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Campionato di Serie A stagione 2016/2017

Ultimo Aggiornamento: 28/05/2017 23:58
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21/09/2016 23:37
 
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Roma-Crotone 4-0: i giallorossi volano con El Shaarawy, Salah e Dzeko

La squadra di Spalletti riscatta il k.o. di Firenze calando il poker all'Olimpico:
Totti non segna il gol numero 250 ma serve un assist capolavoro al bosniaco,
che realizza la sua seconda doppietta in giallorosso



Quattro gol per dimenticare Firenze e forse cominciare un altro campionato. Chissà che non sia simbolico il risultato finale per la Roma, lo stesso della prima giornata, quando ancora non era arrivato l'uragano Porto a spazzare via certezze d'ogni genere. El Shaarawy, Salah e doppietta di Dzeko: così la Roma si sbarazza del Crotone, in partita solo in alcune fasi del primo tempo, specie quando dopo l'1-0 ha provato ad allungare la partita. Protagonista, anche senza andare in gol, Francesco Totti, che ha messo il piede in tre dei quattro gol giallorosso.

RIECCO TOTTI — Totti che Spalletti lancia dall'inizio per la prima volta dal suo ritorno a Roma, 367 giorni dopo l'ultima presenza dal primo minuto del capitano: turnover per De Rossi, Perotti e Nainggolan. Nicola invece lascia in panchina Trotta e si affida al 4-1-4-1. La Roma parte all'arrembaggio e dopo 52" Florenzi spara alto con il destro dopo un angolo di Totti. Si gioca subito solo nella metà campo dei calabresi: al 5' Paredes avanza indisturbato sulla trequarti e innesca Dzeko, il sinistro del bosniaco finisce sul palo esterno. Ancora Roma al 12', con un tiro di Totti deviato in angolo. Dopo il quarto d'ora la squadra di Spalletti rifiata e il Crotone si affaccia in avanti: al 18' un destro di Palladino è facile preda di Szczesny. Al 26' la Roma passa: Florenzi aggira Ceccherini appena entrato in area, il cross basso viene raccolto da El Shaarawy che di prima intenzione con il piatto destro batte Cordaz, con l'aiuto di una deviazione di Claiton. La gara si fa in discesa per Totti e compagni, anche se al minuto 32 il Crotone ha una doppia occasione per il pareggio: prima Falcinelli si fa anticipare da Fazio, poi Palladino calcia fuori da ottima posizione su cross di Sampirisi. Da lì in avanti la Roma torna a sfondare e al 37' trova il raddoppio: Totti innesca Salah, che chiede e ottiene il triangolo da El Shaarawy e con un sinistro sotto la traversa batte Cordaz. Al 43' nuova chance giallorossa, figlia dell'azione più bella del primo tempo: lancio perfetto di Paredes, Totti aggancia con il tacco e d'esterno serve Dzeko che impatta bene con la testa, ma Cordaz è attento. Al 45', poi, ancora il numero 10 per Dzeko che di testa innesca El Shaarawy, vicino alla doppietta personale con un sinistro di poco a lato.

DOPPIO EDIN — Nell'intervallo Nicola sostituisce Rohden e mette dentro Nalini, caricato all'inverosimile - scena curiosa - dallo stesso allenatore prima di entrare in campo. Ma non basta a evitare il tris della Roma: minuto 3', prima Florenzi impegna con il destro Cordaz, poi Totti innesca con la sua solita giocata di prima Dzeko, che con un pallonetto da fuori area batte il portiere del Crotone in uscita. Crotone che prova a riaffacciarsi in avanti al 9', ma Falcinelli viene fermato in area da Fazio. E allora Dzeko centra la doppietta personale: ancora Totti che fa scattare Salah, pallone al centro per Dzeko, Claiton buca l'intervento e il bosniaco appoggia facilmente in rete. Ogni azione è praticamente un'occasione da gol. Al 14' Russo concede un rigore al Crotone dopo un contatto tra Florenzi e Falcinelli, ma Palladino si fa parare la conclusione di destro dagli 11 metri da Szczesny. Tra il 17' e il 18' doppia chance per Totti, che i compagni provano a spingere verso la rete numero 250 in Serie A, ma in entrambe le occasioni il destro del numero 10 è troppo largo. La partita non ha più storia, la squadra di Nicola coglie un palo al 33' con un destro dai 20 metri di Salzano, Spalletti toglie minuti in chiave turnover a Salah, Manolas e Florenzi. E uno dei neo entrati, Juan Jesus (fischiato e applaudito allo stesso tempo dall'Olimpico), sfiora il 5-0 con un colpo di testa su angolo di Totti. Al 42' doppia occasione Crotone: prima Szczesny devia in angolo su Capezzi, poi lo stesso centrocampista manda fuori di testa dal centro dell'area di rigore. Non c'è più tempo: la Roma esulta, il Crotone resta ultimo in classifica e deve riflettere.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/09/2016 23:40
 
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Udinese-Fiorentina 2-2: in gol Zapata, Babacar, Danilo e Bernardeschi

Iachini due volte in vantaggio grazie alle magie di De Paul, che entra in entrambe le reti,
ma la squadra di Sousa rimonta con un tacco super del senegalese e un rigore del fantasista



Non sono arrivati i tre punti per l’Udinese contro la Fiorentina, ma qualcuno favoleggia già che gli ingressi della Dacia Arena potrebbero presto venire tappezzati da bollini del WWF per la protezione delle razze in via d’estinzione: sul campo di Udine si aggira un rarissimo esemplare di numero 10, Rodrigo De Paul, argentino classe 1994 che ha indossato senza troppi problemi la maglia di Totò Di Natale e sta piano piano dimostrando di avere tutte le doti per rilanciare le quotazioni del ruolo “fantasista” in Serie A. C’è il suo piede magico dappertutto nel 2-2 tra i bianconeri e i viola, nel doppio vantaggio firmato Zapata e Danilo e nel resto delle giocate che illuminano la serata friulana, anche se non basta a Iachini per tornare alla vittoria. Non basta perché anche la Fiorentina dispensa bellezza, seppure in una sola fiammata, il tacco di Babacar, e perché anche Sousa in fondo ha il suo “10”, Bernardeschi, che non incanta come l’argentino ma ha la freddezza giusta per timbrare dal dischetto il gol del 2-2.

SCELTE E GOL — La Fiorentina che pareggia a Udine non è bella come quella che ha battuto la Roma, ma in fondo Sousa viene ripagato dagli uomini che sceglie: segnano Babacar e Bernardeschi, che sfruttano al meglio l’occasione dal 1’. Molto meglio il senegalese, per la verità, se non altro perché segna un gol da Perla Rosa Gazzetta e si conquista il rigore del pari definitivo. Per il resto, i viola sono poco concentrati dietro, Milic a sinistra fa rimpiangere Alonso e Borja stavolta non prende per mano la squadra. Che è più lunga e meno mobile del solito. Molto più convincente l’Udinese, tutta verticalizzazioni rapide, cross dagli esterni e... giocate di De Paul. È lui a imbucare per Zapata per l’1-0 al 26’ del primo tempo, è sempre lui a infiocchettare un altro pallone d’oro che il colombiano spreca sparando su Tatarusanu poco dopo, è ancora lui a scodellare in area un cross da spingere dentro al 45’ che Heurtaux sfiora soltanto ma che Danilo spinge in porta, per il momentaneo 2-1.

BELLEZZA — Le cose buone della Viola sono tutte nello splendido gol di Babacar al 30’ p.t. - Tello che si infila sulla destra snodandosi come lo Snake dei telefonini Anni 90 e il senegalese che gira in porta di tacco il suo cross basso – e nel primo centro di Bernardeschi, che si sblocca su rigore al 7' della ripresa – spinta di Ali Adnan su Babacar. Il primo pari per entrambe sarà utile sia a Iachini che a Sousa: i bianconeri hanno scoperto un gioiello, i viola hanno carattere e una panchina che non tradisce.

