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Morto a 92 anni il politologo Giovanni Sartori, fu lui ad inventare i termini "Mattarellum" e "Porcellum"

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2017 13:56
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05/04/2017 13:56
 
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Muore il politologo Giovanni Sartori,
inventò i termini Mattarellum e Porcellum




Aveva 92 anni.
Autore di decine di saggi, nel corso della sua attività accademica ha ricevuto otto lauree ad honorem.
Fine intellettuale e polemista, il suo motto era:
"Il mondo è diventato così complicato che sfugge alla comprensione anche degli esperti".
Il cordoglio di Gentiloni, affettuoso il ricordo del presidente del Senato Pietro Grasso


E' morto per complicazioni respiratorie all'età di 92 anni il politologo e sociologo Giovanni Sartori. Nato a Firenze il 13 maggio del 1924, era ancora Albert Schweitzer Professor Emeritus in the Humanities, alla Columbia University, New York (dal 1994), e professore emerito dell’Università di Firenze. Si laureò in Scienze politiche e sociali a Firenze nel 1946 e negli anni è stato docente in numerose università, incluse le straniere più prestigiose ed era tra i più autorevoli e pungenti commentatori dell’attualità politica. Autore di decine di saggi, nel corso della sua attività accademica ha ricevuto otto lauree ad honorem. Ma il motto che campeggia nel suo sito internet è: "Il mondo è diventato così complicato che sfugge alla comprensione anche degli esperti". A chi un giorno gli chiese: "Dicono che lei sia un po' altezzoso?", rispose: "Certi personaggi sono dei pigmei. È inevitabile guardarli dall’alto in basso". I suoi libri sono tradotti in più di trenta lingue.

Il Sartori costituzionalista e divulgatore inventò le etichette Mattarellum e poi Porcellum alle legge elettorali, per poi smontare passo dopo passo la riforma elettorale ideata da Renzi. "E' un sistema spagnolo “bastardo”, con un doppio turno che non si capisce a cosa serva e un premio di maggioranza troppo alto (il 35% è scorrettissimo) - La questione delle preferenze, poi: abolite a furor di popolo causa corruzione, oramai mi è venuto il vizio e così provo ancora. Italicum proprio non mi va. Sa di treno. Al momento proporrei Bastardellum. Ma si intende che si può trovare di meglio".

Caustica anche la definizione che aveva dato del ventennio berlusconiano, "un sultanato". Sartori può essere considerato uno dei principali autori nel campo della Teoria della Democrazia, dei sistemi di partito e dell'ingegneria costituzionale nel mondo accademico internazionale.

Nel 1963 Sartori partecipò al primo concorso di sociologia indetto in Italia, entrando al secondo posto nella terna dopo Franco Ferrarotti. Fu così chiamato a Firenze alla cattedra di sociologia applicata, dove insegnò la materia per tre anni come professore straordinario (1963-66), per poi tornare come ordinario alla scienza della politica. Fu anche preside della Facoltà di Scienze Politiche di Firenze nel triennio "rivoluzionario" 1969-1971, osteggiando, come disse, "l'ingresso del 1968 nella cultura universitaria".

In quel periodo riuscì a far funzionare la sua Facoltà (fucina di costituzionalisti e diplomatici di carriera) con voti, esami e lezioni regolari: il che gli meritò ancora da giovane, nel 1971, la Medaglia d'oro per meriti culturali ed educativi del presidente della Repubblica, ma anche l'ostilità di alcune frange dell'accademia, ostilità che furono alla base, come ha raccontato, della sua decisione di lasciare l'università italiana per andare a insegnare negli Usa.

È stato sposato con la nobildonna Giovanna di San Giuliano e, nell'autunno 2008, si è fidanzato con l'artista Isabella Gherardi, con la quale si è unito a nozze nell'ottobre del 2013. Dal 12 maggio 2016 gli è dedicata una sala nella biblioteca del Senato, alla quale ha donato un importante fondo librario.

Tra i primi a esprimere cordoglio il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni "per la scienza e l'intelligenza corrosiva con la quale questo studioso illustre ha dato mappe e nomi alla politica per provare a ritrovare se stessa".

"Grazie professore, è stato un grande onore conoscerla. Da voce autorevole e indipendente, ha dato lustro al nostro paese", così comincia l'affettuoso saluto del presidente del Senato Pietro Grasso: "E' stato uno dei massimi politologi del nostro tempo, un grande intellettuale che ha dato lustro al nostro paese nelle più prestigiose università al mondo. La sua è stata una voce autorevole e indipendente che ha rafforzato e nutrito l'opinione pubblica. Di lui - prosegue Grasso - mi hanno colpito la passione e la lucidità con le quali ancora affrontava i temi della vita politica. Pochi mesi fa ha donato migliaia di suoi volumi al Senato per metterli a disposizione dei tantissimi studenti e cittadini che frequentano ogni giorno la nostra biblioteca. Grazie professore: è stato un grande onore ascoltare le sue riflessioni, leggere i suoi articoli e studiare i suoi volumi". E il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "E' stato maestro della scienza della politica - spirito libero e indipendente - ha sempre incoraggiato e insegnato la formazione del giudizio critico. La molteplicità delle sedi in cui ha sviluppato ed esposto il suo pensiero - scientifiche, didattiche, giornalistiche - lo ha reso autorevole protagonista del confronto culturale sulle istituzioni, non soltanto in Italia, contribuendo al rigore del dibattito sulla democrazia".

La notizia della morte è apparsa per prima sul sito del Corriere della Sera, di cui era editorialista. Nel rispetto di quanto contenuto nel suo testamento, non si terranno funerali religiosi nè civili. La salma sarà tumulata nella cappella di famiglia nel cimitero delle Porte Sante di Firenze.

Fonte: Repubblica
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