porta, la Juve non trema mai.

BENVENUTA PARTITA — In chiusura di primo tempo arriva l’ennesimo infortunio muscolare per Chiellini. Allegri decide di giocare subito la carta Cuadrado. Non si può più aspettare per variare uno spartito a una sola nota. Ma Juve-Napoli si accende su un episodio in avvio di ripresa, nella fattispecie un’oscena svirgolata di Ghoulam, che invece di spazzare mette in porta Bonucci. Il difensore ringrazia e di sinistro fulmina Reina. Il Napoli è bravo a reagire subito e a trovare il meritato pari: Insigne imbecca Callejon, bravo a battere Buffon di destro. Due i principali colpevoli sul fronte Juve: un Hernanes troppo contemplativo sulla giocata di Insigne e un Lichtsteiner allineato male.

CHE BEL MARCHISIO — Mancano 35’ alla fine. La Juve riesce ad aggiungere qualità, iniettando nel motore, oltre al solito Sandro e a Cuadrado, un Marchisio che in 28’ dà più brillantezza al gioco di Pjanic ed Hernanes messi assieme in tutta la partita. Prima della Pipita di Higuain, intelligente a seguire la respinta di Ghoulam sull’inserimento di Khedira e a colpire col sinistro dove Reina non può nemmeno provare la parata. Finisce 2-1, nonostante un paio di mischie in area Juve. Il Napoli scivola a meno sette, i bianconeri provano la prima fuga in testa al gruppo. Nonostante la gamba non sia ancora quella del Vincenzo Nibali dei giorni migliori.

Jacopo Gerna

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/10/2016 15:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Serie A, Atalanta-Genoa 3-0. Kurtic+ Gomez: è la vendetta dell'ex Gasperini

Una doppietta dello sloveno e un gran gol dell'italo-argentino regalano i 3 punti agli orobici.
Per il tecnico Gasperini è una vittoria dal sapore speciale


Il maestro respinge il primo assalto dell'allievo, cioè Gasperini messaggia a Juric: devi studiare ancora un po'... L'Atalanta ipoteca il successo (strameritato) nel primo tempo grazie a una disposizione che obbliga la retroguardia del Genoa a giocare sempre senza paracadute: uno contro uno e se l'attaccante ti batte sono guai... Juric prova ad abbassare Laxalt, che però viene immediatamente assalito da Conti, uno che riesce ad essere più veloce di lui. Un fulmine, quindi.



PAVOLETTI ISOLATO — Dall'altra parte, Masiello e compagni di linea non devono tribolare nel tenere l'isolatissimo e mai rifornito Pavoletti. I suoi paggi laterali, N'tcham e Rigoni, non stazionano sulle fasce ma alle sue spalle e quindi non aprono il gioco. Così la manovra finisce nell'imbuto centrale e l'Atalanta può ripartire sfruttando le corsie esterne.

IL VANTAGGIO — Fra l'altro la squadra di Gasp mostra una tensione agonistica superiore, che tocca il suo apice nell'azione del gol rompi equilibrio. Gagliardini va a pressare N'tcham quasi al limite dell'area, quello si impappina consegnandogli la sfera che viene immediatamente spedita nel corridoio centrale dove si inserisce di prepotenza Kurtic, abile a scavalcare l'uscita di Perin. Nell'occasione Gagliardini mostra sia forza fisica che abilità di tocco: un elemento da seguire con attenzione.

IL RADDOPPIO — Visto che il Genoa stenta a reagire è la squadra di casa a farsi viva dalle parti di Perin con una caparbia azione di sfondamento di Petagna, uno che ricorda nella stazza e in certi movimenti il primo Bobo Vieri proprio quello dei tempi bergamaschi. Giunto quasi sul fondo, Petagna vede che in mezzo sta arrivando Kurtic e lo serve magistralmente: Kurtic prende la mira e piazza un piatto destro radente al palo di Perin che tocca la palla ma non riesce ad evitare che finisca in rete.


REAZIONE — Nel secondo tempo il Genoa (fuori N'tcham per Simeone) prende in mano il match grazie a un cocktail di orgoglio e varianti tattiche (entra anche Ninkovic per Veloso) suggerite a Juric dall'esigenza di tentare la rimonta. E allora ecco un tourbilllon di moduli tattici che termina con il disperato 4-2-4 degli ultimi dieci minuti. Gasp replica con realismo. Quindi richiama in panca l'eroe di giornata, Kurtic, per inserire D'Alessandro organizzando una linea arretrata a cinque. Ne ricava un solo spavento (palo colpito di testa da Burdisso su angolo), concede due palle gol sprecate da Simeone ma nel finale potrebbe dilagare. Il destro di Papu Gomez del 3-0 mette fine a una partita bella e divertente. L'Atalanta opo il terzo successo di fila è in zona Europa. E il popolo sognante osanna il suo profeta Gasp.

Nicola Cecere

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/10/2016 19:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Crotone-Chievo 2-0: a segno Trotta su rigore e Falcinelli

La squadra calabrese vince la prima gara della sua storia in A


È qui la festa, per la prima storica gioia del Crotone in serie A. Il popolo dello Scida alza il volume della felicità, con il sottofondo della musica del grande, eterno Rino Gaetano. Con il 2-0 rifilato al Chievo, la matricola calabrese conquista il primo successo nella massima divisione e in classifica, sempre ultima ma ora a quota 5, si avvicina al resto della pattuglia in lotta per evitare la retrocessione. Le firme sono di Trotta e Falcinelli, entrambe al minuto 47’ (di primo e secondo tempo), che prima litigano per la battuta del rigore, poi fanno pace (dopo la trasformazione di Trotta) e si ritrovano a fine gara protagonisti nel giorno più importante per il cammino del Crotone.

LE MOSSE — Nicola insiste sul 4-3-3 che, dalla partita di Cagliari in poi, ha conferito al Crotone maggiore equilibrio tattico. Maran si affida al solito 4-3-1-2 e, con Meggiorini infortunato, schiera il tandem offensivo Inglese-Floro Flores, supportato dal trequartista Birsa. Il Crotone è subito intraprendente, esulta già dopo 2 minuti per una rete di Rosi, a giusta ragione non convalidata dall’arbitro Pairetto per un fuorigioco di Falcinelli (conclusione in acrobazia, respinta dal palo e poi ricacciata dal portiere Sorrentino, per il tap-in appunto di Rosi). La squadra calabrese, che al 17’ Stoian per un problema muscolare (sostituito da Nalini), si propone bene anche sulle corsie esterne, con Rosi e soprattutto Mesbah. Falcinelli incorna a lato, Trotta costringe Sorrentino a una difficile deviazione. Il Chievo tenta qualche ripartenza, Birsa fa un’incursione in area avversaria, poi Floro Flores tira fuori di sinistro.

IL SIPARIETTO — In chiusura del primo tempo, la svolta per il Crotone. Dalla fascia, Mesbah cerca di sfondare in area e viene affrontato in modo rude da Castro: rigore ineccepibile, ma passano due minuti interminabili prima della battuta dal dischetto. Perché Falcinelli (che già all’Olimpico aveva discusso con Palladino per battere la massima punizione) e Trotta – compagni nel Sassuolo e poi passati al club di Vrenna a fine agosto – si contendono a lungo il pallone, mentre dalla panchina non arrivano indicazioni immediate. Alla fine… la spunta Trotta, che trasforma il rigore, con un destro angolato che non dà scampo a Sorrentino.


CHIEVO, DOVE SEI? — Per quanto scosso dallo svantaggio, il Chievo non riesce a cambiare passo neppure nella ripresa, che comincia con Radovanovic al posto di Rigoni. Anzi, il Crotone sfiora subito il raddoppio con Nalini (bravo Sorrentibno a deviare) e poi con Falcinelli e Trotta, sui quali il portiere si supera ancora. La formazione di Maran, prende campo, però attacca in modo spesso prevedibile e non producono effetti gli inserimenti di Pellissier e Parigini, che compongono la nuova coppia offensiva. Il portiere Cordaz deve intervenire soltanto su una conclusione davvero importante, un potente destro di Birsa. Il Crotone alza una diga davanti alla propria area (bella una chiusura di Mesbah su Parigini), senza mai rinunciare a efficaci ripartenze. Già pericolosi con le punizioni battute da Barberis e Capezzi, i calabresi chiudono il conto nel recupero: Hetemaj si fa soffiare palla da Sampirisi, lesto a dettare il cross per Falcinelli, che firma il 2-0.

