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Giusto per smuovere i neuroni: chi ricorda "A come Andromeda"?

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2006 12:06
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05/10/2006 22:21
 
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"a come andromeda" la ricordo vagamente ricordo benissimo invece "GAMMA" chi di voi lo ricorda?
il primo trapianto di cervello...



<-------------------------->


amare se stessi è l'inizio
di un idillio
che dura
tutta la vita
07/10/2006 11:55
 
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Uhm..vagamente..però, posso integrare il tuo intervento.
"Gamma" di Luca Venzano.
Girato nel 1974 negli studi Rai di Torino e in Francia (nonché in alcune locations, ad esempio l'autodromo di Monza per le riprese in pista), Gamma è la seconda grande produzione Rai - dopo A come Andromeda del '72 - nel campo della fantascienza. Scritto dal medico-scrittore Fabrizio Trecca, il soggetto dello sceneggiato ha come ambientazione 'obbligata' - per via di alcuni peculiari risvolti dell'intreccio - la Francia, paese in cui la ghigliottina non era all'epoca ancora stata abolita.
Abilmente intessuta dagli sceneggiatori Trecca e Nicolini, e magistralmente sottolineata dalle splendide musiche di Enrico Simonetti (il 45 giri con i due pezzi Gamma e Drug's Theme si piazzò bene in classifica), la drammatica vicenda di Gamma si dipana lungo le quattro puntate insinuando nello spettatore un forte senso di angoscia e apprensione per le sorti del protagonista Jean Delafoy. In realtà il 'pugno nello stomaco' lo spettatore lo ha ricevuto subito, da quegli incredibili otto minuti iniziali: la claustrofobica sequenza - il cui sinistro realismo è accentuato da un efficace indugiare su dettagli apparentemente banali - di Daniel Lucas condotto alla ghigliottina, adagiato sul lettino e sedato con allucinogeni che fanno riemergere dalla mente del giovane frammenti distorti del suo recente passato. Assolutamente magistrale e angosciante, poi - tanto di cappello a Nocita! - è l'ultima parte della sequenza, con la 'visione' della diabolica ex-amante Marianne intervallata con i dettagli dell'indicatore dei secondi che mancano all'esecuzione. Non si era probabilmente mai visto, in Rai, nulla di così impressionante.
Ciò che pare contraddistinguere Gamma rispetto ad altre simili fantasie avveniristiche - televisive e cinematografiche - è il suo abile e perturbante intrecciare la realtà con l'allucinazione, le più incredibili utopie tecnologiche (il trapianto del cervello, o l'ancora più implausibile "visualizzatore di ricordi" che, nella terza puntata, inchioda Jean) con la quotidianità del presente. Ecco uno dei futuri possibili che ci attendono, sembrano dire gli autori dello sceneggiato; i quali, più che a un ammonimento moraleggiante contro i rischi di una tecnocrazia esasperata priva di remore etiche, hanno a nostro avviso inteso rappresentare un incubo ad occhi aperti, un'allucinazione futuribile che ha soprattutto nella propria materia narrativa e spettacolare la principale ragion d'essere.
Per finire, due parole sugli autori. Fabrizio Trecca è nato a Roma il 19 agosto 1940. Già professore di 'chirurgia di pronto soccorso' all'Università dell'Aquila, è autore di varie pubblicazioni scientifiche. Conduttore di rubriche radiofoniche e televisive, è autore, oltre che di Gamma, della serie di telefilm Diagnosi (1975). Ha pubblicato nel '79 il best seller Johnny Lancet, chirurgo del Pentagono. Appassionato e pilota di auto sportive, nel 1981 ha pubblicato il romanzo Formula Uomo, in cui è ripreso e sviluppato il tema della medicina avveniristica ambientato nel mondo delle corse automobilistiche, già presente in Gamma. Attualmente conduce su Retequattro il programma Vivere meglio.
Il regista Salvatore Nocita è nato ad Arcisate (Varese) il 30 luglio 1934; entrato in Rai nel '58 come montatore, ha debuttato nella regia televisiva nel '72 con lo sceneggiato I Nicotera; nel '74 ha realizzato tre episodi di Senza uscita, nel '76 Dimenticare Lisa e Gli irreperibili, nel '77 Ligabue, nel '79 La commediante veneziana e nel 1989 la nuova versione dei Promessi sposi.



