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Campionato di Serie A 2017/2018

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2018 12:22
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27/08/2017 23:52
 
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Fiorentina-Sampdoria 1-2, Caprari e Quagliarella gelano Pioli

Doppia Samp in tre minuti nel primo tempo, Quaglia (su rigore) al terzo gol in due giornate.
Accorcia Badelj in avvio di ripresa, ma i Viola restano inchiodati a zero punti



La nuova Fiorentina non va, la Sampdoria sì. E così la seconda giornata rispecchia la prima, con i viola che perdono ancora mentre la squadra di Giampaolo raddoppia volando a sei punti. A niente è servito un gran secondo tempo giocato dai padroni di casa. Pioli ritrova Chiesa e Badelj puntando sulla voglia di Simeone al centro dell'attacco. Giampaolo risponde con Caprari e Quagliarella davanti, supportati da Ramirez. Problemi nel riscaldamento per Barreto, dentro Linetty. Un minuto e Praet viene ammonito per fallo su Biraghi. Si gioca davanti ad oltre 25mila spettatori e con un caldo impressionante. Il primo tiro è di Chiesa al 9', sinistro bloccato a terra da Puggioni. Tre minuti e la Samp risponde con un colpo di testa di Carpari su cross di Sala, palla out. La partita di Eysseric finisce presto con il francese che esce (in barella) al 19' per un problema alla caviglia, al suo posto Gil Dias. Il portoghese prova subito l'azione personale, tiro bloccato.

UNO-DUE — Al 24' ancora Sampdoria con Quagliarella che tenta il pallonetto al volo su Sportiello, ma il portiere non si fa sorprendere. Al 32' gli ospiti passano. Ramirez si libera al tiro, Sportiello non respinge benissimo e Caprari mette dentro anticipando un sonnacchioso Tomovic. Ancora il serbo un minuto dopo combina la frittata toccando di mano in piena area di rigore. Dagli undici metri Quagliarella segna di potenza. I viola provano a reagire con il solito Gil Dias, ma il primo tempo finisce con il doppio vantaggio Samp.

REAZIONE — Pioli sostituisce il frastornato Tomovic inserendo Bruno Gaspar, ma il portoghese perde subito Caprari che si mangia il 3-0 tutto solo davanti a Sportiello. A segnare allora è la Fiorentina. Gil Dias serve Bruno Gaspar in profonità, cross morbido del nuovo entrato e piatto vincente al volo dell'accorrente Badelj. La Viola ci crede, il Franchi spinge e Chiesa impegna Puggioni da lontano. Giampaolo alza il muro inserendo Ferrari per Murru, in difficoltà su Gil Dias, allargando Regini a sinistra. La Fiorentina insiste, ma prima Benassi e poi Simeone perdono l'occasione per il pari.

FINALE — Al 27' Badelj, migliore tra i viola, smarca Chiesa davanti a Puggioni, bravissimo a respingere. Pioli tenta il tutto per tutto inserendo Babacar per Benassi e viola a 4 punte. Al 30' proprio Babacar e Pezzella non riescono incredibilmente a segnare dalla linea di porta. La Samp è alle corde, ma regge. Al 91' ancora Chiesa spreca in acrobazia sparando alto. La Fiorentina meriterebbe il pareggio che però non arriva e così sono gli ospiti a festeggiare volando a quota sei in classifica con i viola che restano ancora a zero. Dopo la sosta, a Verona, sarà già una sfida delicatissima per i ragazzi di Pioli.

Giovanni Sardelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/08/2017 23:58
 
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Milan-Cagliari 2-1, Joao Pedro risponde a Cutrone.
Poi ci pensa Suso

Prestazione opaca dei rossoneri, in vantaggio al 10' con un
altro gol del bomber classe '98 e poi ripresi dai sardi al 56'.
Una magia su punizione dello spagnolo al 70' regala però una vittoria sudatissima


Paradossi del calcio. Un'estate passata a spendere oltre 200 milioni e a dannarsi per portare a Milanello un bomber da un gol a partita, e ti accorgi che il cannoniere ce lo avevi già in casa da quando era bambino e che la stella che ti risolve la serata era già in rosa e aspetta di rinnovare. Dopo il successo di Crotone, il Milan vince anche la prima di campionato a San Siro, ma per battere il Cagliari servono un gol di Cutrone - un altro, il quarto in sei gare ufficiali – e una magia di Suso, dopo il pari di Joao Pedro: finisce 2-1. Le buone notizie, però, per Montella e il presidente Li Yonghong, in tribuna, finiscono qui. Per la gestione della partita e il bel gioco si prega di ripassare.

L'HASHTAG DELLA SERATA — #cutronegol. Il centravanti a sorpresa di questo inizio di stagione dispensa lezioni su come seguire come telecomandato il pallone buono e spingerlo in rete. Dicono che Montella vada matto per il 19enne promosso dalla Primavera, ed è difficile dargli torto. Cutrone non sbaglia un movimento, sa difendere il pallone e leggere in anticipo le giocate dei compagni: sul cross pennellato da Suso al 10' del primo tempo, Patrick si libera della marcatura di Andreolli a centro area e taglia sul secondo palo bruciando Cragno. Movenze e giocata da Playstation. Punto di riferimento lì davanti, senso del gol da predestinato. A proposito di Playstation, andatevi a rivedere la punizione da tre punti di Suso: per lui non servono hashtag, le sue prodezze sono trendig topic già da una stagione.

DI COSA SI PARLERÀ — Del passo indietro sul piano del gioco rossonero. Montella dovrà rivedere qualcosa in mezzo al campo, dove due su tre hanno steccato. Calhanoglu senza passo né idee, Kessie stretto nella morsa di Barella e con il pari di Joao Pedro sulla coscienza: è lui a perdere un pallone sanguinoso all'11' della ripresa e "servire" al duo Farias-Joao Pedro il momentaneo 1-1. Più in generale, il Milan è ancora troppo poco maturo nella gestione dei 90': Rastelli e il suo Cagliari corto e senza punti di riferimento in avanti hanno i loro meriti (colpiscono pure un palo con Sau sullo 0-1), ma i rossoneri concedono il pallino del gioco troppo presto e di fatto non lo riconquistano più. Con parecchi brividi di troppo, come il contatto Bonucci-Joao Pedro, che Pairetto e il Var giudicano regolare: il capitano rossonero rischia tantissimo.

LA DOMANDA — La magia di Suso al 70' fa esplodere i quasi 50mila di San Siro e regala i 3 punti che servono per stare al passo delle big, ma con Kalinic (entrato nel finale) e Cutrone a disposizione e due terzini come Conti e Ricardo Rodriguez che sembrano soffrire nella difesa a 4, il 3-5-2 pare il vestito migliore per questo Milan. Ma Suso sull'esterno del tridente, con la libertà di cercare il fondo per i cross o di tagliare verso la trequarti, è l'unica certezza del momento: siamo sicuri che in una posizione più centrale renderebbe allo stesso modo?

