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Serie A 2009/2010 Risultati, notizie, classifica

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2010 13:54
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23/08/2009 16:59
 
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Ritorna la Serie A, campionato 2009/2010, con tante novità (in panchina) e tante conferme da verificare, dopo i tornei estivi che hanno accontentato un pò tutti e i soliti battibecchi tra l' allenatore portoghese dell' Inter Mourinho e i suoi avversari (anche quando questi sono rappresentati dal CT Lippi).
L' Inter parte favorita, il Milan è un rebus dopo la fine del ciclo Ancellotti e la partenza di Kakà (anche Pato sarebbe con le valigie pronte), la Juve riparte da Ferrara e da una campagna acquisti soddisfacente che per ora ha scongiurato la partenza dei suoi campioni (ma Nedved come lo si sostituisce ?), poi ci sono la Roma alle prese con le sue vicissitudini societarie (la famiglia Sensi vorrebbe cedere la squadra ma compratori seri ancora niente) e il jolly Napoli con il patron De Laurentis che non vuole ... recitare parti da comparsa.


Pronti ... partenza ... via !
23/08/2009 17:02
 
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Mutu salva la Fiorentina
Ma a Bologna è solo 1-1


La prima partita del campionato di serie A 2009/2010 si chiude in parità. L'ex Osvaldo sblocca per gli emiliani nel primo tempo, nella ripresa entra il romeno che sistema in parte le cose. Partita non brillante e condizionata dal caldo, ma per i viola è un passo falso

BOLOGNA, 22 agosto 2009 - La serie A 2009/2010 parte con un pari. Finisce 1-1 tra Bologna e Fiorentina in un derby dell'Appennino condizionato dal caldo e dai limiti delle due squadre. Gli emiliani possono sorridere: chi li ha indicati come sicuri candidati alla B probabilmente dovrà ricredersi. Perché il bel gioco è un altra cosa. Ma lo spirito e l'esperienza di solidi giocatori di categoria non è da sottovalutare. Più basso il morale della Fiorentina, i cui limiti dell'anno scorso sembrano ancora tutti lì.

SCHIERAMENTI — Papadopulo presenta un 3-5-1-1 con Bombardini dietro ad Osvaldo. Il Bologna, formazione che punterà a prenderne pochi piuttosto che a farne tanti, deve infatti rinunciare a Marco Di Vaio, che dovrà garantire almeno 15 gol. Difesa e centrocampo restano abbastanza vicini, con Guana che copre i tre dietro e Vigiani e Valiani a garantire dinamismo e chilometri sugli esterni. Prandelli sceglie il talentino Jovetic al posto del frastornato Mutu di questo periodo alle spalle di Gilardino. Marchionni e Vargas sono gli esterni del 4-2-3-1. L'ex juventino non dà nulla, l'ex catanese va a sprazzi. Zanetti non c'è, dentro Donadel. La qualità inevitabilmente ne risente, anche perché il Montolivo di questo avvio di stagione non è quello che si è meritato la chiamata di Lippi.


BOTTA E RISPOSTA — Bologna, una delle città più calde d'Italia, non è stata certo risparmiata dall'ondata di calore che ha colpito il Paese negli ultimi giorni. E il ritmo ne risente. Il Bologna aspetta la Fiorentina, ma il primo brivido è firmato Osvaldo. Frey c'è. Si va dall'altra parte e Viviano, forse il miglior colpo del mercato dei Menarini, salva due volte su Gilardino.

COMOTTO CHE FAI? — La partita, di certo non memorabile, prosegue abbastanza equilibrata. Osvaldo sembra deciso a dimostare ai tifosi che i soldi spesi per lui a gennaio non sono stati buttati. Ma per il gol del Bologna ci vuole la collaborazione della difesa viola, di Comotto in particolare. L'ex granata sul corner di Bombardini perde completamente l'ex compagno di squadra, libero di battere Frey di testa. Errore da matita blu.

CONTROLLO — La Fiorentina alza il baricentro, ma il Bologna è squadra che quando potrà chiudersi e ripartire andrà a nozze. Così si va più vicini al 2-0 Bologna che all'1-1 viola nella fase finale del primo tempo.


RIPRESA — Finisce subito il purgatorio di Mutu. Jovetic (prestazione non scintillante) gli fa posto. Il Bologna arretra molto. Troppo. Anche se la Fiorentina non fa troppo male. Passano i minuti e gli emiliani sono sempre più bassi. Probabilmente si fa sentire anche la stanchezza. Ma a Prandeli serve una gran giocata di Mutu per tornare in parità. Il destro del romeno, servito da Comotto dopo un'azione insistita viola, non dà scampo a Viviano. Pari bello e meritato.

POCHE ARMI — L'impressione è che se la Fiorentina insistesse potrebbe centrare il bottino pieno, anche se Viviano non è più chiamato a fare grandi cose e la fase offensiva viola è tutt'altro che straripante. Il Bologna difende con ordine l'1-1 e prova a pungere con Osvaldo. Senza grandi risultati.

PROSPETTIVE — Per la Fiorentina l'obiettivo si chiama ingresso in Champions League. Dopo il 2-2 di Lisbona ampiamente alla portata. Per quanto riguarda il campionato meglio ripassare. Inter, Juve e Milan sono di un altro pianeta. E si sapeva. Ma la sensazione è che su questi livelli anche arrivare quarti non sarà semplicissimo. In casa Bologna arriva un punto che non dispiace affatto. Con questo piglio non sarà diffiicle lasciarsi dietro almeno tre squadre.
Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
23/08/2009 17:02
 
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Pato, Dinho e Leonardo
Ok il Milan-Brasil a Siena


I rossoneri vincono 2-1 nel debutto del tecnico: doppietta dell'attaccante, Ronaldinho un assist e una apertura illuminante, segnali confortanti dalla difesa e da Flamini. In mezzo ai due gol di Pato il pareggio di Ghezzal: ma il Siena di Giampaolo è una squadra ancora in costruzione dopo le cessioni estive

SIENA, 22 agosto 2009 - Il derby con l'Inter, fra una settimana, adesso fa un po' meno paura. Dopo il terrificante precampionato, i primi segnali di inversione di tendenza nel Berlusconi, ecco la vittoria del Milan, quando conta. Leonardo parte nella sua carriera da allenatore con una vittoria in trasferta, con tre punti brasiliani. Doppietta di Pato, migliore in campo, un paio di palloni illuminanti di Ronaldinho (nella due azioni dei gol), ma anche la solidità di Thiago Silva dietro. Alla fine tutti soddisfatti in casa Milan, qualcuno un po' arrabbiato fra i bianconeri. Soprattutto Vergassola, che se la prende per una giocata, qualche gesto di troppo e linguaccia di Pato, che perde tempo e invita ironicamente i senesi a andare a prendergli la palla. Al fischio finale è una mezza baraonda: insomma, il campionato è iniziato.

PATO E DINHO — Milan temporaneamente primo in classifica, ed è un bel partire: un gol per tempo per il brasiliano numero 7, l'erede designato di Kakà, non nel ruolo ma in quanto a talento. Pato si muove su tutto il fronte d'attacco, mette in crisi i difensori con il dribbling stretto ed è puntuale in zona gol. Nel primo tempo, al 29', Ronaldinho lo serve sul filo del fuorigioco, e lui incrocia bene di destro. Nel secondo, al 3', sempre Dinho trova un corridoio impossibile per Flamini, che gli serve un pallone da spingere in rete: ma era stato lui, dopo una sponda di Borriello, a innescare l'azione (in mezzo il gol di Ghezzal). Non solo Pato, però: Ronaldinho fronte alla porta con lo spazio di trovare i compagni dimostra di saper inventare. Sullo 0-0 aveva mandato in porta Jankulosvi e trovato un gol su punizione, annullato per fuorigioco di Pato. Nella ripresa rtrova una delle sue giocate, una rovesciata dopo gran stop.


