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Gravissimo Candido Cannavò

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2009 21:03
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20/02/2009 13:35
 
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Malore per Candido Cannavò

E' in gravissime condizioni


L'ex direttore della Gazzetta dello Sport è ricoverato all'ospedale Santa Rita di Milano per un'emorragia cerebrale, dove ha trascorso una notte tranquilla. Ma il quadro clinico resta "gravemente compromesso". Le ultime parole al figlio Alessandro: "Combatterò, ce la farò come sempre"



MILANO, 20 febbraio 2009 - Candido Cannavò, l'ex direttore e ora editorialista della Gazzetta dello Sport, è ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Santa Rita di Milano, dopo avere accusato un malore ieri, mentre si trovava nella sede del quodidiano. Cannavò ha trascorso una notte tranquilla, ma le condizioni cliniche neurologiche rimangono "gravemente compromesse", come si legge nel bollettino sanitario emesso dalla clinica. La prognosi resta riservatissima.
E’ venuto a salutarci in mensa, a casa sua, come fa tutti i giorni. Candido Cannavò, dopo 19 anni sul ponte di comando della Gazzetta, dal 2002 è il "direttore storico": significa che può continuare a scrivere le sue preziose rubriche e i suoi fondi di prima pagina lontano dal giornale. Ma con ogni tempo e in ogni stagione, Candido a ora di pranzo è sempre lì, il luogo più umile dell’azienda, dove si mischiano gli umori dei colleghi più anziani e degli stagisti. E’ questo il suo palcoscenico preferito, dove passa col vassoio di tavolo in tavolo e ha battute e sorrisi per tutti. Ieri, però, chi era in mensa per la pausa pranzo ha visto quello che non avrebbe mai voluto vedere: verso le 14.15 Candido Cannavò (78 anni) ha avuto un malore.
Un malore da poco, apparentemente. Luciano Fontana, il vicedirettore del Corriere della Sera che gli era di fronte, ha colto una smorfia sul lato destro del labbro e ha richiamato l'attenzione degli altri due commensali, Francesca Pini e Paolo Lepri. Cannavò stava cercando di gestire questa leggera forma di ictus come si fa con una intervista un po' ostica. Si è piegato sul tavolo e poi è stato sistemato a braccia sul pavimento, dove è rimasto steso in attesa dei soccorsi con un privilegio particolare: avere accanto il figlio Alessandro, caporedattore del Corriere.
L'attesa è durata poco: come un segno del destino la prima ambulanza ad accorrere alla chiamata del 118 è stata quella della Croce Rosa Celeste, per metà il colore della Gazzetta, il giornale a cui Cannavò ha dedicato tre quarti della sua vita. E il direttore non ha avuto la percezione di quello che stava succedendo: ha solo continuato a martellarsi con la mano destra il braccio sinistro che non sentiva più. Erano i segni dell'emiparesi che gli infermieri hanno giudicato probabilmente transitoria quando hanno ottenuto l'ok per dirigersi all'ospedale Santa Rita, attrezzato per una terapia intensiva d'emergenza. E qui la prima Tac ha riscontrato un'emorragia cerebrale di media entità che ha ulteriormente alimentato la speranza di un malanno passeggero. "Mio padre quando è arrivato in ospedale è rimasto sempre perfettamente lucido — spiega Alessandro —. Mentre mi spiegava dove andare a recuperare la tessera sanitaria ha avuto anche la forza di rispondere ai miei incoraggiamenti: 'Sì, lotterò, lotterò. Ce la farò come sempre' continuava a ripetere".
Intanto pensava ancora alla sua rubrica quotidiana Fatemi capire, dedicata a Van der Sar. "Alessandro, avverti il giornale. E' nell'archivio DIR01". Come sempre l'aveva buttata giù di mattina, ma non l'aveva consegnata al direttore che quella rubrica aveva ideato apposta per le sue corde. Ieri Carlo Verdelli, accorso in ospedale insieme a tanti colleghi, dirigenti della Rcs e anche il presidente dell'Inter Massimo Moratti, non ha potuto ritirare il pezzo dalle mani dell'amico Candido. Proprio mentre Cannavò diceva di avere "un po' di mal di testa" ad Alessandro (l'altra figlia Marilisa è sopraggiunta più tardi mentre Marco sta rientrando dall'India) e al nostro Daniele Redaelli, è arrivata la seconda, tremenda, emorragia. La Tac delle 17.15 ha evidenziato "un importante quadro emorragico cerebrale". Alle 17.40 assistito dalla moglie Franca, insegnante di danza spagnola, è entrato in terapia intensiva con "prognosi riservatissima". Mentre arrivavano tantissimi attestati di stima, chi gli ha accarezzato la mano sul lettino lo ha trovato dolcemente addormentato, ancora saldo nella sua antica tempra di giornalista. Ma il bollettino, diramato dal direttore sanitario Eugenio Vignati, lascia solo una flebile speranza: "Il quadro neurologico si è progressivamente aggravato con la comparsa di uno stato soporoso". Ma noi abbiamo in mente altre parole: "Lotterò, ce la farò".
Fausto Narducci