Trama
1. L'azione si svolge a Créteil, città-satellite di Parigi, in un prossimo futuro. Il giovane Daniel Lucas viene condotto alla ghigliottina, e dall'ultima lettera scritta alla madre apprendiamo che egli è stato condannato a morte per aver ucciso un poliziotto, Albert Janvier. Dai flashback che rievocano il recente passato del giovane emerge la causa del delitto: Daniel l'ha commesso perché glielo ha ordinato la ragazza che amava, Marianne Laforet, forte di un infallibile strumento di persuasione, una terribile droga contenuta in sigarette di una particolare marca, le 'Maréchal'. Al termine della drammatica sequenza, il giovane è giustiziato. Oltre alla madre, stravolta dal dolore, egli lascia una sorella, Nicole, sposata con Jean Delafoy, pilota di auto sportive. Passa del tempo dall'esecuzione di Daniel, e Jean Delafoy sta provando in pista nel tentativo di abbassare il record del giro. Sulla pista ci sono anche Philippe, che di Jean è collega e amico fraterno, e la sua nuova ragazza, Marianne Laforet, che esercita ora su di lui la sua nefasta influenza. Durante un giro in cui sostituisce l'amico (lo ha infatti visto privo - per via delle sigarette - della necessaria concentrazione) Jean esce di pista ed è sbalzato fuori dell'abitacolo; alla drammatica scena assiste anche Nicole, giunta nel frattempo alla pista. Ai medici prontamente accorsi, che traportano Jean all'ospedale, appare evidente che il corridore ha subito un trauma cranico con danno cerebrale irreversibile; tra i soccorritori c'è però il dottor Piantoni, che fa parte dell'équipe del professor Duval, che da tempo si sta preparando a un rivoluzionario intervento, il trapianto di cervello. Nel frattempo la madre di Nicole, ignara di tutto, è andata allo spettacolo di un bizzarro circo dove si rappresenta la favola di 'Biancaneve e i sette nani'; la donna vi si reca spesso, sperando di trovarvi Marianne, che sa essere la causa della morte del figlio. Il nano Grand-Pierre, capo della banda di spacciatori, si è accorto della sua presenza ossessiva, e durante lo spettacolo la apostrofa minacciosamente diffidandola dal rimettere piede sotto il tendone. Mentre Jean giace in coma in sala di rianimazione, nell'équipe medica si accende un drammatico dibattito sull'opportunità dell'intervento: è soprattutto la dottoressa Mayer a manifestare perplessità di ordine morale. Si decide di interpellare la moglie di Jean: Nicole è sconvolta dalla realtà clinica quale le viene prospettata dal professor Duval, e data l'impossibilità di un'alternativa alla morte certa del marito, accetta di dare il suo consenso al trapianto. Fra i cervelli conservati, un computer ne seleziona uno contrassegnato con la lettera 'Gamma', e l'intervento viene effettuato con successo.

2. Ha inizio la difficile opera di ricostruzione psichica di Jean. I suoi parenti ed amici, sotto la guida della dottoressa Mayer, registrano tutto quello che sanno e ricordano su di lui; le informazioni vengono vagliate da un calcolatore che scarta tutte le notizie potenzialmente dannose per il paziente; solo dopo il controllo, le informazioni sono comunicate al nuovo cervello di Jean sotto forma di impulsi subliminali. Intanto Philippe, ormai dipendente dalla droga, si incontra con Marianne, che è insistentemente pedinata dalla madre di Nicole. La ragazza scatta di nascosto al giovane alcune foto compromettenti: con esse la banda di Grand-Pierre ricatta Philippe, proibendogli di rivelare a Jean chi era Daniel e come è morto. Jean si avvia con grande fatica alla guarigione; deve abituare gli occhi e il cervello ai suoni, alla luce, alle parole, deve scoprire dentro di sé le memorie di una vita precedente che altri vi hanno depositato. Alla fine della lunga terapia riabilitativa, Jean torna a casa con la moglie. Nicole osserva con sorpresa che Jean, oltre a tenere strani comportamenti, ha iniziato a fumare sigarette 'Maréchal' e che è interessato alla storia di Daniel, a come è morto e perché. Jean è inoltre stranamente attratto, quasi ossessionato dal circo: dopo essere stato allo spettacolo con Nicole e la madre, ci torna la sera dopo, questa volta da solo; alla fine dello spettacolo l'ex-pilota, come in trance, entra nel carrozzone di 'Biancaneve' e la strangola, strappandole poi la maschera sotto cui appare il volto di Marianne Laforet.