LA DIFESA E FLAMINI — Gli altri segnali positivi arrivano dalla difesa centrale, dove Nesta sembra definitivamente ritrovato, mentre Thiago Silva è alla sua altezza e si dimostra ottimo acquisto (targato Leonardo sei mesi fa). Positivo anche Flamini, che spinge parecchio finché resta a sinistra, ed è mobile, in palla. Lotta anche Borriello (con Huntelaar squalificato e Inzaghi in panchina per tutti i 90'): non trova mai lo spazio per liberarsi al tiro, ma apre gli spazi agli altri. I dubbi restano sulla spinta degli esterni (meglio Jankulovski di Zambrotta), sulla forma di Gattuso, sulle uscite di Storari. Presto per dire se è stata imboccata la via giusta, ma Mourinho saprà dare un responso già sabato prossimo.

SIENA, LAVORI IN CORSO — Il Siena, infatti, non pare ancora sui livelli della scorsa stagione: Rossettini non è Zuniga e non solo a destra non sfonda mai, ma soffre molto l'avversario diretto. Il ruolo di rifinitore resta scoperto, Jarolim azzecca giusto il quarto d'ora finale del primo tempo, quando sul suo tiro la smanacciata timida di Storari consente a Ghezzal di fare 1-1. Fini ancora non pare inserito, e fa rimpiangere Galloppa, Ficagna fa il suo ma l'assenza di un leader come Portanova può farsi sentire. Giampaolo, che in estate si è lamentato della campagna acquisti, prova a cambiare moduli e mette comunque in campo una squadra compatta, a cui però paiono mancare guizzi e qualità. Il mercato non è chiuso, qualcosa servirà aggiungere per una salvezza tranquilla.
Valerio Clari

Fonte: gazzetta
23/08/2009 20:31
 
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Inter, subito uno stop
Il Bari sorprende: 1-1


Risultato inatteso a San Siro, con i nerazzurri che vanno avanti con un rigore di Eto'o, ma poi si fanno raggiungere da Kutuzov e rischiano persino la sconfitta in contropiede. Mourinho cambia assetto tre volte, prova il tridente e rilancia Quaresma. Ma Ventura non rinuncia a giocare e lo blocca.

MILANO, 23 agosto 2009 - Sentiva il rumore dei nemici, perché i nemici sono agguerriti. Il Bari ferma l'Inter di Mourinho al debutto a San Siro. Risultato a sorpresa per la squadra di Ventura, che non rinuncia mai a giocare, che ha idee chiare e che in contropiede, nel secondo tempo, rischia anche di vincere la partita, quando i nerazzuri si buttano in attacco. L'Inter cambia assetto più volte durante la partita, non costruisce tantissimo, ma dopo il rigore di Eto'o (fallo su Milito di Bonucci, che pare toccare l'argentino) ha una occasione enorme di andare sul 2-0, sempre col camerunese. Intesa da affinare fra Eto'o e Milito, e lavori in corso sul piano del gioco.

CAMBI TATTICI — "Appena mi manca un uomo deve cambiare assetto". Alla vigilia José Mourinho aveva detto così, riferendosi al mancato arrivo del fantasista (per ora) e alla difficile sostituzione di Cambiasso. In realtà, cambia assetto anche in corsa: lo fa dopo mezz'ora, quando toglie Muntari per far entrare Balotelli. Da lì in poi si abbandona il rombo per un tridente d'attacco, in cui Milito è centrale, Eto'o largo a sinistra, Mario largo a destra. La cosa creerà qualche problema in più al Bari. A inizio ripresa, però, si ricambia, con l'ingresso di Quaresma, l'ennesimo spostamento di Stankovic e il passaggio al 4-4-2, che in realtà è un 4-2-4, visto che il neo entrato portoghese e Balotelli giocano altissimi. i ripetuti cambi tattici da una parte sono adeguamenti a problemi che l'avversario crea, dall'altro sono testimonianza di maggiori soluzioni a disposizione di Mourinho. Se arriverà anche un fantasista, aumenteranno ancora, ma bisognerà fare delle scelte, e cercare di mantenere un certo equilibrio, mancato col Bari sopprattutto nel secondo tempo.

PROMOSSI E BOCCIATI — In questo tourbillon tattico si perde un po' Milito, che gioca pochi palloni e si libera raramente al tiro. Meglio l'altro ex Genoa Thiago Motta, capace più volte di inserirsi e trovare spazio per il tiro. Sotto i livelli dell'anno scorso Maicon, mentre Lucio si incaponisce nel cercare di risolvere la partita anche in attacco, lasciando buchi dietro. Sopra i livelli della scrosa stagione (ma non ci voleva molto), Quaresma, che azzecca un paio di cross e giocate. La soluzione Materazzi dietro non pare convincente, con due entratacce rischia persino il rosso. Il debutto di Eto'o è segnato dal gol, e il camerunese continua a muoversi su tutto il fronte d'attacco: ma il gol fallito nella ripresa non è da lui.

BARI CONVINCENTE — Il Bari si presenta senza Barreto, uno dei protagonisti della promozione, e senza Meggiorini, che dovrebbe essere la punta titolare. Visto Sforzini, dotato di tanti chili e centimetri, ma di poca mobilità, il neo acquisto dovrebbe far meglio. Il bari gioca per vincere, Ventura non rinuncia ad attaccare, Kutuzov si mangia un gol fatto nel primo tempo, Rivas lo seguirà nella ripresa. Il Bielorusso si farà perdonare con il gol su assist di Langella. Ma il migliore in campo risulta Alvarez, ala destra che per tutta la partita mette in crisi Zanetti.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
23/08/2009 21:09
 
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E si ricomincia col novantesimo minuto..... [SM=g1391622]



[SM=x714134]
23/08/2009 22:50
 
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E pure con la "Domenica Sportiva" ...
24/08/2009 00:35
 
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Idee Diego, testa Iaquinta
La Juve stende il Chievo


I bianconeri battono i gialloblù 1-0, grazie al colpo di testa dell'attaccante su assist del fantasista brasiliano, ancora brillante. Buon primo tempo della squadra di Ferrara, nella ripresa ospiti propositivi, ma poco concreti. Palo esterno di Amauri


TORINO, 23 agosto 2009 - Diego è la mente, Iaquinta il braccio, anzi la testa - visto che il gol partita è una sua capocciata - di una Juventus subito vincente alla prima di campionato. 1-0 sul Chievo. Successo meritato, ma sofferto. Perchè i gialloblù, che evocavano ricordi e momenti brutti all'Olimpico di Torino, dopo il pari beffa della scorsa stagione, si confermano squadra tignosa, difficile da mettere sotto. Ma le idee di Diego e il sesto gol di Iaquinta in carriera al Chievo bastano per portare a casa tre punti preziosi. Per mettersi subito davanti all'Inter in classifica. Vantaggio simbolico significativo. La Juve ha faticato alla distanza - mostrando una condizione fisica approssimativa, aggravata dai tanti acciacchi e dagli scatti improvvisi di Pellissier -, ma Buffon non ha comunque dovuto effettuare neanche una parata.

SCHIERAMENTI — Bianconeri senza Del Piero: è la prima volta che il capitano bianconero salta la prima di campionato. Colpa del mal di schiena. Al suo posto gioca Iaquinta, Buffon capitano. Dal 1' in campo anche Salihamidzic e Tiago. Ospiti con Pinzi dietro a Bogdani-Pellissier: il Chievo schiera 10/11 della squadra che pareggiò 3-3 a Torino nella scorsa stagione.

DIEGO LA MENTE, IAQUINTA IL BRACCIO — Buon primo tempo dei bianconeri. Ferrara rinuncia al regista. Con Melo squalificato davanti alla difesa gioca Poulsen, scudo difensivo più che fionda offensiva. Ma di idee ne ha abbastanza - anche per il playmaker arretrato che non c'è - un signor Diego. Che conferma l'ottima impressione suscitata al Trofeo Berlusconi. Tanta corsa, buona fisicità e piedi morbidi. Che sfornano assist a ripetizione. La Juve fa le prove di gol con un destro in mischia di Chiellini. Poi segna con Iaquinta. L'attaccante della Nazionale va a segno di testa, su una punizione tagliata in area da Diego. La Juve insiste. Il Chievo si limita al contropiede: lanciando in profondità il rapidissimo Pellissier, ma la tattica bianconera del fuorigioco funziona e neutralizza lo Speedy Gonzales gialloblù. La Juve piace soprattutto in avanti. Amauri palla al piede è imprendibile, un suo cross imbecca un'altra capocciata di Iaquinta: Sorrentino favoloso nella respinta. All'intervallo Juve avanti di misura.