Gasport

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/10/2016 19:06
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Empoli-Roma 0-0: Spalletti a -4 dalla Juventus

Si ferma a quattro la striscia di vittorie consecutive dei giallorossi,
che non vanno oltre il pari in Toscana. Grandi parate di Skorupski



La macchina del gol si blocca a Empoli, una domenica che regala un sorriso in più alla Juventus. Perché la squadra di Spalletti non va oltre lo 0-0 e dunque non tiene il passo della squadra di Allegri, che riallunga in testa a +4. E se la Roma non riesce a centrare la quinta vittoria consecutiva, grande merito va a Skorupski e altrettanto demerito è per i giallorossi, che, per dirla alla Spalletti, corteggiano la partita senza mai voler dare l’idea, ultimi 15’ a parte, di volerla davvero portare a casa.

TORNA RUDIGER — Spalletti lancia Rudiger dal primo minuto, ma la sorpresa è nella posizione in campo del tedesco: a sinistra nella ormai solita “difesa a tre e mezzo”, con Emerson sulla fascia opposta. E proprio il brasiliano, esattamente dopo 60 secondi di gioco, mette dentro con il sinistro un cross per Dzeko, il cui colpo di testa è deviato in angolo da un super intervento di Skorupski. La Roma alza subito i ritmi, l’Empoli pare in difficoltà. E al 5’ è ancora il portiere polacco a salvare Martusciello, su un sinistro da centro area di Salah neutralizzato in due tempi. All’8’ Paredes mette dentro di prima per Dzeko, ma il colpo di testa del bosniaco, dopo aver fatto rimbalzare il pallone, finisce alto. L’Empoli è tutto chiuso e vede via ammoniti tre dei suoi quattro difensori.

BELLUSCI ESPULSO, ANZI NO — Curioso l’episodio al 18’: l’arbitro Di Bello ammonisce Bellusci per un intervento maldestro su Dzeko ma in un primo tempo lo confonde con Veseli, a cui aveva già sventolato il giallo pochi minuti prima. Così l’arbitro tira fuori il rosso, ma poi rettifica la decisione. Al 23’ un destro al volo di Nainggolan finisce alto, poi pian piano l’Empoli prende fiducia, la Roma è imprecisa nell’uscita col pallone e qualche rischio lo corre. Al 29’ Pucciarelli e Saponara si disturbano al momento della conclusione. La Roma si riaffaccia al 33’: Paredes appoggia una punizione corta su El Shaarawy, il tiro del Faraone è deviato in angolo da Bellusci. L’occasione più grande per l’Empoli arriva al minuto 40’: punizione dai 20 metri di Pasqual che finisce di poco fuori. Brivido per Skoruspki al 44’: su lancio di Paredes il polacco perde il pallone ma è fortunato sul rimpallo con Emerson che manda il pallone sul fondo.

OCCASIONI SCIUPATE — Nel secondo tempo nessun cambio, almeno inizialmente. E la partita ricomincia sulla falsariga del primo. L’occasione iniziale è però dell’Empoli, con Pucciarelli che indugia troppo dentro l’area e viene recuperato da Rudiger. Al 12’ bella azione giallorossa: da Dzeko a El Shaarawy, pallone per Nainggolan che non riesce a trovare la porta. Al 18’ ci prova Manolas: colpo di testa su punizione di Paredes, centrale. Al 22’ Gilardino non tira con il sinistro poi chiede il rigore per un contatto con Fazio e viene giustamente ammonito per simulazione. Subito dopo doppio cambio: fuori Gilardino per Maccarone e Jesus per Rudiger. Spalletti aveva già inserito Peres per Emerson. Proprio Peres si accentra e tira col sinistro: fuori.

SPALLETTI LE PROVA TUTTE — Al 34’ Pareres scivola e concede il tiro a Saponara: centrale per Szcsensy. Spalletti le tenta tutte, inserendo anche Perotti. Proprio l’argentino al 39’ affonda sulla sinistra, ma il cross per Dzeko è troppo alto. Al 44’ grande occasione per Dzeko: corner di Paredes, testa del bosniaco ma sulla linea salva Pasqual. La Roma spinge, l’EMpoli non ne ha più ma riesce e tenere inviolata la porta. Merito di Skoruspki, l’ex che fissa lo 0-0 con un miracolo su El Shaarawy al 47’ e una deviazione in angolo ancora sul Faraone. Finisce qui. Con i rimpianti di Spalletti e i sorrisi di Martusciello, che fa uno sgarbo al suo vecchio maestro.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/10/2016 19:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Lazio-Sassuolo 2-1, Lulic e Immobile a segno:
Inzaghi vola al quarto posto

Inutile la rete di Defrel al 12' del secondo tempo.
I biancocelesti, alla seconda vittoria consecutiva e al sesto
risultato utile, si piazzano dietro Roma e Milan con 21 punti


Seconda vittoria consecutiva per la Lazio che sale al quarto posto. I tre punti contro il Sassuolo vengono confezionati nella ripresa con le reti di Lulic e Immobile. Mentre si rivela inutile per la rincorsa del Sassuolo il gol di Defrel. Sesto risultato utile di fila per i biancocelesti: migliore serie positiva del 2016 a suggellare la crescita della formazione di Inzaghi. Dopo il k.o. di mercoledì con la Roma, un’altra sconfitta per il Sassuolo contro una formazione capitolina in una prova che lascia però diversi rimpianti.

SENZA SBOCCHI — Inzaghi innesta Basta e Milinkovic nella formazione della Lazio che ha battuto il Cagliari. Nel Sassuolo gli infortuni di Cannavaro e Antei allungano la lista degli indisponibili. Di Francesco si affida al 3-5-2. In difesa entra Terranova, in mediana sugli esterni ecco Lirola e Dell’Orco, che è al debutto in Serie A, mentre al centro tornano Sensi e Biondini da titolari. Emiliani subito pericolosi. Al primo affondo, rasoiata angolata di Defrel: Marchetti si allunga per deviare in angolo. Replica biancoceleste con tiro a volo di Immobile fuori bersaglio. All’8’ la Lazio reclama per un mani in area di Peluso. La squadra di Inzaghi si impossessa della manovra: al 20’ una parabola di Keita sfiora il palo. Sassuolo in guardia per sfruttare le ripartenze: al 25’ Sensi impensierisce Marchetti e al 27’ Defrel conclude a lato. Al 29’ bel guizzo di Anderson deviato in mischia dai difensori emiliani. La formazione di Inzaghi serra i ritmi e al 40’ spaventa il Sassuolo con una bordata di Radu che sorvola la traversa. Risposta emiliana con Pellegrini: tentativo dalla distanza controllato da Marchetti.


