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E poi parlano di eutanasia...

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2006 15:46
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08/09/2006 22:30
 
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"Misericordia io voglio, e non sacrifici", dice il Signore

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Il problema dell'eutanasia è un argomento molto spinoso.
Nessuno si sognerebbe di praticare l'eutanasia su un soggetto in uno stato di coma vigile, perchè le reazioni neurovegetative sono evidentemente conservate e si puo' ben sperare in un recupero più o meno rapido.
Ma quando si parla di coma profondo la cosa cambia molto sostanzialmente.
Stiamo parlando di un soggetto il cui cervello ha subito lesioni talmente gravi da, non solo non far sperare in nessuna forma di risveglio, ma addirittura nella remota ipotesi che questo possa verificarsi, da non lasciare nessuna speranza di un recupero.
In sostanza ci troviamo di fronte a persone che tali non sono più.
Le loro funzioni vitali e vegetative sono irrimediabilmente compromesse e la loro vita futura scorrerebbe lentamente ed inevitabilmente sostenuta da presidi ospedalieri come respiratori artificiali, cannule per l'aspirazione delle secrezioni, catetere vescicale a permanenza, letti articolati con materassi antidecubito per la mobilizzazione passiva, sondino gastrico per l'alimentazione forzata e che più ne ha più ne metta.
E tutto questo spesso per anni.
I loro contatti col mondo esterno, là dove per mondo esterno intendo i membri della famiglia, sono praticamente azzerati perchè ormai incapaci di relazionarsi.
Ho assistito diversi casi di coma profondo e onestamente ho delle difficoltà nel credere che anche laddove ci siano state manifestazioni di un'attività cerebrale "quasi" normale questa possa essere stata seguita da un risveglio con recupero anche parziale delle capacità intellettive e cognitive.
La loro dipendenza sarebbe totale, assoluta e a vita.
Onestamente, se dovessi proiettarmi in una situazione del genere l'eutanasia la invocherei subito.


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Ricordo una vita con donne e bottiglie,ora un letto e tante pastiglie,finestre a sbarre e angeli stanchi ci volano intorno con i camici bianchi........(Manicomi, DVDS)
09/09/2006 00:30
 
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Re:




Ma dell'eutanasia richiesta esplicitamente da malato terminale cosciente e sano di mente cosa vogliamo dire?
Perché è quella che si vorrebbe legalizzare. Tu sposti il problema per tuo comodo, meschino come ogni prete.


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Non sempre vince il più forte.
10/09/2006 20:21
 
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Sarebbe gradito, capire di cosa si vuole discutere.

Puoi specificare Marco per favore? Fare una sintesi dell'articolo?

Asvero, ognuno è libero di pensarla come vuole, senza necessariamente essere chiamato meschino.

10/09/2006 21:14
 
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E dunque, come giustamente fa notare la Fata, chiariamo bene, e una volta sola, spero, i termini di questa questione.

E' proprio delle persone intelligenti affrontare ciascun argomento tanto senza offendere quanto senza essere volutamente tendenziose.

Dunque evitiamo di mischiare religione, politica, società eccetera nel solito gigantesco pout-pourri da forum, ovvero affrontando un qualsiasi argomento unicamente nel tentativo acritico di propalare proprie personalissime credenze; evitiamo estremismi, siano essi di matrice clericale o politica: discussioni e confronto sì, campagne elettorali e missionarie no.

Grazie.


11/09/2006 09:14
 
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e quindi?


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Coraggio marco...hai messo un link ma non dici nulla di tuo...

siamo in attesa!!!! [SM=g27823]


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"La verità vi farà liberi...."
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Dunque l'esperimento inglese ha mostrato una cosa di fondamentale importanza: e cioè che un soggetto in stato vegetativo persistente (questa la definizione di coma vigile) è perfettamente cosciente della realtà propria e della realtà che lo circonda.

Cosa che fa dire ad uno dei medici, in riferimento a qualsiasi stato comatoso, la seguente affermazione:

"Certe funzioni cerebrali potrebbero pertanto essere più preservate di quanto si immaginava in precedenza e molti pazienti sarebbero capaci di percepire e processare vari aspetti visivi e uditivi dell' ambiente, incluso, in qualche caso, elementi semantici del linguaggio. Alcune indicazioni suggeriscono che questo effetto diviene evidente soprattutto utilizzando paradigmi di attivazione che abbiano un forte contenuto emotivo. L'unica conclusione possibile è che, allo stato attuale delle conoscenze, non sappiamo se i pazienti, o almeno tutti i pazienti, siano completamente incoscienti".