REAZIONE CHIEVO — Quella che si concretizza ad inizio ripresa. Poche occasioni, ma qualche mischia, qualche accelerazione di Pellissier che fa trattenere il fiato, qualche errore di Poulsen che lancia il contropiede veronese. Ma l'occasione più grossa è ancora di marca Juve: contropiede di Diego, che assiste Amauri, il destro del brasiliano colpisce il palo esterno. La gara comunque ora è più equilibrata, il Chievo cresce, e la Juve soffre un po'. Colpa della condizione approssimativa di qualche giocatore: Salihamidzic, acciaccato, lascia il posto a De Ceglie dopo l'intervallo, Tiago, non al meglio, viene rilevato da Marrone, 19 anni, all'esordio in serie A. Pellissier viene fermato da un fuorigioco dubbio in buona posizione: la Vecchia Signora trema, e non è certo colpa del clima di Torino. E allora fa girare palla, congela e mantiene il risultato. Un 1-0 forse striminzito, ma che vale il successo nella prima uscita ufficiale.
Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
24/08/2009 00:44
 
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Genoa, gol e spettacolo
La Roma si arrende: 3-2


Partita ricca di emozioni a Marassi. Bel primo tempo pur senza gol, poi fuochi d'artificio nella ripresa: inizia Criscito appena entrato, risponde Taddei, poi una magia di Totti dà ai giallorossi un effimero vantaggio, perché una grande punizione di Zapater e un gol d'astuzia di Biava regalano ai rossoblù il meritato successo

GENOVA, 23 agosto 2009 - E' sempre il Genoa di Gasperini, Milito o non Milito. Tanto gioco, energia e voglia. La Roma, con molte assenze, ha cercato di rispondere colpo su colpo, ma Spalletti e la società hanno evidentemente ancora del lavoro da fare.

PARTENZA GENOA — Il Genoa parte da par suo, prendendo ben presto in mano il gioco e martellando la difesa romanista soprattutto sulla sinistra, dove imperversano Modesto e Sculli. E' quest'ultimo a impegnare per primo Arthur con un diagonale sempre dalla sua fascia, ma si procurano occasioni anche Crespo e Modesto. Dall'altra parte i pochi tentativi di una Roma costretta sulla difensiva finiscono quasi sempre in fuorigioco: così quando Totti, attorno al 10', si ritrova solo a centro area con la palla buona, esita - temendo probabilmente l'offside - e lascia ad Amelia l'attimo necessario per piazzarsi e respingere quella che sarà la migliore occasione del primo tempo. Per il resto, però, la manovra giallorossa appare troppo contratta, con Totti cronicamente isolato.

BURDISSO OK — In compenso, nonostante la vivacità genoana, la Roma non va quasi mai in affanno davanti ad Arthur grazie a una difesa ordinata, nella quale Burdisso sembra già trovarsi molto a suo agio. Così, sentendosi le spalle così coperte, nel finale di tempo gli uomini di Spalletti si svegliano e in un paio di occasioni mandano in affanno la difesa rossoblù, arrivando alla conclusione pericolosa di testa proprio con Burdisso.

RIPRESA PIROTECNICA — Il tecnico rossoblù riporta in campo i suoi senza Mesto e Modesto: entrano Palacio che dà subito vivacità, e Criscito che mette dentro praticamente la prima palla che tocca dopo pochi minuti. E' il campanello d'allarme che serviva a una Roma rientrata in campo senza l'intensità del finale del primo tempo: bastano 5 minuti e arriva il pari di Taddei. Ma il Genoa metabolizza in fretta il colpo. Ora sulle fasce funzionano entambi i "treni" (M.Rossi-Palacio e Criscito-Sculli) e i rossoblù attaccano con grande energia. Tuttavia, proprio sul più bello ecco il raddoppio romanista, con Totti che si inventa un tocco di esterno su tiro di Guberti destinato a uscire e spiazza il portiere. Ma il Genoa ancora una volta non ci sta, dimostra carattere ed energia da vendere e prima scopre in Zapater un ottimo piede da punizioni, poi manda addirittura il centrale Biava a segnare d'astuzia su una respinta del portiere. Nel frattempo Spalletti prova a prendere le contromisure, manda dentro Brighi, Riise e Cerci, ma le idee sono di nuovo scarse. Così la squadra di Gasperini può permettersi anche di chiudere in attacco una grande partita.
Pier Luigi Todisco

Fonte: gazzetta
24/08/2009 00:50
 
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Lazio più forte della stanchezza
Rocchi punisce l'Atalanta


Il capitano tornato titolare firma il gol che decide la sfida dell'Olimpico. Gli uomini di Ballardini risentono nella ripresa del match di Europa League di giovedì, ma i nerazzurri non ne approfittano

ROMA, 23 agosto 2009 - Più forte della stanchezza, e dell'Atalanta venuta all'Olimpico per giocarsela a viso aperto. La Lazio si prende 1-0 la sfida con i nerazzurri dell'ex idolo Gregucci, cominciando con una vittoria anche in campionato dopo i successi di Supercoppa Italiana e Europa League. La squadra di Ballardini risente in maniera evidente della fatica di giovedì, soprattutto nella ripresa, ma resiste agli attacchi ospiti difendendo la rete che Rocchi mette a segno nel primo tempo.

SCHIERAMENTI — Ballardini sceglie il tridente, affiancando Zarate a Foggia e Rocchi (titolare dopo la panchina di giovedì) e spedendo Matuzalem in panchina con Cruz. In difesa confermato Cribari, Diakite finisce in tribuna. Gregucci, ex giocatore laziale applauditissimo in avvio dalla curva di casa, si affida in avanti a Acquafresca, supportato da Doni. Sugli esterni Padoin e Valdes.

ACUTO — Un'occasione per parte in avvio (Rocchi spedisce alta una palla d'oro di Zarate, Acquafresca a lato un retropassaggio di Brocchi), poi l'Atalanta prende in mano la partita. I bergamaschi affondano sulle corsie esterne, costringendo Lichtsteiner e Kolarov a non muoversi dalle proprie posizioni difensive. Doni e Acquafresca pressano altissimo su Baronio, inaridendo la fonte del gioco laziale. Considerando anche che Zarate e Foggia lasciano troppo solo Rocchi per cercare gloria sulle fasce, il gioco è servito. Ma alla squadra di Gregucci manca l'ultimo passaggio, così i pericoli per Muslera arrivano solo dalle conclusioni da fuori di Barreto. Al 22' invece Foggia si inventa uno splendido assist per Rocchi, che solo davanti a Consigli fredda il portiere nerazzurro per l'1-0.

CAMBIAMENTI — Dopo l'1-0 Ballardini corregge la sua Lazio, spedendo Zarate a far coppia con Rocchi e arretrando Foggia a centrocampo. Il risultato è che l'Atalanta non riesce più a creare sulle corsie esterne, complice il calo di Valdes che a sinistra trova pochissimi spazi. Dall'altra parte lampo di Kolarov a due minuti dalla fine: il diagonale del serbo finisce di un soffio a lato.

STANCHEZZA — La Lazio sembra sulle gambe nella prima metà della ripresa, risentendo forse della sfida di giovedì contro l'Elfsborg. L'Atalanta ne approfitta prendendo in mano la sfida, con Acquafresca che al 9' si divora il pari spedendo a lato dal dischetto un cross di Garics. Ballardini si infuria con i suoi e in cinque minuti spedisce in campo prima Dabo (per lo stanchissimo Baronio) e poi Matuzalem (per il fumoso Foggia). L'effetto è quello di intasare centralmente gli spazi, con gli ospiti che fanno fatica a trovare gli spazi pur continuando a controllare il gioco. Zarate prova a dare la sveglia ai suoi con due conclusioni da fuori attorno alla mezz'ora, ma la mira è imprecisa. L'Atalanta reclama un rigore per una trattenuta di Cribari su Tiribocchi, cerca il pareggio fino all'ultimo assediando la Lazio, senza però riuscire a superare Muslera. Agli uomini di Ballardini basta tenere duro per conquistare i primi tre punti della stagione.
Davide Chinellato

Fonte: gazzetta
24/08/2009 00:53
 
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Napoli sprecone e ingenuo
Cavani fa sognare Zenga


Il Palermo batte 2-1 la squadra di Donadoni, che non capitalizza un ottimo primo tempo in cui gli azzurri sciupano molto e incassano il gol dell'uruguaiano in chiusura. Nella ripresa rimedia Hamsik, ma subito dopo Zuniga stende Cavani e Miccoi segna il rigore-partita

PALERMO, 23 agosto 2009 - Comincia bene Zenga, riparte male Donadoni. Palermo-Napoli finisce 2-1. Risultato un po' punitivo per il Napoli, che ha avuto però il torto di non capitalizzare la grande superiorità del primo tempo, chiuso addirittura in svantaggio per un'ingenuità della difesa e di Maggio. De Laurentiis non sarà contento, anche la gestione dalla panchina ha lasciato un po' perplessi. Perchè aspettare tanto a inserire una punta di peso?

