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L' Inter spreca, il Milan no ma è il Genoa a stupire

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2009 10:24
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02/02/2009 00:04
 
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Il Toro blocca la fuga
Inter, solo un passo avanti


I nerazzurri guadagnano solo un punto sulla Juve portandosi a +7: contro i granata finisce 1-1 grazie ai gol di Bianchi e Burdisso. Nel finale assalto a Sereni con pali di Crespo e Ibrahimovic

MILAN0, 1 febbraio 2009 - Il primo tentativo di fuga verso lo scudetto si risolve con un breve allungo. L'Inter sale a +7 sulla Juve facendosi bloccare in casa dal Torino (1-1). I gol nel secondo tempo: apre Bianchi, chiude Burdisso. Finale incandescente con due pali centrato da Crespo e Ibrahimovic. Per Mourinho è il terzo pareggio casalingo in campionato dopo quelli con Genoa e Cagliari. Novellino festeggia un risultato di prestigio tenendo il passo di Chievo e Reggina.

BEL TORO - Se manca Muntari e gioca Maxwell, il segnale per Mancini, Quaresma (e magari pure Figo e Jimenez) è piuttosto indicativo. Mourinho conferma di aver scelto i suoi interpreti e pazienza se in panchina s'immalinconiscono "rinforzi" da quasi 40 milioni di euro spesi in estate. Discorsi secondari per una squadra prima con margine sempre più rassicurante. E poi basta spostarsi di qualche metro e guardare la faccia di Walter Novellino per dare il giusto peso a questi aspetti. L'allenatore chiamato a salvare il Toro piazza Zanetti e non Barone in mezzo, dispiegando il 4-4-2 con Rosina e Bianchi delegati a colpire.

AI LATI - La formula è giusta, anche se i problemi dell'attacco granata restano gravi. Diana e Abate affondano più volte ottenendo in cambio il blocco delle avanzate di Maicon e Santon (ancora applausi dal pubblico di San Siro); in mezzo Dzemaili e Zanetti tengono botta, e così all'Inter non resta che puntare sulle soluzioni individuali. L'unica degna di nota, neutralizzata da Sereni, è quella di Cruz, che gira di testa un angolo battuto da destra al 35'.

BIANCHI GOL - Prima dell'intervallo entrambi i tecnici sono costretti a cambiare assetto: "Monzon" perde Rivalta, lo "Speciale" Stankovic. A Figo il portoghese aggiunge pure Quaresma (al posto di Maxwell) nel tentativo di allargare il gioco anche a sinistra. L'ex Porto non è fortunato: appena entrato si ritrova coinvolto in un tentativo di rimonta inaspettato. Sì, perché il Toro trova il gol del vantaggio con Abate (cross preciso) e Bianchi (zuccata vincente), un po' troppo libero rispetto agli standard difensivi di Cordoba.

BOTTA E RISPOSTA - Qui comincia un'altra partita, che in un certo senso compensa la noia del primo tempo. In sei minuti arrivano in sequenza la parata di Sereni su Cordoba, il rigore chiesto e non concesso all'Inter per "mani" di Abate e infine il pareggio di Burdisso, prezioso anche se "agevolato" dal pasticcio combinato da Sereni e Ogbonna.

L'ASSALTO - Dal flipper di inizio ripresa fuoriesce una manovra più coraggiosa dei nerazzurri, legata comunque all'atteggiamento più prudente di Novellino. In realtà Diana ha sul piede la palla buona, sprecandola. Così, dopo una cannonata di Maicon fuori bersaglio, si arriva agli ultimi chilometri con il prevedibile assalto dell'Inter. E' durissima per Sereni, bersagliato da Maicon, Ibrahimovic (100 partite con l'Inter) e Crespo. Agli ultimi due appartengono i tentativi respinti dal palo. Su Quaresma, che sciupa una facile occasione da gol nel recupero, piovono i fischi della Nord. Che già pensa al derby del 15 febbraio, visto che il Milan può portarsi a -6 scavalcando la Juve.
Antonino Morici

Fonte: gazzetta

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Beckham trascina il Milan
Ora l'Inter è a sei punti