Dunque... nella incertezza, nel dubbio, o addirittura nella concreta possibilità che il paziente in coma sia perfettamente cosciente nonostante noi dall'esterno non lo vediamo... come si fa a parlare di eutanasia?
Anche qualora ci fosse un "testamento biologico" della persona?

Poichè una cosa è la rinuncia all'accanimento terapeutico... ben altra cosa è l'assistenza al suicidio o addirittura l'esecuzione del suicidio ad opera di un medico!


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Re:

Scritto da: =marco68= 11/09/2006 23.30
Dunque... nella incertezza, nel dubbio, o addirittura nella concreta possibilità che il paziente in coma sia perfettamente cosciente nonostante noi dall'esterno non lo vediamo... come si fa a parlare di eutanasia?
Anche qualora ci fosse un "testamento biologico" della persona?



E se uno anche dopo aver letto il tuo articolo vuole confermare ugualmente il suo testamento biologico?
In questo caso va bene spero.


[Modificato da dudok76 12/09/2006 9.25]



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Re: Re:

Scritto da: dudok76 12/09/2006 9.25


E se uno anche dopo aver letto il tuo articolo vuole confermare ugualmente il suo testamento biologico?
In questo caso va bene spero.


[Modificato da dudok76 12/09/2006 9.25]




Se il testamento biologico è volto ad evitare l'accanimento terapeutico sono d'accordo... non ci sarebbe neppure bisogno... a mio avviso l'accanimento terapeutico dovrebbe essere sempre escluso dalle pratiche mediche.

Se invece si tratta di eutanasia... ossia di intervento atto a sopprimere una vita umana, allora non è accettabile!
Per due motivi:

1. Non si può trasformare la professione medica dalla tutela della vita al killeraggio!
2. Uno stato che definisse dei limiti alla sofferenza oltre i quali la vita può essere soppressa (e dunque ritenuta inutile) farebbe violenza psicologica e induzione al suicidio per tutti coloro che si trovano in quelle condizioni.


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E' sicuramente un discorso molto delicato.

Se io decidessi che, dovesse capitarmi di dover dipendere da una macchina per vivere, vorrei che questa macchina venisse spenta, avrei il tuo rispetto?

Rispetto della decisione intendo.

[Modificato da dudok76 12/09/2006 9.40]



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Re:

Scritto da: dudok76 12/09/2006 9.40
E' sicuramente un discorso molto delicato.

Se io decidessi che, dovesse capitarmi di dover dipendere da una macchina per vivere, vorrei che questa macchina venisse spenta, avrei il tuo rispetto?

Rispetto della decisione intendo.

[Modificato da dudok76 12/09/2006 9.40]




Il mio, assolutamente sì. [SM=g27824]
12/09/2006 21:25
 
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Re:

Scritto da: dudok76 12/09/2006 9.40
E' sicuramente un discorso molto delicato.

Se io decidessi che, dovesse capitarmi di dover dipendere da una macchina per vivere, vorrei che questa macchina venisse spenta, avrei il tuo rispetto?

Rispetto della decisione intendo.

[Modificato da dudok76 12/09/2006 9.40]




Il mio no! perchè staccare la macchina non è una misura contro l'accanimento terapeutico ma è vera e propria eutanasia... ossia volontaria soppressione di una vita umana! che resta Sacra e dignitosa anche quando malata... un uomo non è un automobile che va rottamato se non si può più aggiustare.



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Scritto da: dudok76 12/09/2006 9.40
E' sicuramente un discorso molto delicato.

Se io decidessi che, dovesse capitarmi di dover dipendere da una macchina per vivere, vorrei che questa macchina venisse spenta, avrei il tuo rispetto?

Rispetto della decisione intendo.

[Modificato da dudok76 12/09/2006 9.40]





Il mio anche......
12/09/2006 23:44
 
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Secondo me,nel momento in cui una persona non è più in grado di vivere autonomamente,senza l'ausilio di una macchina,quello è già accanimento terapeutico.Cinquanta anni fa quella persona sarebbe morta,se oggi vive è solo merito della macchina perchè la natura non mantiene in vita un corpo non autosufficiente.
Che poi una persona sia più o meno disposta a vivere attaccata a una macchina è una scelta personale.
E' una questione puramente fisica:quel corpo è morto per la natura,ma la medicina lo mantiene in vita in modo artificiale.
A questo punto ognuno dovrebbe essere libero di scegliere di staccare la macchina e lasciare che la natura faccia il suo lavoro oppure di vivere attaccato ad essa.
13/09/2006 00:35
 
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Re:

Scritto da: kelly70 12/09/2006 23.44
Secondo me,nel momento in cui una persona non è più in grado di vivere autonomamente,senza l'ausilio di una macchina,quello è già accanimento terapeutico.



