Il Giornale 31/07/2005
31/07/2005
Biondi: ''Non mollo''
Ho letto sul Secolo XIX, giornale con il quale mi onoro di collaborare nella rubrica "Vita da... Genoa", la splendida e toccante intervista di un galantuomo del calcio come Serse Cosmi.
Devo dire che ho tentato di esprimermi con la stessa forza ed eguale passione in difesa del Genoa davanti alla Commissione disciplinare.
Renzo Parodi ed altri autorevoli giornalisti hanno sottolineato che il "giuridichese" usuale degli avvocati davanti ai giudici ordinari e sportivi era incrinato dall'emozione e dal sentimento.
Ecco perché l'intervento di Cosmi si sposa al modo, non solo professionale, con cui ho vissuto e sofferto prima l'inchiesta, poi il processo (che è già una pena) e poi l'incredibile e disumana sentenza di condanna.
Marcello Zinola, in un'altra parte del giornale, riferisce, da par suo, il pensiero ed il sentimento di Wilson (Grifoni.net) che si chiede: perché i legali non hanno parlato chiaramente d'innocenza?
Vorrei tranquillizzare Wilson e chi si pone lo stesso interrogativo. Sì, i difensori hanno parlato d'innocenza, che in diritto si chiama "non colpevolezza" ed hanno scritto pagina su pagina, qualche centinaio, prospettando tutte le sfaccettature giuridiche, umane e sportive. Era necessario fare questo per adempiere al nostro dovere di avvocati e per quello che mi riguarda di appassionato genoano da troppi decenni.
Sì, innocenza che a questione morale e processuale. Non c'è l'ho fatta ancora, ma non mi rassegno e, come urla Preziosi, non mollo!
Con il professor Coppi e con mio figlio, Carlo, abbiamo lavorato due giorni e due notti per preparare i motivi di ricorso alla Caf.
Per l'innocenza del Genoa che è in ogni caso indiscutibile, per quella di Preziosi e di Capozzucca che non meritano né la condanna né la pena loro inflitta.
Molte pagine, molto impegno per affrontare tanti, troppi problemi e tanti, troppi errori e omissioni da parte della Commissione disciplinare che è riuscita, persino, a superare la stessa richiesta del procuratore federale che è parso farfugliare quando, il suo ufficio, lo ha portato a chiedere l'ingiusta condanna.
E' parso che la lingua volesse ribellarsi alla mostruosa richiesta di condanna.
Invece, come ha detto Wilson, era così facile, così bello, così giusto pronunciare la parola innocenza!
La dirò, ora, in Appello, sempre più convinto!
Ci sarà un giudice a Roma e, non solo, a Berlino.