3. Il mattino dopo, il circo ha levato le tende, e sul piazzale restano solo il cadavere di Marianne e la roulotte di Madame Oreille, rancorosa ex-'Biancaneve' del circo; è quest'ultima che la polizia - guidata dal commissario Fontaine - interroga nell'intento di risalire all'autore del delitto. Jean cade intanto nelle mani della banda di Grand-Pierre, che lo tortura per fargli confessare perché ha ucciso Marianne, ma lui stesso non sa rispondere. Philippe arriva appena in tempo a liberarlo prima che i nani lo seppelliscano sotto una montagna di sabbia. Nicole denuncia la scomparsa del marito alla polizia, che intanto ricostruisce l'identikit dell'assassino grazie a un apparecchio che visualizza i ricordi della testimone oculare, Madame Oreille: il cerchio si stringe attorno a Jean che, dopo un lungo inseguimento, viene catturato. Si apre il processo a Jean, accusato dell'omicidio di Marianne Laforet; se il verdetto della giuria popolare e quello emesso da un calcolatore coincideranno, la sentenza sarà inappellabile, altrimenti il processo verrà istruito di nuovo. Jean si è subito dichiarato colpevole, ma il suo avvocato, Lévy-Marchand, cerca comunque di dimostrare che egli non aveva un movente per uccidere la ragazza, a differenza di Grand-Pierre e di Madame Oreille. L'avvocato riesce quindi a convincere Jean a ritrattare la confessione, ma quando viene il momento l'imputato non riesce a mentire: Marianne Laforet l'ha uccisa lui, anche se ne ignora il motivo. All'avvocato Lévy-Marchand non resta che un ultima carta, interrogare il professor Duval, il quale rivela alla corte allibita che Jean Delafoy ha subito un trapianto di cervello. Jean, comprensibilmente, ne è sconvolto.

4. Il fragile equilibrio psichico di Jean appare seriamente compromesso; egli, avvertendo ormai distintamente in sé un'identità 'estranea', rimprovera alla moglie di non averlo lasciato morire e di averlo lasciato trasformare in un mostro. In aula, l'avvocato sostiene la non punibilità di Jean, visto che, data la sua particolare situazione, egli deve essere ritenuto incapace di intendere e di volere; d'altro canto il professor Duval, controinterrogato, ritiene che Jean sia perfettamente guarito e quindi sia un uomo normale. Lévy-Marchand ipotizza quindi che, durante la 'riprogrammazione' mentale del suo cliente, qualcuno abbia potuto fornirgli informazioni nocive, inducendolo a commettere il delitto. Tale ipotesi non è però ritenuta persuasiva né dalla giuria popolare né dal calcolatore, che emettono il medesimo verdetto di colpevolezza: Jean è dunque condannato a morte, e la sentenza dovrà essere eseguita entro otto ore. Mentre Jean trascorre in cella le sue ultime ore di vita in preda ad angosciosi incubi che lo portano persino ad identificarsi con il defunto Daniel Lucas - di cui sospetta di aver ricevuto il cervello -, Nicole trova in casa della madre un nastro registrato simile a quelli usati per 'riprogrammare' la memoria di Jean; una breve indagine permette alla giovane donna di scoprire la verità: la madre ha sostituito uno dei nastri vagliati dal calcolatore con uno inciso da lei allo scopo di condizionare la volontà del genero e indurlo a uccidere Marianne. Mentre Jean si appresta ad essere giustiziato, la moglie - accompagnata da Philippe, dal professor Duval e dalla dottoressa Mayer - si precipita dal Procuratore Generale affinché sospenda l'esecuzione: ci sono infatti le prove che Jean ha agito sotto l'effetto di in impulso subliminale, recepito cioè passivamente e senza possibilità di controllo cosciente. Jean è già sul lettino con la testa sotto la lama della ghigliottina, il cui dispositivo automatico è avviato, quando giunge l'ordine del Procuratore di sospendere l'esecuzione. La didascalia finale informa quindi che "il cervello Gamma era appartenuto a un modesto impiegato di Parigi morto di polmonite".