Marco Fallisi

Fonte: Gazzetta dello Sport
21/09/2016 23:50
 
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SERIE A 2016/2017 5ª Giornata (5ª di Andata)

20/09/2016
Milan - Lazio 2-0
21/09/2016
Bologna - Sampdoria 2-0
Atalanta - Palermo 0-1
Chievo - Sassuolo 2-1
Empoli - Inter 0-2
Genoa - Napoli 0-0
Juventus - Cagliari 4-0
Pescara - Torino 0-0
Roma - Crotone 4-0
Udinese - Fiorentina 2-2

Classifica
1) Juventus punti 12;
2) Napoli punti 11;
3) Roma, Chievo e Inter punti 10;
6) Milan e Bologna punti 9;
8) Genoa (*), Fiorentina(*), Lazio e Udinese punti 7;
12) Sampdoria e Sassuolo punti 6;
14) Torino, Pescara e Palermo punti 5;
17) Cagliari e Empoli punti 4;
19) Atalanta punti 3;
20) Crotone punti 1.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
25/09/2016 00:35
 
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Palermo-Juve 0-1, autogol di Goldaniga,
per Allegri tre punti senza brillare

Con Dybala in panchina, i bianconeri fanno più fatica del previsto al Barbera, ma vincono e restano in testa:
decide una deviazione del difensore rosanero su cross di Dani Alves,
poi Mandzukic fallisce un paio di occasioni.
Infortuni pr Rugani e Asamoah


Altro che prestazione a cinque stelle: nel giorno in cui Palermo fa il pieno di grillini per ospitare la kermesse del movimento pentastellato, la Juventus non brilla e raggiunge l'obiettivo grazie all'aiutino di un giocatore rosanero. Senza quello spericolato (e sfortunato) colpo di tacco nella propria area di rigore di Goldaniga, forse adesso staremmo raccontando di un altro 0-0 della Signora dopo quello di Champions con il Siviglia. Invece arriva la seconda vittoria di fila in campionato dopo il passo falso con l'Inter, manna degli dei in vista della trasferta di Zagabria di martedì. Il grande assente è Paulo Dybala, che non gioca neanche un minuto nel suo vecchio stadio. Senza di lui la Juve ha poche idee ed è molto meno pericolosa. Segnerà meno, però sa come far girare la squadra.

DOPPIA PUNTA, ZERO GOL — Continua a essere una Juve dai due volti: quella del Barbera non è spumeggiante come delle ultime due partite casalinghe di serie A. Allegri sceglie la formula del doppio centravanti per far riposare Dybala e a sorpresa preferisce Dani Alves a Lichtsteiner. Il motivo è semplice: vuole aumentare il numero di cross per le teste di Higuain e Mandzukic e per questo affida le fasce al duo brasiliano. Il giochino però non riesce, perché l'ex Barça e Alex Sandro arrivano sul fondo meno rispetto al solito e perché le due punte fanno gli stessi movimenti. De Zerbi per il debutto casalingo sulla panchina del Palermo (nella sua prima al Barbera era squalificato) cambia quattro uomini rispetto al turno infrasettimanale, copia Allegri con la difesa a tre ma piazza due trequartisti dietro al centravanti Balogh, Chochev e Diamanti. I due danno molto fastidio alla mediana bianconera, lenta e poco tonica: Khedira e Pjanic non vanno mai a prenderli e il lavoro sporco in copertura tocca soprattutto a Lemina, che però sbaglia anche cose facili quando deve impostare. La Juve per mezzora non fa un tiro in porta. L'infortunio di Rugani convince il tecnico a passare a un anomalo 4-3-3 che con il passare dei minuti assomiglia più a un 4-4-2, con Cuadrado che fa l'elastico tra il centrocampo e l'attacco. Il cambio produce subito la prima azione da gol della partita: su azione di contropiede Higuain serve Lemina, Posavec respinge e Gonzalez mette in angolo. Meglio l'argentino di Mandzukic, male Pjanic nel ruolo di mezzala: Allegri gli lascia la libertà di muoversi ma lui non trova mai l'intuizione giusta. Che non sia la sua serata si capisce alla fine del primo tempo, quando il bosniaco si trova sul piede un pallone respinto dal portiere in uscita (dopo tiro in porta di Cuadrado) ma invece di stoppare e calciare accompagna la sfera tra le braccia del Posavec.

BENEDETTO AUTOGOL — Juve bruttina e con poche idee, che però trova il vantaggio al 4' della ripresa aiutata dalla fortuna: tiro cross di Dani Alves deviato di tacco da Goldaniga. La Juve si rivede dopo un quarto d'ora abbondante con un tiro di Mandzukic respinto in angolo. Poco dopo è sempre il croato, ancora a caccia della prima rete stagionale, a sbagliare un gol facile facile su suggerimento di Khedira. L'unica volta che Mario riesce a mettere il pallone in porta Valeri annulla perché lo pesca in fuorigioco (giusto). De Zerbi mette Nestorovski a posto di Balogh e aumenta la spinta, fino a chiudere la Juve nella propria metà campo. A sinistra Aleesami è una spina nel fianco bianconero. I rosanero ci provano fino alla fine: prova coraggiosa, forse avrebbero meritato qualcosina in più. La Juve, che chiude in in dieci per l'infortunio di Asamoah, torna a casa con 3 punti che fanno classifica e si riproietta sulla Champions League.

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/09/2016 00:38
 
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Napoli-Chievo 2-0: Gabbiadini si sblocca, Hamsik da applausi

Sarri fa turnover e torna al successo dopo il pari col Genoa:
il centravanti trova la prima rete in stagione, il capitano chiude i conti con un gran sinistro


Tutto troppo facile per il Napoli contro il Chievo, che al San Paolo ha deluso le aspettative: finisce 2-0. Brillante l'avvio di stagione dei veneti, deludente la prestazione di stasera. Gli azzurri hanno fatto valere la legge di Fuorigrotta, dove Sarri è imbattuto in campionato (19 vittorie e 3 pareggi). È anche merito dell'allenatore se si è sbloccato Gabbiadini (preferito a sorpresa a Milik) ed Hamsik è tornato a segnare con regolarità: il gioco del Napoli funziona a prescindere dagli interpreti e anche De Laurentiis dovrà farsene una ragione perché, per adesso, il turnover non serve. Cinque vittorie e due pareggi in stagione parlano da soli, anzi parlano per Sarri.


"GABBIAGOL" E IL CAPITANO — Con lui si sono schierati anche i 20.000 spettatori che hanno fatto da cornice alla gara. Forte la contestazione delle Curve nei confronti di De Laurentiis, cori di apprezzamento per Sarri. A proposito, indovinata la mossa Zielinski preferito ad Allan per dare maggiore qualità di palleggio e rifinitura contro un Chievo solido che contrapponeva Birsa a Jorginho e puntava sulla velocità di Inglese. Con il suo play marcato a vista, il Napoli deve provarci con gli inserimenti dei due interni o con i cross mancini di Ghoulam per Gabbiadini. Dopo un quarto d'ora di studio, Sorrentino si fa trovare pronto prima sul destro del capitano azzurro e poi sul colpo di testa del centravanti bergamasco. Gabbiadini è più vivace che mai ed al 24' fa centro su perfetto assist di Callejon, pescato sul filo del fuorigioco da Hamsik. Sinistro all'angolino e primo gol stagionale per "Gabbiagol". A quel punto è lecito attendersi una reazione dal Chievo, troppo passivo per mezz'ora con pochi tagli interni del solito Castro ed il solo Meggiorini a fare sponda e dare profondità alla manovra. Poco, troppo poco per mettere paura al Napoli che raddoppia con il solito taglio interno di Insigne (terzo assist stagionale) per Hamsik: uno schema mandato a memoria che porta lo slovacco al tiro dall'interno dell'area. Potente e preciso il destro di Marekiaro e partita già in ghiaccio prima dell'intervallo.

UN BRIVIDO E LA ROCCIA — Cambiare l'inerzia del match è l'obiettivo degli ospiti ad inizio ripresa ma i veneti rimbalzano spesso su quella roccia chiamata Koulibaly (che però rischia su Floro Flores quando l'attaccante si è involato solo davanti a Reina). È stato questo l'unico brivido della serata per i tifosi azzurri nonostante Maran abbia finito i cambi già al 18' nel tentativo di ribaltare una situazione che si era fatta a dir poco complicata. Con il passare dei minuti, fisiologicamente, il Chievo si è dovuto allungare e il Napoli in contropiede ha sfiorato il tris con Callejon. Sarri ha riproposto Hamsik in regia mandando dentro Allan per Jorginho. Esperimento che ha funzionato anche perché il ritmo è calato. Nel finale si è visto finalmente Inglese impegnare Reina e Milik provare a timbrare il cartellino. Stasera, però, era la serata di Gabbiadini. Si è ripreso il Napoli e lo ha trascinato, insieme ad Hamsik, di nuovo ad un punto dalla Juve.