TROPPO AVANTI? — Donadoni presenta il 3-5-2 su cui ha insistito per tutta l'estate, con la coppia-spettacolo Lavezzi-Quagliarella e la regia di Bogliacino, messo in naftalina da Reja e rispolverato dall'ex c.t della Nazionale al posto di un Cigarini non ancora in condizione. Zenga parte con un 4-2-3-1 molto offensivo, in cui Nocerino e Bresciano sono gli argini davanti alla difesa e Cavani, Pastore e Simplicio alle spalle di Miccoli. Assetto spregiudicato, visti soprattutto gli interpreti. Forse troppo.

IL NAPOLI GIOCA... — Dopo dieci minuti piuttosto equilibrati, il Napoli capisce che può fare male. Lavezzi salta chiunque provi a fermarlo, Datolo a sinistra sembra finalmente il giocatore che ha conquistato la fiducia di Maradona, Maggio sembra ritrovato. Maggio trova il palo esterno, anche se Rubinho sembra essere sulla traiettoria. Sulla punizione di Lavezzi Hamsik stacca di testa e batte Rubinho. Segnalazione di off-side, gol annullato. Hamsik non è in fuorigioco, ma accanto a lui c'è Campagnaro in posizione irregolare, che tra l'altro va verso il pallone. Chiamata al limite, ma noi ci sentiamo di condividerla. I rimpianti non finiscono qui, perchè dopo il palo esterno di Campagnaro arriva anche l'incrocio dei pali colpito da Maggio di testa e altre occasioni.

...E IL PALERMO SEGNA — Quando il primo tempo sta per chiudersi e si pensa che sia un gran colpo per Zenga andare al riposo sullo 0-0, arriva la rete di Cavani. Grave ingenuità di Maggio, che in piena area copre male il pallone aspettando unì'improbabile uscita di De Sanctis. Cavani si inserisce col destro e segna. Che beffa per Donadoni!

FATICA SPRECATA — Il secondo tempo riparte con un gol sbagliato da Hamsik. Ma le trame del Napoli fanno meno male. Il Palermo aspetta dietro e riparte con la velocità di Cavani e MIccoli, mentre Pastore sembra un po' acerbo per la serie A, anche se il talento non gli manca. Col passare dei minuti il Napoli perde ulteriormente incisività, ma viene rimesso in partita da Rubinho, tutt'altro che impeccabile sul destro da fuori area di Hamsik. Passa un minuto e la partita sfugge ancora di mano al Napoli, che aveva faticato moltissimo per pareggiare. Zuniga si presenta ai suoi nuovi tifosi con un fallo netto quanto ingenuo in area su Cavani. E' rigore, che un buon Rosetti vede. E che Miccoli non fallisce.

POCA FLESSIBILITA' — Il Napoli ha poca fisicità davanti e l'ingresso di Denis, che mette in soffitta il 3-5-2, pare tardivo. Il Palermo gestisce il finale senza troppi patemi, nonostante Rubinho non sia in grande serata. Cavani in contropiede trova anche il modo di divorarsi il 3-1. Arrivano così i primi tre punti per Zenga, forse non del tutto meritati. Ma questo Palermo darà fastidio a molte squadre, soprattutto in casa. Se lo scudetto è una boutade, l'Europa League pare alla portata.
Jacopo Gerna

Fonte: gazzetta
24/08/2009 00:57
 
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Udinese, pari col fiatone
Di Natale blocca il Parma


Esordio casalingo con brivido per i friulani, che pareggiano 2-2 con gli uomini di Guidolin. Doppietta del fantasista della Nazionale, che pareggia i gol di Paloschi e Lucarelli

UDINE, 23 agosto 2009 - Facile dire adesso "Eh, se l'Udinese avesse venduto D'Agostino con tutti quei soldi sai che rinforzi...". Euro da investire, magari, in un difensore e in un centravanti di qualità. Perché in questi due ruoli, stasera, i friulani hanno palesato lacune mostruose. Merito anche del Parma, certo, però l'Udinese dell'anno scorso era un'altra cosa. Ma meno male che c'è Di Natale. Finisce 2-2, risultato che sta stretto, forse, ai gialloblù.

LA TATTICA — Già, perché Guidolin imposta una partita intelligente, giocata adocchiando i punti deboli dei rivali. Udinese col tridente? E allora difesa rinforzata, con Dellafiore a destra e Lucarelli a sinistra: Di Natale e Pepe finiscono col perdersi. Zapata e Felipe sono veloci? No, e quindi li mettoein difficoltà con tre punte rapide come Paloschi, Biabiany e Lanzafame. Scacco matto con Morrone quasi a uomo su D'Agostino.

PARMA CRESCE — Così, dopo un inizio di marca friulana vengono fuori gli ospiti. Che stanno anche meglio fisicamente. Mariga è un trattore, Galloppa cuce e Morrone, appunto, si occupa di contenere. Solo Inler sembra in palla nell'Udinese. Unico fuoco di paglia, la traversa di Zimling con una capocciata: bello il cross di Pepe. Ma si tratta, come detto, di un episodio illusorio in un primo tempo che nel finale diventa una sarabanda.

PALOSCHI COME PIPPO — Molti addetti ai lavori hanno detto che Paloschi assomiglia a Inzaghi per come si muove sul filo del fuorigioco. La conferma, al 42', quando l'ex milanista brucia sullo scatto Zapata e supera Handanovic in uscita. Un gol alla SuperPippo, davvero, per questo ragazzo predestinato. Nel recupero, però, Zapata si rifà costringendo Lucarelli all'abbraccio in area. Rigore un po' tirato per i capelli, ma che ci sta. Dal dischetto Di Natale scucchiaia e spiazza Mirante.

FRECCIA LUCARELLI — L'inerzia sembra passare sulla sponda friulana. Ma l'Udinese dorme, al rientro in campo dopo l'intervallo. Nel gioco delle rivincite, tocca proprio a Lucarelli. Punizione di Lanzafame (uno dei migliori) e zuccata vincente, in beata solitudine, del fratello di Cristiano. Buon sangue non mente. Qui il Parma dilaga e rischia di incrementare il vantaggio: Morrone pareggia la partita dei legni con un destro che sbatte sulla traversa.

MAGIA TOTO' — Marino allora prova il tutto per tutto: dentro Sanchez e Udinese a quattro punte. Tanta buona volontà, poche idee. Forse Guidolin esagera, inserendo, di contro, altri due difensori. I tiri verso Mirante si moltiplicano, e il portiere gialloblù si supera soprattutto su una sberla di Inler. A un minuto dal novantesimo, la frittata la combina Mariga, fin lì da sette in pagella: tenta un improbabile stop di petto al limite dell'area e manca il pallone. In agguato c'è Di Natale che senza pensarci trova l'angolino. Pareggio da brividi, forse immeritato. Ma Totò esiste anche per questo: per mascherare certe lacune. E pensare che ha rischiato di passare proprio al Parma, durante l'estate.
Alessandro Ruta

Fonte: gazzetta
24/08/2009 01:00
 
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Samp, jolly Gastaldello
Catania beffato nel finale


La squadra di Del Neri vince 2-1 in trasferta con un colpo di testa del difensore nei minuti di recupero. Di Pazzini, su assist di un grande Cassano, e Morimoto le altre reti nel primo tempo. Espulso Augustyn a un quarto d'ora dalla fine

CATANIA, 23 agosto 2009 - Nella giornata di Cassano, decide Gastaldello. Una zuccata del difensore al quarto minuto di recupero regala i tre punti alla Sampdoria, al termine di un incontro che sembrava ormai orientato al pari. Il risultato è giusto: i blucerchiati dominano il primo tempo e passano con Pazzini, servito dall'assist geniale di Cassano, ispiratissimo. Poi sprecano molto e vengono raggiunti da Morimoto. La ripresa è bloccata, ma gli etnei sono costretti a giocare in 10 l'ultimo quarto d'ora per l'espulsione di Augustyn. Del Neri prova il tutto per tutto, e la fortuna è dalla sua parte.