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/08/2017 00:01
 
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Napoli-Atalanta 3-1: in gol Cristante, Zielinski, Mertens e Rog

La squadra di Gasp gioca un gran primo tempo, ma nella ripresa il
capolavoro del polacco e le giocate del belga ispirano la rimonta



Quando al Napoli vengono i cinque minuti (stavolta tra l'undicesimo ed il sedicesimo della ripresa) non ce n'è per nessuno, neppure per l'Atalanta di Gasperini, un tabù che gli azzurri hanno faticato non poco a sfatare. Il copione dello scorso anno, con i bergamaschi vittoriosi a Fuorigrotta, sembrava si stesse ripetendo, poi nella ripresa la storia è cambiata anche grazie alla freschezza atletica del Napoli che nel finale ha messo il sigillo con Rog in contropiede a dimostrazione del fatto che Sarri può contare - e sa gestire - una rosa ampia, giovane e di qualità. Nessuna sorpresa alla lettura delle formazioni con Ilicic preferito da Gasperini a Kurtic. L'ex palermitano si è spesso allargato a destra per contenere Ghoulam ma ha fatto pure da schermo su Jorginho. Due cambi negli azzurri rispetto a Nizza, dentro Maggio per lo squalificato Hysaj ed il propositivo Zielinski al posto di Allan. Applausi del San Paolo per Reina, blindato dalla società - salvo sorprese - e dai tifosi. Bello lo striscione della Curva A per le vittime del terremoto di Ischia.

INIZIO DA...DEA — Solita Atalanta fastidiosa per il Napoli che ha provato a vincere i duelli individuali per allargare la difesa ospite. Gasp ha rischiato all'undicesimo sull'asse Insigne-Mertens, bravo Berisha a bloccare il diagonale del belga. Come nella passata stagione, bergamaschi in vantaggio su palla inattiva: Cristante svetta più alto di Maggio su azione d'angolo e di testa supera l'incolpevole Reina. Il copione tattico non è cambiato ed il Napoli ha provato, come sempre, a sgommare sulla corsia mancina dalla quale Ghoulam al 34' ha praticamente messo in porta Callejon, il cui tap in vincente è stato murato da Gosens. Fino a fine primo tempo Petagna ha continuato a battagliare con i centrali di Sarri, lasciando spazio agli inserimenti di Gomez e Ilicic (destro respinto da Reina al 36') ed il Napoli ha continuato a soffrire i piazzati (decisivo Maggio su Toloi al 40'). Pochi sbocchi, invece, per gli azzurri con Mertens chiamato spesso a fare più il regista avanzato che il centravanti. Quando il belga ha attaccato la profondità, Berisha lo ha soffocato in uscita bassa fuori area e così all' intervallo si è andati con l'Atalanta avanti uno a zero anche perché Reina ha respinto il colpo di testa di Hateboer, da buona posizione, su assist di Gomez, e Zielinski ha sparato a salve nel recupero (parata facile di Berisha).

CAMBI DECISIVI — Dentro De Roon e fuori Petagna negli ospiti ad inizio ripresa, nuovo modulo il 3-5-2. Una scelta opinabile e che alla fine si è rivelata deleteria. Atalanta comunque più coperta ma sempre viva grazie ad Ilicic. Napoli chiamato ad evitare troppi ricami per essere incisivo. Serviva un episodio agli azzurri e Zielinski ha pescato il jolly al minuto 11 con un destro magnifico dopo una respinta della difesa su calcio d'angolo: euro gol e San Paolo rianimato. A quel punto il Napoli si è sciolto, Sarri ha giustamente messo dentro Allan e dal piede del brasiliano è partita l'azione del 2-1, rifinita da Insigne di testa e finalizzata da Mertens con un tocco al volo di destro. L'Atalanta doveva tirar fuori tutto il suo coraggio e qualche soluzione dalla panchina, vedi Kurtic che è andato vicino al gol del pari al 20'. Il Napoli, di contro, si è messo a gestire - cosa che non sempre gli azzurri in passato hanno saputo fare - con Diawara davanti alla difesa e Rog dare sostanza alla mediana. Così Mertens ha potuto finalmente essere lanciato in contropiede, ma ha fallito il gol della sicurezza quando sarebbe stato opportuno mettere in ghiaccio il risultato. Geniale l'assist con il quale il belga si è fatto perdonare: tocco morbido per Rog quasi "no look" dopo una ripartenza micidiale. Per il croato è stato un gioco da ragazzi realizzare il 3-1 e chiudere la pratica. Napoli da corsa, Atalanta bella a metà.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/08/2017 00:05
 
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Spal-Udinese 3-2: Borriello, Lazzari e Rizzo regalano la vittoria a Semplici

Dopo il pareggio contro la Lazio, gli emiliani tornano
a vincere nel proprio stadio, in massima serie, dopo 49 anni.
E' già crisi per il friulani



Giocate “Semplici” e di qualità: il segreto del successo della Spal nella sfida contro l’Udinese sta tutto nel cognome del suo allenatore. Leonardo Semplici ha plasmato una squadra dinamica e pratica, capace di due promozioni consecutive e, visto questo inizio di stagione, in grado di garantire ai suoi tifosi, emozioni e soddisfazioni. Tre a due il risultato finale: vittoria griffata Marco Borriello, perla della campagna acquisti ferrarese (all’esordio dal primo minuto con la maglia bianco-azzurra) e Manuel Lazzari, esempio di fedeltà ai colori sociali (quinta stagione in Emilia Romagna). Per gli ospiti, inutili la rete di Nuytinck (al 27’ della ripresa) e di Thereau (al 42’ su rigore). Ci pensa Luca Rizzo in pieno recupero a mandare in estasi tutta Ferrara.

ASSENTI INGIUSTIFICATI — L’Udinese subisce la seconda sconfitta consecutiva: difficile pensare a un inizio di campionato peggiore, non solo per i risultati ma anche per le trame di gioco espresse. Lente e prevedibili. Tutto il contrario rispetto al ritmo imposto dai padroni di casa, soprattutto quando la sfera giunge nella zona destra del terreno di gioco: Lazzari e Schiattarella si dimostrano un tandem difficile da contrastare per l’accoppiata Samir-Jankto.

APOTEOSI BIANCAZZURRA — Quarantanove anni di attesa per riassaporare la massima categoria e la Spal si accorge che la pietanza è succulenta e appetitosa. Merito degli ingredienti, mixati con maestria dallo chef Semplici: la grinta di Mora (autore del passaggio decisivo per Borriello), la sicurezza di Vicari in difesa, la spavalderia del giovane portiere Gomis (ben più di un “secondo” per la stellina Meret, attualmente infortunato). Primizie che si aggiungono alle geometrie di Viviani, al moto perpetuo degli esterni, al killer instinct di Borriello.

LE RETI — Al 25’del primo tempo esplode lo stadio “Paolo Mazza” grazie al gol di Marco Borriello: sinistro che viene rimpallato da Danilo, destro che è una sentenza. All’ 9’ della ripresa, Lazzari raddoppia (rete convalidata con l’ausilio della Var): accelerazione di Schiattarella e tocco di Danilo che rimette in gioco il numero 29, rapidissimo a depositare la palla in rete. Poco prima della mezz’ora Nuytinck supera di testa Gomis sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ancora la Var aiuta l’arbitro Valeri nel cogliere il fallo di Vaisanen su Lasagna. Thereau non sbaglia dal dischetto. Al 49’ Luca Rizzo, entrato a gara in corso, regala il 3-2 ai padroni di casa. “Semplici” brividi di gioia biancoazzurra.

Pietro Razzini

Fonte: Gazzetta dello Sport
28/08/2017 00:06
 
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SERIE A 2017/2018 2ª Giornata (2ª di Andata)

26/08/2017
Benevento - Bologna 0-1
Genoa - Juventus 2-4
Roma - Inter 1-3
27/08/2017
Torino - Sassuolo 3-0
Chievo - Lazio 1-2
Crotone - Hellas Verona 0-0
Fiorentina - Sampdoria 1-2
Milan - Cagliari 2-1
Napoli - Atalanta 3-1
Spal - Udinese 3-2

Classifica
1) Juventus, Inter, Napoli, Milan e Sampdoria punti 6;
6) Torino, Spal, Bologna e Lazio punti 4;
10) Chievo e Roma punti 3;
12) Genoa, Hellas Verona, Crotone e Sassuolo punti 1;
16) Udinese, Benevento, Atalanta, Cagliari e Fiorentina punti 0.