Gianluca Monti

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25/09/2016 17:54
 
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Torino-Roma 3-1. Sblocca Belotti,
doppietta di Iago, gol di Totti su rigore

Dopo 8' apre il Gallo, in avvio di ripresa raddoppio di Iago
dagli undici metri, accorcia subito Francesco ancora dal dischetto.
Poi lo spagnolo chiude i conti al 65'. Spalletti, è buio pesto



Pranzo indigesto per la Roma e succulento per il Torino: Spalletti affonda, Mihajlovic esulta, il 3-1 è tutto granata e alla Roma non basta il gol numero 250 in Serie A di Francesco Totti. Belotti e Iago Falque con una doppietta fanno a fette i giallorossi, che tornano a casa con una cesta piena di interrogativi e con una serie di equivoci tecnico-tattici da chiarire il più in fretta possibile.

RITMI ALTISSIMI — Le formazioni sono quelle annunciate, eccezion fatta nel Torino per l'inserimento di Rossettini al centro della difesa al posto di Bovo. Pronti via e si comincia come se le due squadre avessero una voglia grande così di mettere subito le cose in chiaro. La prima occasione è targata Roma: al 4' Fazio lancia con il sinistro Dzeko, il bosniaco controlla ma si fa anticipare da una grande uscita dell'ex compagno ai tempi del City, Hart. Non passa neppure un minuto e Nainggolan con un destro di controbalzo sfiora l'incrocio dei pali. Poi passa il Torino, il minuto 8 è decisivo. Belotti prima si scalda con una girata alta di sinistro su cross di Barreca, poi - sempre 8' - la rete del vantaggio: Szczesny respinge un sinistro di Iago, l'azione prosegue, Obi dal vertice dell'area mette sul secondo palo un pallone che Belotti spinge in rete con la testa, sovrastando l'ex Bruno Peres. Si gioca senza sosta, si passa da un'area all'altra come se i due centrocampo non esistessero, come fosse il minuto 80 di una partita qualsiasi. All'11' Dzeko cicca clamorosamente a due passi da Hart dopo una serie di rimpalli in area, al 13' il Toro va a un passo dal 2-0: doppia occasione per Iago Falque, che prima centra il palo, poi si fa bloccare la ribattuta da un intervento prodigioso di Szczesny. Poi si blocca Obi e Mihajlovic - è il 23' - fa entrare Baselli. Un minuto più tardi è bravissimo Barreca a chiudere su un Florenzi che arrivava a botta sicura a chiudere un triangolo di Salah. Al 28' la migliore azione giallorossa: De Rossi apre a destra, cross al volo di Florenzi e destro di prima intenzione di Dzeko, con Hart che salva in due tempi.

CONTATTO FAZIO-BELOTTI — La Roma prende il campo, il Torino dà sempre la sensazione di poter far male in contropiede anche perché la fase difensiva giallorossa lascia molto a desiderare. Al 30' Salah innesca Dzeko, ma il sinistro al volo del centravanti è deviato. Il duetto si ripete al 35': ancora l'egiziano per il bosniaco, il cui colpo di testa è troppo largo. La chiusura del primo tempo, mentre Totti si scalda tra gli applausi di tutto lo stadio, è tutta granata: al 40' ci vuole ancora un grande Szczesny è fermare il sinistro di Belotti, dopo un'ottima giocata firmata Iago Falque-Boye. E al 44' Mihajlovic protesta per un contatto in area tra Fazio e Belotti, che Tagliavento giudica regolare.


TOTTI 250 — Nell'intervallo Spalletti si gioca la carta Totti al posto di un De Rossi già ammonito. E al 3' la Roma ha l'occasione per pareggiare: Perotti dalla sinistra mette dentro per Dzeko, ma Hart respinge con il pugno il colpo di testa del bosniaco. Al 7' però il Torino raddoppia. Lo fa dopo aver sprecato con Baselli, che si addormenta prima di calciare solo davanti a Szczesny facendosi recuperare da Florenzi. Ma la ripartenza successiva è decisiva: il pallone arriva a Belotti che punta Peres, entra in area e spinge il brasiliano al rigore che l'ex Iago trasforma. Fine dei giochi, ma la Roma ha un sussulto. E al 9' Perotti conquista un rigore dopo un contatto con De Silvestri che al 10' Totti trasforma, per la rete numero 250 in Serie A. La squadra di Spalletti pare trovare nuovo slancio. Al 12' Perotti sbaglia l'assistenza per Salah, facilitando l'uscita bassa di Hart. Al 18' ancora un'occasione per Dzeko: è Fazio a servire il centravanti, che tenta la girata con il destro invece che con il sinistro mandandola fuori. Il Torino è lì, sornione. E al 20' Castan anticipa Dzeko e lancia Iago, il cui sinistro è deviato da Fazio e scavalca Szczesny: 3-1 e gara in ghiaccio. Di più: il Toro va più volte vicino alla quarta rete. Con Baselli che al 26' tira a giro invece di servire Belotti in area, con Martinez che al 35' imbeccato da un lancio perfetto di Valdifiori mette fuori. E ancora: Szczesny dice no a Zappacosta al 37' e al 47' a Martinez.

DIFESA DISASTROSA — La difesa della Roma è disastrosa, Spalletti prova a cambiare più volte assetto arretrando pure il raggio d'azione di Totti. Ma al di là delle occasioni sprecate davanti - Salah al 36' getta via un 4 contro 2 e Dzeko tutto solo al 43' mette fuori di testa - i punti interrogativi sono tutti per una squadra senza equilibrio, che viene sconfitta per la seconda volta in 8 giorni in trasferta. Buon per il Torino, che dopo due partite senza reti si sblocca e fa festa con la seconda vittoria in campionato.

Davide Stoppini

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/09/2016 18:02
 
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Genoa-Pescara 1-1: Manaj risponde a Simeone

A Genova apre Simeone nella ripresa, pareggia Manaj nel finale.
Espulsi Edenilson e Pandev, l'ira di Preziosi: "Irrati è un matto"



È un pari ricco di polemiche quello che il Pescara impone al Genoa, che finisce in nove, subisce il pareggio nel finale ed esplode dalla rabbia: “Quello - grida il presidente Preziosi, riferendosi a Irrati - è un matto. Posso comprendere un errore, non una cosa sistematica così”.

LA PARTITA — Polemiche che rischiano di cancellare quanto aveva detto il campo, con un Genoa in difficoltà nel primo tempo, con un’unica occasione all’11 del primo tempo, su cross di Edenilson e tocco di Ocampos, Fornasier respinge sulla linea, probabilmente con un braccio. Per Irrati è tutto regolare. Il Genoa la sblocca comunque due minuti dopo l’intervallo con il primo gol italiano di Gio Simeone, rapido a sfruttare un assist di Gentiletti e a battere Bizzarri. A quel punto i rossoblù sembrano padroni, mancano due volte il raddoppio poi subiscono la doppia espulsione di Edenilson, doppia ammonizione per gioco scorretto, e Pandev, proteste. In nove per dodici minuti, più quattro di recupero, il Genoa incassa, l’1 a 1 al 40’ del secondo tempo, grazie all’assist di Zampano e al tocco ravvicinato di Manaj che batte Perin.

Alessio Da Ronch

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25/09/2016 18:05
 
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Inter-Bologna 1-1, Perisic risponde a Destro:
De Boer frena dopo tre vittorie

I nerazzurri vanno subito sotto, il croato trova il pari,
inutili il lungo assedio e l'esordio di Gabigol nella ripresa,
Ranocchia fallisce il sorpasso al 95':
la frenata li riporta a -4 dalla Juve


All'Inter non riesce l'ennesima rimonta e il Bologna porta via da San Siro un punto che ci sta tutto. Segnano Destro e Perisic nel primo tempo, mentre nella ripresa nemmeno l'esordio di Gabigol permette alla squadra di De Boer, stanchissima nel finale e comunque vicinissima al 2-1 con Icardi e Ranocchia, di trovare la quarta vittoria consecutiva in campionato che le avrebbe permesso di restare in scia di Juve (ora a +4) e Napoli.


PRIMO TEMPO — Donadoni insiste con i gioiellini Krejci e Verdi ai fianchi dell'ex Destro. In mezzo Dzemaili, Nagy e Taider, anche lui con un passato nerazzurro. De Boer in compenso prima del match perde Joao Mario (leggero risentimento al gemello) e Murillo (lombalgia acuta) e li rimpiazza con Kondogbia e Ranocchia. Due assenze che l'Inter accusa subito. Tutta la squadra parte molle, vero, ma il centrale sballa i due primi controlli, mentre il francese perde un sanguinoso pallone che al 14' porta al vantaggio degli emiliani. Verdi da destra ne salta due e pesca l'inserimento di Destro, che calcia male ma trova la complicità di Handanovic. Palla sotto le gambe ed ennesima gara (solo ad Empoli non è successo) con l'Inter che va in svantaggio. Kondo rimane indolente e al 28' De Boer lo boccia pesantemente, sostituendolo con Gnoukouri. Il francese ovviamente non gradisce e fila diretto negli spogliatoi. L'effetto comunque è immediato, complice anche un Bologna che si abbassa troppo. Il ragazzo ivoriano spinge su ogni palla, senza toccarla mai più di una volta. Mentre Verdi e Krejci non riescono più a ripartire, Icardi è bravo ad aprire spazi. Il gioco nerazzurro ora si allarga bene, soprattutto a destra dove Candreva tenta in ogni modo di innescare Maurito. Ci riesce al 38', ma il piattone mancino al volo è di Perisic, che poco prima ci era andato vicino con una splendida girata di destro deviata in angolo.