SCACCHIERE — Si parte quasi senza variazioni rispetto alle formazioni annunciate. Nella Samp c'è la sola novità Zauri, sull'out difensivo di sinistra al posto di Ziegler; in mezzo al campo Tissone è in cabina di regia al fianco di Palombo, con il neo arrivato Semioli a sinistra; davanti, ovviamente, Cassano-Pazzini. Gli etnei rispondono con le tre "emme": Martinez, Morimoto, Mascara. Alle loro spalle lo schermo composto da Biagianti, Carboni e dall'ex di turno Gennaro Delvecchio; in difesa esordisce Augustyin di fianco a Silvestre.

CASSANO SHOW — "La Nazionale? Più che dire che voglio andarci, non posso fare altro", aveva detto Fantantonio in conferenza stampa. E invece, neanche dieci minuti, e il barese manda la prima lettera d'amore della stagione a Lippi: si libera sulla sinistra, vede con la coda dell'occhio l'inserimento di Pazzini e lo serve in mezzo alla ragnatela di gambe con un filtrante telecomandato. Per il numero 10 è un gioco da ragazzi correggere in rete. Zero a uno ed è solo l'inizio. Il talentino di Bari vecchia è ispiratissimo e lo dimostra ispirando i due quasi-raddoppi doriani del primo tempo. Va via una volta sulla sinistra e mette in mezzo una sfera da appoggiare, che nessuno agguanta; poi ancora, fa impazzire Silvestre, e trova Pazzini in mezzo, beffato dal rimpallo del pallone.

DOCCIA FREDDA — Nella prima mezzora c'è solo la Samp. Dopo il vantaggio Pazzini ne sfiora altri due, sfruttando le amnesia della retroguardia rossoazzurra, ma per due volte Andujar è reattivo. Come reattivo è Castellazzi, quando al 30' compie il miracolo sul primo tentativo di Mascara: tocco di controbalzo in area e deviazione a mano aperta del portiere a mandare in corner. E' il preludio al pari, che arriva otto minuti dopo: Capuano mette dentro, Morimoto si fa trovare pronto sul filo del fuorigioco e batte Castellazzi con un comodo rasoterra. Si chiude così un primo tempo che gli ospiti avrebbero potuto capitalizzare diversamente.

RIPRESA — La ripresa si apre senza variazioni. Al 3' Sardo pasticcia di testa e regala un pallone pericoloso a Cassano, che non riesce a trovare la porta. Atzori corre ai ripari e toglie Sardo, in difficoltà anche su Semioli nel primo tempo: il difensore non la prende bene. La difesa ne giova e sembra rispondere meglio rispetto all'inizio del match. Ne viene fuori una partita più bloccata, con meno precisione e occasioni. Cassano ci prova sempre, ma la stanchezza sale. Alla mezzora la squadra di casa rimane in 10: espulso Augustyn per doppia ammonizione dopo l'ennesimo fallo sul talento doriano.

FINALE — Del Neri prova a vincerla. Mette dentro anche Bellucci (al posto di Zauri), ma il Catania regge. Pazzini ci prova di testa, senza fortuna. Banti annuncia cinque minuti di recupero e quando tutto sempre ormai orientato verso il pareggio, spunta Gastaldello. Il difensore devia di testa e invita al miracolo Andujar. Sul corner seguente, lo stesso difensore trova la deviazione aerea che vale il definitivo, e meritato,1-2.

Emiliano Pozzoni

Fonte: gazzetta
25/08/2009 22:11
 
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SERIE A 2009/2010 1ª Giornata (Andata)

Anticipi del 22/08/2009
Bologna - Fiorentina 1-1
Siena - Milan 1-2
Anticipo del 23/08/2009
Inter - Bari 1-1
Restanti del 23/08/2009
Catania - Sampdoria 1-2
Genoa - Roma 3-2
Juventus - Chievo 1-0
Lazio - Atalanta 1-0
Livorno - Cagliari 0-0
Palermo - Napoli 2-1
Udinese - Parma 2-2

Classifica
1) Genoa, Juventus, Lazio, Milan, Palermo e Sampdoria punti 3;
7) Bari, Bologna, Cagliari, Fiorentina, Inter, Livorno, Parma e Udinese punti 1;
15) Atalanta, Catania, Chievo, Roma Napoli e Siena punti 0.
29/08/2009 21:47
 
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Bari e Bologna, solo 0-0
Nel finale espulso Sforzini


Nell'anticipo della seconda giornata i pugliesi non sfruttano il fattore campo e si lasciano imbrigliare dai rossoblù: nessun gol davanti a Tim Barton, l'imprenditore americano futuro acquirente del Bari

BARI, 29 agosto 2009 - Bari e Bologna non vanno oltre lo 0-0: campo impossibile per giocare, partita spesso bloccata tatticamente. Per i pugliesi un passo indietro dopo l'1-1 d'esordio contro l'Inter a San Siro, per i rossoblu un altro pareggio - il secondo - in attesa del primo successo. Ventura e Papadopulo, i tecnici più "anziani" della serie A, si marcano in ogni zona del campo provando a sfondare con Meggiorini e Osvaldo. Le occasioni più ghiotte le ha il Bari ma Portanova fa buona guardia e i due portieri non si vedono mai. Nel finale espulso l'attaccante barese Sforzini per proteste.

BARI SOGNA CON BARTON — "Let's go Tim! We have a dream" (Andiamo Tim! Abbiamo un sogno): il Bari e la serie A al San Nicola dopo otto anni ma l'attenzione è tutta per lui, l'imprenditore americano Tim Barton, acquirente dei pugliesi. Uno striscione di venti metri e cori d'incoraggiamento lo accolgono in tribuna al fianco di Vincenzo Matarrese, presidente uscente. In zona anche alcuni manager della multinazionale coreana Hyundai per il Bari che verrà. Tutto perfetto o quasi, nemmeno il Bologna ha il passo del guastafeste, ma appena Velotto dà il via alle ostilità, si capisce che non è giornata. Là dove c'era l'erba, ora c'è un campo gibboso e ogni tentativo di manovra finisce col fallire sul nascere.

OSVALDO E MEGGIORINI — Tutti contro il terreno di gioco, e poi Portanova su Meggiorini e Ranocchia su Osvaldo, recuperato in extremis (l'ex Di Vaio invece non ce l'ha fatta). Sono bei duelli, soprattutto il primo: se dopo 45' il Bari non è in vantaggio è perché l'ex difensore del Siena si è superato in due occasioni, alla mezz'ora su Kutuzov (intervento scivolato in area sulla palla) e al 40', quando un rinvio corto di Viviano mette in apprensione la difesa rossoblu, ma non Portanova. Tocco rapido e al momento del tiro, Meggiorini non ha più pallone sotto il naso. Il Bologna non concede altro ma nemmeno si vede in avanti: Osvaldo prova a innescare Valiani e Vigiani ma senza fortuna.

PIU' RITMO NON BASTA — Ripresa senza cambi, almeno per 20'. E' solo il ritmo a essere un po' più alto, da una parte e dall'altra. Meggiorini e Alvarez sfondano sulla destra ma Portanova fa buona guardia. Dall'altra parte Osvaldo è vivo ma per vedere la porta serve altro. Una mano gliela dà Ventura, togliendo Allegretti per Langella (e poi anche Meggiorini per Sforzini): il Bari prova a vincere, il Bologna si aggrappa alle ripartenze. L'occasione più clamorosa alla mezz'ora capita a Kutuzov: Langella se ne va sulla sinistra e tocca morbido in area per il bielorusso che da due passi calcia altissimo. Dopo l'errore di San Siro contro l'Inter, un'altra macchia da lavare. Papadopulo nel finale si copre con Tedesco e Mutarelli: lo 0-0 porta la firma del tecnico toscano.

