Addio al regista Claude Chabrol
tra i padri della Nouvelle Vague
Entrato giovanissimo nel mondo del cinema, diresse film come Un affare di donne, Una morte di troppo, Il buio nella mente e Grazie per la cioccolata
PARIGI - Claude Chabrol, una delle icone del cinema mondiale, è morto stamattina all'età di 80 anni. Il regista, sceneggiatore e produttore francese era uno degli storici fondatori del gruppo della Nouvelle Vague transalpina, considerato anche maestro del genere thriller. Grazie agli amici François Truffaut e Jacques Rivette frequenta la redazione dei Cahiers du Cinèma e la Cinèmathèque di Henri Langlois.
Nel 1957, insieme a Éric Rohmer, pubblica un libro sui film di Alfred Hitchcock. Nel 1958 gira il suo primo film, "Le beau Serge". Il film inaugura la grande stagione della Nouvelle Vague. Il successivo "I cugini" (1959) ha un grande successo di critica e viene premiato al Festival di Berlino. Lo stesso anno, Chabrol gira a colori "A doppia mandata", il suo primo thriller che, dietro il racconto dell'omicidio di una donna, cela una critica della famiglia borghese. Negli anni '60 uno dei suoi temi preferiti è l'analisi della stupidità umana e dirige "Le donne facili" (1960) e "I bellimbusti" (1961).
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Il regista accetta un'offerta della Gaumont e gira due film di spionaggio, genere che in quel periodo aveva un enorme successo. "La Tigre ama la carne fresca" (1964) e "La Tigre profumata alla dinamite" (1965) raccontano le avventure di un super-agente segreto francese, Louis Rapière, il cui nome in codice è appunto "La Tigre". I due film sono un successo al box office e ridanno slancio alla produzione del regista.
La fine degli anni '60 e l'inizio dei '70 sono uno dei periodi migliori di Chabrol, durante il quale il regista dirige molti thriller: "Le cerbiatte" (1968), "Il tagliagole" (1970), "Sul far della notte" (1971) e "Trappola per un lupo" (1972). Alla fine degli anni '70 Chabrol si dedica alla televisione per tornare al cinema con "Violette Nozière" (1978), storia dell'ultima donna ghigliottinata in Francia, "I fantasmi del cappellaio" (1982) dal romanzo di Georges Simenon, "L'inferno" (1994) con una splendida e tormentata Bèart, "Il buio nella mente" (1995) o "Grazie per la cioccolata" (2000), tragiche storie di follia all'interno di famiglie apparentemente normali.
Nonostante l'avanzare dell'età Chabrol ha continuato a lavorare, rallentando solo un po' il ritmo nell'ultimo decennio. Dopo "L'innocenza del peccato" (2007) dirige il thriller "Bellamy" che vede come protagonista Gerard Depardieu. Nel 2009 riceve al festival di Berlino il premio alla carriera, la Berlinale camera.
Fonte:
Repubblica