TRE GOL IN SETTE MINUTI — Dopo l’intervallo, la Lazio si fionda nella metà campo emiliana. Una botta di Felipe Anderson viene respinta da Consigli che al 5’ riesce solo a toccare il pallone senza sbarrare la strada al traversone radente di Keita per Lulic che appoggia in rete. Lazio in vantaggio con la seconda rete in campionato del bosniaco. Lievita la squadra di Inzaghi che al 10’ raddoppia con Immobile. Nona rete dell’attaccante che chiude a rete sugli sviluppi di un corner di Anderson, poi smistato di testa da Radu. Pallone in rete dopo una deviazione di Dell’Orco, che subito dopo viene sostituito da Matri. E proprio l’ex laziale si rende subito utile appoggiando per Politano che lancia Defrel lesto a infilare Marchetti. Al 12’ la partita si riapre. Quattro minuti dopo al posto di Keita entra Biglia, reduce da un mese di stop. Sassuolo più compatto col passaggio al 4-3-3. Wallace rimedia su un’incursione di Matri, Marchetti trema su un colpo di testa di Peluso. Di Francesco sostituisce Biondini con Duncan. Al 31’ gol di Lulic annullato per fuorigioco. Si rilancia la Lazio. Al 34’ spunto di Anderson, difesa emiliana in affanno. Di Francesco carica il potenziale offensivo: dentro Ragusa, out Terranova. Inzaghi avvicenda prima Milinkovic con Murgia e poi Immobile (standing ovation dell’Olimpico) con Djordjevic. Partita accesa sino all’ultimo: al 48’ Ragusa calcia a lato da buona posizione, ma la Lazio regge e si gode la quarta vittoria interna che apre la porta a nuove ambizioni.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/10/2016 19:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Milan-Pescara 1-0, Bonaventura decide su punizione: rossoneri terzi

Decide una punizione sotto la barriera al 4' della ripresa, poi Donnarumma
chiude la porta e gli abruzzesi non trovano il pareggio nonostante la pressione finale



Vince il Milan a cui basta un colpo di Bonaventura: i rossoneri sono terzi a un punto dalla Roma seconda. Cade, ma certo senza demeritare, il Pescara di Oddo, agganciato dall'Empoli al terz'ultimo posto in classifica. Il Milan aveva bisogno dei tre punti per cancellare il pesante k.o. contro il Genoa e per dimostrare che la vittoria sulla Juve e le ambizioni di grande Europa non erano casuali. Montella non rinuncia a Niang, febbricitante fino a poche ore dalla partita, e lancia il solito attacco con Suso e Bacca. La sorpresa annunciata alla vigilia è Sosa al posto di Kucka. Il Pescara è con l'undici previsto, Caprari è il centravanti sostenuto da Benali e Mitrita.

NON SFONDA — Nel primo tempo è quasi più il Pescara a fare il Milan: la squadra di Oddo palleggia e tiene molto la palla senza però riuscire a colpire dalle parti di Donnrumma. Montella si affida più alle ripartenze e al lancio lungo e solo nel finale di tempo ha il pieno comando del gioco. Ed è infatti poco prima del 45' che il Milan ha le occasioni migliori: Bonaventura ha spazio per calciare ma dal limite dell'area trova l'opposizione di Bizzarri. Poco prima l'occasione più clamorosa: cross dalla destra di Suso e testa di Niang che colpisce il palo, quando la palla rimbalza in area Montella chiede il rigore per una trattenuta su Bacca, a cui non è concesso il tap-in e nemmeno il penalty. I replay non chiariscono molto, ma Montella in panchina allarga le braccia e si arrabbia. Il Milan era cresciuto, il Pescara aveva perso un po' dell'aggressività iniziale: il primo tentativo della partita era stato di Caprari, a lato, approfittando di un errore in disimpegno della difesa rossonera. Poi Mitrita in azione personale impegna Donnarumma che devia in angolo. Il primo tiro in porta rossonero è invece di Bonaventura, Niang spara due volte in curva e Bacca riesce a essere ancora più impreciso e poco concreto: su invito di Suso allunga il destro e appoggia al portiere avversario. La difesa rossonera tiene bene, e De Sciglio in azione offensiva risulta pure pericoloso (ancora pronto Bizzarri).

SUBITO JACK — Quattro minuti della ripresa e il Milan pesca il jolly. Jack (Bonaventura) trova una punizione dal limite e si incarica della battuta. Il numero 5 rossonero fa il furbo: calcia rasoterra e quando la barriera salta il pallone passa sotto fino a infilarsi all'angolino alla destra di Bizzarri, per una volta sorpreso. Bonaventura esulta cercando la telecamera con dedica speciale: "Forza Italia" dedicato alle popolazioni colpite dal terremoto. Jack è della provincia di Macerata, zona dell'epicentro del sisma di metà settimana. Ora il Milan è gasato e va subito vicinissimo al raddoppio con Bacca che servito da Niang centra il secondo palo di giornata. il Pescara è stordito e sfortunato quando Aquilani e Memushaj si scontrano: il primo è costretto a uscire in barella, sostituito dall'altro ex Cristante. Mentre per Montella è tempo di far esordire Pasalic (per Niang non al top). Il tempo, siamo al 18', è giusto anche per il solito volo di Gigio che salva due volte su Memushaj. Montella sceglie di far entrare anche Kucka al posto del deludente Sosa, uscito tra qualche fischio. Per un po', intorno alla mezz'ora, si ripete l'inizio di primo tempo: il Milan fatica ma dietro regge e il Pescara palleggia senza affondare nonostante l'ingresso del centravanti Manaj, che trova il gol ma in fuorigioco. Il pubblico si arrabbia per i sette minuti di recupero concessi per la lunga interruzione sul l'uscita di Aquilani: poco altro da segnalare se non un tentativo di Benali (Donnarumma non proprio perfetto) e che in precedenza Montella aveva preferito chiudere i cambi con Luiz Adriano anziché con l'ex Lapadula, mentre Bacca, sostituito, si arrabbia.

Alessandra Gozzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
30/10/2016 23:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Sampdoria-Inter 1-0: Quagliarella decide, De Boer di nuovo a rischio

A Marassi decide Quagliarella: palo di Barreto e traverse per Brozovic e Palacio.
Icardi si mangia il pari, ma l'olandese torna a rischio



Un’altra notte in bianco per Frank de Boer, che sente di nuovo traballare la panchina come qualche giorno fa. Un’altra notte in bianco per Icardi, che tra una poppata e l’altra della piccola Isabella ripenserà ai pochi palloni che gli sono arrivati per provare a bucare la porta di Puggioni e a quello colpito di testa e mandato a un soffio dalla traversa. Un’altra notte da incubo per i tifosi dell’Inter, che vanno a dormire con l'1-0 della Samp a Marassi, quinta sconfitta in campionato, la settima stagionale su 14 partite. La classifica piange: Milan e Lazio salutano a +8 e +7, la Juve prima è addirittura a 13 punti.

SAMP A TUTTA — Diciamolo subito: per quanto visto in campo, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Perché la Samp ha raccolto allo scadere con Quagliarella quanto seminato in un bel primo tempo, fatto di corsa e intensità, pressing alto e inserimenti da manuale di Barreto. Ma l’Inter non si è sciolta dopo essere passata per l’ennesima volta in svantaggio e ha provato a rimettere a posto le cose buttandola più sulla grinta che sul gioco: Icardi al 67’ ha avuto sulla testa l’occasione del pari ma si è divorato il gol, Palacio nel recupero ha illuso i suoi tifosi con un quasi-gol. Come spesso si è visto in questa prima fetta di stagione, Giampaolo ha caricato a molla i suoi per un inizio sprint: 4-3-1-2 con la coppia Muriel-Quagliarella tornata titolare dopo gli esperimenti allo Stadium e Fernandes dietro le punte ora a suggerire ora ad arretrare, favorendo gli spunti di Barreto (che colpisce il palo sugli sviluppi di un corner). Risultato: il centrocampo blucerchiato non dà punti di riferimento a quello dell’Inter, ancora con Joao Mario regista basso (ma il portoghese stavolta finisce in apnea). E i nerazzurri producono inutili cambi di gioco e una valanga di cross sul secondo palo, puntualmente scoperto. Nel momento migliore, quando la Samp abbassa i ritmi, è Brozovic a sfiorare il colpo scheggiando la traversa. Poco dopo, però, Quagliarella infila Handanovic: girata precisa dopo una bella combinazione tra Fernandes e Linetty nel cuore dell'area nerazzurra.

IL CUORE NON BASTA — La banda De Boer ci mette l'anima, e a Icardi arriva persino un cross che l'argentino spreca, come detto, poi i nerazzurri spingono in modo piuttosto confuso ma sfiorano più volte il pareggio, anche perché Muriel e compagni finiscono la benzina. De Boer cambia (tardi, ma lo fa) e inserisce Perisic e Palacio per Candreva ed Eder: proprio l'ex Genoa fallisce l'occasione d'oro al 91', con un tentativo che finisce sulla traversa e rimbalza sulla linea (anche se il neo-entrato Budimir poco prima aveva sfiorato il 2-0 in contropiede, bravissimo Handanovic). Due traverse e tanti rimpianti, di questi tempi all'Inter gira anche male. Ma da una squadra costruita per lottare lassù ci si aspetta comunque ben altro.