(gazzetta.it)
09/09/2017 23:48
 
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Juventus-Chievo 3-0, decidono Higuain, Dybala e l'autogol di Hetemaj

Terza vittoria su tre per Allegri: apre un autogol di Hetemaj,
nella ripresa il raddoppio di Higuain e il gol del numero 10, che cambia il match.


Compleanno bagnato compleanno fortunato. Il diluvio a Torino non ferma la partita e neppure la Juventus, che per festeggiare i 6 anni dello Stadium ha rifilato tre gol al povero Chievo. Se vinci così bene anche quando non convinci e ti mancano tanti giocatori, significa che la strada è quella giusta. Bastano un Dybala part time e un Higuain ancora non al top per la terza vittoria di fila in campionato (con 10 gol segnati).

REGALO GIALLOBLÙ — A Torino è la giornata delle novità (debutto dal primo minuto per tre: Szczesny, Matuidi e Douglas Costa) e dell'assenza dei senatori: fuori Buffon, Barzagli, Chiellini e Marchisio tutti insieme, non solo sparisce completamente la BBC (già menomata dalla partenza di Bonucci) ma in campo c'è solo un reduce dei sei scudetti di fila, Lichtsteiner, che da partente (lo voleva il Besiktas) si ritrova capitano. Era dal 2008 che la Juventus non si presentava in campionato senza lo zoccolo duro italiano. E' anche la giornata della partenza lenta bianconera, complici anche i tanti cambi: a riposo Dybala, Alex Sandro (fermato da un virus) Barzagli, Buffon, Khedira e Marchisio infortunati. Così la Signora fatica a immaginare trame di gioco e pure a metterle in pratica. Troppi passaggi in orizzontale, non c'è nessuno che taglia in mezzo al campo e per arrivare alla porta ci vuole un'eternità. Non a caso la Juventus riesce nell'impresa di portarsi in vantaggio senza aver fatto un tiro in porta: merito di Hetemaj, che al 17' devia alle spalle di Sorrentino una punizione di Pjanic. La Juventus si risveglia intorno alla mezzora, con un paio di accelerazioni che partono soprattutto da Pjanic, il migliore del primo tempo. Lui e Lichtsteiner sono gli unici a costringere Sorrentino alla deviazione in angolo. Il Chievo parte bene ma poi perde aggressività dopo l'inaspettato svantaggio. Su punizione ci prova Radovanovic (che poi farà il bis sempre da fermo nella ripresa, ma senza centrare la porta), Szczesny non fa rimpiangere Buffon, respingendo un tiro insidioso, e Benatia la butta in corner.

TANGO ARGENTINO — Il secondo tempo ha un avvio sonnacchioso ma quando entra Dybala (dopo meno di 10 minuti) tutto cambia: si torna al 4-2-3-1, con Sturaro alto a destra, e bastano pochi minuti per arrotondare il punteggio. L'argentino giovane scambia con Pjanic, l'argentino più anziano riceve e segna. Ennesimo gol di Higuain al Chievo (dopo la doppietta dello scorso anno) ed ennesima dimostrazione che anche quando il Pipita non è sprint sa come metterla dentro. Comunque la sensazione ricavata anche contro il Chievo è che questa squadra non possa prescindere da Dybala: lui e Pjanic sono il fosforo della Signora. Il numero 10 si esibisce in un colpo di tacco, sfiora il 3-0 in un paio d'occasioni e lo trova dopo l'ingresso in campo di Bernardeschi: l'ex viola lo serve, lui si libera di due avversari e beffa Sorrentino sul primo palo. Ottimo allenamento con vista Messi. E il Chievo? Sfortunato ma anche meno tignoso di quanto ci si aspettasse. Pucciarelli è troppo tenero, non a caso Maran lo toglie nel secondo tempo per mettere il vecchio leone Pellissier, che comunque per poco fa il 2-1 di testa). La difesa attempata regge per un po' ma alla fine naufraga, il centrocampo non è mal ma rende al di sotto delle aspettative. Niente da fare: per il Chievo lo Stadium resta un tabù.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/09/2017 15:52
 
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La partita Sampdoria - Roma è stata rinviata per l'allerta meteo (livello arancione) lanciata con due giorni di anticipo per le piogge sul capoluogo ligure, temendo conseguenze drammatiche anche per il traffico cittadino e la sicurezza degli spettatori, anche se la serata di sabato ha visto solo piogge di non preoccupante intensità che di fatto avrebbero consentito un regolare svolgimento della partita.
10/09/2017 15:52
 
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Inter-Spal 2-0: Icardi e Perisic in gol, Inter prima a punteggio pieno

I nerazzurri fanno 3 su 3 e agganciano in vetta la Juve a 9 punti.
A segno il capitano su rigore (assegnato dalla Var) e
l'esterno croato nel finale con un bellissimo tiro al volo



Non è stato un pranzo da sedici portate, ma alla fine i quasi sessantamila interisti si sono alzati con la pancia piena. E per chi da anni soffre sempre un po’ di fame, la sensazione è rassicurante. Chef Spalletti cucina un 2-0 da punteggio pieno: tecnologico nell’episodio decisivo, piccante nel 2-0 di Perisic, condito da altre occasioni (la traversa di Skriniar trema ancora), sostanzioso sotto il punto di vista della gestione del match.

COSA PIACE DELL'INTER — Oltre i nove punti la buona notizia per l’ambiente nerazzurro è che questa è già una squadra: ha fisionomia e idee chiare, solidità, giuste distanze e un po’ meno di pazzia rispetto al passato. Finché le gambe reggono va a recuperare palla appena dopo averla persa, ha un Gagliardini in crescita e uno Skriniar già certezza. In una giornata in cui i cross faticano a partire o non trovano Icardi, prova a passare per vie centrali, riuscendoci a tratti nonostante le due linee strette ferraresi.


I PROTAGONISTI — Al gol ci pensano Icardi, ed è il quinto in tre gare, e Perisic, che nobilita una gara in cui si era fatto notare per alcuni provvidenziali rientri con un gioiello. Lo scontro Vicari-Joao Mario è l’episodio che sblocca il match al 22’: Icardi premia, o meglio suggerisce, l’inserimento di Joao Mario con una delle tante sponde di prima. Vicari lo mette giù, appena oltre la linea. L’arbitro dà punizione al limite, dopo quasi 5’ (ne parliamo altrove) arriva la decisione del Var. Icardi ci mette meno a trasformare il rigore, incrociando il tiro. L’Inter gestisce e va vicina al raddoppio più di quanto la Spal non rischi di pareggiare (Gomis vola su Candreva). Il gol che chiude il match arriva con un sinistro al volo di Perisic su cross di D’Ambrosio: rinnovo festeggiato col botto.


COSA MANCA — Non è ovviamente una squadra perfetta, l’Inter: sarebbe difficile lo fosse adesso. Il triangolo centrale Borja-Gagliardini-Joao Mario manca a volte di velocità e capacità di andare in profondità, Dalbert ha faticato parecchio e mostrato meno, D’Ambrosio ha riscattato con l’assist qualche errore. Però le basi per costruire una stagione meno "avventurosa" ci sono.

COSA PIACE DELLA SPAL — Nonostante il k.o., la Spal ha confermato quanto fatto vedere ad agosto: difesa molto fisica, con chili, centimetri e dominio degli spazi aerei, centrocampo di corsa con un Lazzari velocissimo a destra, attacco con gente pericolosa per quasi tutte le difese di A, anche se oggi Paloschi è mancato in fase di conclusione (colpite male due palle buone). E parecchi schemi per colpire su calcio da fermo.