I rossoneri sbancano l'Olimpico: Lazio travolta 3-0. Protagonista l'inglese (inserito nella lista Uefa) con gli assist per i gol di Pato e Ambrosini. Di Kakà la rete che fissa il risultato. Scavalcata al secondo posto la Juventus

ROMA, 1 febbraio 2009 - David Beckham ci ha preso gusto. Dopo i gol a Bologna e Genoa, l'inglese regala una nuova splendida prestazione confezionando gli assist per i gol di Pato e Ambrosini. Di Kakà la terza rete, dopo un primo tempo in sordina dell'asso brasiliano. Una partita che aggrava la situazione della Lazio, incapace di reagire dopo la rete di Pato. Successo che permette ai rossoneri di scavalcare al secondo posto la Juventus e di rosicchiare punti all'Inter che ora li precede di sei punti.

DINHO ANCORA IN PANCA - Delio Rossi non è al bivio; Claudio Lotito lo ha giurato. Per fermare il Milan il tecnico gioca d'azzardo: Muslera tra i pali. Si proprio l'uruguaiano che la scorsa stagione prese all'Olimpico dai rossoneri cinque pappine. Poi Matuzalem sulla sinistra del centrocampo, mentre è Meghni a fare il trequartista alle spalle di Zarate e Pandev. Carlo Ancelotti aggiusta la difesa poco prima del fischio d'inizio. Tra Zambrotta e Jankulovski è infatti Bonera a giocare centrale al fianco di Senderos. Un problema fisico ferma infatti Favalli nella fase di riscaldamento. Ma la notizia è l'ennesima esclusione di Ronaldinho che viene dirottato in panchina a favore di Seedorf che parte titolare sulla linea di Kakà. Mossa che allunga il dibattito sul brasiliano, caduto ormai in disgrazia, complice un calo di forma evidente. Beckham, che ha esordito proprio a Roma, non lo smuove più nessuno al pari di Pato, punta solitaria.

PIU' LAZIO - Grinta, cattiveria e attributi. Delio Rossi ha impartito ordini precisi e la Lazio risponde al limite delle sue possibilità creando affanni al Milan che pruduce con insistenza un macchinoso possesso palla. Alla Lazio molto aggressiva, i rossoneri rispondono con ripartenze lente, ma efficaci, come quella che al 7' obbliga Muslera a compiere un miracolo deviando un tiro ravvicinato di Jankulovski. Fino al gol di Pato è l'unica occasione per il Milan impegnato a fondo nella sua trequarti. La Lazio sviluppa la sua manovra centralmente, sfruttando i tagli e la velocità delle sue punte che si ricavano varchi nella difesa rossonera.

GIGANTE DAVID - I biancocelesti cercano di fare la partita, per perdersi poi in fase conclusiva. Pandev e Zarate seminano spesso il panico. Sicuramente è del macedone l'occasione più ghiotta: una girata in area al 35' che sfiora l'incrocio dei pali. Più nitida dell'uscita spettacolare dell'ottimo Abbiati che sradica la palla dai piedi di Zarate. L'uno-due anticipa il gol, ma del Milan che sfrutta tutta l'immensa classe di Beckham. Mai un errore, mai una palla persa. L'inglese impiega poco a capire che anche questa non è serata per Kakà e si inventa rifinitore, aiutando il centrocampo a fare diga, coadiuvato dalle illuminazioni di Pirlo. Splendido l'assist del britannico per Pato al 42', che il brasiliano infila di patto destro sul primo palo. C'è il sospetto del fuorigioco dell'inglese che subito dopo regala un'altra palla d'oro al Papero che infila di testa, ma questa volta Rizzoli annulla.

AMBRO E KAKA' - Beckham, come è successo a Bologna e con il Genoa, sale in cattedra e al 3' della ripresa, su punizione, consegna ad Ambrosini la palla perfetta per il raddoppio: colpo di testa potente del capitano milanista che Muslera non vede nemmeno. La rete spiana la strada ai rossoneri che controllano agevolmente,. La Lazio viene ipnotizzata dalla capacità di far girare la palla dei rossoneri, pronti a colpire in contropiede. Kakà, magicamente servito da Pirlo, si allunga la palla del 3-0; occasione che la dice lunga sull'atteggiamento della Lazio che perde fiducia. Rossi non la manda giù e toglie Meghni per Simone Inzaghi. Ma è il Milan a sfiorare a ripetizione il 3-0. Prima con Pato che si allunga il pallone in area, poi con l'egoista Kakà che invece di servire il connazionale libero in area, spreca sul palo. Entrano Kolarov e Dabo, fuori Brocchi e Radu, ma la Lazio non ci crede più, vittima del gioco rossoneri. Il Milan cinicamente non si fa impietosire e chiude il discorso con il 3-0. Lo segna Kakà sfruttando l'assist di Seedorf: penetrazione in area e diagonale chirurgico. La firma su una vittoria ineccepibile, che rischia di trasformare la pratica scudetto in un discorso milanese.
Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta

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Genoa in delirio con Criscito
Palermo battuto nel finale


Un gol del difensore a due minuti dalla fine regala la zona Champions ai rossoblù, complessivamente più pericolosi e fermati quasi sempre da Amelia. Rosanero pericolosi in contropiede

GENOVA, 1 febbraio 2009 - Il sogno Champions del Genoa prende forma. Quando si vincono all’88° partite destinate allo 0-0 come quella di oggi contro un buon Palermo, sognare è d’obbligo. È stato Criscito a far esplodere Marassi con un tocco sotto misura a due minuti dalla fine. Una vittoria meritata dopo che Amelia, due pali e un Rubinho super su Simplicio avevano in sostanza decretato il pari. Invece questo Genoa non molla mai e un gol da un metro di un difensore che ha seguito l’azione offensiva di Jankovic è il segnale dello spirito guerriero di questa squadra, meritatamente al quarto posto.

ACCELERAZIONI - L’inizio è bloccatissimo. Il Palermo ha spaventato un po’ i rossoblu schierandosi bene, coprendo tutti gli spazi e facendo girare palla con ordine. Il Genoa ci ha messo un po’ a trovare le misure, ha tentatato alcune belle accelerazioni e ha avuto le occasioni migliori. Nel complesso però la difesa rosanero si è difesa senza clamorosi affanni. Al 20’ uno stop di Jankovic ha tolto palla a Vanden Borre, poi al 21’ Biava ha calciato fuori dal limite dell’area. E’ stato questo un buon momento per il Grifone. Al 24’, da azione di corner, Bocchetti si è ritrovato palla a un metro da Amelia ma il portiere lo ha anticipato.

IN CIELO - Il Palermo si è liberato della morsa con il contropiede di Cavani al 27’, fermato da un fallo tattico di Juric al limite dell’area. Dalla punizione Bovo non ha fatto di meglio che calciare alto. Il Genoa ha così riaccelerato e sfiorato il gol. Prima con Criscito, fermato dal palo dopo che aveva vinto un rimpallo fortunoso. Poi con una rovesciata di Jankovic alla Pelè in “Fuga per la vittoria”: nei film però riescono e difatti la sua è più debole, Amelia para. Dai due corner successivi Biava è salito in cielo due volte. Prima ha preso l’incrocio dei pali e sulla ribattuta Amelia ha fermato Sculli da campione. Poi ha costretto il portiere a un’altra deviazione difficile. E così il tempo si è chiuso sullo 0-0. Per il Palermo da segnalare anche la tegola dell’infortunio muscolare di Liverani che ha costretto Ballardini a inserire Migliaccio e spento un po' la luce tra gli ospiti.

MIRACOLO - Nella ripresa copione più o meno identico. Genoa a fare la partita e Palermo chiuso ma pronto a ripartire. Al 4’ Milito (oggi va detto marcato molto bene) ha spazzato via Carrozzieri, ha saltato Amelia ma ha trovato il salvataggio di Kjaer, bravissimo, sulla linea. Porta siciliana stregata, si comincia a pensare. Ma al 15’ il segnale che rinfranca i tifosi rossoblu: contropiede del Palermo, colpo di testa di Simplicio e miracolo di Rubinho. La possibile vittoria è rimasta in piedi grazie al suo portiere. Sembra tutto finito quando però i tentativi di Juric, Jankovic, Palladino e Sculli non portano a nulla. Ma all’88’ ancora Jankovic mette al centro e Criscito fa esplodere Marassi. Questo Genoa non si vuol fermare più.
Giusto Ferronato

Fonte: gazzetta
03/02/2009 10:24
 
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