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Festa grande per Gino Paoli, che festeggia i 50 anni di carriera con un nuovo album ricco di inediti ('Storie') un concerto all'Auditorium di Roma il 21 gennaio e un tour. Una lunga carriera, la cui tappa più recente è anche una delle esperienze più belle della sua avventura artistica, Milestones, un incontro in jazz, un album in cui risuona il suo repertorio accanto ad alcuni dei migliori jazzisti italiani dal quale è scaturito una tournée che, se è possibile, gli ha dato ancora più lustro. Testimonianza ulteriore della vitalità e dell'originalità di uno dei protagonisti più grandi della canzone italiana, un uomo dai molti interessi (é stato anche in Parlamento con il Pci ed è un pittore) che ha alle spalle una vita intensa e piena di alti e bassi, durante la quale ha conosciuto anche la deriva più autodistruttiva e perfino un tentativo di suicidio.
Gino Paoli è l'ultimo esponente in vita di quella scuola Genovese che, sul finire degli anni '50 si e' formata attorno a Luigi Tenco, Umberto Bindi, Fabrizio De André che ha cambiato la storia della nostra canzone, aprendola, con il contributo di Giorgio Calabrese e dei fratelli Reverberi, alle influenze degli autori e dei poeti francesi. La prima parte della sua carriera coincide con gli anni '60 quando registra La gatta, Il cielo in una stanza, il suo primo grande successo e quando arte e vita si fondono insieme grazie alla relazione con Ornella Vanoni cui si ispirano, tra le altre, Senza fine e Che cosa c'é. Poco tempo dopo, Paoli conquista I titoli dei rotocalchi per il suo amore con Stefania Sandrelli, allora minorenne, dal quale è nata Amanda, oggi attrice affermata. Entrato nella scuderia della Rca, pubblica Sapore di sale, uno dei pezzi di maggior successo della storia della canzone italiana (l'arrangiamento è di Ennio Morricone, l'assolo di sax di Gato Barbieri).
Proprio ad allora però risale il tentativo di suicidio. Comincia un periodo oscuro, che dura fino agli anni '80, durante il quale pero' incide due album dedicati a due grandi autori, I semafori rossi a Joan Manuel Serrat, e Ha tutte le carte in regola, a Piero Ciampi. Nel 1985 torna al grande successo con Una lunga storia d'amore e una trionfale tournée insieme a Ornella Vanoni e, qualche anno dopo, riconquista le classifiche con Matto come un gatto, l'album che contiene Quattro amici al bar. Poi la sua recente avventura con il jazz, un mondo a cui è legato da reciproco amore, visto che Irving Berlin amava Senza fine che non a caso é stata incisa da Wes Montgomery, uno dei giganti della chitarra. Oggi, a 74 anni, con una nuova e stabile famiglia, Gino Paoli continua a seguire il suo percorso di individualista accanito che ha anche il merito di aver tradotto Ne me quitte pas di Jacques Brel (Non andare via) e Avec le temps di Leo Ferré (Col tempo) e che racconta così il suo lavoro: "noi scriviamo per un senso di immanente eternità,il simbolo grafico che si trasmette anche se l'autore non esiste. L'altra ragione è l'affermazione della nostra umanità rispetto alla nostra animalità. L'uomo è un animale diverso perché può trasmettere attraverso il simbolo il suo pensiero nel tempo e nello spazio". |