Woody Guthrie è nato a Okemah, in Oklahoma, nel 1912, ed è morto a New York nel 1967. Musicista e cantautore, figura leggendaria del folk americano, ha cantato la vita della gente comune, i poveri e i lavoratori, le lotte e i diritti degli uomini.
E, in quanto uomo di sinistra, è stato vittima della caccia alle streghe durante il maccartismo.
Oltre alle molte canzoni e a varie raccolte di scritti, ha pubblicato due romanzi, di cui uno autobiografico (Questa terra è la mia terra, Savelli 1977, marcos y marcos 1997) a cui si è ispirato il regista Hal Ashby per il film Bound for Glory (1976); in italiano sono usciti altri suoi testi in Canzoni e poesie proletarie americane (Savelli 1976) e Nato per vincere (Mazzotta 1979).
Maurizio Bettelli : autore, compositore, musicologo, studioso di culture anglo-americane, ha scritto canzoni per i Nomadi (Naracauli e altre storie, EMI, 1978) e saggi sui rapporti tra musica popolare e letteratura.
Mescolando rock-blues e racconti di vita vissuta, porta sul palcoscenico voci, atmosfere, suoni e immagini d'America: Canzoni per crescere. Storie e canzoni di Woody Guthrie (con Alessandro Portelli, 2001), Storie di Frontiera (con Franco Minganti, 2002); Cantando la Route 66 (2002-2003); Indians!
Il racconto dei Nativi d’America (con Franco Meli, 2004-2006).
Ha organizzato rassegne per conto di Enti Pubblici, Istituti culturali, Teatri: sono a sua cura le rassegne Lingue e linguaggi in lingua italiana (sulla traduzione, 1994), Avventure con Huck Finn (sulla narrativa per gli adolescenti, 2002), Microcosmi (sul mestiere di scrivere, 2005) e ha collaborato a Freschi di Stampa (appuntamenti con l’autore, 2006-2007).
Ha partecipato con la sua band alle prime edizioni di Totem di Alessandro Baricco e Gabriele Vacis (1997-2000), collabora con la Scuola Holden di Torino.
Il libro
Woody Guthrie, nella sua non lunga esistenza, è stato testimone diretto di cambiamenti epocali che hanno influito sulla vita sociale, politica e culturale della società americana e non solo: dalla crisi economica del 1929 alle politiche rooseveltiane del New Deal, dalle tempeste di polvere del Mid-West della metà degli anni trenta all’intervento americano nel secondo conflitto mondiale, dalla società dei consumi del dopoguerra al maccartismo, dal ribellismo degli anni cinquanta al folk revival degli anni sessanta fino all’esplosione del movimento della controcultura scoccato con la sanfranciscana Summer of Love del 1967.
E Guthrie ha raccontato l’avventura dell’uomo comune in balìa degli sconvolgimenti economici, sospinto dalle tempeste di polvere di Texas e Oklahoma a cercare lavoro nei floridi frutteti della California, a soffrire fame e disoccupazione, violenza e prevaricazione in un esodo senza fine che per la prima volta ha messo gli uni contro gli altri i figli della stessa terra e della stessa cultura. Attraverso gli scritti, le canzoni, i disegni, Guthrie ha raccontato l’altra faccia del sogno americano, quella che lotta contro la fame e la disoccupazione, la violenza e la sopraffazione.
Ma Woody Guthrie non è stato solo questo, e le sue canzoni nel tempo hanno subito il fascino delle contaminazioni e degli ambienti culturali di un’America lanciata a rotta di collo sulla strada degli anni ’60. E sono in molti ad avere debiti di riconoscenza verso Guthrie, che tra i suoi eredi annovera artisti come Pete Seeger, Bob Dylan, “Rambling” Jack Elliot, Arlo Guthrie (il figlio), Robbie Robertson, Bono, Bruce Springsteen, Steve Earle, Billy Bragg e altri ancora.
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