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/11/2016 00:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Udinese-Torino 2-2, è pari show:
rimonta bianconera, poi ci pensa Ljajic

Benassi porta avanti i granata, poi nella ripresa arriva la reazione friulana con Thereau e Zapata.
Del talento serbo il sinistro a giro che vale il 2-2. Nel finale espulso Mihajlovic



Il tris non riesce ancora una volta all'Udinese, il Torino da esportazione migliora. Cercava la terza vittoria di fila la squadra rivitalizzata da Gigi Delneri, cercava la seconda impresa in trasferta (dopo l'unica di Palermo) la squadra di Sinisa Mihajlovic, che invece aggiunge un altro pareggio a quello conquistato a Pescara. Il punto serve e fa bene a entrambe, anche se frena i voli di entrambe. Ma l'Udinese deve allontanarsi dalle zone pericolose, il Toro deve capire se può guardare alla zona Europa nella quale ogni anno riesce a infilarsi una non big dichiarata. Esce una partita bella, tratteggiata dalle folate di Seko Fofana che avrà fatto inserire più di un appunto sul taccuino dell'osservatore del Siviglia sbarcato a Udine per conoscere lo stato di salute e di crisi del talentino Penaranda, per ora fermo ai box.

PRIMO TEMPO — Mihajlovic vuol dar più peso e qualità al centrocampo e ridà fiducia a Baselli accanto a Valdifiori e Benassi. C'è da contrastare Fofana che quando parte centralmente fa male perché va a tutta. Delneri riconferma Kums, che ha piede, ma pasticcia, e ripropone Jankto. In difesa c'è nuovamente Wague e non Angella, così l'Udinese è ancora una volta tutta straniera. Ben altra cosa rispetto al Toro, che ha otto italiani nell'undici di partenza. Fofana prova a fare subito il Pogba: parte a razzo centralmente, Baselli lo trattiene ma Tagliavento non estrae il giallo che ci sta tutto. È l'unico spunto bianconero prima del gol del vantaggio granata sul quale la difesa friulana balla e traballa. Danilo e Jankto si fanno fregare dallo scatenato Belotti che imbecca benissimo Benassi che fulmina Wague e batte Karnezis. Il Toro non si vede tanto ma Ljajic e Boye sulla fasce mettono spesso i brividi a Felipe e Widmer che faticano a tenere quella velocità. L'Udinese sembra più decisa a fare la partita, quando parte centralmente crea pericoli e guadagna ammonizioni: Boye, Valdifiori e Moretti si immolano per arginare le sgasate di Thereau e soprattutto di Zapata, il più attivo quando sgomma e va. Delneri propone un 4-2-3-1 chiedendo a Fofana a destra di creare più scompiglio e sistemando De Paul a sinistra, così da permettere a Thereau di svariare a suo piacimento. Ma L'Udinese non tira mai in porta, ci prova solo nel finale quando Fofana si impossessa di un pallone perso da Moretti, ma il suo tiro è ribattuto. Il conto delle conclusioni nello specchio della prima parte è a favore dei granata che con Belotti si erano presentati davanti a un attento Karnezis, bravo a evitare il tracollo.

RIPRESA — Nel secondo tempo Delneri col motto "andiamo a sgarfare" (raccattare, frugare), diventato ormai un cult da t-shirt, vuol raddrizzare subito la situazione: fuori il deludente De Paul e dentro il salvavita Perica (in gol con Empoli e Milan) e il troppo impreciso Kums, sostituito col carrarmato Hallfredsson. Il tecnico di Aquileia ritorna a 4-3-3 con tre punte di ruolo tutte molto mobili. Mihajlovic cambia pure lui: resta negli spogliatoi Valdifiori e fa spazio a Lukic. I cambi giovano solo all'Udinese che rientra in campo trasformata decisa a cercare il pareggio. Lo trova al 15' sul primo cross vincente di Widmer: Thereau è bravo ad anticipare Rossettini e a segnare il quarto gol in tre partite. La furia dell'Udinese non si placa, mentre il Toro è seduto. L'ingresso del peso massimo Maxi Lopez non porta nulla: sono solo maglie bianconere che entrano nella metà campo avversaria con grande facilità. Zapata guadagna un angolo, poi Fofana lo serve e Zapata fa la cosa più difficile facendosi murare in angolo da Hart, ma sul corner conseguenti l'Udinese trova il vantaggio (26'), Wague salta ancora più alto di tutti e prende il palo, ma nei rimpalli ha la meglio Zapata col tacco, forse dopo un tocco di mano. Sembra un monologo friulano, ma il vantaggio dura poco. Mai fidarsi di Ljajic e soprattutto mai dargli spazio: Danilo lo guarda e basta e il serbo col sinistro azzecca il colpo da biliardo. Il Toro ci crede ancora, come il suo allenatore Mihajlovic che capisce che De Silvestri ha finito la benzina e che a destra si può ancora creare pericolo e così dentro Zappacosta che dà più aiuto a Ljajic. Ma una manata di Felipe non giudicata fallosa da Tagliavento frena l'esterno torinista e fa infuriare Sinisa che finisce prima la sua partita, espulso, e non può urlare fino al termine. E difatti l'ultimo brivido lo corre il Toro che sulla corsa forsennata di Badu viene graziato da Zapata che angola troppo la conclusione. Ma il pari è giustissimo.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/11/2016 00:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Cagliari-Palermo 2-1: Dessena decide con una doppietta, De Zerbi è nei guai

Il capitano regala ai rossoblù tre punti preziosissimi in chiave salvezza
e complica la posizione del tecnico rosanero: inutile il gol di Nestorovski



Le magie del calcio amano le fiabe: Daniele Dessena risolve Cagliari-Palermo, finita 2-1. La doppietta del capitano regala ai seimila del Sant'Elia un Monday night indimenticabile. Il mediano segna il gol del vantaggio all'8' del secondo tempo su cross di Di Gennaro. Undici minuti dopo il bis: 2-0 su cross di Sau. Un lampo nella notte. Il capitano torna dopo undici mesi dalla frattura di tibia e perone, mancava dal 28 novembre 2015. A Brescia, scontro con Coly: frattura scomposta di tibia e perone. A mettere i brividi ai tifosi rossoblù, Nestorovski nel finale.

ANSIA E POI... — Ma la gara mette in luce due squadre diverse. Il Cagliari sa di non dover sbagliare dopo le imbarcate con Fiorentina e Lazio, l'undici di De Zerbi è impaurito ma non molla. Entrambe dosano rischi e giocate: ansia da prestazione. L'avvio è senza clamori. Rastelli riparte con Pisacane, Ceppitelli, Di Gennaro e Sau, in panca all'Olimpico con la Lazio. A sorpresa, ricompare in mediana Dessena. L'infortunio di Brescia (28 novembre 2015) è in archivio. De Zerbi tiene i reparti corti, con Jajalo in cucina a innescare Embalo e Quaison. Prima fiammata del Cagliari al 10': Borriello-Dessena Sau anticipato da Aleesami. Chocev su punizione di Jajalo, sfiora la traversa di testa. Il Cagliari risponde con una sassata di Padoin, la palla, deviata da Borriello, sfiora il palo con Posavec battuto. I ritmi salgono. Sau e Di Gennaro accelerano. Bruno Alves impegna di testa Posavec. Il Palermo non ci sta: Embalo costringe Storari in angolo. Ma la vera occasione per i padroni di casa la sciupa Sau: servito da Dessena si coordina male, Posavec non ha problemi. Alla mezzora Di Gennaro ci riprova, centrale.

