21/07/2008 13:04 |
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Fatascalza, 20/07/2008 21.42:
Riccò: "Presto la mia verità"
Sul doping scontro Uci-Federazioni
Passaporto biologico a rischio per la lotta al vertice del mondo delle due ruote
ROMA - Il Tour va avanti, Riccò resta con i suoi fantasmi e la sua presunta verità. Intervistato dopo l'interrogatorio di Foix, il modenese non ha voluto dire nulla sull'uso dell'Epo: "Saprete tutto nei prossimi giorni. Andrò dal mio avvocato e inizieremo a preparare la difesa". Dopo essersi detto non sorpreso del licenziamento dalla Saunier Duval lo scalatore ha poi lanciato un messaggio ai suoi tifosi "Io sono a posto. Tornerò, e più forte di prima".
Nel pomeriggio è arrivato nella sua Formigine, dove tutti, a partire dai familiari, sono pronti a giurare sulla sua innocenza: "Toccavo il cielo con un dito, ora ho il morale sotto i piedi. Dormire in cella è tremendo, mi ha fatto stare da cani. Ora voglio riposarmi per pensare, ma da lunedì darò battaglia. Il metodo utilizzato dalle autorità non mi pare sicuro al cento per cento".
Accanto a lui, la mamma Elisabetta: "Lui è sempre il nostro campione". Il papà Rubino: "So che per lui il ciclismo è molto importante, ma come padre ritengo sia più importante la tutela di un ragazzo di 24 anni".
Il passaporto biologico. L'Unione Ciclistica Internazionale ha lanciato un vero e proprio ultimatum contro le squadre del circuito Pro Tour. Il campo di scontro stavolta è il passaporto biologico, il profilo dei valori di ogni corridore elaborato attraverso i controlli antidoping svolti durante l'anno.
L'Uci ha invitato i vari team del circuito a confermare il proprio impegno economico per mantenere questo costoso strumento contro il doping che costa 660mila euro l'anno all'Unione e 120mila euro a ogni team.
Uci contro le squadre. L'oneroso investimento del passaporto biologico potrebbe interrompersi se le squadre proseguiranno nel loro intento di abbandonare il Pro Tour, il circuito dell'Uci che include alcune delle gare più importanti, per crearne uno parallelo in accordo con gli organizzatori dei grandi giri (Tour, Giro e Vuelta) e delle classiche principali.
Chiave di questo divorzio nel mondo delle due ruote sono i ricavi dai diritti televisivi (in larga parte concentrati sul Tour de France), ma anche la fallimentare gestione del doping negli ultimi anni.
Il passaporto biologico è stato avviato solo da pochi mesi ed è ancora lontano dall'entrare in funzione. La scarsa efficacia dell'Uci nel verificare la positività degli atleti, ha portato quest'anno gli organizzatori del Tour a separarsi dal Pro Tour per affidare i rilievi ad un'agenzia indipendente: una scelta che sta dando i suoi frutti.
Il caso Riccò. La positività di Riccò al Tour è senza dubbio il risultato più evidente di questa scelta. Il modenese, classe '83, si era imposto in due tappe montane, grazie alle quali era riuscito a conquistare la maglia a pois riservata al migliore scalatore e quella bianca di miglior giovane. Fermato poco prima della cronometro di Cholet, Riccò ha passato una notte in gendarmeria ed è stato ascoltato dal magistrato con l'accusa di aver assunto Epo di terza generazione, il cosiddetto CERA. Dopo l'esclusione dalla Grand Boucle, per il modenese e il suo gregario Leonardo Piepoli è giunto anche il licenziamento dalla squadra, la Saunier Duval, adesso al centro di sospetti sul doping organizzato.
La verità è che si è dopato,e con lui il compagno di squadra Piepoli,ecco cosa! |
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