SECONDO TEMPO — Nessun cambio nell'intervallo. Dopo i primi minuti di nuovo sotto ritmo, l'Inter riprende a macinare gioco. Su un cross deviato di Candreva, Da Costa rischia il pasticcio e Icardi viene murato. Donadoni cambia il filtro davanti alla difesa, con Pulgar per Nagy. I padroni di casa però pressano alto e Candreva prolunga il mal di testa di Torosidis. Su uno scatto di Perisic invece si fa male Gastaldello, che al 18' lascia il posto a Oikonomou. Dopo l'allontanamento del suo assistente Kreek, De Boer aumenta il potenziale offensivo con Eder per Banega, con l'Inter che passa al 4-2-4. I nerazzurri però pagano lo sforzo e nella parte centrale del tempo faticano a creare palle gol. FdB prova a sparigliare le carte con Gabigol, che esordisce piazzandosi a destra al posto di Candreva. L'ultimo quarto d'ora diventa una roulette russa, perché l'Inter è altissima e ogni ripartenza del Bologna è un potenziale pericolo. Infatti Dzemaili sfiora il colpaccio con una destro ribattuto da Handanovic dopo un liscio di Santon. Pulgar capisce le intenzioni di Perisic sull'ultimo sforzo interista, il Bologna sembra averne di più ma viene graziato nel finale da due clamorosi errori sotto porta di Icardi (che manca l'impatto col pallone) e Ranocchia (che colpisce di testa da solo in area e manda la palla fuori) .

Luca Taidelli

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/09/2016 18:09
 
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Lazio-Empoli 2-0: Keita apre, Lulic chiude. Ma che sofferenza...

I biancocelesti vanno avanti grazie al numero 14, poi nella ripresa soffrono il ritorno dei toscani.
Lulic, nel finale, chiude la pratica


Deve arrampicarsi tra tante sofferenze la Lazio prima di intascare la vittoria sull'Empoli. Il gol di Keita al 29' del primo tempo sembrava aver spianato la strada alla squadra di Inzaghi, che però poi deve attendere sino ai titoli di coda della ripresa per arrivare al raddoppio con Lulic. All'Empoli manca il colpo per agguantare il pareggio. La traversa di Pucciarelli e una paio di parate di Strakoska tra i rimpianti più forti dei toscani.

AVANTI CON KEITA — Simone Inzaghi deve rinunciare agli infortunati Basta e Bastos. Si rivede Biglia, che però si ferma dopo nove minuti per guai muscolari e così gli subentra Cataldi. Prima da titolare in A per Wallace. Tornano dal primo minuto Felipe Anderson e Keita. Martusciello ritocca in ogni reparto la formazione sconfitta dall'Inter. In difesa, entrano Zambelli e Pasqual; in mediana, Mauri e Croce; in avanti, Gilardino avvicenda Maccarone che parte dalla panchina. Da buona posizione, Keita prova subito a sorprendere Skorupski ma la sua parabola è fuori bersaglio. L'Empoli si propone a tutto campo e al 14' Pucciarelli impegna Strakosha. La Lazio sfreccia con Keita che non sfrutta una ghiotta chance, ribattuta da Bellusci, ma si riscatta al 29' con un tocco angolato su un pallone rilanciato dallo stesso difensore toscano e firma il suo primo gol in questo campionato. In precedenza, un bel sinistro di Immobile era stato deviato da Skorupski. La Lazio capitalizza la crescita del gioco offensivo. Si infortuna Barba e Martusciello inserisce Cosic. Prosegue la pressione laziale, ma i toscani sono sempre attenti in ripartenza: al 44', una percussione di Croce, mal fronteggiato da Wallace, aziona Gilardino: colpo di testa sventato da Strakosha. Lazio fatica in fase difensiva: Bellusci insidioso con una capocciata prima dell'intervallo.


VANO ASSALTO TOSCANO — Anche al rientro in campo subito in affanno la retroguardia di Inzaghi, che trema per la traversa colpita da Pucciarelli. La Lazio subisce l'assalto dell'Empoli, che accresce il potenziale offensivo con l’ingresso di Marilungo (out Tello). I biancocelesti si rilanciano con alcuni spunti di Anderson sulla corsia destra. Keita vicino al raddoppio al 20': tiro sopra la traversa. Subito dopo Inzaghi lo sostituisce con Lukaku: applausi dell'Olimpico per la prova dell’attaccante, che non dispone ancora di una condizione ottimale. Il belga va sulla fascia sinistra con Milinkovic spostato in avanti. La Lazio non riesce però a divincolarsi dalla morsa dell'Empoli a caccia del pareggio. Mchedlidze, che ha rilevato Gilardino, non graffia da posizione propizia. Al 41' Strakosha si oppone a una rasoiata di Pucciarelli. Wallace poi sciupa la chance per mettere al sicuro il risultato: tiro alto da centro area. Ci riesce invece al 45' Lulic con un colpo di testa che consegna i tre punti alla Lazio.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
25/09/2016 18:12
 
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Serie A, Sassuolo-Udinese 1-0: segna ancora una volta Defrel

I ragazzi di Di Francesco più forti delle assenze: regolano i friulani con
un gol nel primo tempo e vanno in affanno soltanto nel finale di gara


Sassuolo più forte di tutto. Senza 5 titolari (Berardi, Cannavaro, Duncan, Gazzola e Missiroli) e senza nemmeno gli indisponibili Matri e Sensi, la squadra di Di Francesco viene a capo dell’Udinese, la scavalca in classifica e si porta sulla parte sinistra della classifica a quota 9. Tardiva la reazione degli ospiti, davvero pericolosi solo negli ultimi 10’ del match con le traverse colpite da Perica (deviazione di Antei) e di Felipe di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

VAI DEFREL — La ricerca continua del gol premia la squadra di Di Francesco e costringe all’angolo le belle statuine dell’Udinese. Il gioco si sviluppa soprattutto sulla catena di destra: Lirola e Politano fanno ammattire Jankto e Ali Adnan, al 34’ l’ennesimo cross del terzino spagnolo neroverde viene corretto in rete da Defrel, abilissimo nell’area piccola ad attorcigliarsi come un cobra e a colpire gli ospiti sottomisura. Iachini è furibondo con i suoi e, subito, toglie dal campo De Paul (38’ in campo senza combinare alcunchè) e inserisce i muscoli di Zapata. In perenne sofferenza, incapace di tirarsi su oltre la metà campo, l’Udinese subisce il gioco avvolgente dei padroni di casa: a turno, Politano e Ragusa creano pericoli concreti e in due occasioni, sempre nel primo tempo, impegnano il portiere bianconero, costretto agli straordinari.


RISVEGLIO TARDIVO — L’Udinese si ridesta dal torpore dei primi 45’ e dà un senso al suo pomeriggio cercando con più insistenza i sedici metri, spinta su da Kone. Iachini inserisce Perica e lo piazza più avanti in attacco accanto a Zapata, con Thereau che gira attorno ai due in veste di falso dieci. Di Francesco dà invece fiducia a Ricci sul versante di destra e sposta Politano a sinistra: il coefficiente di pericolosità dei neroverdi non cambia. Se prima era Lirola a premere di più sull’acceleratore, nella ripresa il testimone passa a Peluso, a riprova di come si facile giocare con un esterno multiuso come Politano. La squadra si Iachini si fa viva con Perica che, al 39’, sorpassa Antei e mette in mezzo un pallonetto che per poco Zapata non riesce ad insaccare (se non ci fosse Acerbi sulla linea lesto a mandare in tribuna il pallone), poi i friulani colpiscono due traverse in meno di un minuto: prima è il medesimo Perica a far partire un sinistro potente deviato sulla traversa da Antei, quindi sulla prosecuzione dell’azione Kone non riesce a ribadire in rete. Sul successivo calcio d’angolo di Kums, Felipe timbra il legno di testa. Nei titoli di coda annullato anche un gol a Heurtaux per una spinta di Perica su Peluso. Con comprensibile fatica, il Sassuolo riesce a chiudere in vantaggio. E per poco Pellegrini non segna il 2-0 con un missile finito di poco alto sopra la traversa. Sarebbe stato troppo.



