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GENOA: Scarpi (c), Sokratis, Ferrari, Ben Djemia (9’st Modesto), D’Alessandro (9’st Mesto), Domingo, Parfait, Botta, Di Gennaro (1’st Palladino), Figueroa (9’st Gasbarroni), Di Vaio (1’st Olivera). A disposizione: Lamantia, Amico. All. Gasperini.
DERTHONA: Di Matteo, Volpini, Porchia, Guida, Ignesti, Paglioli, Incontri, Troiano, Spinaci, Oliveira (c), Forieri. Nella ripresa sono entrati: Corti, Lo Russo, Balestra, Bruscaglia, Magne, Assolini, Chilelli, Minnucci, Tarsimuri, Zini, Imam. All. Fornara.
ARBITRO: sig. Pairetto di Torino.
ASSISTENTI: sigg. Crimaldi e Barberis.
RETI: pt 12’ Di Vaio; st 18’ e 44’ Gasbarroni, 22’ Olivera, 38’ Palladino.
NOTE: circa 1.200 spettatori.
ACQUI TERME – Cinque pappine al Derthona. Prossima tappa, il Trofeo Spagnolo. Si conclude bene un'altra settimana ricca di allenamenti e amichevoli. Un collaudo all’Ottolenghi che regala sprazzi, conferme e un lavoro da portare avanti. E’ un altro Genoa rispetto ad Alessandria. In campo tutta o quasi la linea verde, presa per mano dalle vecchie volpi. Tipo Di Vaio che al 12’ scarica un destro, complice una deviazione, che aggira Di Matteo e finisce nel sacco. L’attaccante romano è vivace e pericoloso. Il caldo che aleggia è un compagno di viaggio fedele, ma si gioca senza freno a mano tirato. Fanno scorrere il pallone sulle rotaie gli uomini di Gasperini, convergendo per trovare spazio e andare al tiro. Gli avversari? Al 20’ Oliveira, classe ’69 e ultimi spiccioli di carriera, chiama Scarpi alla ribattuta. Genoa che governa e affonda, non senza colpi ad effetto e leziosismi. Derthona che si difende, ordinato, trovando meno profondità. Davanti alla porta Figueroa si aggira come un falchetto. Un tocco di lì, un tocco di là. Ma la gioia del gol gli è negata, al 28’, da una respinta di Di Matteo. Troiano (ex rossoblù) e ancora Di Vaio, due volte, calamitano applausi. E sotto gli occhi del ds del Chievo, Giovanni Sartori, l’attaccante fa il bello e il cattivo tempo. La classe non è acqua. Il Derthona ci crede tenendo botta al Grifo, che chiude i primi 45 senza dannarsi, con un Domingo convincente a centrocampo. Due i cambi nel Genoa che presenta Palladino, Olivera e una partenza determinata dopo l’intervallo. I due ex Juve regalano verve alla fase offensiva e in difesa Sokratis è invalicabile come la muraglia cinese. Personalità spiccata e senso della posizione. Ferrari c’è e non pare nemmeno sudare, tale è la sicurezza nonostante il ritardo. Dalle corsie spiovono cross sui quali i piemontesi oppongono la contraerea. Gasbarroni è una fucina di traiettorie, dettate da un mix di fantasia e tecnica. Le due opportunità migliori capitano a Olivera (girata alta da due passi e poi un diagonale sul fondo). Ci vuole un rigore, per fallo di mano su tiro di Mesto, per segnare il raddoppio. Contrordine, signori: Palladino angola il tiro, Di Matteo si allunga, il palo ribatte. Questione di poco perché Gasbarroni indovina un rasoterra che va dentro fortunosamente. C’è solo una squadra in campo e un uomo, Olivera, con la dinamite nel destro. Controllo perfetto, poi un bolide che gonfia la rete, dai 25 metri, col portiere che resta di sale. Standing-ovation. Genoa in palla, Derthona ai remi. E’ un monologo e sul palco sale Palladino che firma il 4-0, prima che Gasbarroni sigilli il risultato con un sinistro a mezza altezza.
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