Claudio Lenzi

Fonte: gazzetta
29/08/2009 23:35
 
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Milan colpito e affondato
L'Inter ne fa 4 nel derby


La squadra di Leonardo crolla e si sfalda sotto i colpi di Thiago Motta, Milito, Maicon e Stankovic. Mourinho azzecca le mosse, compreso il debutto dal primo minuto di Sneijder. Fischi per i rossoneri, condizionati anche dall'espulsione di Gattuso al 40' del primo tempo

MILANO, 29 agosto 2009 - Quattro a zero. Anzi, zero a quattro, perché così fa più impressione. L'Inter abbatte il Milan. Lo illude, poi lo stende. Nel primo tempo gliene fa tre: Thiago Motta, Milito e Maicon. Nella ripresa solo uno con Stankovic. Perché può bastare. Asfalta il Milan con insaziabile autorevolezza, approfittando di un avversario impalpabile e senza idee. La realtà è che il Milan non è ancora squadra. Gruppo allo sbando, subisce la potenza dell'Inter e i numeri dei suoi fuoriclasse. Prestazioni immense. Maicon su tutti. E poi Thiago Motta, Eto'o, Milito. E Sneijder. Giganti senza avversari.


LE MOSSE DI MOU — José Mourinho non regala spunti alla banalità. Di Santon e Muntari non c'è traccia. Il portoghese lancia subito nella mischia l'esperienza di Zanetti e l'imprevedibilità di Sneijder. E' nel suo stile. Sorprendere ed entusiasmare. Decisioni che gli daranno ragione. Come quella sua idea fissa di avere l'olandese che ripaga subito con una grande prestazione. Leonardo, che mai avrebbe immaginato una batosta di queste dimensioni, non può che confermare la formazione di Siena; scelta ineccepibile e in linea con i blandi requisiti della rosa.


AVVOLTOI — Il primo affondo è di Milito. Classica giocata dell'argentino con tiro dal limite decisamente alto. Al 6' Marco Storari fa capire di meritare il posto respingendo a mano aperta un bolide di Sneijder dalla stessa distanza. Flamini risponde all'8' con un'incursione in area e un tocco molle dal fondo intercettato da Julio Cesar. Ma cosa si mangia Ronaldinho al 13'. Servito da Pato, dopo una cavalcata imperiosa, il Gaucho spreca oltre la traversa con la porta spalancata. Il Milan sembra avere le idee più chiare, ma l'Inter c'è. Come un avvoltoio aspetta l'attimo giusto. Ricama con i suoi piedi buoni e i suoi muscoli d'acciaio e al 29' trova il guizzo vincente.

DILAGANTI — Splendida azione quella nerazzurra con triangolo chirurgico tra Eto', Milito e Thiago Motta abile a battere con un diagonale imparabile l'incolpevole Storari. In mezzo c'è la sconcertante immobilità di Jankulovski che in bambola completa concede metri e gioco all'Inter. Che, ovviamente, non se lo fa ripetere due volte. Al 36', proprio nel punto in cui Jankulovski dovrebbe fare il suo dovere, Eto'o irrompe in area e subisce fallo dall'acciaccato Gattuso. Per Rizzoli, che ammonisce il rossonero, è rigore netto. Milito sfonda la rete con un tiro centrale e il 2-0 spezza letteralmente gambe e mente al Milan. Gattuso, che aveva chiesto prima del penalty la sostituzione, al 40' abbatte Sneijder e subisce il secondo giallo. Il Milan, che sbuffava in undici, non può competere in dieci e la rete tutta potenza e rabbia di Maicon al 46' ne è l'avvilente conclusione.

L'AFFONDO — Leonardo, che avrebbe dovuto rinunciare a Gattuso sin dai primi minuti, e possibilmente fare a meno anche di Jankulovski, all'inizio della ripresa schiera Seedorf e Ambrosini per Flamini e Borriello. Cambi velleitari che non stravolgono la storia della partita. L'Inter si rilassa; attende e riparte, ma mai con l'intenzione di infierire. Prova la giocata il freddo Sneijder: bolide dai trenta metri che sfiora la traversa all'11'. Mou sostituisce l'acciaccatoThiago Motta: dentro Muntari. Cambio a cui Leo risponde con Huntelaar per l'inguardabile Ronaldinho. Siparietto che precede lo show di Stankovic. Il suo gol, quello del 4-0, è una bomba terrificante da fuori area. Ben vengano i salutari fischi contro il Milan e gli sfottò dei tifosi contro la società. Ma queste sono le conseguenze di un mercato discutibile. Ben vengano anche gli applausi per Sneijder che lascia il posto a Vieira. Un'ulteriore conseguenza del mercato mirato dell'Inter che urla a squarciagola la sua potenza.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
30/08/2009 21:32
 
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È già la Juve di Diego
Show e vittoria a Roma


I bianconeri vincono 3-1 all'Olimpico grazie alla doppietta del fantasista e alla rete nel recupero di Felipe Melo. Ai giallorossi - che sull'1-2 hanno colpito un palo con Totti - non basta un super gol di De Rossi

ROMA, 30 agosto 2009 - È già la Juventus di Diego. Quella che vince all'Olimpico contro una Roma tonica, che ha risposto colpo su colpo. Ma non è bastato neanche un favoloso gol di De Rossi per rispondere alla doppietta di Diego e alla rete nel recupero di Felipe Melo. La Juve in campionato vince ancora, stavolta 3-1, e con una prova di forza. Replicando così a quella dell'Inter, nel derby. E rimanendo prima in classifica, davanti ai nerazzurri. La Roma aveva perso solo una delle ultime 21 gare interne: proprio contro la Juve nella scorsa stagione. I giallorossi però non hanno demeritato, pagando un paio di ingenuità difensive: una tecnica, l'altra di atteggiamento tattico. Ma anche se i punti in classifica sono zero, la squadra giallorossa non è sembrata per nulla in crisi.

SORPRESE — Quelle offerte da Spalletti e Ferrara. Il tecnico giallorosso lancia in porta Julio Sergio Bertagnoli e rispolvera Perrotta in mezzo. De Rossi gioca bassissimo, a tampinare Diego, con Menez dietro Totti. Il tecnico bianconero preferisce Tiago a Camoranesi e Iaquinta a Del Piero.


DIEGO DA URLO — La gara è giocata a buon ritmo. Equilibrata. Anche cattiva, come testimoniano i cartellini gialli che fioccano come stelle filanti a Carnevale. Tiago con una capocciata testa Bertagnoli, bravo a farsi subito trovare pronto, lui che è al debutto in campionato. Poi l'equilibrio lo spezza un Diego che si inventa un numero da stropicciarsi gli occhi. Favorito da un erroraccio di Cassetti, che perde palla a centrocampo, il brasiliano si produce in una volata lunga chiusa da un esterno destro imparabile sul secondo palo. Juventus avanti: 1-0. La Juve prende fiducia, e insiste.


DE ROSSI DA URLO — La Roma replica ad una prodezza con un'altra. Di De Rossi. Favorita anche qui da un'ingenuità: i bianconeri si addormentano su una punizione battuta a lato, alla mano. Nessuno va sulla palla, nessuno tranne De Rossi, che esplode un destro fragoroso dalla grandissima distanza che si insacca sotto la traversa. È l'1-1. Bellissimo.

BOTTA E RISPOSTA — La Juve replica, ferita. Con Amauri che prima si fa pericoloso di testa, poi con un interno destro calibrato, che si stampa sul palo lungo. La Roma replica con Menez, che mette Totti solo davanti al portiere. Quel portiere è però Buffon, che ipnotizza il capitano giallorosso, respingendo il suo destro ravvicinato. All'intervallo di una partita avvincente, anche se non necessariamente bellissima, è 1-1. La Juve ha fatto qualcosa di più, ma la Roma ha risposto sempre.

DIEGO CONCEDE IL BIS — La Juve riparte forte. E la gara la chiude Diego. Ancora lui. Con un destro incrociato in contropiede su suggerimento di Iaquinta. Roma ingenua, che concede spazi larghi in ripartenza a una Juve che si era resa più pericolosa fino a quel momento. Ma bravo, bravissimo, Diego. Spietato sottoporta.