Alessio D’Urso

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Serie A, Sassuolo-Udinese 1-0: segna ancora una volta Defrel

I ragazzi di Di Francesco più forti delle assenze: regolano i friulani con
un gol nel primo tempo e vanno in affanno soltanto nel finale di gara


Sassuolo più forte di tutto. Senza 5 titolari (Berardi, Cannavaro, Duncan, Gazzola e Missiroli) e senza nemmeno gli indisponibili Matri e Sensi, la squadra di Di Francesco viene a capo dell’Udinese, la scavalca in classifica e si porta sulla parte sinistra della classifica a quota 9. Tardiva la reazione degli ospiti, davvero pericolosi solo negli ultimi 10’ del match con le traverse colpite da Perica (deviazione di Antei) e di Felipe di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

VAI DEFREL — La ricerca continua del gol premia la squadra di Di Francesco e costringe all’angolo le belle statuine dell’Udinese. Il gioco si sviluppa soprattutto sulla catena di destra: Lirola e Politano fanno ammattire Jankto e Ali Adnan, al 34’ l’ennesimo cross del terzino spagnolo neroverde viene corretto in rete da Defrel, abilissimo nell’area piccola ad attorcigliarsi come un cobra e a colpire gli ospiti sottomisura. Iachini è furibondo con i suoi e, subito, toglie dal campo De Paul (38’ in campo senza combinare alcunchè) e inserisce i muscoli di Zapata. In perenne sofferenza, incapace di tirarsi su oltre la metà campo, l’Udinese subisce il gioco avvolgente dei padroni di casa: a turno, Politano e Ragusa creano pericoli concreti e in due occasioni, sempre nel primo tempo, impegnano il portiere bianconero, costretto agli straordinari.


RISVEGLIO TARDIVO — L’Udinese si ridesta dal torpore dei primi 45’ e dà un senso al suo pomeriggio cercando con più insistenza i sedici metri, spinta su da Kone. Iachini inserisce Perica e lo piazza più avanti in attacco accanto a Zapata, con Thereau che gira attorno ai due in veste di falso dieci. Di Francesco dà invece fiducia a Ricci sul versante di destra e sposta Politano a sinistra: il coefficiente di pericolosità dei neroverdi non cambia. Se prima era Lirola a premere di più sull’acceleratore, nella ripresa il testimone passa a Peluso, a riprova di come si facile giocare con un esterno multiuso come Politano. La squadra si Iachini si fa viva con Perica che, al 39’, sorpassa Antei e mette in mezzo un pallonetto che per poco Zapata non riesce ad insaccare (se non ci fosse Acerbi sulla linea lesto a mandare in tribuna il pallone), poi i friulani colpiscono due traverse in meno di un minuto: prima è il medesimo Perica a far partire un sinistro potente deviato sulla traversa da Antei, quindi sulla prosecuzione dell’azione Kone non riesce a ribadire in rete. Sul successivo calcio d’angolo di Kums, Felipe timbra il legno di testa. Nei titoli di coda annullato anche un gol a Heurtaux per una spinta di Perica su Peluso. Con comprensibile fatica, il Sassuolo riesce a chiudere in vantaggio. E per poco Pellegrini non segna il 2-0 con un missile finito di poco alto sopra la traversa. Sarebbe stato troppo.



Alessio D’Urso

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Fiorentina-Milan 0-0: Ilicic palo su rigore, Bacca sfiora in acrobazia

Lo sloveno spreca dal dischetto nel primo tempo, il colombiano nel finale va vicino al colpaccio:
Montella non centra la terza vittoria consecutiva



Finisce senza gol al Franchi, dove si gioca per l’Europa: lo hanno ammesso i protagonisti e lo dice l’ambizione delle due squadre. Montella conferma l’undici che ha battuto la Lazio, dando dimostrazione di continuità. Sousa è al solito sorprendente ma non troppo, rinuncia solo a Maxi Olivera per Milic. È subito più Fiorentina, montelliana nell’atteggiamento, e nel giro palla. E le occasioni non mancano: nei primi dieci minuti vanno al tiro sia Bernardeschi, rivitalizzato dalle parole dell’allenatore e tra i più dinamici del primo tempo, e Ilicic, che col mancino a giro va fuori di pochissimo. Se nella Fiorentina una nota di merito va a Berna e Ilicic, nel Milan tocca a Niang, mentre gli altri due dell’attacco non pungono. M’Baye ci prova con un doppio tentativo e nell’uno contro uno su Tomovic dà sempre la sensazione di poter essere pericoloso. Al 23’ la Fiorentina potrebbe passare, se il suo miglior rigorista della passata stagione (sette centri su sette) non colpisse il palo alla sinistra di Donnarumma. Bella è l’azione viola: Badelj lancia in profondità Ilicic, De Sciglio è tagliato fuori, lo sloveno mette al centro dove Kalinic svirgola e Borja Valero arriva strattonato da Calabria. Rigore, ma niente di fatto: Ilicic sbaglia. Il Milan non ha una gran reazione, e Montella in panchina spesso sbuffa, mentre la Fiorentina chiude ancora in avanti con il bel traversone di Bernardeschi per Kalinic, appena fuori misura.


PALLEGGIO — La ripresa si apre della stessa marca viola, con azioni sempre molto manovrate: l’attacco alla profondità stavolta porta al tiro Borja Valero, fuori misura. Il Milan è così pericoloso in contropiede, con Bonaventura che innesca il triangolo con Niang: salva Salcedo. E poi ancora con Calabria che si invola a destra e nella mischia appare Tatarusanu a chiudere. Sul contropiede, viola stavolta, Ilicic fa settanta metri di campo prima di appoggiare a Kalinic fermato da Donnarumma. E anche Bacca stavolta non fa centro al primo tentativo: ancora Salcedo a ribattere la conclusione. Ora il Milan cresce, Montella inserisce ancora Locatelli, e da un erroraccio di Badelj (obiettivo rossonero dell’estate) parte l’azione che porta al tiro Suso, su cui è bravo Tatarusanu. Donnarumma lo è ancora di più poco dopo su Borja Valero, che va vicinissimo al vantaggio non fosse per la deviazione in volo del portiere. La mossa di Sousa è Tello, per ridare velocità ai suoi. E poi pure Babacar per dare ulteriore spessore all’attacco, visto che la Fiorentina continua ad avere il comando ma senza trovare lo spunto. Anzi rischia con Sanchez che liscia in difesa lasciando palla a Bacca: altro errore. Finale acceso per un fallo non fischiato su Luiz Adriano che si era involato verso Tata servito da Locatelli: il fallo è netto ma sembra fuori area.

Alessandra Gozzini

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27/09/2016 00:13
 
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Crotone-Atalanta 1-3: apre Petagna, chiude Gomez, Gasperini respira

Ospiti avanti dopo appena 2' grazie alla rete dell'attaccante scuola Milan.
Kurtic e Gomez, poi, calano il sipario già nel primo tempo.
Nella ripresa, Kessie si becca un rosso ingenuo, mentre Simy firma il gol della bandiera


Il Papu illumina la notte dell’Atalanta in un Adriatico spettrale. Gasperini vince, risale e si tiene stretta la panchina con le prodezze dell’argentino e la concretezza di Petagna. Il Crotone crolla dopo un tempo. L’1-3 è impietoso: la difesa-colabrodo dei calabresi sale a 14 gol presi in 6 giornate, non basta un finale generoso a salvare la squadra di Nicola. Più di un campanello d’allarme. Anche il deserto sugli spalti non aiuta i calabresi in queste gare "casalinghe".


PETAGNA SCATENATO — Dopo quaranta secondi, Petagna spiana la strada per Kurtic, il piattone è centrale e Cordaz si oppone. Brutto segnale per Nicola: al 3’ il panzer scuola Milan approfitta di un liscio di Dussenne in scivolata e sblocca la partita. Il secondo gol al secondo tiro in porta della sua stagione nerazzurra, è anche il più veloce finora di questa serie A. Petagna è il protagonista in avvio di gara. Alla mezzora illumina per Kessie che dalla linea di fondo riesce a calciare ma trova il palo. Sulla palla che torna in campo s’avventa Gomez a botta sicura: Ferrari sulla linea salva i suoi. Sul ribaltamento del Crotone, Trotta in diagonale chiude troppo il tiro e spreca la palla del pari. È tanta l’Atalanta nel primo tempo: solo la mano aperta di Cordaz evita il tracollo sul destro a giro di Gomez dal vertice sinistro dell’area al 38’. Ma il portiere calabrese è protagonista sfortunato sul corner seguente battuto da Freuler: uscita maldestra addosso a Dussenne, Kurtic è lì e di petto firma il raddoppio. Il Crotone scompare dal campo e crolla nel recupero: Gomez regala una perla ai pochi spettatori presenti e chiude la gara. Prima gioia per il capitan Papu in questa stagione: l’ultima volta aveva segnato il 3 aprile contro il Milan, quasi sei mesi fa.