Fonte: gazzetta
21/02/2009 21:21
 
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speriamo si salvi senza troppi danni
21/02/2009 21:53
 
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Purtroppo le notizie che filtrano non sono buone.
Pare che l' emorragia non si è fermata ancora e non sono previsti interventi chirurgici a breve.
21/02/2009 21:56
 
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Cannavò resta gravissimo

Dai lettori un mare d'affetto


L'ex direttore della Gazzetta dello Sport è ricoverato all'ospedale Santa Rita di Milano per un'emorragia cerebrale. "Attività cerebrale gravemente compromessa", la prognosi è ancora riservatissima



MILANO, 21 febbraio 2009 - Candido Cannavò, l'ex direttore e ora editorialista della Gazzetta dello Sport, è ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Santa Rita di Milano, dopo avere accusato un malore giovedì, mentre si trovava nella sede del quodidiano. La Direzione sanitaria riferisce che "il controllo elettroencefalografico effettuato nella giornata di ieri ha evidenziato un'attivitá cerebrale gravemente compromessa. Rimangono immutati gli altri parametri e la prognosi è sempre riservatissima".

Sta lottando col cuore. E nessuno di quelli che conoscono la tenacia di Candido Cannavò se ne può meravigliare. Il muscolo principale regge, l’elettrocardiogramma è perfetto: ha il classico cuore d’atleta. Forgiato in gioventù nelle gare di corsa del Cus Catania, e poi tenuto sempre allenato dal tennis durante la mezza età e dalla cyclette quotidiana, sana abitudine alla quale invitava i suoi giornalisti. Sono a posto anche gli altri organi principali mentre l’elettroencefalogramma di ieri mattina ha evidenziato un’attività modesta, compatibile con la crisi ischemica di giovedì pomeriggio. «Le condizioni del paziente si mantengono stabili» dicono i medici della Santa Rita nel loro lessico professionale. Significa che Candido resta in rianimazione, intubato e in stato di incoscienza.

PROCESSIONE - Intorno a lui una incredibile partecipazione d’affetto. Incessante il via-vai di colleghi (tra i quali Massimo De Luca), dirigenti di ieri (Arrigo Gattai) e di oggi, semplici sportivi, amici di una vita come Giovanna e Gianfelice Facchetti. Don Antonio Mazzi e don Gino Rigoldi, due dei Pretacci celebrati nell’ultimo libro del nostro direttore storico, fanno forza alla signora Franca, che con Marco, Alessandro e Marilisa ha creato una sorta di presidio nonostante gli angusti locali sconsiglino una lunga permanenza. «La situazione è critica ma ho assistito a incredibili guarigioni» dice persuasivo don Rigoldi. Ci vuole tanta fede.

ORGOGLIO - La prognosi continua a essere «riservatissima», non è possibile intervenire chirurgicamente, dalla Tac si è capito che l’emorragia non si è ancora arrestata del tutto. Insomma il quadro complessivo è quello delle prime ore. Gravissimo. Gianfranco Zola da Londra invia nostro tramite un sms alla signora Cannavò: «Gentile signora Franca, queste poche parole per dirle che le sono vicino e spero di abbracciare presto Candido». Ha chiamato pure Walter Zenga: «Orgoglioso dei complimenti fatti al mio Catania». Uno studente siciliano, Domenico Occhipinti, ci fa sapere che «ho sempre percepito il suo orgoglio d’essere siciliano, genuino e non esibito. Lo leggo come Verga o Capuana, fa parte della storia letteraria della nostra isola».

POESIA - Il collega Andrea Consonni, di Sportitalia, ha composto una poesia: «La vita scorre veloce e tu le hai corso accanto. Hai tinto di rosa mille esistenze grigie, l’azzurro del nostro cielo. Hai ispirato lo sport con la tua lirica, la tua poesia. Gridatelo, tutti. Puro, onesto, cristallino. Candido». Un mare d’affetto, direttore.
Nicola Cecere

Fonte: gazzetta
22/02/2009 15:33
 
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Candido Cannavò è morto
Direttore ci manchi già


È morto Candido Cannavò, lo storico direttore della Gazzetta, oggi editorialista, aveva 78 anni. Domani camera ardente in via Solferino. Il cordoglio del Presidente della Repubblica