Valerio Clari

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/09/2017 20:56
 
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Serie A, Atalanta-Sassuolo 2-1: Gasp esulta con Petagna e Cornelius

Primi punti per la squadra di Gasperini, che rimonta lo svantaggio iniziale firmato da Sensi.
Gli emiliani sfiorano il pari nel finale ma Berisha chiude la porta



L’Atalanta respira, il Sassuolo recrimina. Una vittoria stentata e discussa per la squadra di Gasperini, che cancella quota zero in classifica solo grazie a un gran gol di Cornelius e a una rete quasi casuale di Petagna, molto contestato dal Sassuolo, rischiando nel finale il pareggio della squadra emiliana, alla seconda sconfitta consecutiva. Al di là delle recriminazioni arbitrali, la squadra di Bucchi solo in extremis è riuscita ad aumentare il suo peso davanti, confermando di non avere ancora trovato un’identità tattica definitiva e dunque limiti offensivi: il gol del vantaggio era stato in realtà un regalo dell’Atalanta.

LE SCELTE — Nessuna sorpresa fra i bergamaschi, dato che Gasperini ieri aveva insolitamente annunciato la formazione. Dunque ritorno di Caldara al centro della difesa, prima da titolari per De Roon (per Freuler), Castagne (Hateboer) e Cornelius (Petagna), all’insegna di un turnover mirato all’esordio in Europa League di giovedì contro l’Everton. Non annunciato, ma ipotizzato, il cambio di sistema di gioco nel Sassuolo, dal "vecchio" 4-3-3, usato nelle prime due gare di campionato, al 3-5-2: un esterno offensivo in meno (Politano) e un centrale difensivo in più (Letschert, preferito a Goldaniga). In attacco Berardi più vicino a Falcinelli e alla porta. Ma qualche sorpresa anche nelle scelte di Bucchi: Sensi e non Missiroli, Mazzitelli e non Duncan (non al meglio) e sulla fascia sinistra fiducia a Adjapong, recuperato in extremis.

PRIMO TEMPO — Il gol beffa (o meglio: suicidio) subìto dall’Atalanta, che ha stappato la partita, è arrivato dopo mezzora scarsa di teorico dominio nerazzurro. Il primo vero avvicinamento della porta di Consigli era arrivato solo dopo 23’ (da Gomez a Ilicic, sinistro alto), per il resto la forte pressione della squadra di Gasperini aveva solo tenuto il Sassuolo nella sua metà campo, ma senza metterlo con le spalle al muro. Anzi: 5’ dopo, proprio lo sbilanciamento dei nerazzurri aveva causato l’harakiri di una ripartenza nata da una punizione a favore al linite dell’area avversaria, pasticciata da Ilicic. Palla capitalizzata da Berardi, fuga sulla destra di Lirola, tappeto rosso per l’inserimento centrale di Sensi, in vantaggio sul rientro di tutto gli avversari. Il merito dell’Atalanta è stato non scomporsi, e trovare il pareggio dopo 7’: un pizzico di fortuna (Ilicic non ha agganciato un pallone poi arrivato a Cornelius) e un colpo di classe del centravanti danese, che ha evitato l’opposizione di Magnanelli e poi Cannavaro, trovando da 15 metri un sinistro chirurgico sul palo di Consigli. Gol convalidato dopo consulto arbitrale, per sospetto fuorigioco dell’autore del gol.

SECONDO TEMPO — Nella ripresa era logico aspettarsi un’Atalanta più padrona del campo, dopo aver aggiustato la partita. Ma neanche il cambio (Kurtic per Ilicic) ha dato la scossa, arrivata semmai con l’infortunio di Gosens e l’inserimento del vivace Hateboer sulla destra (con Castagne dirottato a sinistra): l’olandese ha prima impegnato Consigli e poi mostrato la porta a Petagna che non è arrivato per un soffio su un suo cross dalla destra, ma il vantaggio dell’Atalanta è comunque giunto in maniera quasi casuale (palla messa in mezzo da Gomez e tocco svirgolato ma vincente di Petagna) e soprattutto molto discussa: sullo spiovente del Papu, Cannavaro non è potuto intervenire in quanto ostacolato da Kurtic, ma Manganiello non ha ritenuto di intervenire. Il vantaggio non ha sciolto l’Atalanta, che nel finale ha rischiato per due volte il pareggio: il subentrato Matri, vivacissimo, ha messo in porta Ragusa, che ha ritardato il tiro e si è visto chiudere benissimo lo specchio da Berisha, il quale si è ripetuto poco dopo cancellando un colpo di testa di Acerbi su cross di Lirola.

Andrea Elefante

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/09/2017 20:59
 
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Cagliari-Crotone 1-0: Sau-gol, è festa grande nel nuovo stadio

Basta una rete dell'attaccante sardo per regalare ai ragazzi di Rastelli la prima vittoria stagionale.
Calabresi, al contrario, ancora senza acuti in campionato



La festa è completa. Il Cagliari debutta alla Sardegna Arena e ottiene i tre punti chiesti, i primi in campionato, a gran voce dal tecnico Rastelli alla vigilia. La firma sulla prima vittoria nel nuovo stadio la mette il bomber Made in Tonara Marco Sau che quest'anno vuole arrivare alla doppia cifra. Sau, al minuto 34 del primo tempo, conclude da attaccante freddo su un servizio illuminante di Joao Pedro che sorprende e infila la difesa del Crotone che stava salendo.

LE SQUADRE — La superiorità del Cagliari nel primo tempo è netta, la squadra di Rastelli è migliorata nel fraseggio sullo stretto e certe giocate anche a un tocco sono un piacere. Barella sembra davvero di un'altra categoria. Davanti Pavoletti si sbatte come un leone e solo una prodezza di Cordaz sul colpo di testa gli nega la gioia di un esordio da urlo. Il Crotone davanti non c'è, Trotta non pervenuto, Budimir lotta molto di più e le poche accelerazioni sono del vivace Stoian. Nessun pericolo per un Cagliari guidato dietro da un superbo Pisacane. Nella ripresa scende la pioggia e cala anche l'intensità del match che il Cagliari cerca di condurre in porto senza affanni. Manca il colpo del k.o., Nicola prova a cercare le soluzioni giuste, quella più azzeccata è disperata. E inserisce Crociata dietro il nuovo entrato Tumminello e Budimir. Ma il pareggio lo sfiora solo Barberis su punizione. Il Cagliari fa festa davanti ai suoi tifosi in un pomeriggio che passerà alla storia. Il lavoro di 200 operai entrati in campo prima del via, è la pagina più bella di 127 giorni di lavoro che hanno portato a un nuovo obiettivo e a uno stadio per tanti aspetti unico.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/09/2017 21:03
 
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Serie A, Verona-Fiorentina 0-5: Viola travolgente

Avvio straripante per la squadra di Pioli (tre gol nei primi 24') che conquista la prima vittoria in campionato.
A segno Simeone, Thereau su rigore, Astori, Veretout e Dias nella ripresa



Un'ottima Fiorentina, un tragico Verona, una partita che è durata pochi minuti. Il pomeriggio del Bentegodi ha regalato cinque gol, molti sorrisi a Pioli e tante preoccupazioni a Pecchia e a tutto l’ambiente gialloblù. E’ vero che il doppio svantaggio iniziale ha complicato i piani del Verona, ma la squadra è stata anche incapace di reagire mentre i viola hanno prodotto un calcio lineare ed efficace andando molto spesso alla conclusione.