RIPRESA — La ripresa è una formalità per gli uomini di Gasperini, almeno fino al 16’: Kessie entra sul ginocchio di Dussenne e si fa espellere. Fuori Papu per Raimondi e passaggio immediato al 5-3-1. Nicola passa all’arrembante 4-2-4 con Tonev e il "pivot" Simy, 198 centimetri al centro dell’attacco rossoblu. Proprio lui accende il finale segnando l’1-3 sulla sponda aerea di Falcinelli (da posizione dubbia). Il nigeriano trova anche il 2-3, ma si aggiusta la palla con la mano e Rocchi annulla.

Orlando D'Angelo

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2016 00:18
 
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Serie A, Cagliari batte Sampdoria 2-1. Ma che papera di Viviano!

Melchiorri punisce l'errore del portiere nel finale.
Di Joao Pedro e Bruno Fernandes le altre reti del match.
Quarta sconfitta di fila per Giampaolo, ora a 1 punto dalla zona
retrocessione e a -1 dai sardi, che sorpassano i blucerchiati


Non è la serata dei portieri. Sono Viviano e Storari i protagonisti della serata del Sant'Elia. Ma va bene al Cagliari (2-1 alla Samp) perché l'erroraccio di Viviano al minuto 43 del secondo tempo costa la partita alla Samp che infila la quarta sconfitta consecutiva. È' bene che Marco Giampaolo si faccia benedire: gli rubano la partita a Roma, non gli va bene col Milan, perde a Bologna e ora lo tradisce pure Viviano. E pensare che lui si era affannato per mettere in campo una squadra che giocasse la palla al meglio e facesse la partita. Il Cagliari non patisce i problemi dei tifosi col suo portiere, gioca, aggredisce, riparte, trova i giusti ritmi con Isla mezzala e Padoin che gli copre bene le spalle, ha in Sau un regista avanzato e in Joao Pedro l'arma letale in più. Ma la vittoria arriva grazie a un pasticciaccio di Viviano con Federico Melchiorri, tornato in campo dopo 5 mesi, che spinge nella porta vuota un pallone che il portiere gli consegna con un liscio incredibile. Per Rastelli, bravo stratega, espulso nel finale per proteste, il giusto premio. Gestione intelligente e mosse azzeccate. Anche se la vigilia del match era stata piuttosto agitata.


IL CASO — Tutto comincia prima, molto prima, nel chiuso del ritiro del Cagliari. Tira aria brutta per Marco Storari. Gli Sconvolts (i tifosi più estremi) da qualche settimana hanno deciso che non lo vogliono capitano. Una storia allucinante in cui, va detto, il portiere non ha alcuna colpa. Alla fine decide Massimo Rastelli, in totale accordo con l'esperto numero uno. Il tecnico dà la fascia di capitano a Marco Sau, sardo di Tonara, in attesa che torni Daniele Dessena che, però non essendo un titolare, difficilmente partirà capitano. "Partita troppo importante per farsi condizionare da queste cose", dichiara l'allenatore a Sky Sport. È così, si evita la contestazione fuori (il pullman del Cagliari entra tranquillo nel parcheggio) e Storari, all'ingresso in campo, con gli altri colleghi Rafael e Colombo, viene addirittura applaudito. Proprio da quelli che lo minacciavano e insultavano.

SI GIOCA — All'ingresso ufficiale delle squadre Storari viene ancora osannato. È' pace con i tifosi che, a loro modo, l'hanno avuta vinta. Marco e si oppone a Cigarini, ma la sua partita dura 30 minuti. Pressato da Muriel, rinvia con affanno e il ginocchio fa male. Deve uscire, facendo posto a Rafael come successe a Bologna (ma quella volta fu rosso per il numero 30 rossoblù). La partita la fa più la Samp che gioca sempre la palla, veloce, a uno o due tocchi ispirata da Cigarini, bravo a dettare i tempi e trovare l'uomo libero e da Muriel che si affanna davanti anche senza palla. Rastelli si ricorda della brillante partita con l'Atalanta e ripropone Tachtsidis al posto di Di Gennaro e Pisacane terzino a coprire le spalle a Isla. Il pupillo del tecnico non molla di un centimetro. Si dimostrano scelte azzeccate, il Cagliari si oppone alla Samp che ci prova anche da fuori, ma nella sfida tra trequartista Joao Pedro si rivela decisamente più utile di Ricky Alvarez che non fa mai la cosa giusta. È proprio al minuto 37 su una discesa di Padoin da ala pura, l'ex juventino si beve Pereira (che perde pure il primo contrasto) e mette in mezzo per "JP" che anticipa da campione Skriniar e porta in vantaggio il Cagliari.

SECONDO TEMPO — Si riparte con gli stessi schieramenti, ma la Samp non riesce a pungere. Tiene la palla ancora, ma senza creare guai a Rafael e alla difesa rossoblù. Anzi è lo scatenato Sau che torna indietro e prende palla a portare a spasso gli avversari. Lui è Joao Pedro sono incontenibili ed è proprio una loro ripartenza a dare a Tachtsidis la palla del 2-0 che il greco calcia malamente. Giampaolo osa: toglie Muriel, che aveva fatto decisamente meglio di Quagliarella, e e inserisce Schick, poi inserisce Budimir per il preoccupante Pereira e si piazza con uno stra-offensivo 3-3-1-3. Rastelli deve togliere Sau, stremato, e dopo cinque mesi dà spazio a Federico Melchiorri che si era rotto il ginocchio il 1° aprile. Non succede niente fin quando Gavillucci ignora un fallo a centrocampo su Barella (entrato per lo sfinito Joao Pedro) e la Samp, ripartendo a tutta, consegna a Bruno Fernandes (entrato per Praet) il pallone del pareggio. Non è finita: la sfortuna che si era accanita su Cagliari viene ricompensata dall'incredibile errore di Viviano che esce dall'area e consegna a Melchiorri la palla di una favola, il primo gol in serie A, una nuova vita da calciatore dopo l'incidente. Uno scherzo costato cinque mesi di calvario.

Francesco Velluzzi

Fonte: Gazzetta dello Sport
27/09/2016 00:23
 
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SERIE A 2016/2017 6ª Giornata (6ª di Andata)

24/09/2016
Palermo - Juventus 0-1
Napoli - Chievo 2-0
25/09/2016
Torino - Roma 3-1
Genoa - Pescara 1-1
Inter - Bologna 1-1
Lazio - Empoli 2-0
Sassuolo - Udinese 1-0
Fiorentina - Milan 0-0
26/09/2016
Crotone - Atalanta 1-3
Cagliari - Sampdoria 2-1

Classifica
1) Juventus punti 15;
2) Napoli punti 14;
3) Inter punti 11;
4) Roma, Lazio, Milan, Chievo e Bologna punti 10;
9) Sassuolo punti 9;
10) Genoa (*), Fiorentina(*) e Torino punti 8;
13) Cagliari e Udinese punti 7;
15) Pescara, Atalanta e Sampdoria punti 6;
18) Palermo punti 5;
19) Empoli punti 4;
20) Crotone punti 1.

(*) Genoa e Fiorentina una partita in meno.

(gazzetta.it)
01/10/2016 23:23
 
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Pescara-Chievo 0-2, Meggiorini e Inglese portano i veneti al 3° posto

La squadra di Maran sblocca nella ripresa con l'ingreso
dalla panchina dell'attaccante che firma il vantaggio al 31'.
Poco dopo il raddoppio di Inglese



Una notte da Champions, poi si vedrà. Meggiorini più Inglese: il Chievo vola alto. Cinica e puntuale con il gol, la squadra di Maran si sbarazza del Pescara (generoso ma spuntato in fin dei conti) e sale in classifica momentaneamente al terzo posto con 13 punti – dietro Juve e Napoli - in zona Champions: roba da far tremare i polsi. Una partita tattica di intensità terribile, decisa dai due attaccanti nell’utimo quarto d’ora, quando ormai i padroni di casa avevano speso quasi tutte le energie disponibili.