Rassegna stampa

Giulio Brogi è il protagonista di Gamma, un nuovo originale televisivo in quattro puntate che prende in esame, attraverso una vicenda ambientata in un futuro non molto lontano, i problemi morali e sociali legati al progresso della medicina. [...] Il testo è di Fabrizio Trecca, un giovane medico-scrittore, e di Flavio Nicolini. La regia è di Salvatore Nocita [...]. Gli esterni sono stati girati a Torino e a Créteil. L'azione di Gamma si svolge in una città-satellite di Parigi nel 1983. Jean Delafoy [...], un giovane appassionato di automobilismo, rimane vittima di un incidente durante una prova in pista. Un prestigioso neurochirurgo, il prof. Duval, convince [Nicole], la moglie di Jean, a tentare un trapianto di cervello sul corpo senza vita del marito. Il trapianto sarà integrale, tenuto conto della distruzione pressoché totale della materia cerebrale del ferito; il nuovo cervello, proveniente da un donatore sconosciuto, è completamente "vergine", privo di dati, di memoria, di esperienze. Una volta eseguito il trapianto, si rende necessario colmare questo vuoto chiedendo alla moglie, agli amici, ai genitori tutte le informazioni sulla storia e sul carattere del soggetto. Chi si occupa in particolare di questa seconda fase dell'operazione è la dottoressa [Mayer], che si adopera per ricostruire fedelmente la personalità di Jean.
(Trapianto di cervello, art. red. su 'Tv Radio' (supplemento de "Il Secolo XIX"), 18 ottobre 1975, pag. 11).

Ha preso il via [...] l'originale televisivo destinato a intrattenersi per quattro puntate sul problema (non ancora attuale, per fortuna) del trapianto del cervello. Il "Radiocorriere" lo ha definito coraggiosamente "spettacolo d'evasione"; la trama e le intenzioni dei realizzatori lo assegnano a un genere ibrido, fra thrilling e medicina fantascientifica. C'è, lo abbiamo visto, il problema. Sarà lecito esprimere molte riserve, intanto, sull'opportunità del miscuglio nel quale è stato calato; sul fatto che una grave prospettiva scientifica e morale dovesse essere trattata in un contesto magico-avventuroso. I responsabili di questo Gamma [...], dall'autore del testo, Fabrizio Trecca, al regista, Salvatore Nocita, non hanno dubbi, apprendiamo: l'impresa meritava d'essere affrontata. Gli attori, dal protagonista Giulio Brogi [...], a Mariella Zanetti [...], a Laura Belli [...], sembrano d'accordo. E agiscono con determinazione (in molti casi, anche troppa). La puntata di ieri si è chiusa con la scena, scorciata ma abbastanza orripilante lo stesso, del trapianto - il primo della storia della medicina - cui Jean Delafoy, corridore d'auto ridotto a tronco vegetante [...] è stato sottoposto. Adesso ha un cervello nuovo che comincia a funzionare: il cervello "Gamma" del titolo, che non sappiamo (ancora) a chi appartenesse prima. Probabilmente conosceremo anche questo in seguito, se ci reggerà la costanza di seguire la trasmissione. Frattanto, in apertura, è rotolata una testa: quella di Daniel, fratello di Nicole, condannato alla ghigliottina per aver ucciso un poliziotto sotto l'influsso e con la complicità della sigaretta drogata propinatagli da Marianne: la stessa che ha contribuito a perdere Jean, condizionandone l'incidente. Questa testa caduta, nel racconto, c'entrerà pure qualcosa. Resta una domanda, a parte la specifica qualità dello "spettacolo", che appare costruito in una geometria piuttosto esteriore, con insistito ricorso a scene di chirurgia angosciosa e minacciosa, tra enfatiche dissertazioni etico-giuridiche e improbabile fulmineità di decisioni. La domanda è questa: riesce produttiva la trattazione "problematica" del trapianto in salsa magico-gialla? Della gelida volontà (il neurochirurgo) e dei fuggevoli dubbi di quanti avevano in mano il destino del protagonista-cavia siamo stati informati. Della realtà del problema sappiamo anche qualcosa. Di fatto, nel mondo, si stanno conducendo esperimenti di trapianto cerebrale [...]."Questa storia potrebbe accadere domani o fra molti anni", ammoniva ambiguamente la didascalia iniziale di Gamma. Questo futuribile sinistro, incrociato fra biologia e tecnologia, chiama in causa la coscienza degli scienziati. È normale che preoccupi anche noi: al di là della drammatizzazione "didascalica", lacrimosa e paurosa, ospitata dal piccolo schermo. Una cosa lo spettatore paziente può aver imparato. Che la scienza non è neutrale. Ma questo è un problema serio. Altro che "spettacolo d'evasione".
(Trapianto di cervello sinistra 'evasione' , art. red. su "Il Secolo XIX", 22 ottobre 1975, pag. 17).