PRIMO TEMPO — Pronti, via e la Fiorentina è avanti di due gol. Al 2’ Nicolas devia male un tiro di Benassi e Simeone realizza con un tocco semplice a porta vuota. Al 10’ Thereau trasforma con serenità il rigore concesso per fallo di Nicolas su Chiesa, ben lanciato da Benassi. Rivisto alla moviola, e quindi alla Var, resta qualche dubbio perché l’intervento del portiere del Verona inizia leggermente fuori area. E probabilmente il contatto che genera la caduta avviene prima del superamento della linea. Al di là di questo, comunque, la partita non esiste. Il Verona non riesce a organizzare una manovra decente e non fa mai tre passaggi di fila. La Fiorentina, invece, mette pressione sulla propria trequarti ed è brava a trovare sempre l’uomo smarcato vicino all’area gialloblù. Simeone sfiora il terzo gol, che viene realizzato da Astori su azione d’angolo al 24’. Chiesa manca il poker e poi la Fiorentina rallenta senza che il Verona riesca a rendersi pericoloso e a dare l’idea di poter entrare finalmente in partita. Gli applausi del pubblico gialloblù sono tutti per Kean, che inizia il riscaldamento prima ancora della fine del primo tempo ed entra dopo l’intervallo al posto di Ferrari mentre Romulo sostituisce Souprayen.

SECONDO TEMPO — La partita, però, non può certo cambiare. Nonostante la vivacità dei due nuovi entrati il Verona crea una sola grande occasione (gran riflesso di Sportiello su tiro al volo di Romulo) dopo che la Fiorentina aveva già segnato la quarta rete grazie a una splendida punizione di Veretout e prima della cinquina firmata da Gil Dias nel finale. E così i viola festeggiano la prima vittoria in campionato mostrando soprattutto una confortante crescita dal punto di vista tattico e della tenuta difensiva, che andrà però verificata contro avversari di ben altro spessore. Il Verona, invece, è già al bivio della sua stagione: sono passate solo tre giornate ma la situazione è difficile. E Pecchia è stato contestato dai tifosi durante e dopo la partita.

G.B. Olivero

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10/09/2017 23:28
 
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Lazio-Milan 4-1: Immobile tripletta,
Luis Alberto e Montolivo in gol

Il centravanti biancoceleste scatenato: tre reti e assist allo spagnolo.
I rossoneri segnano con il centrocampista, ma per un'ora sono in balia dell'avversario


Una Lazio straripante sorpassa il Milan e comincia a coltivare progetti da Champions. Protagonista Ciro Immobile: tre reti e un assist (a Luis Alberto) per il bomber esaltato anche dal gol segnato in settimana con la Nazionale. Ben sette centri nel suo ruolino di questo avvio di stagione. Ma il dominio della formazione di Inzaghi si è espresso in una prova di forte maturità e gran gioco. Il 4-1 finale congela le ambizioni del Milan, che non ha saputo reggere il confronto nello snodo decisivo della gara, cominciata alle 16 dopo il nubifragio che in mattinata si è abbattuto su Roma.

DOPPIO VANTAGGIO IN 4' — Inzaghi conferma la formazione che ha vinto contro il Chievo. Infortunato Felipe Anderson, non ancora pronto Nani, c’è la coppia Milinkovic-Luis Alberto a sostegno di Immobile. Montella inserisce Calabria per rimediare allo stop di Conti. Prima da titolare per Biglia, che torna da ex all’Olimpico dopo il divorzio di due mesi fa. Prima del via, l’ex capitano biancoceleste è andato ad abbracciare Inzaghi che era già in panchina. Dagli spalti arrivano invece fischi per l’argentino sin dal primo tocco di palla. Gran ritmo e continua ricerca del gioco contraddistinguono subito la sfida. Al 9’ Strakosha neutralizza una conclusione di Kessie innescato da Biglia in verticale. Al 14’ il portiere è pronto anche su una parabola di Borini. Al quarto d’ora Inzaghi deve rinunciare a Wallace, che esce in barella: probabile strappo muscolare. In difesa, entra Bastos. Al 17’ rischia Donnarumma su Bastos a un passo dalla porta dopo un corner di Luis Alberto. Due minuti dopo, è Bonucci a chiudere su Immobile. Gara molto tattica. La Lazio guadagna metri, cercando di sfruttare il versante sinistro. Proteste laziali per un contatto in area fra Luis Alberto e Musacchio. Risale il Milan: alta una punizione di Suso dai 30 metri. Partita senza un attimo di tregua. Al 38’ la Lazio va in vantaggio. Ci pensa Immobile a trasformare il rigore concesso da Rocchi per il fallo di Kessie su Luis Alberto. E al 42’ il bomber di Inzaghi raddoppia con una girata spettacolare su cross dalla destra di Lulic. Il 2-0 suggella il cambio di passo dato dai biancocelesti alla partita: dalla mezz’ora in poi, più decisa e intraprendente in fase offensiva.

ALTRO DOPPIO COLPO FATALE — La ripresa parte nel segno della Lazio. Al 3’ ancora Immobile protagonista. Firma la prima tripletta in biancoceleste finalizzando con stop e tiro in area un traversone di Lulic smistato da Parolo. Apoteosi per il bomber sotto la Curva Nord. E due minuti dopo il centravanti laziale scatta a tutta velocità per servire Luis Alberto che infila il quarto gol della Lazio: Inzaghi fa festa e Milan annichilito. Lazio a grandi livelli. Con orgoglio la squadra di Montella prova subito a rialzarsi. Strakosha vola per deviare un tentativo di Suso. Due cambi per ravvivare l’attacco: Calhanoglu per Cutrone e Kalinic per Borini. All’11’ i rossoneri colpiscono: Montolivo si inserisce su una conclusione di Calhanoglu e batte Strakosha. Il gol rilancia il Milan: Strakosha anticipa Kalinic. Inzaghi sostituisce Lulic, sommerso dagli applausi dell’Olimpico, e fa entrare Lukaku. La squadra di Montella si rovescia tutta in attacco. Ma la Lazio è sempre in agguato. AL 26’ Immobile si fa mezzo campo, arriva davanti alla porta, ma il tiro va sul fondo. Due minuti è Donnarumma a opporsi a un nuovo assalto del bomber laziale. Terza sostituzione nel Milan: Bonaventura rileva Suso. Replica Inzaghi con Luiz Felipe, brasiliano all’esordio in A, al posto di Radu. Il Milan macina gioco, ma la Lazio si muove con sicurezza (Lukaku ha la chance del 5-1). Espulso Parolo al 48’ per doppia ammonizione. E prima del fischio finale Immobile cerca la porta quasi da centrocampo. L’Olimpico festeggia il successo della Lazio con le note dei “Giardini di marzo” di Lucio Battisti, cuore biancoceleste che avrebbe amato molto la bella squadra di Inzaghi.

Nicola Berardino

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10/09/2017 23:32
 
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Udinese-Genoa 1-0, Jankto affossa Juric

Friulani avanti al 15' con il gol del centrocampista ceco, poi
l'espulsione di Bertolacci e l'infortunio di Lapadula azzoppano il Grifone.
Primo successo per Delneri



L'Udinese trova la prima vittoria (1-0), il Genoa s'inchioda vittima di un'improvvisa crisi d'identità. Non è stata una bella partita. Intensa sì, anche dura e nervosa, chiusa con un'espulsione per parte. Ma per lo spettacolo si prega di ripassare.