RIPARTENZE — L’avvio di partita è tutto di marca gialloblù. Un brutto Pescara concede troppi spazi agli ospiti: già nei primi 10’ Spolli potrebbe centrare il bersaglio di testa, la sua specialità, su due calci d’angolo di Birsa. Poi un retropassaggio corto di Biraghi scatena il contropiede al 12’ orchestrato da Floro Flores e Castro, il cui tiro finale è una deludente telefonata a Bizzarri. La squadra di Oddo si ridesta all’improvviso con un missile di Manaj alzato sopra la traversa da Sorrentino e con un rasoterra di Caprari comodamente bloccato dal portiere del Chievo. Col passare dei minuti i padroni di casa ricominciano ad accarezzare il pallone facendolo girare velocemente: ne trae beneficio Memushaj, pericoloso al 22’ con un bel destro respinto. Un sostanziale equilibrio caratterizza la fase centrale del primo tempo, ma Birsa e compagni, più degli avversari, sono in agguato nei sedici metri, più alti e più concreti del Pescara, pronti ad approfittare del primo errore altrui, come al 37’ quando Verre perde un pallone e per poco Inglese non lo trasforma in gol un assist dell’onnipresente Birsa. E nel finale di tempo Floro Flores pecca d’egoismo ignorando il trequartista sloveno in ottima posizione per calciare a rete.

INIZIATIVA — Nella ripresa il Pescara si fa più intraprendente, sicuro di poter sorprendere con la velocità i giganti gialloblù, ma ogni tentativo s’infrange sul muro gialloblù. Quando ormai la partita sembra incanalarsi sui binari del pareggio, l’ennesimo errore negli appoggi del Pescara spalanca la porta del gol al chievo: Memushaj al 31’ perde palla, ne approfitta Birsa che smista subito il pallone per l’appena entrato Meggiorini che, con grande freddezza, scarta Bizzarri e deposita in rete di destro. Passano 9’ e il Chievo chiude il match, proprio quando il Pescara ha esaurito il carburante. Sull’ennesimo pallone lasciato incustodito (Caprari), Castro s’invola e lancia a rete Inglese, la cui conclusione non dà scampo a Bizzarri. C’è ancora il tempo per un gol annullato a Campagnaro (fuorigioco), poi il triplice fischio: gialloblù in volo, padroni di casa a secco (appena 2 punti nelle ultime 5 gare) ma a testa alta.

Alessio D'Urso

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01/10/2016 23:26
 
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Udinese-Lazio 0-3: doppio Immobile e Keita-gol, biancocelesti da Champions

La squadra di Simone Inzaghi si impone in Friuli grazie alla doppietta dell'azzurro e alla rete del senegalese:
vittoria che vale il momentaneo terzo posto


Seconda vittoria di fila per la Lazio che salta al terzo posto, al fianco del Chievo. Immobile con una doppietta e Keita siglano il successo di Udine (3-0). Una bella prova della squadra di Inzaghi: sciolta e convinta nel suo gioco spumeggiante. Affonda l’Udinese che nelle ultime quattro giornate ha incassato appena un punto. Crisi nera per i friulani contestati al fischio finale e ora la panchina di Iachini è seriamente a rischio.


SBLOCCA IMMOBILE — Rispetto alla formazione sconfitta dal Sassuolo alcuni ritocchi nell’Udinese. In mediana spazio a Badu e in avanti alla coppia Zapata-Perica. Inzaghi si affida a un 4-1-4-1 molto elastico. Cambia la retroguardia: tornano Hoedt e Patric, che è alla prima stagionale da titolare, mentre tocca a Lukaku rilevare all’ultimo Radu fermato da noie muscolari. Infortunato Biglia, c’è Parolo come perno del centrocampo, staccato davanti alla retroguardia. Felipe Anderson, Milinkovic, Lulic e Keita alle spalle del centravanti Immobile. L’Udinese prova a dare subito la scossa alla gara, ma il colpo di testa di Zapata è alto. Il gioco si vivacizza con la Lazio che si sgancia in avanti con continuità. La squadra di Iachini soffre il fraseggio dei trequartisti di Inzaghi. Lulic offre un pallone invitante a Felipe Anderson che non trova il varco giusto. Pericolosa una fiondata di Keita deviata in angolo. È il 28’: dalla bandierina, Felipe Anderson innesca Milinkovic che di testa smista per l’incornata vincente di Immobile. Terzo gol in campionato per l’attaccante. Udinese disorientata. De Paul allerta Strakosha con una bordata di poco a lato, ma i friulani mostrano tante difficoltà nel dare profondità al gioco.

DOMINIO LAZIO — Nella ripresa, la squadra di Inzaghi parte col proposito di chiudere presto la partita. Al 9’ Felipe Anderson ispira Keita per il tocco del 2-0. Secondo gol di fila per l’ex Barcellona. Udinese al tappeto. E la Lazio non si ferma. Al 16’ il terzo gol con un bella azione in velocità chiusa a rete da Immobile, servito da Lulic. Non vuole però arrendersi l’Udinese che raschia il proprio orgoglio. Iachini sostituisce il fischiatissimo De Paul con Penaranda. Reclama un rigore per un fallo di Hoedt su Perica. Inzaghi inserisce Djordjevic e Lombardi al posto dei goleador Immobile e Keita. E la Lazio continua ad attaccare: palo di Lombardi. Trionfa la squadra di Inzaghi nella serataccia dell’Udinese.

Nicola Berardino

Fonte: Gazzetta dello Sport
[Modificato da binariomorto 01/10/2016 23:27]
02/10/2016 14:57
 
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Empoli-Juventus 0-3: Dybala+Higuain, che spettacolo.
Allegri gode e resta 1°

L'ex Palermo sblocca il match dopo 20' della ripresa,
poi ci pensa il Pipita con una doppietta a chiudere la pratica:
bianconeri sempre in vetta



Cinque minuti, solo cinque minuti. Tanto è bastato a una Juventus non bellissima per archiviare il capitolo Empoli e accontentare Massimiliano Allegri, che aveva chiesto ai suoi una sosta serena. Al Castellani abbiamo visto una Signora double face: lenta e sprecona prima, spietata nel finale, quando la prima rete stagionale in campionato di Dybala e la doppietta di Higuain hanno cambiato la partita. I due attaccanti hanno segnato ancora in coppia, come a Zagabria. In cinque minuti, perché tanto è trascorso dal primo al terzo gol.

FUORI SAPONARA: PERCHÈ? — Allegri, fedele alle indicazioni della vigilia, cambia pochissimo rispetto a Zagabria: dentro Alex Sandro per Evra e Cuadrado per Dani Alves. Il sistema di gioco di partenza è sempre 3-5-2, ma in campo si vedono movimenti diversi. La cosa più evidente è la linea a tre dietro a Higuian formata da Cuadrado-Dybala-Pjanic. Si capisce che l'obiettivo del tecnico è sfruttare la spinta del colombiano e attaccare con più uomini possibile. Martusciello risponde con il solito 4-3-1-2 ma la sorpresa è sulla trequarti: fuori Saponara e dentro Krunic, meno offensivo. Scelta tecnica che si fa fatica a comprendere, perché una squadra come l'Empoli la qualità che ha dovrebbe sempre metterla in campo.

DOPPIO LEGNO — I toscani concedono parecchio e la Juventus trova spesso e volentieri delle praterie per ripartire in contropiede, però gli manca l'istinto killer. Colpisce due legni, prima una traversa con Khedira (lanciato da Pjanic sul filo del fuorigioco: il tedesco sbaglia da pochi passi) poi con un tiro-cross di Cuadrado che sulla respinta del portiere finisce sul palo. Il colombiano si fa ipnotizzare dal portiere poco dopo la metà del primo tempo (altra pennellata di Pjanic), mentre sull'occasione finale di Higuain è Cosic a salvare sulla linea. Troppi gol mangiati. L'Empoli ci prova solo negli ultimi 10 minuti, con Pucciarelli (parato) e Krunic (deviato in angolo da Buffon). Da segnalare anche un time out al 24'.

TANGO ARGENTINO — A inizio ripresa Allegri inserisce Lemina per Khedira, che non prende benissimo la sostituzione (usando un eufemismo). La porta dell'Empoli intanto sembra stregata, la Juve se ne accorge una volta ancora quando a inizio ripresa Higuain tira addosso a Skorupski.Un minuto dopo (20') però arriva l'1-0 di Dybala: bella palla di Alex Sandro per l'argentino che tira una botta sotto la traversa. Così i due si riscattano di un primo tempo così così. Saltato il tappo, esce lo champagne: Higuain fa doppietta in 3 minuti (sul secondo erroraccio di Zambelli) e la Juve ha altre occasioni per dilagare. Nel finale spazio per Pjaca, che sfiora il gol due volte, e Sturaro (per l'azzurro primi minuti dopo l'infortunio estivo in Nazionale).

