da il secolo xix
Garrone indagato a Napoli
Sono sconcertato, ma sereno
CALCIOPOLI Inchiesta chiusa: si aggiunge il nome del presidente blucerchiato per Samp-Fiorentina
Genova. La cannonata arriva nella giornata in cui viene nominato nella Costituente della Lega Calcio che dovrà riscrivere i regolamenti: Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria, è indagato dai pm di Napoli per frode sportiva per Samp-Fiorentina (3-0 la sera del 5 febbraio 2005, arbitro Dondarini, due espulsi in pochi minuti tra i viola). Il dato emerge dal deposito dell'avviso di fine indagini.
Gli atti sono stati inviati anche all'Ufficio Indagini, guidato da Saverio Borrelli: in arrivo la convocazione per il presidente blucerchiato e il deferimento della Samp per responsabilità diretta come Juve, Lazio e Fiorentina. A Garrone viene contestata la frode sportiva con gli ex designatori Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto, l'arbitro Paolo Dondarini. E l'accusa affonda sostanzialmente le radici nelle intercettazioni all'ex designatore Paolo Bergamo, a Innocenzo Mazzini (ex vice presidente della Figc) e nella lunga deposizione (otto ore dai carabinieri di Roma, quindi all'Ufficio Indagini) che il 26 maggio e il 7 giugno Manfredi Martino (emergente della Can ed ex collaboratore di Bergamo) aveva rilasciato agli inquirenti ordinari e sportivi.
L'imputazione di Garrone, presidente della Sampdoria, emerge dagli atti dei pm napoletani che hanno stralciato, dall'elenco degli indagati, le figure (giornalisti, finanzieri e poliziotti) coinvolti nell'inchiesta, lasciando nel gruppone solo gli uomini del calcio.
L'impianto base conferma per tredici l'accusa di associazione a delinquere finalizzata appunto alla frode sportiva. La frode sportiva contestata a Garrone viene qualificata come un reato-fine dell'associazione a delinquere affibiata ai 13 superindagati (Moggi, Giraudo, Mazzini, Begamo, Pairetto, Lanese, De Santis, Ghirelli, Fazi, Mazzei, Rodomonti, Baglioni e Scardina) e che si è concretizzata, secondo l'accusa, nell'alterazione del risultato di Sampdoria-Fiorentina, finita 3-0.
Come? Il capo di imputazione compare alle pagine 35 e 36 e spiega che sarebbe stato alterato il risultato con la designazione fraudolenta di un arbitro (Dondarini, ndr) che garantiva e si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra di cui Riccardo Garrone è presidente. Al capo di imputazione segue lo stralcio di una telefonata tra Bergamo e Mazzini (già nota) e relativa ai potenziali
interessi che Pairetto avrebbe avuto a Genova, con delle sue società, nell'ambito della grande distribuzione.
La tesi dell'accusa è: Pairetto favorisce Garrone e la Samp, per raccogliere un atteggiamento favorevole da parte di Maurizio Zamparini (presidente del Palermo, operatore del settore commerciale della grande distribuzione) che ha interessi a Genova. Quindi l'asse di questo contorto coacervo di favori calcistici e aree da supermercato passerebbe per il 3-0 di Samp-Fiorentina. Alla pubblicazione delle intercettazioni tutti smentirono, Zamparini e Comune di Genova con il sindaco Giuseppe Pericu in testa.
La novitàè rappresentata dalla deposizione di Manfredi Martino indicato come la gola profonda. Cosa ha detto a inquirenti penali ordinari e a quelli sportivi? Una testimonianza in parte de relatx: Il 6 febbraio ci fu la partita Samp-Fiorentina arbitrata da Dondarini. Paolo Bergamo mi disse che Dondarini aveva diretto la gara per favorire la Samp in quanto era un arbitro legato a Gigi Pairetto con il presidente della Sampdoria Garrone. Era convinzione personale di Paolo Bergamo che Pairetto avesse interessi comuni economici con Maurizio Zamparini nel settore dei supermercati.
Come ha reagito Garrone? Esterrefatto, ma sereno. Alcune cose come le intercettazioni erano già note ed erano state smentite dallo stesso sindaco Pericu. Non so chi sia Manfredi Martino; Pairetto me lo hanno presentato una volta allo stadio, come tanti e Zamparini è ovvio che lo conosco come presidente del Palermo. E come collega della battaglia sui diritti tivù. Nessun commento da parte di Bergamo e di Pairetto. Bergamo ai pm e a Borrelli ha raccontato che in realtàPairetto e Moggi volevano farlo fuori.
La consegna degli atti di conclusione indagine offre nuovi elementi di conoscenza sul sistema Moggi e non solo, come il telefonino riservato che Moggi diede a Bergamo (fu una leggerezza, lo usai poche volte) con una scheda certamente non italiana che usai poche volte. Telefonino che ebbe in uso anche Pairetto, sempre secondo Bergamo. E la donna forte della Can, Maria Grazia Fazi? Moggi avrebbe voluto cacciarla perché era troppo pericolosa: al di là del personale rapporto con Bergamo credo che la Fazi fosse a conoscenza di moltissimi fatti segreti e che usasse questa sua conoscenza per ricattare.
Zeman ha spiegato come cercarono di estrometterlo dal calcio: Giraudo disse ai presidenti di Palermo e Cagliari che non dovevo essere assunto come allenatore.