CHE BARAK — Jankto prima, la Var dopo decidono il primo tempo e lasciano il segno sulla gara. Già al minuto 15 l'equilibrio si rompe: cross (o tiro?) di Lasagna dalla destra, l'olandese Nuytinck colpisce la traversa, riprende Jankto e batte Perin. Il tutto nel giro di pochi secondi con la complicità della svagata difesa genoana. L'Udinese trova slancio dal vantaggio arrivato in tempi così brevi e comincia a imporre il suo gioco. Delneri decide per il 4-4-2 con De Paul schierato a destra ma libero di spaziare. Il Genoa soffre la forza dell'inedita coppia Behrami-Barak e non riesce a costruire spingendo, poco e male, solo sulla destra con Lazovic. Poi il secondo episodio che condiziona la gara. Al 36' brutta entrata di Bertolacci su Lasagna, l'arbitro Maresca grazia il genoano, fa riprendere il gioco e dopo un paio di minuti, su segnalazione del var Banti, lo sospende e va a rivedersi l'azione. L'intervento di Bertolacci è grave, gamba alta e piede a martello. Maresca cambia idea e mostra il rosso. A questo punto la partita svolta, anche perché si fa male pure Lapadula, costretto al forfait per un problema al ginocchio. In chiusura di tempo arriva, a sventare il doppio svantaggio, la paratona di Perin su punizione di De Paul.

TROPPO TARDI — Campo pesante e molti falli: ecco il secondo tempo. Behrami si meriterebbe un altro giallo per un intervento su Biraschi (costretto alla sostituzione) ma l'arbitro sorvola. Rossettini rischia di mandare in gol Lasagna, ma Perin salva. Poi è Pezzella, appena entrato, a incassare il rosso per una forbice su Omeonga: con l'uomo in meno, Delneri toglie Maxi Lopex e gioca con una sola punta. A quel punto, il Genoa comincia a rischiare qualcosa: Danilo salva davanti alla riga dopo un colpo di testa di Taarabt, che subito dopo tira da fuori sfiorando il pari. La reazione c'è ma arriva troppo tardi.

Guglielmo Longhi

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10/09/2017 23:35
 
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Serie A, Benevento-Torino 0-1, Iago Falque abbatte le Streghe

Buona prova della neopromossa, che dà filo da torcere ai granata
di Mihajlovic, soprattutto nel primo tempo con Ciciretti e Coda



Il Toro traballa, rischia di soccombere, reagisce e porta a casa i tre punti risolvendo la partita in pieno recupero. Un 1-0 a Benevento che non convince nemmeno Mihajlovic ma che consente ai granata di collocarsi, con la Lazio, al secondo posto dietro il duo di testa Juventus-Inter. Per i padroni di casa, ancora fermi a zero punti dopo tre giornate, resta l'amaro in bocca per le tante occasioni sprecate e per il gol subìto quando ormai lo 0-0 sembrava cosa fatta.

REAZIONE TORO — Le principali azioni della partita vedono spesso il Benevento in avanti. Al 22' Ciciretti su punizione obbliga Sirigu alla deviazione in angolo, al 40’ su un tiro di Iemmello Molinaro salva sull’accorrente Coda. Il Torino reagisce nella ripresa e con Niang, al debutto con la maglia granata, mette sotto pressione la difesa beneventana. Nella ripresa per due volte Sirigu è protagonista prima su Cataldo e poi su Coda. E al 48', invenzione di Ljajic per Falque, tocco felpato e Belec è battuto.

BARONI — "Anche contro il Torino – afferma uno sconsolato Marco Baroni – abbiamo lottato giocando con una carica agonistica ineccepibile. Continuando di questo passo, sono certo che anche i risultati verranno a nostro favore".

Antonio Buratto

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10/09/2017 23:38
 
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Bologna-Napoli 0-3: decidono i gol di Callejon, Mertens e Zielinski

Il Bologna ha tre limpide occasioni per passare in vantaggio, poi nella ripresa il gol
di Callejon fa decollare la squadra di Sarri, a segno anche con Mertens e Zielinski


Vincere senza mostrare il suo solito calcio per il Napoli è un inedito ma quello che arriva da Bologna è anche un segnale al campionato perché superare i felsinei al Dall'Ara rischiando due o tre volte la capitolazione e passando in vantaggio alla prima vera occasione è sintomo di maturità da parte degli azzurri. La squadra di Sarri ha così eguagliato il suo primato di vittorie consecutive in A (8 di fila tra la scorsa stagione e quella attuale) e raggiunto in vetta Juventus e Inter. Il Bologna, invece, deve masticare amaro per il risultato ma gonfiare il petto per la prestazione. Risultato penalizzante per Donadoni, ma in favore di Sarri ha giocato la qualità del tridente oltre all'apporto fondamentale di Zielinski, subentrato ad Hamsik.

SORCI VERDI — Napoli con qualche novità alla lettura delle formazioni: dentro Chiriches al posto di Albiol (fin quando al 43' il rumeno è dovuto uscire per un problema alla spalla sinistra), confermato Jorginho in regia (preferito all'ex Diawara) e solito tridente taglia small. Bologna d'assalto in avvio sia per lo schieramento che per l'interpretazione. Donadoni ha scelto di giocarla con le stesse armi di Sarri, provando a rubare l'idea al collega: pressing alto finché dura e finché è possibile, con Palacio poco dietro Destro e non solo guardiano di Jorginho. Anche così è nato il cambio di gioco che ha portato Verdi all'uno contro uno con Hysaj: pericolosissimo il mancino in diagonale dell'ex empolese e palla fuori di un soffio (minuto 6). Il pupillo di Sarri ha fatto vedere i sorci...Verdi agli azzurri e ha sfiorato il gol su punizione al 10': miracoloso Reina nel deviare sulla traversa. Di contro Helander ha visto i sorci verdi (con la minuscola) con Mertens e ha rischiato il doppio giallo dopo meno di un quarto d'ora (Giacomelli ha valutato bene però un contatto sospetto sulla trequarti). Brava la squadra arbitrale ad annullare il gol di Masina al 18', con il tocco del terzino in fuorigioco sul destro al volo di Verdi. Il Napoli, un po' sonnacchioso, ha spinto come al solito soprattutto dal lato sinistro con Insigne e Hamsik (piatto debole tra le braccia di Mirante al 33') oltre che con Mertens, sempre fastidioso per Helander (proteste azzurre al 34' per un contatto in area). Zero a zero all'intervallo e tutto rinviato alla ripresa.

I SOLITI TRE — Nel secondo tempo lecito attendersi un Napoli diverso ed in effetti gli azzurri hanno iniziato con altro piglio. Il Bologna sapendo di dover soffrire si è rintanato cercando di ridurre gli spazi per le triangolazioni degli attaccanti ospiti. Il classico contropiede sull'asse Verdi-Destro ha mandato quest'ultimo al tiro con Reina ancora bravissimo al quarto d'ora e Koulibaly poi decisivo nel salvare sul successivo rimpallo. Sarri ha chiesto a Zielinski il necessario cambio di passo e ha sostituito nuovamente Hamsik. In realtà, però, sono stati - come sempre o quasi - Insigne e Callejon a confezionare il gol del vantaggio del Napoli, a quel punto di certo non meritato. Solito assist sontuoso di "Lorenzinho" e solito taglio dello spagnolo alle spalle di Masina, colpo di testa vincente tra le gambe di Mirante dell'ex madridista. Alla prima occasione, dunque, azzurri avanti e difficoltà psicologica raddoppiata per il Bologna. Donadoni ha provato a reagire con i cambi anche rinunciando a Destro e Palacio. Il Napoli ha scelto di gestire inserendo Diawara (ma è stato soprattutto Albiol a rivelarsi prezioso sui calci piazzati per i padroni di casa). Difficile comunque far gol a Reina, due reti subite nelle prime cinque gare stagionali, molto più semplice per Mertens rubare il pallone ad un inguardabile Pulgar e raddoppiare con il mancino da posizione ravvicinata. Così il fenomeno belga ha messo la parola fine al match con leggero anticipo prima del tris firmato da Zielinski, ancora decisivo con il suo ingresso in campo (per il polacco secondo gol consecutivo). Da Bologna arriva una brutta notizia per le rivali scudetto degli azzurri: il Napoli sa, anche, essere cinico.