Fabiana Della Valle

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/10/2016 17:28
 
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Atalanta-Napoli 1-0: decide Petagna

La squadra di Sarri va sotto dopo 9 minuti, gioca una buona gara senza riuscire a trovare la via del gol:
per gli azzurri è la prima sconfitta stagionale in campionato


Dopo sette giornate, arriva la prima sconfitta stagionale del Napoli. Merito di un’Atalanta scatenata e delle scelte di Gasperini, che ha sfidato tutto e tutti, nel corso della settimana, per difendere le proprie scelte. Il gol partita arriva al 9’, grazie a terzo gol in campionato di Andrea Petagna. I tre punti lasciati a Bergamo, creano un primo divario tra la Juventus e lo stesso Napoli ce, adesso, insegue a meno 4.

PRIMO TEMPO — Sarri rinuncia la turn over e schiera gli stessi 11 di Champions League, con la sola eccezione di Insigne al posto di Mertens. Una scelta che viene bocciata dai primi 45 minuti, duranti i quali l’Atalanta emerge per maggiore freschezza fisica. Papu Gomez è un indemoniato sulla fascia sinistra e Hysaj è costretto a inseguirlo, vanamente, perché l’argentino gli sfugge sempre. In difesa, invece, prevale la determinazione di Toloi che lascia poche possibilità agli attaccanti napoletani. L’Atalanta passa in vantaggio dopo appena 9 minuti. Il cross dalla sinistra di Gomez supera Koulibaly e sbatte sulla faccia di Ghoulam ela deviazione mette tutto solo Petagna dinanzi a Reina: il sinistro del possente attaccante non da scampo al portiere spagnolo. Il Napoli si vede poco, è fermo sulle gambe, un po’ tutti accusano la stanchezza del mercoledì europeo. Kurtic assiste Petagna (16’) ma il centravanti sbaglia il tocco sotto misura. Il Napoli diventa pericoloso, al 22’ per una scivolata di Dramé che libera il tiro di Callejon: Berisha è pronto a respingere. Lo stesso portiere compie un vero prodigio (29’) quando devia in angolo una punizione di Ghoulam.Prima del riposo, l’Atalanta sfiora il raddoppio con Dramé: la conclusione dell’esterno sinistro sbatte contro la traversa.

SECONDO TEMPO — La ripresa si apre con il Napoli più convinto, ma il gioco è confuso. Sarri prova a rimediare al mancato turn over inserendo nell’ordine, Mertens, Gabbiadini e Giaccherini, ma l’azione resta poco incisiva. Ci prova due volte dal limite, Marek Hamsik (15’ e 20’) ma le sue conclusioni non trovano lo specchio della porta. L’Atalanta ha l’opportunità di chiduere la partita con il contropiede di Alberto Grassi, l’ex: il centrocampista, s’invola tutto solo verso Reina, ma spara sul portiere. Dopo 5 minuti di recupero, Rizzoli fischia la fine.

Mimmo Malfitano

Fonte: Gazzetta dello Sport
02/10/2016 17:35
 
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Bologna-Genoa 0-1, Samp-Palermo 1-1
Simeone da 3 punti, Fernandes-gol

Secondo gol consecutivo per il Cholito, che regala la vittoria ai rossoblù.
A Marassi passa avanti il Palermo con Nestorovski, ripreso da Fernandes al 95'


BOLOGNA-GENOA 0-1 — Simeone al 31' s.t.
Dopo tre vittorie di fila in casa, il Bologna cade al Dall'Ara. Decide Simeone junior, al secondo gol di fila dopo quello al Pescara, partita nella quale il Genoa aveva lamentato due espulsioni. E stavolta vince proprio dopo due rossi agli avversari.


Il primo tempo è di intensità altissima, pure eccessiva. Bologna e Genoa si affrontano tra mosse e contromosse, con la squadra di Donadoni che tiene sempre alte le tre punte e quella di Juric che cerca di sfruttare i tagli interni di Rigoni e Gakpé, che sfuggono al controllo degli interni bolognesi. Sembra più efficace la mossa genoana, perché sono gli ospiti a comandare a lungo, anche se riescono a creare solo una chiara occasione, con un taglio di Lazovic per Laxalt che conclude sull'esterno della rete al 12'. Il Bologna risponde con una deviazione di tacco lisciata da Destro su assist di Krejci al 28' e un anticipo di Izzo su Krejci due minuti dopo. L'aspetto più evidente tuttavia è l'aggressività del Genoa, che però spesso sfocia nella scorrettezza. E il finale di tempo si tinge di rosso. Al 41' viene allontanato Juric che protesta dopo un fallo su Dzemaili, al 43' è Gastaldello a commettere un'ingenuità: su fallo fischiato a favore del Bologna (e ammonizione di Simeone), il difensore rossoblu protesta e si becca il giallo, poi rivolgendosi al quarto uomo dà del matto all'arbitro Maresca, probabilmente accusato di tollerare troppo il gioco duro del Genoa (14 falli e 4 gialli in 45'). Rosso a quel punto inevitabile, Bologna in dieci e a rischio svantaggio, perché nel recupero Simeone scappa a Dzemaili e Maietta poi scarica il destro sul palo interno.


Donadoni ricomincia con Oikonomou per Nagy, cioè rinuncia al regista ma non alle tre punte. Ed è proprio del Bologna la prima vera occasione del match, al 9' dell ripresa: Destro resiste a Burdisso, punta e salta Gentiletti spalancandosi lo specchio della porta, ma allarga troppo il destro. Il Genoa aumenta la pressione ma sbaglia tanto in fase di rifinitura e riesce a concludere solo da fuori, con Gakpé al 12', Rincon al 13' e Veloso al 20'. Dentro dunque Ntcham e Ninkovic per aumentare il tasso di qualità, mentre il Bologna, encomiabile fino a metà ripresa, finisce per pagare lo sforzo che costringe i terzini, soprattutto Masina, a un continuo avanti e indietro. Così al 32', arriva il gol vittoria del Genoa: gran palla di Ninkovic per la corsa di Laxalt, finta e controfinta su Oikonomou e cross basso che Simeone corregge in rete per il suo secondo gol consecutivo. La reazione è rabbiosa ma improduttiva, e nemmeno l'espulsione di Gentiletti al 40' rianima il Bologna, perché un minuto dopo Dzemaili si becca il rosso diretto per un'entrataccia su Ninkovic. Così il Genoa può amministrare il vantaggio fino al fischio finale.

SAMPDORIA-PALERMO 0-1 — Nestorovski al 14' s.t., B. Fernandes al 49' s.t.
All’ultimo istante, e forse anche dopo. Bruno fernandes riacciuffa il Palermo quando il recupero è scaduto da due secondi ed evita alla Sampdoria la quinta sconfitta consecutiva. Giusto così per quanto si è visto in campo, con una Sampdoria poco cinica ma comunque in grado di costruire almeno cinque occasioni da rete e costretta a soffrire per un grave errore difensivo.


Parte bene la Sampdoria, che trova buoni varchi sul lato destro del centrocampo. Muriel è il primo a provarci, al 5’, ma Posavec intercetta il suo tiro da fuori area. Sull’angolo seguente è Quagliarella a trovare la conclusione ravvicinata, stavolta A respinge è Hiljemark. Il gioco si fa più equilibrato, anche se è sempre la Sampdoria a rendersi più pericolosa. Al 43’ Barreto colpisce di testa, su angolo, ma trova ancora il portiere del Palermo attento sul primo palo. Poco dopo’ al 47’, Quagliarella costringe all’errore lo stesso Posavec, sul rimpallo si scatena Muriel, il suo tiro, potente, però non sorprende il numero uno rosanero.


Posavec pare davvero insuperabile quando, al 10’ del secondo tempo, neutralizza un nuovo spunto di Muriel. Cinque minuti dopo il disastro Samp: Aleesami sfugge a Sala sulla sinistra e crossa, Skriniar buca l’intervento e Nestorovski fa secco Viviano. Un colpo durissimo, che manda in confusione la Sampdoria. Posavec para pure un colpo di testa di Skriniar al 49’, poi arriva Fernandes, che, con un gran tiro al volo dal limite trova il pareggio.

Frosio-Da Ronch

Fonte: Gazzetta dello Sport
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