TREMA DE ZERBI — In mezzo alle due fiammate di Dessena, sull'1-0 Irrati espelle il d.s. ospite Faggiano per proteste. I rossoblù crescono. Ci provano Sau, Borriello e Di Gennaro. Il Palermo reagisce. Ma è Borriello, imbeccato da Padoin, a calciare di poco alto. De Zerbi le prova tutte. Dentro Diamanti, sulla destra qualcosa si vede. Ma Pisacane e compagni fanno buona guardia. Al 34' Nestorovski su mezza dormita di Alves e Ceppitelli riapre i giochi. Rastelli inserisce Munari e Barella per Padoin e Di Gennaro. Il Cagliari blinda il risultato con abnegazione: soffrono e coprono in dieci. Il Palermo è tutto meno che una formazione arresa e sfiduciata. Può ritrovare linfa e risultati. Per i sardi arriva il balzo al nono posto: 16 punti, un risultato meritato. Mentre trema De Zerbi: la sua panchina a Palermo balla sempre di più.

Mario Frongia

Fonte: Gazzetta dello Sport
01/11/2016 00:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
SERIE A 2016/2017 11ª Giornata (11ª di Andata)

29/10/2016
Bologna - Fiorentina 0-1
Juventus - Napoli 2-1
30/10/2016
Atalanta - Genoa 3-0
Crotone - Chievo 2-0
Empoli - Roma 0-0
Lazio - Sassuolo 2-1
Milan - Pescara 1-0
Sampdoria - Inter 1-0
31/10/2016
Udinese - Torino 2-2
Cagliari - Palermo 2-1

Classifica
1) Juventus punti 27;
2) Roma punti 23;
3) Milan punti 22;
4) Lazio punti 21;
5) Napoli punti 20;
6) Atalanta punti 19;
7) Fiorentina(*), Torino e Cagliari punti 16;
10) Genoa(*) e Chievo punti 15;
12) Inter, Udinese e Sampdoria punti 14;
15) Bologna e Sassuolo punti 13;
17) Pescara e Empoli punti 7;
18) Empoli e Palermo punti 6;
20) Crotone punti 5.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
05/11/2016 23:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Torino-Cagliari 5-1, Belotti lancia la "manita" granata

Super prestazione della squadra di Mihajlovic che stende i sardi con
una doppietta dell'attaccante azzurro e le reti di Ljajic, Benassi e Baselli



In casa il Toro fa male. Lontano dal Sant’Elia il Cagliari fa naufragio. Eccetto che a San Siro, i sardi hanno perso 5 partite su sei. Ridimensionate le "grandi" allo stadio Grande Torino, non poteva essere diversamente per un Cagliari che ha avuto la sfortuna di incontrare un avversario caricato a molla da Mihajlovic. Fin troppo facile per il Toro in vantaggio dopo meno di due minuti, terzo gol più veloce nella stagione, con il solito Belotti, uno Storari in giornata non proprio brillante e non certo aiutato dai suoi. Aperta la breccia il resto è stato piuttosto semplice, gara in discesa e senza storia, poco più che un allenamento per i padroni di casa in superiorità numerica dal 13' del secondo tempo per le inutili proteste di Dessena, espulso.

SAETTA — Torino al via al completo, recuperati Zappacosta e Valdifiori, Cagliari con una sola novità rispetto alla vigilia, Melchiorri preferito a Di Gennaro nel tridente con Sau e Borriello. Meno di due minuti ed il Toro è già in vantaggio. Innesca l'azione Benassi per Valdifiori, palla a spiovere in area, girata al volo di Belotti che Storari non trattiene e l'attaccante granata è lesto a ribadire in rete. Otto minuti dopo ed il Torino ha chiuso la pratica, grazie ad uno svarione di Storari. Ancora Valdifiori innesca questa volta Belotti che fa proseguire la palla per Ljajic. Dribbling secco del serbo e palla scagliata centralmente con Storari che vola sul palo anticipando la conclusione del granata, che a giro non è. Melchiorri prova a scuotere i suoi con una conclusione dal limite, centrale respinta da Hart. È l'unico sparo nel buio perché il Torino non cede campo e non allenta la pressione, tanto che i sardi rischiano l’imbarcata. Bruno Alves fatica a contenere Belotti, Ljajic non concede punti di riferimento muovendosi su tutto il fronte d'attacco. Al 35' ci pensa Hart a creare un po' di apprensione ai tifosi granata lasciando sfuggire per un attimo la palla sulla linea di porta. Le emozioni non mancano, come i gol. Capovolgimento di fronte ed errore questa volta di Alves che perde palla, lesto Baselli a servire Benassi che dal limite toglie le ragnatele all’incrocio con Storari questa volta incolpevole. Tre minuti dopo ed il Cagliari riapre la partita. Cross dalla sinistra di Pisacane, Barreca con copre benissimo Melchiorri che di testa infila Hart. Per la cronaca decimo gol subito dal Torino su 16 su palle alte.

SENTENZA — Piove di brutto nella ripresa sul prato del Grande Torino, e piove sul bagnato perché i granata dopo sei minuti portano a quattro il bottino. Segna anche Baselli, che dal limite ha il tempo di portarsi il pallone dal destro al sinistro prima di infilare Storari che in precedenza aveva già respinto la conclusione di Iago Falque. Al 12' Tachtsidis completa una gara storta con un fallo da rigore su Belotti e come non bastasse Dessena finisce negli spogliatoi, espulso per proteste. Trasforma Belotti che dopo due rigori sbagliati contro Milan e Bologna centra la porta. Il finale è ordinaria amministrazione, cambi dalle panchine per far rifiatare o regalare come nel caso di Belotti, l’ovazione del pubblico.

Francesco Bramardo

Fonte: Gazzetta dello Sport
05/11/2016 23:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Napoli-Lazio 1-1. Hamsik brilla, fatale Reina.
E Keita frena gli azzurri

Lo slovacco sblocca al 7' della ripresa con una perla delle sue,
ma 2' dopo un'incertezza del portiere dà il pari al senegalese.
Gli azzurri giocano ma non sfondano: ora è crisi di risultati


La Lazio esce imbattuta dal San Paolo fornendo una prova di maturità che può aprire scenari interessanti per il campionato dei biancocelesti ancora davanti in classifica ad un Napoli uscito tra i fischi del suo pubblico nonostante abbia macinato gioco e occasioni. Manca, però, terribilmente un finalizzatore senza il quale sono guai. Milik era in tribuna, Higuain gioca nella Juve e la gente critica De Laurentiis. Confermate tutte le indiscrezioni della vigilia con Inzaghi che, viste le tante assenze, sceglieva la difesa a tre e Sarri che preferiva Insigne a Gabbiadini con Mertens centravanti. L'ex doriano, sponsorizzato da De Laurentiis, partiva dunque in panchina nel consueto 4-3-3 azzurro.


VERO 9 E FALSO NUEVE — La sfida nella sfida tra Immobile, unico centravanti in campo, e Mertens, un incubo per Wallace, si accendeva subito con due conclusioni nei primi 90 secondi. Era il preludio ad un primo tempo giocato su ritmi discreti con i tre davanti del Napoli (molto frizzante Insigne) che provavano ad allargare la difesa laziale che accettava l'uno contro uno e Keita che dall'altro lato spesso agiva tra le linee per non dare riferimenti alla retroguardia di casa. Non a caso Keita era un pericolo costante per Reina ed al 12' calciava alto da buona posizione. Biglia gestiva il possesso ospite ma rimaneva spesso troppo "basso", Diawara dava intensità alla manovra azzurra che si faceva più arrembante con il passare dei minuti (Mertens sfiorava il gol su punizione al 25' e sparava a salve dieci minuti dopo dal limite). La Lazio pensava a più a chiudersi che a ripartire ma sfruttava la sua maggiore fisicità per negare altre possibilità al Napoli fino a fine primo tempo.