Gianluca Monti

Fonte: Gazzetta dello Sport
10/09/2017 23:43
 
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SERIE A 2017/2018 3ª Giornata (3ª di Andata)

09/09/2017
Juventus - Chievo 3-0
Sampdoria - Roma (rinv.)
10/09/2017
Inter - Spal 2-0
Atalanta - Sassuolo 2-1
Cagliari - Crotone 1-0
Hellas Verona - Fiorentina 0-5
Lazio - Milan 4-1
Udinese - Genoa 1-0
Benevento - Torino 0-1
Bologna - Napoli 0-3

Classifica
1) Juventus, Inter e Napoli punti 9;
4) Lazio e Torino punti 7;
6) Sampdoria(*) e Milan punti 6;
8) Spal e bologna punti 4;
10) Fiorentina, Udinese, Roma(*), Atalanta, Chievo e Cagliari punti 3;
16) Genoa, Sassuolo, Crotone e Hellas Verona punti 1;
20) Benevento punti 0.

(*) Sampdoria e Roma una partita in meno.


(gazzetta.it)
16/09/2017 23:41
 
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Crotone-Inter 0-2:
Skriniar e Perisic in gol,
Spalletti a punteggio pieno

I nerazzurri si svegliano nel finale ma ringraziano Handanovic per le
parate sullo 0-0:sono primi in solitaria, aspettando Juve e Napoli


Vince l'Inter, e in un certo senso non sa come. Sì, onore delle armi per un Crotone solido, concentratissimo e stoppato solo da un grande Handanovic: decisivo due volte sullo 0-0 il portiere sloveno. Le firme sulla quarta vittoria consecutiva della banda Spalletti sono di Skriniar (37' secondo tempo, puntatone di destro in mischia, in piena area) e Perisic (destro secco appena dentro i 16 metri al 92'). Serve di più all'Inter per puntare a qualcosa di importante, ma intanto Spalletti può almeno godersi una squadra sempre ordinata, anche nelle difficoltà, e che quindi (un po' come a Roma) riesce poi a raddrizzare le situazioni più disperate.

PICCOLO TROTTO — Nicola va di 4-4-2 classico: Mandragora e Barberis diga centrale nel cuore del campo; in avanti Tonev e Budimir. Nicola schiera una squadra molto attenta, praticamente tutti dietro la linea della palla in fase di copertura e ripartenze nemmeno troppo convinte. D'altronde fa molto caldo, e il timore un po' di tutti è quello di non arrivare in fondo ai 90'. Spalletti, dal canto suo, non cambia niente rispetto alla formazione anti-Spal: Handanovic fra i pali; D'Ambrosio, Skriniar, Miranda e Dalbert dietro; Gagliardini e Borja Valero davanti alla difesa; Candreva, Joao Mario e Perisic a ridosso di Icardi. Il primo squillo è di Tonev: Inter pigra, Tonev va via sulla destra, spara dalla distanza e Handanovic fatica a respingere. Perisic risponde con un sinistro molle che Cordaz controlla. Handanovic poi in tuffo sul sinistro da lontano di Budimir, quindi al 29' Joao Mario si mangia un gol fatto a due passi da Cordaz: sinistro molle e fuori misura su assist di Perisic. È il Crotone a chiudere in avanti: punizione di poco a lato di Martella. Inter al piccolo trotto praticamente per tutta la gara, Gagliardini leggerino in appoggio, peggio Joao Mario. Icardi fuori partita, qualche sbavatura dietro, Miranda il meno sicuro.

LA RIPRESA — Dopo l'intervallo ci si aspetta l'Inter, e invece riparte il Crotone. Al 6' Tonev scherza Miranda, entra in area e trova il gigantesco Handanovic a sbarrargli la strada. Un quarto d'ora dopo Rohden colpisce sottomisura di testa: altro intervento super del portiere nerazzurro. L'Inter non cambia mai passo, subisce la partita e regge di fatto solo grazie al rigore tattico, questo sì un marchio da grande squadra già metabolizzato da Skriniar e compagni. In un contesto simile arriva davvero casuale l'1-0 dello slovacco che spiana di fatto la strada al raddoppio di Perisic e spegne l'entusiasmo di Nicola, che però esce giustamente fra gli applausi.

Mirko Graziano

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16/09/2017 23:45
 
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Fiorentina-Bologna 2-1: Chiesa, Palacio e Pezzella in gol

Seconda vittoria consecutiva per i viola:
decide una rete di Pezzella al 69' dopo il botta-risposta tra i due bomber



Vittoria diversa rispetto a quella di Verona. Sofferta fino all'ultimo secondo. La Fiorentina però batte il Bologna ed ottiene il secondo successo di questo campionato potendo guardare con maggior serenità la super sfida in programma mercoledì a Torino contro la Juventus. Pioli conferma la stessa formazione di Verona con Thereau in appoggio di Simeone e Benassi e Chiesa sugli esterni. Nel Bologna Destro va in panchina con Palacio unica punta supportato da Verdi e Di Francesco. Al 10' prima occasione per la Fiorentina, ma Thereau colpisce debolmente di testa da pochi passi su cross di Biraghi.

NOIA — Il Bologna aspetta dietro, la Fiorentina ha difficoltà nel costruire e così la partita fatica ad accendersi. Pochi spunti e poche conclusioni. Gaspar a destra e Chiesa a sinistra provano a creare superiorità numerica. Il Bologna ci prova in contropiede con Palacio (tiro fuori) e Pulgar. La cui conclusione viene bloccata senza troppe difficoltà da Sportiello. Al 42' splendida azione personale di Chiesa che parte dalla propria metà campo e arriva al tiro, troppo stanco però per imprimere la giusta potenza. Il primo tempo si chiude senza ulteriori sussulti e lo 0-0 rispecchia perfettamente quanto accaduto.

BOTTA E RISPOSTA — Pioli cambia subito. Fiorentina in campo con Gil Dias al posto di uno spento Benassi. Al 51' la Viola passa: Gil Dias apre sulla sinistra, Chiesa mette giù, si accentra e lascia partire un gran tiro che si infila all'angolo. Nemmeno il tempo di esultare che il Bologna pareggia. Astori va a terra lasciando spazio a Palacio che calcia libero e batte l'incolpevole Sportiello. Tutto da rifare per la Fiorentina.

GIOIA PEZZELLA — I viola accusano il colpo e faticano a rimettersi in moto. Serve un calcio piazzato per riaccendere la squadra di Pioli ed al 70' arriva puntuale. Corner di Biraghi, sontuoso stacco di Pezzella che anticipa Krafth e supera Mirante. Super momento per il difensore argentino, convocato per la prima volta da Sampaoli in Nazionale. Poco dopo primo acuto di Simeone, la cui rovesciata esce di poco. Pioli si copre, dentro Vitor Hugo per Thereau, parso abbastanza opaco. Al minuto numero 82' fuori uno straordinario Chiesa (crampi) e spazio per il francese Eysseric. Il Bologna prova il forcing finale e Palacio sfiora il pari di testa colpendo in pieno il palo. La Fiorentina tiene: il Franchi esulta con lo sguardo già alla Juventus.

