00 05/02/2008 22:38
Il tempo libero? Si trascorre sempre di più davanti alla televisione o allo schermo del computer, con buona pace di medici e dietologi che continuano a sottolineare l’importanza di una sana attività fisica all’aria aperta. Insomma, giardinaggio, passeggiate in campagna e gite in bicicletta stanno diventando una vera rarità, mentre i pomeriggi in poltrona o a tavolino battono di gran lunga le attività a contatto con la natura.

Lo rivela uno studio condotto da Oliver Pergams, docente di Scienze biologiche dell'University of Illinois a Chicago, pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”, il quale rivela: sempre più persone sono contagiate da una smoderata “videofilia”, che fa trascorrere tutto o gran parte del tempo libero incollati agli schermi.

Secondo Pergams, "c'è un reale e fondamentale 'divorzio' dalla natura, certamente negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi". Pergams e la collega Patricia Zaradic, dell'Environmental Leadership Program della Delaware Valley di Bryb Mawr (Usa), avevano fotografato il crollo delle visite ai parchi nazionali statunitensi già a partire dalla fine degli anni '80. Questo trend, assicurano gli studiosi, ora ha contagiato gran parte del resto del mondo. Questo disamore per le attività a contatto con la natura è fortemente correlato alla passione per videogame, navigazione online e film o programmi tv, tanto che gli esperti parlano di una e propria “videofilia” che converte sempre più alle cattive abitudini della vita sedentaria. E, sottolineano, non si tratta certo di un passo avanti sulla strada di una vita sana.



"La sostituzione di impegnative attività all'aperto con sessioni di videofilia indoor ha importanti conseguenze per la salute fisica e mentale, specie nei bambini - avverte Pergams - La passione per lo schermo di tv e pc si à già rivelata alleata di obesità, mancanza di socializzazione, disordini dell'attenzione e scarse performance scolastiche".

Secondo gli esperti, il monitoraggio del numero di visite pro-capite ai parchi nazionali era negli Stati Uniti un indicatore piuttosto affidabile per capire quanto le persone fossero ancora legate alla natura. “Ma volevamo saperne di più, e scoprire - sottolinea l'esperto – se ormai ci si dedicasse meno ad altri passatempi all'aria aperta, qui e in altri Paesi". Così i biologi hanno esaminato i dati su viaggi con zaino in spalla, pesca, arrampicate, caccia e visite in boschi, foreste e parchi nazionali di diversi Paesi del mondo. I dati sono risultati comparabili dal Giappone alla Spagna (risultata comunque fra i Paesi in cui la passione per la natura è meno in crisi). Gli studiosi hanno rilevato che tra il 1981 e il 1991 i passatempi all'aria aperta e a contatto con la natura sono “crollati”, con un ritmo che va dall'1% all'1,3% l'anno, in base alle diverse attività prese in esame. Da allora, in media, si è registrato un calo del 18-25% per ogni attività. Questi dati preoccupano i ricercatori, anche per le loro implicazioni ecologiche. "Non sappiamo - concludono gli studiosi - quanto le future generazioni, meno attente all'esplorazione della natura, saranno interessate a conservare l'ambiente rispetto alle generazioni passate".

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