PARI GIUSTO — La ripresa si apriva con due giocate importanti di Immobile che rispetto alla prima frazione cercava spazio sulla sinistra e lo trovava spesso alle spalle di Hysaj. Ad Immobile rispondeva il suo "gemello" Insigne (bravo Marchetti) perché anche la Lazio era più lunga con il passare dei minuti. Casuale la traversa su calcio d'angolo di Ghoulam che con il mancino calciava a rientrare, studiato invece l'inserimento di Hamsik che al settimo portava in vantaggio il Napoli con un bel sinistro in diagonale approfittando di una dormita di Parolo e della molle opposizione di Basta e Wallace. Nemmeno il tempo di scrivere quanto accaduto che Keita pareggiava: uno contro uno su Chiriches in area azzurra e destro che trovava Reina del tutto impreparato. L'errore del portiere faceva da detonatore per la rabbia azzurra che si traduceva in numerose mischie (su azione d'angolo Marchetti volava a respingere un destro di Hysaj) ed in una pressione costante che Sarri provava ad alimentare con l'ingresso di Gabbiadini. La Lazio, invece, respirava solo quando Keita faceva da collante tra centrocampo e attacco. Del resto le squadre erano stanche e di spazi per cucire il gioco ce ne erano in abbondanza, piuttosto spesso mancava la lucidità. Mancavano anche le occasioni fino alla fine è questo rendeva giusto il pari.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2016 16:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Serie A, Pescara-Empoli 0-4: Maccarone si sblocca e ne fa due

L'attaccante a digiuno da 6 mesi ne infila due agli abruzzesi.
Di Pucciarelli e Saponara gli altri gol.
Ottima prova dei toscani che superano la squadra di Oddo in classifica


Maccarone, Pucciarelli, Saponara. L’Empoli riparte di slancio. Il Pescara deve arrendersi all’evidenza. Gli acuti degli attaccanti empolesi decidono la sfida salvezza dell’Adriatico (già in fondo al primo tempo) e condannano la squadra di Oddo all’ennesima sconfitta in campionato e ad un triste primato: gli abruzzesi sono gli unici in Serie A a non aver ottenuto finora un successo sul campo. Gli ospiti, invece, vincono l’importante scontro diretto con un poker d’alta scuola e salgono a quota 10 in classifica, a più 3 sugli avversari.


CHE TRIS — Un successo maturato nei primi 45’ per effetto dei cavalli d’attacco di Martusciello in edizione straordinaria. Gol che interrompono pure un’imbarazzante astinenza del gol (766’): il primo centro lo firma Big Mac al 12’ in contropiede raccogliendo un filtrante di Pucciarelli, il destro dell’attaccante è imprendibile per Bizzarri. Passano 11’ e l’Empoli raddoppia: stavolta Maccarone, imbeccato da Saponara (errore grave in fase d’impostazione di Zampano), restituisce il favore al compagno d’attacco, il cui destro finale è violento e imparabile. Eppure il Pescara, che un tantino jellato è a dirla tutta, due, tre occasioni anche nitide le crea, ma non ha proprio l’istinto killer degli avversari: prima Caprari colpisce la traversa, poi Pasqual anticipa Benali sulla linea salvando il risultato, quindi i biancazzurri e tutto lo stadio protestano anche per un tocco di mano in area di Cosic, infine Skorupski è eccellente su Manaj. Niente da fare, non è proprio giornata. Nemmeno del resto per i difensori di casa (la squadra di Oddo subisce gol da 7 turni di fila). Gli ospiti, invece, con grande senso pratico, rivedono una luce fortissima in fondo al tunnel e si concedono pure il tris (non segnavano almeno 3 reti dal dicembre 2015 contro il Bologna) ancora con Maccarone, ispirato da un ottimo Saponara in chiusura di tempo.

ASSALTI — Il Pescara prova a reagire con tutto l’orgoglio che ha. Oddo inserisce Biraghi e Pepe e schiera una formazione più offensiva col modulo 3-4-2-1, ma davanti alla porta ai padroni di casa tremano le gambe: ci prova Verre ma a tu per tu con Skorupski - una saracinesca - il tiro è debole, mentre Pepe sfiora il palo alla destra del portiere empolese con un diagonale velenoso. Alcuni tifosi pescaresi, sfiduciati, lasciano l’Adriatico anzitempo. Una resa inevitabile. L’Empoli trova pure il gioiello di Saponara al 44’ (bel tiro ad incrociare, assist di Veseli) dopo un’altra occasione nitida capitata sui piedi dello stesso terzino toscano. Gli abruzzesi concludono con una traversa di Pettinari e con una rissa sfiorata: il secondo portiere Fiorillo insegue Skorupski dopo il triplice fischio, per fortuna gli altri giocatori in campo evitano il contatto tra i due.

Alessio D'Urso

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2016 19:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Chievo-Juventus 1-2. Apre Mandzukic, pareggia Pellissier, chiude Pjanic

Tutti i gol nella ripresa, dopo un primo tempo in cui i bianconeri hanno comunque prodotto di più.
Serio infortunio per Barzagli, che esce in barella dopo 2 minuti per un guai alla spalla sinistra (al suo posto Bonucci)


Per arrivare primi in campionato bisogna saper soffrire e vincere anche le partire complicate. Massimiliano Allegri l'aveva detto alla vigilia della partita con il Chievo ed è stato accontentato: 2-1 a Verona, con reti tutte nella ripresa dopo un primo tempo bruttino. I bianconeri sprecano più di quanto realizzano (vedi le occasioni buttate nel finale) ma dopo un mese duro e con la sosta alle porte va bene così. Il Chievo si difende con dignità e tenacia e s'arrende solo di fronte all'invenzione di Pjanic: è a questo che servono i giocatori di talento, a risolvere le gare complicate.


CI PENSA MARIO — Allegri sorprende con un 4-3-3 e diversi cambi a centrocampo: fuori Khedira e Marchisio (influenzato), dentro Hernanes e Sturaro, in attacco tridente con Cuadrado a destra, Higuain centrale e Mandzukic nell'insolito ruolo di esterno sinistro. In difesa Bonucci parte dalla panchina ma dopo 5 minuti è costretto a sostituire Barzagli, uscito in barella (lussazione della spalla sinistra). Dall'altra parte Maran stupisce con un 5-3-1-1: Gobbi fa il marcatore con Dainelli e Spolli, Birsa alle spalle dell'unica punta Floro Flores (Inglese in panchina). L'obiettivo dell'allenatore gialloblù è cercare di arginare il doppio centravanti con i tre centrali. Mossa che riesce per tutto il primo tempo, quando alla Juventus capitano pochissime occasioni. La migliore è sul finire dei primi 45 minuti, quando Alex Sandro da sinistra pennella per Hoguain, ma Sorrentino anticipa tutti. Anche se il Bentegodi è uno stadio portafortuna per il Pipita (qui fece il primo gol italiano), stavolta la partita la sblocca Mandzukic (8'), che riceve un gran pallone da Cuadrado e poi va a esultare sotto i suoi tifosi.


FATTORE P — Maran torna a quattro dietro e si gioca la carta Pellissier e la musica cambia: in quattro minuti l'attaccante costringe al miracolo Buffon (un tiro rimpallato dell'aostano diventa un assist per Castro e Gigi deve superarsi per evitare il gol), si procura un rigore (fallo di Lichtsteiner) e lo segna. Così Pellissier può festeggiare in un colpo solo le 400 presenze in A (per Buffon sono 600) e la prima rete stagionale (in totale sono 99 in Serie A). Da una P all'altra: la Juve reagisce con Pjanic, che alla mezzora trova il primo gol su punizione con la maglia bianconera. Nel finale Allegri toglie Higuain e la Juve so divora per due volte il 3-1: prima con Sturaro (brutto tiro dopo un pasticcio di Dainelli) e Cuadrado, che fa tutto bene ma poi non vede la porta.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2016 19:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Genoa-Udinese, il pareggio è giusto

Bella partita - un po’ meno nella ripresa - e tutti contenti:
i bianconeri continuano nella loro striscia positiva, il Grifone torna a fare punti.
Si decide nella prima mezzora grazie alle reti di Théréau e Ocampos, che pareggia... col pancione


Un pareggio giusto dopo una partita giocata a grande ritmo nel primo tempo e in modo più confuso nella ripresa. Genoa e Udinese aggiungono un buon punto alla loro confortante classifica e potranno godersi la sosta durante la quale recupereranno le energie che sono mancate dopo l’intervallo, quando le due squadre non sono più state sufficientemente incisive.