FORCING ROMA: BEFFATA — La Roma ora si riversa in avanti. A testa bassa, generosa. Ora in attacco c'è pure Vucinic, subito vivace. E arriva il palo di Totti, con destro secco dal limite dell'area. Ma nel recupero, invece del pari, arriva il 3-1. Lo firma Felipe Melo, con un sinistro secco che corona un'azione personale. La Juve vince e convince.

Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
30/08/2009 23:23
 
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La Lazio nel segno di Cruz


Una doppietta dell'argentino lancia i biancocelesti nel gruppone delle capolista. L'ex interista ribalta il vantaggio iniziale del Chievo firmato da Pellissier. Espulsi Cribari e Di Carlo

VERONA, 30 agosto 2009 - Passano gli anni, cambiano le squadre, ma quello straordinario giocatore che è Julio Cruz non vuole sapere di mollare il colpo. Tanto per cambiare è risultato ancora una volta decisivo; e il Chievo se n'è dovuto rendere conto a sue spese dopo l'iniziale vantaggio di Pellissier. Alla fine è 2-1 per la Lazio, con i biancocelesti nel gruppone delle capolista.

PELLI C'È — Ora, nel giochino dei meriti e dei non meriti, i veronesi hanno di che recriminare. Gli uomini di Di Carlo si sono espressi meglio, nel complesso, specie nel primo tempo: pressing a tutto spiano, condizione atletica notevole, e un Pellissier in stato di grazia. Il valdostano alla prima palla buona fa gol; angolo di Marcolini, Frey allunga la traiettoria e il buon Sergione è lì a ribadire anticipando un Radu in versione bromuro.

MORERO, CHE FAI? — Gol del vantaggio e partita in controllo. Un po' opaca, la Lazio, fino alla mezz'ora. Con il solo Zarate a creare scompiglio nella difesa veronese (da antologia una punizione che Sorrentino mette sul palo). Cruz è una comparsa e il centrocampo latita, "mangiato" nella morsa Rigoni-Marcolini-Pinzi. Poi, la "follia" di Morero, che tira giù Cruz in area sugli sviluppi di una punizione senza troppe pretese. Rigore netto (però quanti bisognerebbe darne così), che lo stesso Jardinero trasforma.

LA ZAMPATA — Quando si dice ribaltamento dell'inerzia. Già alla fine del primo tempo Kolarov intuisce il rilassamento tra gli avversari timbrando la traversa con un pallonetto da metà campo. Sorrentino un po' distratto in questo caso, ma come minimo deleterio a inizio ripresa quando, su destro di Zarate, si destreggia male, lasciando lì la palla ancora a Cruz. Che non può proprio esimersi dal raddoppiare con un facile tap-in.

NERVOSISMO — Sorpasso completato. E pensare che anche nella ripresa aveva cominciato meglio il Chievo. L'ingenuità, però, la commette Cribari: già ammonito, "abbraccia" Pellissier lanciato a rete e viene espulso. Di Carlo allora mette altre due punte di peso come Granoche (molto attivo) e De Paula. Prima di farsi cacciare a sua volta per proteste dopo che l'arbitro Damato non aveva valutato da rigore un evidente intervento falloso di Diakhité su Bentivoglio. Che poi prende la traversa. Finale nervoso, ma favorevole alla Lazio. Ora arriva la Juventus, dopo la sosta per la Nazionale. Magari non è sfida-scudetto, ma affascinante di sicuro. E con la Roma a zero punti...

Alessandro Ruta

Fonte: gazzetta
30/08/2009 23:35
 
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Cassano-Pazzini, la Samp vola
Udinese bella solo a metà


I blucerchiati battono 3-1 i friulani: Pazzini apre complice un errore difensivo, Mannini raddoppia, poi la bella reazione della squadra di Marino è vanificata dalle parate di Castellazzi e dal gol di Cassano. Samp a punteggio pieno come Juventus, Genoa e Lazio

GENOVA, 30 agosto 2009 - Due giornate e la Samp è ancora in testa alla classifica. Ma non sono solo Cassano e Pazzini a far volare i blucerchiati: c'è un Castellazzi in forma smagliante, le ali che volano come vuole Del Neri e un buon collettivo. L'Udinese le ha provate tutte per uscire indenne da Genova. Anzi, ha provato a vincere: ha fatto la sua partita, ha avuto una bella reazione al doppio svantaggio, ha schierato quattro punte nella ripresa per provare a rimontare, ma ha pagato una disattenzione offensiva nei primi minuti che ha subito messo la partita in salita.


LA SAMP PARTE A RAZZO — Nella Sampdoria Gastaldello è in campo con la maschera protettiva a una settimana dalla rottura delle ossa nasali, sarà operato durante la sosta del campionato; nella difesa dell'Udinese c'è Coda al posto di Zapata, che parte dalla panchina, mentre a centrocampo gioca Sammarco, che fino a cinque giorni fa era parte della rosa blucerchiata. Parte meglio la Samp: Cassano dispensa assist, Pazzini tiene in apprensione da solo la difesa friulana. Ed è proprio l'attaccante blucerchiato a portare in vantaggio la squadra di Del Neri all'11', complice un erroraccio di Lukovic: il difensore serbo tocca di testa all'indietro per il portiere, ma troppo debolmente; Pazzini intuisce, anticipa Isla e tocca alle spalle di Handanovic. Dopo il vantaggio la Samp sembra in grado di controllare agevolmente, anche perchè dall'altra parte Pepe, nervosissimo, non se la intende con Di Natale e Floro Flores, che continuano a scambiarsi la posizione ma non riescono a mettere in pericolo la difesa blucerchiata. Ma una volta trovate le misure giuste, l'Udinese comincia a creare palle gol a ripetizione, complice una difesa doriana non sempre sicurissima. Ci pensa Castellazzi, con due autentici miracoli, a salvare la porta genovese: al 27' assist al bacio dell'ex Sammarco per Floro Flores, ma il portiere blucerchiato esce rapidamente e con il corpo respinge la conclusione dell'attaccante, sulla ribattuta Di Natale ci prova da posizione angolata ma la palla è a lato; al 35' Castellazzi respinge due conclusioni ravvicinate di Pepe, lasciato solo su calcio d'angolo; due minuti dopo Pepe trova il corridoio giusto per lanciare Floro Flores, che stoppando si allunga troppo il pallone facilitando l'uscita di Castellazzi. In mezzo ci sono brividi per entrambi: al 32' Floro Flores di testa tocca in area per Felipe, che viene steso da dietro da Zauri; sarebbe rigore, ma era in fuorigioco. Un minuto dopo Pazzini cade in area a contatto con Felipe, situazione dubbia, ma per Trefoloni il fallo è dell'attaccante blucerchiato. L'Udinese spinge, la Samp fatica. Tutto sembra preludere al pareggio, ma in pieno recupero arriva il raddoppio blucerchiato: Cassano, servito a centro area da Semioli, smarca di tacco l'accorrente Mannini, che da pochi passi batte Handanovic per il 2-0.


REAZIONE UDINESE — Cosa può fare una squadra sotto di due gol in trasferta? Provare il tutto per tutto. Così Marino in avvio di ripresa tiene Sammarco negli spogliatoi e manda in campo Sanchez, che va a formare un quartetto d'attacco con Pepe, Floro Flores e Di Natale. Dopo un'altra piccola prodezza di Castellazzi (palla bloccata a terra su tiro di Sanchez sporcato da Gastaldello), la Samp all'8' sfiora il terzo gol: Handanovic respinge un diagonale di Mannini da fuori area, sulla ribattuta Lukovic sbaglia in disimpegno, palla a Semioli che rimette al centro per Mannini, il cui colpo di testa è parato da Handanovic. Tre minuti dopo Castellazzi capitola: palla in profondità per Di Natale, Gastaldello è sulla traiettoria ma svirgola il rinvio, interviene lo stesso Di Natale che da pochi metri batte il portiere blucerchiato. La Samp soffre e Del Neri cambia le carte in tavola: fuori uno stanco Mannini, dentro Padalino, che si piazza a destra con Semioli prima dirottato a sinistra e poi sostituito da Ziegler. Poi l'Udinese, che ha spinto molto, cala fisicamente. Marino prova a ridare energia ai suoi mandando in campo Corradi per Pepe. Ma al 38' arriva la prodezza di Cassano che regala la vittoria alla Samp: il barese prende palla sulla sinistra, si accentra evitando l'intervento di due difensori e con un gran destro in diagonale da fuori area batte Handanovic. Cassano potrebbe realizzare il quarto gol della Sampo tre minuti dopo, ma si fa parare un calcio di rigore concesso per atterramento di Pazzini. Ma il rigore sbagliato è un dettaglio nella festa della Samp, che si mantiene in testa alla classifica insieme a Genoa, Juventus e Lazio.

