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Ultimo Aggiornamento: 06/06/2008 21:21
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C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre
02/05/2008 19:07
 
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C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone
05/05/2008 21:41
 
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C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone che le cantava sempre la nonna.
09/05/2008 12:03
 
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C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone che le cantava sempre la nonna.
Ma si accorse
09/05/2008 20:11
 
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C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone che le cantava sempre la nonna.
Ma si accorse di non avere
23/05/2008 11:59
 
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C'era una volta una donna racchia che guardandosi allo specchio godeva della sua visione riflessa e diceva ma quanto sono bella senza una ciocca di capello bianco. Un bel giorno si ricordo' di avere una ciocca tenuta nascosta nel cantonale del soggiorno dentro una scatolina bianca, con un sigillo di ceralacca.
Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone che le cantava sempre la nonna.
Ma si accorse di non avere più memoria di come
06/06/2008 20:55
 
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Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone che le cantava sempre la nonna.
Ma si accorse di non avere più memoria di come continuava la canzone ed allora
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Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
Estasiata, disse: "lei, cucina meglio di Vissani"
"Mi fa onore e non è tutto!!! Se vuole le preparo il dolce!"
"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone che le cantava sempre la nonna.
Ma si accorse di non avere più memoria di come continuava la canzone ed allora si fermò, guardò intorno a sè e
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Come è noto in quel periodo, le donne racchie erano passibili di malocchi ed incantesimi, per cui lo stregone del bosco per preservare intatti i capelli ebbe una bella pensata.
Prese un'ampolla ci mise dentro una coda di rospo, due foglie di ortica, un gambo di sedano e uno di carciofo, poi aggiunse un paio di gocce di acqua di rose e decotto di cavolo e lo fece bollire a fuoco lento.
Appena gli ingredienti costituirono una massa compatta, lo stregone chiamò, suonando il campanello della donna racchia che arrivò trafelata, con i capelli ancora bagnati e un mollettone in testa mezzo penzolante. " Si accomodi " disse e lo fece con molta calma.
Lo stregone si pulì le scarpe, con il fazzoletto si asciugò il sudore che gli colava dai piedi.
La donna racchia, il cui nome era Genoveffa si mise in bella mostra aggiustandosi la minigonna ascellare di raso rosso, quindi prendendo per prima la parola disse: " Scusi l'abbigliamento, non aspettavo visite, spero di non apparire troppo indecente.
" No - disse lo stregone del bosco - non si preoccupi, la mia nonna mi ha sempre tenuto al corrente di come le apparenze non contano per le racchie! Certo, fossi stata io una donna bella e avvenente avrei sì mostrato le mie grazie, e allora sì, se ne sarebbero viste delle belle...ma così, su due piedi e a bocce ferme, mi creda , mi coglie davvero una certa propensione a chiederle di suonarmi qualcosa al clarinetto che conservo in memoria del mio defunto padre.”
“ E’ per me un onore ed un piacere farle una suonata con uno strumento a fiato, cosa le suono? Un minuetto?

"Una Polka", disse lo stregone che amava questo ballo, "è la mia passione, cara signora!"
E così tra un passo di danza e l'altro,piano piano si fece l'ora di cena, la racchia quindi disse: "Se ha piacere, due bocconi si preparano in poco tempo. Ha qualche patata e qualche tozzo di pane?"
Lo stregone. uomo di mille risorse, dal suo pentolone estasse, come per magia, dei succulenti manicaretti: altro che patata! Stupita rimase la Genoveffa con il fiocco in testa.
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"No, non si dia tanto disturbo per me" rispose lo stregone.
"Mi permetto di insistere", rispose Genoveffa, prendendo 12 uova ed iniziando a romperle una per una, mentre fischiettava una canzone che le cantava sempre la nonna.
Ma si accorse di non avere più memoria di come continuava la canzone ed allora si fermò, guardò intorno a sè e accese la radio su
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