Empoli - GENOA

Reagire subito
Dove stanno i problemi?
Vota il sondaggioGiovanni Ciolina
Ha passato la notte a pensare e ripensare alle cause del tracollo. Neppure le immagini televisive sono servite a Gian Piero Gasperini per scovare il male segreto del Genoa nel maledetto 1-3 subito al Ferraris dal Siena. I novanta minuti con i toscani sono stati visti e rivisti dal tecnico di Grugliasco e la tripletta bianconera ogni volta si è trasformata in una coltellata in pancia, in una fitta in grado di annebbiare la vista. Il solo tornare sull’argomento provoca irritazione al tecnico rossoblù. «Sono amareggiato, che devo dire? L’importante è però mettere una pietra sopra a quanto accaduto e pensare all’Empoli. Sto già lavorando sulla gara di domenica al Castellani...».

D’accordo, però, un passo indietro è doveroso e scontato. Come la spiega la debàcle con il Siena?
«Una gara da cancellare. Abbiamo iniziato male, per proseguire peggio. Direi che sia difficile trovare qualcosa da salvare. L’unica attenuante possono essere quei gol iniziali veramente brutti e che hanno pesato come macigni sui giocatori. I miei ragazzi si sono ritrovati addosso timori e frenesia».

La squadra è parsa lenta e incapace di reagire. Eppure carattere e condizione atletica erano parse finora le armi vincenti del Grifone...
«Sotto il profilo dell’impegno i ragazzi non li posso biasimare. Certo, ci è mancata la coralità di gioco e senza quella perdiamo tantissimo. Viene a mancare lo scorrimento della palla e la trasmissione del gioco. Tutti hanno cercato di strafare, con il risultato di avere confusione in campo».

Il presidente Preziosi, ieri ha parlato di approccio alla partita su cui meditare...
«Prima della gara tutti volevano far bene e sapevamo di affrontare una sfida difficile. L’importanza del trittico che ci aspettava era ben nota e tutti avremmo voluto allontanarci dalla zona calda. C’erano i presupposti per far bene...».

Invece...
«La sconfitta ci ha messo in netta difficiltà. Ci ritroviamo a dover andare ad Empoli per affrontare una gara spareggio, da non sbagliare. Dovremo reagire subito e compattarci».

A posteriori cambierebbe qualcosa? In settimana aveva confidato ai suoi collaboratori di voler schierarsi a quattro in difesa, con Konko a prendersi cura di Locatelli, se il Siena avesse presentato due punte oltre all’ex milanista...
«D’altronde Konko aveva già dato buoni risultati con la Roma quando si occupò di Pizarro».

Ma allora il cambio avvenne e gara ancora sullo 0-0. Con il Siena la frittata era già fatta.
«Non mi sembra che Locatelli abbia fatto sfracelli. Caso mai ci hanno fatto male Frick e Maccarone».

Al proposito una delle principali critiche che le vengono mosse sono quei soli due difensori di ruolo schierati contro due attaccanti.
«Faccio prima a pensare ad una giornataccia, anche perché se si fa riferimento al Siena siamo stati troppo brutti per essere veri. Con il Milan, pur perdendo pesantemente eravamo stati più reattivi. E poi le reti sono arrivate in situazioni di superiorità numerica».

Fabio Capello alla Domenica Sportiva ha però ribadito le sue perplessità sul sistema difensivo del Grifone.
«Facile dirlo dopo una sconfitta. Il modulo? Intanto ne abbiamo più di uno e poi non c’è la prova contraria. Di certo c’è che con questo modo di stare in campo abbiamo fatto la nostra strada».

Ha creduto in una rimonta?
«Se fosse arrivato un gol forse la partita si sarebbe riaperta, ma in quel momento ho pensato al recupero di identità ed equilibrio della squadra».

Purtroppo, per la prima volta equilibrio e serenità sono mancate. Ha pensato a far rifiatare qualcuno? Juric per esempio?
«Con la Roma era stato uno dei migliori e a Torino era squalificato».

Ora c’è l’Empoli di Nicola Pozzi.
«Bisogna lavorare su tutti gli aspetti, non solo quello psicologico in modo da dimostrare che siamo incappati in un episodio».

Intanto arrivano fischi e critiche.
«Fanno parte del gioco, ma sicuramente devono caricare la squadra. Resta da vedere quanto valiamo».

Nel mirino è finito Di Vaio (foto in alto, ndr).
«Se lo mando in campo è perché credo in lui. E decido sempre su basi tecniche».


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