Omar Carelli

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30/08/2009 23:40
 
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Genoa a tutta birra


Con un gol di Moretti nel primo tempo, i rossoblù battono l'Atalanta e salgono in testa alla classifica in compagnia di Samp, Lazio e Juve. Buona la gara dei nerazzurri che sfiorano il gol con Acquafresca, ma i liguri vanno vicini al raddoppio nella ripresa in tre occasioni

BERGAMO, 30 agosto 2009 - Con un cinismo da squadra grande ed esperta il Genoa sbanca Bergamo con il minimo sforzo e, soprattutto, una condotta di gara molto razionale e poco spregiudicata. A decidere la gara è il colpo di testa di Emiliano Moretti al 45' del primo tempo. Vittoria meritata, nonostante la buona partita dei nerazzurri; successo ribadito dalle clamorose occasioni sciupate dai liguri nella ripresa.

TOCCA A ZAPATER — Gian Piero Gasperini non si adegua agli schemi di Angelo Gregucci che schiera il consolidato 4-4-1-1, in cui Valdes vince il ballotaggio con Caserta. Il tecnico rossoblù va dritto per la sua strada cambiando però ben sette elementi rispetto alla gara con la Roma. In difesa schiera Tomovic, mentre a centrocampo lancia Milanetto e rinuncia all'ultimo momento a Kharja, sostituito con Zapater. Variazione anche nel tridente: Sculli lascia il posto a Mesto. Cambio che ben si addice al tono della partita che nel primo tempo vede l'Atalanta attaccare e il Genoa controllare, sempre pronto però a utilizzare l'arma del contropiede.

CINISMO ROSSOBLU' — Ben poco a che vedere con lo spettacolo, sia ben chiaro. Ai nerazzurri, che possono contare sui piedi buoni di Valdes e Barreto, manca forza penetrativa, anche se Acquafresca fa quel che può e riesce a fare reparto. Tra l'altro è sua l'unica occasione interessante: un'improvvisa e secca girata al volo al 41', parata in due tempi dall'incerto Amelia. Il Genoa non brilla come sa fare sulle fasce, ma si affida ai numeri di Zapater e Palacio. Abili non solo in fase offensiva, ma anche nel contenimento. Cinico e micidiale, l'undici di Gasperini sembra attendere l'attimo giusto che arriva puntuale al 45'. Calcio d'angolo e colpo di testa imparabile di Moretti che esulta alla Totti con il pollice in bocca.

GENOA SPRECONE — Acquafresca è l'uomo in più di Gregucci. Il suo secondo tempo inizia con un violento destro, respinto da Amelia, ma da applaudire di più è il suggerimento illuminante di Barreto. La costante è la stessa: l'Atalanta sa giocare molto bene la palla e sfiora il pari a ripetizione. L'assedio fa venire il fiatone al Genoa che mette sul tavolo il primo cambio: Sculli per Figueroa. Gregucci rinuncia invece a Valdes e lancia in campo Tiribocchi. Il gol lo sfiora però Sculli che arriva con un attimo di ritardo sul cross di Mesto. Ma conviene non regalare ulteriore forza al pressing atalantino. Così nel Genoa esce Zapater per Biava: un difensore in più per non correre rischi. Non a caso al 27' Amelia deve compiere un miracolo togliendo dalla porta un colpo di testa maligno di Acquafresca. Troppo per le coronarie del tecnico genoano che toglie anche Palacio per Papastathopoulos, utile per dar manforte alla difesa. Ma l'Atalanta non ne ha più e il Genoa sfiora tre volte il gol, prima con Marco Rossi, poi con Milanetto e Mesto. Il fischio finale di Saccani trascina i liguri al primo posto in classifica anche se in buona compagnia. Non accadeva da una vita. Sognare non costa niente.

Gaetano De Stefano

Fonte: gazzetta
30/08/2009 23:43
 
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Quagliarella cuore Napoli
Doppietta e Livorno k.o.


La squadra di Donadoni batte 3-1 Lucarelli e compagni: show dell'ex Udinese, che prima prende una traversa da centrocampo, poi realizza una doppietta. In mezzo il gol di Hamsik su grande azione personale e il tap-in di Lucarelli, che guida il tentativo di rimonta di un buon Livorno.

NAPOLI, 30 agosto 2009 - Fabio Quagliarella si prende Napoli: lo aveva fatto in estate cercando e ottenendo il trasferimento nella sua città, nel club per cui tifava da bambino. A fine agosto debutta al San Paolo in maglia azzurra con una doppietta. Il Napoli di Donadoni "rimbalza" dopo la sconfitta dell'esordio, ma nella ripresa subisce il ritorno di un Livorno comunque positivo, e non troppo depresso per la partenza di Diamanti.

IL VECCHIO E IL NUOVO — Il "nuovo" è Fabio Quagliarella: ha voluto Napoli, ha voluto il San Paolo. E l'ha onorato subito: dopo cinque minuti si inventa un tiro di controbalzo da dieci metri oltre la linea di metà campo. La palombella supera De Lucia e si stampa sulla traversa interna, per poi uscire. La gente lo amava a prescindere, lì lo stadio si anima, con la palla in rete rischiava di esplodere. Fabio aspetta poco per prendersi il gol: al 10' devia volontariamente un tiro da fuori di Campagnaro, De Lucia fa un mezzo miracolo ma sulla ribattuta non ha scampo. Uno a zero e primo gol "a casa sua" per Quagliarella. Che non si accontenta, ma nel finale chiude anche la partita, sfruttando una palla che gli arriva come un regalo dopo uno scambio Hamsik-Lavezzi interrotto da Diniz (gol da annullare per fuorigioco di Lavezzi). Secondo gol in due partite, invece, per Marek Hamsik: il "vecchio" idolo dei napoletani non passa di moda. Azione personale per vie centrali, Diniz bevuto e tocco d'esterno, con tanti saluti a De Lucia.

CAMPAGNARO COME MAICON — Protagonisti-marcatori a parte, il Napoli fa una bella impressione soprattutto nel primo tempo. Lavezzi parte palla al piede come l'anno scorso, ma ora sembra fidarsi della punta, Quagliarella, con cui cerca costantemente lo scambio. A sinistra spinge molto Datolo, che va spesso al cross, dando ragione a Donadoni che lo aveva preferito a Zuniga. Sull'altra fascia Campagnaro doppia Maggio: è lui, che pur sarebbe uno dei tre difensori, a proporsi di più in fase d'attacco, grazie al moto perpetuo e tanta grinta. Cigarini dà il meglio nei primi 45', quando nel ruolo di regista fa girare la squadra e fa passare dai suoi piedi gran parte dei palloni. Poi cala, e con lui il Napoli: quale sia la causa e quale l'effetto resta da verificare.

LIVORNO, NON TUTTO NERO — Per il Livorno un punto in due partite, e un buco immenso lasciato da Diamanti partito per l'Inghilterra, sponda West Ham. Ma non è tutto nero: nel secondo tempo la squadra di Russo e Ruotolo viene fuori: nonostante la scarsa collaborazione di Tavano, Lucarelli dimostra di saper ancora fare il centravanti. Candreva dà qualità a centrocampo, tocca una infinità di palloni ed è l'unico a rifornire le punte. In più, cerca due volte il tiro e rischia di trovare due gol: sulla traversa al 2' Lucarelli fa 2-1, sulla ribattuta di De Lucia Danilevicius manca di poco il 2-2. Promosso anche Perticone in mezzo alla difesa: tiene Lavezzi sulla velocità, fa alcune buone chiusure.

Valerio Clari

Fonte: gazzetta
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