MILANO, 22 febbraio 2009 - Candido Cannavò è morto. Se n'è andato questa mattina alle 8.48 alla clinica Santa Rita di Milano dove era stato ricoverato giovedì scorso a seguito di una emorragia cerebrale devastante che lo aveva colto proprio mentre era nella sede della Gazzetta, in via Solferino a Milano. "Questa notte ha avuto una grave crisi ipotensiva, con scompenso cardiocircolatorio e oscillazione dei parametri vitali", ha detto Daniela Bianchi, responsabile comunicazione della clinica. Aveva 78 anni e al suo capezzale in queste ultime disperate ore, ha avuto la moglie Franca e i tre figli Alessandro, Marilisa e Marco, ma fuori da quella camera d'ospedale in realtà centinaia di migliaia di suoi lettori facevano il tifo per lui, come testimoniato dai tanti messaggi pervenuti sulle pagine di questo sito. Per commemorarlo oggi si fermerà per un minuto tutto lo sport italiano.
Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso la sua partecipazione al dolore della famiglia e al cordoglio del mondo dell'informazione ricordando "il giornalista di lungo corso che dalle colonne della Gazzetta dello Sport, di cui è stato per tanti anni direttore, e dalle più diverse tribune mediatiche, ha raccontato con passione e acutamente divulgato i valori di lealtà e di competizione che hanno reso sempre più popolare il gioco del calcio e lo sport italiano". Il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, ha appreso "con sincera commozione" la notizia, sottolineando l'autentica passione e il rigore di Cannavò, che ha affiancato il giornalismo ad un forte impegno a favore della sua terra, la Sicilia, "preoccupandosi di realtà sociali problematiche come quella delle carceri e dei disabili". "Appresa la notizia della scomparsa di Candido Cannavò desidero esprimere alla famiglia a nome mio e dei colleghi senatori sentimenti di sincero cordoglio". Lo afferma il presidente del Senato,Renato Schifani, in un messaggio ai familiari del giornalista scomparso. "Storico direttore della Gazzetta dello Sport - continua il Presidente del Senato - giornalista di grande serietà e spessore, ha saputo raccontarci il mondo dello sport e del calcio con competenza e grande equilibrio. Non dimenticheremo altresì - conclude il presidente Schifani - le straordinarie qualità umane, che lo hanno portato come cronista e studioso a interessarsi ai problemi dei deboli e degli emarginati e a spendere il suo impegno per l'amata Sicilia".

LA FAMIGLIA - "Era un grande lottatore e pensava di farcela anche questa volta": sono le parole che il figlio Alessandro ripete a quanti sono accorsi davanti alla clinica milanese, dove si è spento il padre Candido. "Mio papà ha dato un grandissimo contributo in termini di umanità e altruismo - ha detto Alessandro, uno dei tre figli dell'ex direttore della Gazzetta dello Sport - e abbiamo ricevuto straordinarie manifestazioni di affetto, anche da chi non lo aveva mai conosciuto. Papà aveva attorno a sè una famiglia allargata, ai colleghi e ai lettori e le manifestazioni di solidarietà e affetto ricevute in questi giorni ci aiuteranno a colmare il vuoto". Alessandro Cannavò ricorda poi il papà come "un vulcano di progetti cui lavorava anche nell'ultimo periodo. In questi giorni don Gino Rigoldi mi ha rivelato che papà voleva realizzare con lui un giornale di sole notizie positive. Un'idea che era proprio nella sua cifra". Nel ricordo del figlio, caporedattore al Corriere della Sera, ci sono "un paio di insegnamenti fondamentali per la vita: spendersi, anche fisicamente, senza risparmiarsi nelle cose ci appassionano; e trovare un lato positivo anche in quelle più problematiche. Per quanto riguarda invece il giornalismo - continua - da lui ho imparato lo stile nel raccontare le cose, e quel lato di umanità che rende questo mestiere meraviglioso". Oltre a cronisti, operatori e fotografi, tra i primi ad arrivare alla clinica, il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli, il direttore delle carceri lombarde, Luigi Pagano, e Gianfelice Facchetti, figlio dello storico capitano dell'Inter, Giacinto, amico fraterno di Cannavò.
Frattanto è già stata allestita una camera ardente all'interno della Clinica Santa Rita, dove oggi sarà possibile rendere l’ultimo saluto al giornalista dalle 14 alle 21, con ingresso da via Jommelli 13. Domani poi, Cannavò tornerà nella sua seconda casa: la salma sarà trasferita alla camera ardente, aperta dalle 11, nella sede Rcs di via Solferino 26, Sala Montanelli.
gasport

Fonte: gazzetta
23/02/2009 22:21
 
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era una grande penna.uno spirito di osservazione acuto e garbato...che peccato!
24/02/2009 09:15
 
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Mi mancherà.
24/02/2009 21:03
 
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Mi spiace .......
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