Gamma (1975)

1. Martedì 21 ottobre, ore 20.40, Programma Nazionale (58'10")
2. Martedì 28 ottobre, ore 20.40, Programma Nazionale (73')
3. Martedì 4 novembre, ore 20.40, Programma Nazionale (66'40")
4. Martedì 11 novembre, ore 20.40, Programma Nazionale (65')

Soggetto
Originale televisivo di Fabrizio Trecca.

Cast
Regia: Salvatore Nocita; assistente alla regia: Marisa Carena Dapino; sceneggiatura: Fabrizio Trecca, Flavio Nicolini; assistenti di studio: Primo Somà, Germano Arendo; luci: Loris Amadori; scenografia e arredamento: Davide Negro (collaborazione: Luciano Zaino, Paolo Bernardi, Isidoro Borgognone); costumi: Mario Carlini; coreografie: Angelo Corti, Anna Rodolfi; capo squadra tecnica: Giorgio Violino; primo controllo camere: Giulio Aliberti; tecnico audio: Gianni Binello; primo cameraman: Franco Pignocchino; cameramen: Mario Cremonino, Beppe Pavese; operatori per le riprese filmate: Rodolfo Isoardi, Alberto Gatto; aiuto operatore: Domenico Murdaca; segretaria di edizione: Silvia Ormezzano; organizzatori di produzione: Giorgio Cabella, Robert Rienzner; mixage: Cesare Geraci; effetti speciali: Giorgio Ferrari; effetti elettronici: Luigi Maglioli; interpreti: Giulio Brogi (Jean Delafoy), Mariella Zanetti (Nicole), Regina Bianchi (la madre), Laura Belli (Marianne Laforet), Guido Tasso (Daniel Lucas), Sergio Rossi (prof. Duval), Nicoletta Rizzi (dottoressa Mayer), Dario Mazzoli (dott. Rademaker), Carlo Valli (dott. Piantoni), Ugo Cardea (Philippe), Lucio Flauto (Paul, il meccanico/Pierrot), Giovanna Fiorentini (Brigitte), Franco Vaccaro (funzionario del carcere), Giacomo Piperno (commissario Fontaine), Maria Grazia Grassini (madame Oreille), Giorgio Trestini (Louis), Giuseppe Minutillo (Lulù), Lino Robi (Grand-Pierre), Walter Maestosi (avvocato Lévy-Marchand), Marcello Mandò (presidente del tribunale), Gianfranco Bellini (prof. Aklund), Elio Zamuto (procuratore Forel), Paride Calonghi (perito Framieu), Franca Mantelli (segretaria di Duval), Lorenzo Grechi (procuratore generale), Piero Cuneo (Cucciolo), Franco Doria (Mammolo), Salvatore Funari (Pisolo), Pasquale Gatti (Brontolo), Domenico Imperato (Eolo), Lando Noferi (poliziotto), Giovanni Moretti (tecnico della polizia), Secondo Maronetto (detenuto), Laura Bottigelli (bambina); montaggio: Paolo Mercadini; doppiaggio: Marcello Prando; coordinamento: Alberto Rovere; musica: Enrico Simonetti.


07/10/2006 12:06
 
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Buon libro di F. Hoyle e c. Elliot, del 1962.

La traspoziione televisiva, non mi piacque... ma ero piccolo.... il libro lo lessi qualche anno dopo.

[Modificato da FFELAGUND 07/10/2006 12.07]

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