è così.... [SM=g27813]


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Scritto da: kelly70 12/09/2006 23.44
Secondo me,nel momento in cui una persona non è più in grado di vivere autonomamente,senza l'ausilio di una macchina,quello è già accanimento terapeutico.Cinquanta anni fa quella persona sarebbe morta,se oggi vive è solo merito della macchina perchè la natura non mantiene in vita un corpo non autosufficiente.
Che poi una persona sia più o meno disposta a vivere attaccata a una macchina è una scelta personale.
E' una questione puramente fisica:quel corpo è morto per la natura,ma la medicina lo mantiene in vita in modo artificiale.
A questo punto ognuno dovrebbe essere libero di scegliere di staccare la macchina e lasciare che la natura faccia il suo lavoro oppure di vivere attaccato ad essa.



Ciao Kelly [SM=g27823]

La macchina altro non fa che somministrare cibo e, nel caso, aria! Ciò significa che quella persona è autonoma in tutte le sue funzioni ma non autosufficiente nel cibarsi e nel respirare.

Staccare la macchina significa far morire di stenti, di fame, una persona...

E tutto questo perchè? perchè siamo ossessionati dall'efficienza! viviamo nella società dell'efficientismo... per cui una persona non efficiente esula dai nostri astratti schemi mentali.

La riteniamo una vita indegna e inutile quella non efficiente.
Come se la dignità umana risiedesse soltanto nelle sue capacità...

Dunque non è accanimento terapeutico l'aiuto dei macchinari... è anzi uno dei fondamentali aspetti della carità: dar da mangiare agli affamati.

E' accanimento terapeutico la pratica di medicina invasiva verso malati terminali che peggiorano la qualità della vita soltanto per prolungare di qualche tempo una vita comunque condannata a morire.

Ma staccare la macchina che dà da mangiare è un atto di inaudita crudeltà.

Siamo arrivati al punto che crediamo solo quello che vediamo, pur sapendo che la vista è il più ingannatore dei sensi... che intelligentoni che siamo, eh?

Perciò vediamo una persona in coma e diamo per scontato che sia inutile!
Non lo vediamo soffrire e diamo per scontato che non soffra se si staccano le macchine...

E sbagliamo! sbagliamo due volte... sbagliamo perchè una persona che vive una dimensione diversa dalla nostra mantiene comunque inalterata la sua dignità e sbagliamo perchè soffre come un cane quando viene lasciato morire di stenti e di fame...


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13/09/2006 06:52
 
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Un essere umano, ormai non capace di respirare, di muoversi, di mangiare e di bere, e di ogni altro atto, da solo, manterrebbe quindi "inalterata la sua dignità"?

Forse la dignità di una dignità sdegnata, poichè naturalmente "qualcun altro" la stabilisce, "liberamente" eh, ma entro i confini del solito ottuso diktat di una mai "reformanda mater Ecclesia", e meno male che lassù, sul Sacro Soglio e dintorni, a differenza di qui, anche i più esasperati fanatici ortodossi un pò ragionano... loro.

Qui siamo al magistrale e al sublime, davvero... [SM=g27829]

Nel caso, sappiate che a tale libera "dignità" volentieri rinuncio, e che trovo questa malintesa pietas propagandistica degna dei peggiori aguzzini medioevali... ah, sì, li chiamavano "La Santa Inquisizione"... [SM=g27828]

Nessuno neghi all'Uomo la fondamentale dignità di morire in pace.

13/09/2006 09:37
 
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Non capisco.
Io non capisco, non capisco!
Perchè?!?

Marco, ma io vengo a dirti cosa devi decidere della tua vita?!

Perchè tu lo devi andare a dire agli altri?!?!

Ma non staccarla su di te la macchina!
Ma perchè devi volere che nessuno la stacchi?!?!


Sono ste cose che allontanano i giovani, l'idea che nessuno possa pensare con la propria testa perchè tanto ci sei tu (non solo tu-marco, in generale) che dice che si fa così! E basta.

(P.S. certo che arrivare a dire che un paersona è comunque autonoma anche se non si ciba e non respira...beh non so se hai presente la natura come funziona..cosa serve per vivere...va beh.)



Per chiarire bene, non sto discutendo sull'opportunità della decisione che secondo me riguarda solo la coscienza di ognuno, ma sulla totale inopportunità di andare a vietare o obbligare qualcuno a fare della sua vita quello che non vuole!!!

Non ci arrivo proprio, per quanto mi sforzi.




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13/09/2006 14:46
 
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Nemmeno io lo capisco


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