PRIMO TEMPO — L’Udinese non vuole farsi schiacciare dal ritmo del Genoa e allora prova a sorprendere gli avversari con un atteggiamento aggressivo e propositivo. Entrambe le squadre spingono soprattutto sulla destra ed è l’Udinese a sfruttare all’11’ una bella iniziativa di Widmer: cross rasoterra, girata imparabile di Thereau. Il Genoa è bravo a non farsi condizionare e a mantenere ordine pur accelerando la manovra. Edenilson è irrefrenabile a destra, Ocampos porta fantasia dalla parte opposta, Rigoni e Rincon danno dinamismo a centrocampo. Pavoletti viene controllato bene dai centrali di Delneri, ma il pareggio arriva ugualmente al 24’ grazie al perfetto cross di Edenilson sfruttato benissimo di testa da Ocampos. Delneri sposta De Paul a sinistra passando al 4-4-2 per frenare la spinta dell’esterno destro di Juric e in contropiede sfiora anche il 2-1 quando Zapata manda alto a porta vuota dopo una bella respinta di Perin su tiro di Thereau.


SECONDO TEMPO — In avvio di ripresa il Genoa prova a fotocopiare il gol del vantaggio, ma stavolta sul cross di Edenilson il colpo di testa di Laxalt finisce alto. L’Udinese riparte con minor continuità, ma la squadra di Juric fatica ad arrivare al tiro. Così il tecnico inserisce prima Ninkovic e poi Simeone, ma i bianconeri riescono a chiudere ogni spazio. Delneri passa al 4-5-1 togliendo tutto il tridente di partenza e lasciando in avanti solo Perica. Non ci sono grandi occasioni fino al 93’ quando Karnezis è bravissimo a deviare prima su Pavoletti e poi su Rincon.

G.B. Olivero

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2016 19:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Palermo-Milan 1-2, la risolve di tacco Lapadula: rossoneri secondi

La squadra di Montella non incanta, subisce il pari dopo il vantaggio
di Suso ma ottiene tre punti d'oro grazie alla punta entrata dalla panchina.
Rosanero al quinto k.o. di fila



Il tacco di Lapa ha una vaga assonanza con l'altro, quello di Allah. Conta meno ma per il Milan risolve un pomeriggio francamente negativo, che alle 16.40 somigliava a un elenco di rimpianti lungo fino al derby. Il tabellone dice Palermo-Milan 1-2, gol di Suso, Nestorovski e Lapadula: significa che il Milan è secondo a +2 sulla Roma in attesa del posticipo. Il risultato però non spiega come è nata l'ottava vittoria del Milan in 12 partite. Non dice che Lapadula ha segnato deviando di tacco – volontario? certo – un tiro di Suso, entrato al posto del solito Bacca senza fuoco di questi tempi. Era il suo primo tocco di palla, due minuti e 26 secondi dopo aver messo piede in campo. Non dice nemmeno che il Milan non meritava il vantaggio: per un'ora esatta, dal gol di Suso al pareggio di Nestorovski, ha giocato sotto anestetico. Ha abbassato il ritmo e si è messo dietro, troppo tranquillo. Un paio di occasioni per Pasalic nel primo tempo, poi nulla: troppo poco per una squadra che da settimane corre in zona Champions. De Zerbi allora ha preso le misure e ha sostituito Embalo e Sallai – molto lontani dalla sufficienza – con i due ragazzi. Uno è Diamanti, giovane di spirito a 33 anni. L'altro è Lo Faso, 98 di maglia e anno di nascita. Diamanti ha trovato il filtrante dell'1-1, Lo Faso ha fatto paura al Milan quando il Barbera, con il pezzi di carta in campo come in Argentina, cantava sognando i tre punti. Invece niente, sesta sconfitta in casa in sei partite, peggior bilancio nell’Europa che conta.

PALERMO SFORTUNATO — Qualche riga andrebbe dedicata anche al pomeriggio di Posavec. Palermo-Milan doveva essere la partita tra i portieri bambini ma il croato del Palermo ha complicato tutto con un'uscita dopo un quarto d'ora. Campanile di Andelkovic, Posavec sarebbe anche solo ma Aleesami gli dà misteriosamente fastidio e lui respinge malissimo. Bonaventura, che non è nato ieri, resta sveglio e appoggia a Suso. Tiro al volo di sinistro nell’angolo e vantaggio. Il secondo tempo per Posavec è stato quello del riscatto. Al 29' ha deviato una punizione di Suso, al 30' ha salvato il Palermo con un miracolo su… Suso, al 36' ha fatto ancora il fenomeno. Su un tiro dello spagnolo, neanche a dirlo. Il Palermo grazie a lui è rimasto in partita ma non ha trovato nulla nel finale, dando seguito a una stagione che sembra maledetta. Il gioco di De Zerbi a tratti si vede, Bruno Henrique è chiaramente in crescita ma evidentemente manca ancora qualcosa.

MILAN CONTRADDITTORIO — Il Milan invece ottiene il massimo con una partita in chiaroscuro, non la prima volta in stagione. La gestione del vantaggio, mai un punto di forza, non è stata convincente. La reazione al pareggio molto di più, per confermare che questa squadra ha carattere. Ha finito sotto la curva per gli applausi. Tra due settimane c’è il derby meno prevedibile degli ultimi anni e le domande già salgono. Una su tutte: gioca Bacca o Lapadula?

Luca Bianchin

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2016 19:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Sassuolo-Atalanta 0-3:
a segno Gomez, Caldara e Conti;
Gasperini è quarto

6 vittorie nelle ultime 7 partite per i nerazzurri, che espugnano il Mapei Stadium
con tre gol nel primo tempo e scavalcano il Napoli in classifica, agganciando la Lazio a 22 punti



L'Atalanta non si ferma più. In meno di un tempo strapazza il Sassuolo, forse esausto per le fatiche di coppa, e centra la quarta vittoria di fila, sesta nelle ultime sette. La scelta iniziale di Di Francesco è sorprendente: 3-4-1-2 con Politano trequartista per cercare di recuperare la solidità perdita. Il Sassuolo però finisce per perdere anche le certezze dei movimenti d'attacco. L'Atalanta con il più gasperiniano dei 3-4-3 - Kurtic sta largo a destra nel tridente - prende possesso della partita, guadagna tre angoli in cinque minuti, sfonda letteralmente al 19'. Petagna va via d forza in area e mette al centro per Gomez: Consigli si oppone al primo tentativo del Papu, non alla ribattuta. Di Francesco gira a 4-2-4, con Lirola che sale alto a destra e Politano largo a sinistra, l'Atalanta non fa un frizzo e al 24' raddoppia: combinazione a sinistra, cross di Gagliardini e girata vincente di Caldara. La sublimazione e della meglio gioventù atalantina. L'ingresso di Ricci per Lirola già al 31' restituisce al Sassuolo qualche riferimento di gioco e arriva il momento migliore, con tre conclusioni nello specchio, più soprattutto la traversa colpita da Defrel su cross di Peluso al 40' e la girata debole di Matri su altro cross del terzino sinistro neroverde al 42'. All'Atalanta però gira tutto bene e va negli spogliatoi sullo 0-3: merito di Conti, altro prodotto della cantera, che irrompe su angolo di Gomez corretto da Kurtic.

SECONDO TEMPO — Altro cambio nel Sassuolo a inizio ripresa: Iemmello per l'impalpabile Matri. Ma è sempre l'Atalanta a rendersi pericolosa. Al 3' cross di Kurtic per l'inserimento centrale di Gagliardini, colpo di testa centrale. Al 10' fuga di Spinazzola a sinistra e cross verso il secondo palo per l'arrivo in corsa di Conti, destro a lato. Il Sassuolo non riesce a scuotersi e non è nemmeno fortunato: ci prova Politano che al 28' con un sinistro a giro che sbatte sulla traversa. Al 35' l'ultimo sussulto: Berisha sbaglia lo stop, Defrel lo brucia e va giù, l'arbitro non vede scorrettezze, Di Francesco si arrabbia e viene espulso.