Giovanni Sardelli

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16/09/2017 23:48
 
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Roma-Verona 3-0, apre Nainggolan, poi doppietta di Dzeko

Apre Nainggolan, chiude la doppietta del bosniaco.
Di Francesco lancia Under e Schick e ritrova un ottimo Florenzi


La Roma spazza via un modestissimo Verona per 3-0, si gode la prima doppietta stagionale di Edin Dzeko (subito dopo le polemiche della Champions) e scopre risorse importanti anche in Pellegrini e Under, due dei volti migliori del turnover messo in campo da Di Francesco. Il Verona? Malissimo, quasi nullo. Pecchia si suicida ancora tenendo fuori sia Pazzini sia Verde, gli unici capaci di mettere qualcosa dentro la partita quando sono entrati, nella ripresa. A conti fatti vittoria larga e giusta dei giallorossi e un mare di guai per i veneti, che con questi tre gol arrivano a 11 subiti in sole 4 partite. C'è tanto da rivedere. E pure di corsa.


DOMINIO — Di Francesco manda dentro Fazio, Under, Pellegrini ed El Shaarawy e a sorpresa conferma De Rossi in regia. La Roma ritrova poi Florenzi dopo quasi 11 mesi, di ritorno per la prima volta in una gara ufficiale dopo il doppio infortunio al ginocchio sinistro. Pecchia lancia per la prima volta Kean dal via. A fare la partita però sono sempre i giallorossi, dall'inizio alla fine. Pellegrini sembra molto più a suo agio di Strootman e con Florenzi e Under a destra va a comporre una catena che sprigiona energia e freschezza. E proprio da quelle parti arrivano un po' tutti i pericoli per i veneti, ad iniziare dal destro in corsa di Pellegrini (3') di poco alto. Poi Dzeko si confeziona da solo molto bene due occasionissime, sprecandole però malamente in entrambi i casi (la prima ciccando il pallone, la seconda calciandolo su Nicolas in uscita). Poi è Florenzi a farsi pericoloso e proprio mentre sull'Olimpico si abbatte l'atteso diluvio, arriva il vantaggio giallorosso: Dzeko recupera una palla sulla trequarti, serve centralmente El Shaarawy che vede l'inserimento centrale da dietro di Nainggolan, bravo sulla corsa a bruciare Nicolas. Una volta in vantaggio, è tutto più semplice, compreso il 2-0, merito di un gioiello di Florenzi che salta di netto Valoti (in disperato ripiegamento difensivo) e regala a Dzeko un cioccolatino da scartare e insaccare di testa.


SENSO UNICO — La ripresa si gioca sostanzialmente sullo stesso spartito del primo tempo, con la Roma a fare la partita e il Verona quasi da sparring partner. Kolarov sfiora subito il gol su punizione, poi è Nainggolan a confezionare un bell'assist di testa per il rimorchio da dietro di El Shaarawy (tiro da fuori parato). Così al 16' arriva anche il 3-0, con una pennellata di Kolarov dalla fascia per Dzeko, che in scivolata a tu per tu con Nicolas non sbaglia. A partita oramai chiusa, arriva l'espulsione di Souprayen, che prende il secondo giallo per un intervento in netto ritardo su Pellegrini. E allora è l'ottimo Under al 22' a sfiorare il poker, imbeccato bene nello spazio da Dzeko. Al 29' Pazzini (entrato da poco) segna il gol della bandiera con un preziosismo ("scavetto" sotto l'incrocio), ma Pairetto annulla per giusto fuorigioco. Poi c'è spazio per gli esordi assoluti di Schick e Moreno e poco altro, se non un paio di spunti di El Shaarawy.

Andrea Pugliese

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17/09/2017 16:57
 
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Sassuolo-Juventus 1-3: Dybala fa tripletta, segna anche Politano

Tre gol pazzeschi dell'argentino, che vince la partita da solo.
Per gli emiliani momentaneo 1-2 firmato da Politano



Ok, non è Messi e forse non lo sarà mai. Ok, la bocciatura di Barcellona ha avuto un che di impietoso. Ma questo resta pur sempre un gioiello abbagliante, soprattutto dentro alla vetrina italiana. Nei campi di casa nostra Dybala è un inno alla bellezza, sembra un adulto nel campetto dei bambini: il sinistro tagliente da fuori area nel primo tempo, la puntata di sinistro in stile futsal più la solita dolce punizione nel secondo hanno steso il Sassuolo, ma sono le ennesime genialate in questo inizio di Serie A. Alla centesima presenza in bianconero, le reti numero 50, 51 e 52 da quando Paulo ha abbracciato Madama: in questo campionato fanno già otto, dieci se si aggiunge la Supercoppa. Ben oltre i numeri, c’è il talento, pungolato anche dalle critiche eccessive post Camp Nou: le prossime notti europee diranno in che posizione metterlo nel ranking dei fuoriclasse internazionali. Il sospetto, però, è che in tempi rapidissimi ne scalerà parecchie. La Juve si appende mani e piedi a lui per ottenere la quarta vittoria e riagganciare all’ora di pranzo l’Inter. Gli applausi al Mapei Stadium, quando a dieci minuti lascia il campo a Bernardeschi, sono talmente fragorosi da coprire anche qualche cattivo pensiero sulla difesa bianconera: continua a prendere gol, anche in un pomeriggio placido di fine estate.

VECCHIE CERTEZZE — Il ritorno delle vecchie certezze, con Mandzukic e Cuadrado di nuovo ai lati di questo magnifico Dybala nel quadrilatero offensivo: ecco la buona notizia per il mondo Juve. In fondo, a Barcellona la mancata reazione era figlia anche delle troppe assenze. Invece, con il solito spartito, si suona un’altra sinfonia: Pjanic e Matuidi sono rapidi nel fraseggio stretto e lesti nell’allargare il campo da Lichtsteiner e Alex Sandro. Il francese, poi, è un acquisto azzeccatissimo per capacità tattica, carisma e abitudine alla lotta. Così la palla si muove rapida, come “garba” ad Allegri, ma oltre ai meriti bianconeri molto incide (in negativo) questo nuovo, sbiadito Sassuolo. Lascia troppi spazi per far giocare i palleggiatori juventini, è stranamente basso nell’attesa di recuperare e ripartire. Su questo campo la Juve aveva visto le streghe più volte ai tempi dei ritmi vertiginosi di Di Francesco e anche oggi certi piccolissimi pericoli Bucchi li crea quando i suoi alzano i ritmi. Certo, il gol di Politano, figlio soprattutto di uno scivolone di Lichtsteiner e preso subito dopo il 2-0 della Joya, non è una buona notizia per la Juve: i gol subiti in sei partite ufficiali sono nove, cifra cospicua e preoccupante per le abitudini della casa. Alla fine dei conti, però, la Juve ha vita facile e la grandinata non arriva solo per un po’ di imprecisione sotto porta e per la scarsa vena del Pipita, un po’ nervoso e ancora lontano dalla migliore forma. Allegri aveva motivato il centravanti argentino con parole miratissime dopo la mancata convocazione argentina, ma serve altro tempo per tornare ai vecchi fasti. In discussione non è certo l’efficacia sotto porta, ma la reattività, lo scatto quando le difese si stringono su di lui. Recuperasse anche il vero Higuain, la Juve potrebbe tornare di buon umore anche in Europa. In fondo, ogni giudizio passa da lì: qui basta (e avanza) il gioiello col dieci sulle spalle.

Filippo Conticello

Fonte: Gazzetta dello Sport
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