Alex Frosio

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2016 22:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Fiorentina-Sampdoria 1-1. Muriel risponde a Bernardeschi

Al Franchi finisce in pareggio con un gol per tempo.
Per i viola, che non vincono in casa da metà settembre, è il quinto risultato utile consecutivo in campionato



La Fiorentina si dimostra ancora incapace di vincere tra le mura amiche pareggiando la quarta partita consecutiva al Franchi allontanandosi dalla zona europea. Ottimo il primo tempo, decisamente meno il secondo, con la Sampdoria che nel finale ha addirittura rischiato il colpaccio. Paulo Sousa ripropone il 4-2-3-1 con Kalinic unica punta supportato da Tello, Ilicic e Bernardeschi. Giampaolo conferma Quagliarella e Muriel davanti con Bruno Fernandes sulla trequarti. Inizio di gara divertente con Quaglierella prima e Gonzalo Rodriguez poi che tentano la soluzione personale. In entrambe le circostanze palla out. Al 14' viola vicini al vantaggio con un traversone dalla destra deviato trasformatosi in assist per Kalinic. Il croato non arriva di un niente a due passi dalla porta. Tre minuti ed ancora Kalinic spreca malamente di testa su cross preciso dalla sinistra di Milic. La Fiorentina si fa preferire per gioco e velocità mentre la Sampdoria difficilmente riesce a ripartire in contropiede. Solo Muriel prova ad accelerare in un paio di circostanze, ma non è preciso. Al 35' ancora Kalinic calcia di prima intenzione su asssist preciso di Ilicic, ma Regini devia in corner salvando tutto. Il gol è nell'aria ed un cross basso di Bernardeschi viene forse sfiorato da Astori: paternità del gol incerta (anche se il difensore pare non deviare) , Puggioni ingannato e la Fiorentina in vantaggio. Prima dell'intervallo ci prova anche Gonzalo di testa, palla alta. Il primo tempo finisce con i viola meritatamente in vantaggio ma colpevoli di aver sprecato troppo.

PARI SAMP — Giampaolo si gioca subito la carta Praet al posto di Linetty. Un minuto e Quagliarella spara verso Tatarusanu che blocca senza problemi. Poi è Tello a sprecare un buon contropiede calciando malamente. La partita resta bellissima, ci prova Praet (para Tatarusanu), risponde Bernardeschi: palla alta. Al 56' la Sampdoria pareggia. Cross di Regini, Muriel di testa anticipa Gonzalo Rodriguez e batte Tatarusanu. I padroni di casa accusano il colpo e gli uomini di Giampaolo ci credono. Sousa corre ai ripari: fuori Tello, dentro Chiesa. L'inerzia è tutta doriana e Bruno Fernandes impegna ancora Tatarusanu alla respinta di pugno. Ancora cambi al 70'. Sanchez rileva Badelj e Pereira prende il posto dell'acciaccato Sala. A quindici dal termine Puggioni salva i suoi con un balzo prodigioso, togliendo dall'angolo un colpo di testa preciso di Gonzalo Rodriguez e strozzando in gola l'urlo di gioia dei tifosi viola. Giampaolo concede dieci minuti anche a Budimir al posto di uno scatenato Muriel, migliore in campo dei suoi. Ancora Puggioni nel recupero vola per togliere da sotto la traversa il colpo di testa di Astori. L'assalto viola nel finale non porta al gol anzi: l'ultimo a provarci è Praet con Tatarusanu che vola per deviare. Finisce con un punto che soddisfa maggiormente la Sampdoria e lascia ancora la Fiorentina senza gioie al Franchi.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
06/11/2016 22:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 10.111
Registrato il: 18/06/2008
Sesso: Maschile
Inter-Crotone 3-0: gol di Perisic e doppio Icardi

I nerazzurri stentano a lungo, poi risolvono nel finale con la rete del croato e la doppietta dell'argentino



La crisi non è finita. Stefano Vecchi lascia la guida dell'Inter con i tre punti (quasi obbligatori) ottenuti (3-0) a San Siro col modesto Crotone che resiste per più di 83 minuti davanti a un assalto sterile di una squadra contratta, incapace di imporsi e di imporre. Solo la difesa nerazzurra è esente da pecche perché dietro non concede nulla ai calabresi che restano incollati sul fondo della classifica. La vittoria interista giunge tutta nei 7 minuti finali con il gol di Perisic e la doppietta di un Icardi ritrovato e mai in pace con la curva che non lo ama. Ma la curva un po' si scuote perché la vittoria serve a dare fiducia, all'ambiente, alla dirigenza cinese che in 48 ore deve annunciare L nuovo allenatore. "Dovete correre" scrivono con uno striscione i tifosi della Nord ai loro giocatori. Ma ancor più le cantano ai dirigenti con un telone eloquente: "C'è un inglese, un cinese è un indonesiano che vogliono farci tornare a essere la barzelletta d'Italia".

PRIMO TEMPO — Nonostante tutto, l'Inter è accolta dagli applausi all'ingresso in campo. Vecchi vuol chiudere in bellezza e cambia qualcosa rispetto al giovedì nero di Southampton. Ma dietro c'è fiducia per la coppia Ranocchia-Miranda, mentre Nagatomo paga la serataccia inglese lasciando il posto a Santon. Bronzovic e Joao Mario giostrano in mezzo con Banega che fa il trequartista alle spalle di un tridente composto da Candreva, Icardi e Perisic. Il Crotone si copre, vuole un punto come a Firenze e Nicola organizza un 4-4-2 con Trotta e Falcinelli davanti e Palladino che deve più controllare l'asse D'Ambrosio-Candreva che far valere le sue qualità offensive. Il Crotone (che gioca con dieci undicesimi della formazione che ha vinto domenica scorsa la prima partita col Chievo, il cambio è Palladino per Nalini), sgarfa per dirla alla Delneri, tutto quel che può. Si protegge bene, chiude, raddoppia, pressa in mezzo con Rohden e il giovane ('93) Barberis, ma fa fatica a ripartire. Almeno dietro l'Inter è attenta e solo Ranocchia incorre in un errore quando stende Falcinelli e si becca il giallo da Calvarese. Ma sempre Ranocchia dopo soli 19' si deve arrendere e lasciare il posto a Murillo per un infortunio ai flessori. Il Crotone ha una sola occasione in area, quando Trotta si inserisce bene du un traversone di Mesbah, ma calcia malissimo. L'Inter preme, come è ovvio, ma sbaglia anche le cose più semplici. Perisic non crea un problema a Rosi, si gioca a prevalentemente a destra, ma i cross di Candreva sono facili da respingere per Ferrari e Ceccherini e Icardi non ha mezza occasione. Solo palle in mezzo, mai la profondità, solo una volta l'iter fa paura a Cordaz che, però, è bravissimo sul colpo di testa di Miranda. Al 30' i nerazzurri in gol ci vanno con D'Ambrosio che butta dentro da due passi sulla respinta corta di Cordaz sul bolide di Candreva. Ma è fuorigioco. Tutto qui. L'Inter va negli spogliatoi tra i fischi.

SECONDO TEMPO — I fischi scuotono l'Inter che resta contratta ma l'impegno lo mette. Dopo due minuti è Murillo che ha l'occasione ottima su punizione di Banega ma la mira non è precisa. Poi Cordaz arriva dappertutto, bloccando respingendo, aiutandosi come può. Vecchi aggiunge pericolosità, toglie Banega e tuta dentro Eder trasformando in un 4-4-2 che diventa anche 4-2-4 in fase di possesso e spinta. Nicola si copre ancora di più con Crisetig al posto di Trotta. La sua squadra è tutta racchiusa in un 4-5-1 con Falcinelli isolato davanti che non può proprio pungere. Ma si lotta per il pareggio e l'Inter non riesce a scardinare il bunker calabrese. Ma quando il Crotone pensa di aver portato a casa il terzo risultato utile di fila, Icardi inventa un lancio per Perisic che corre sulla destra e fulmina, stavolta con bravura, il bravo Cordaz. Sarà l'ingresso di Jovetic, usato tempo fa come amuleto, ma l'Inter blinda la vittoria col rigore di Icardi che se lo procura pure costringendo al fallo Ferrari. Poi è ancora Maurito a gonfiare la rete con un bel gol da Dentro area nel terzo minuto di recupero. Una punizione eccessiva per la squadra di Nicola. Ma l'Inter respira. E pure i cinesi.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:48. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com