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Last week tonight

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2017 16:57
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22/05/2017 13:49
 
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www.hbo.com/last-week-tonight-with-john-oliver


John Oliver, il comico che sta rivoluzionando l’informazione

Le puntate tematiche del suo Last Week Tonight sono diventate un fenomeno virale. Mentre Stephen Colbert si appresta a subentrare a David Letterman, il futuro della televisione sembra aver preso un’altra direzione


“Se vuoi fare qualcosa di malvagio, nascondilo dentro qualcosa di noioso.” La frase è del comico britannico John Oliver, e aiuta a spiegare il tipo di miracolo mediatico che è riuscito a compiere negli ultimi mesi: convincere milioni di spettatori a trascorrere la domenica sera a sciropparsi approfondimenti tematici su argomenti che normalmente ignorerebbero.

Da ormai un anno e mezzo, ogni settimana Oliver prende posto alla sua scrivania negli studi della HBO e per quasi mezz’ora parla di un solo argomento, senza concedere intermezzi e senza mai derapare nel gratuito. Parliamo di tematiche potenzialmente soporifere, come lo spreco di cibo, l’agenzia delle entrate statunitense (IRS) e la Net Neutrality, che Oliver riesce a usare come il pendolo di un ipnotizzatore per portare in secca milioni tra spettatori TV e YouTube.


Mentre il panorama televisivo mondiale è in fermento per il debutto di Stephen Colbert sullo scranno che fu di David Letterman, previsto per il prossimo 8 settembre, John Oliver sembra già pronto a oscurarne la partenza.

Il suo Last Week Tonight sta raccogliendo un successo senza pari, merito soprattutto di un format che privilegia l’approfondimento tematico alla satira omnicomprensiva tipica dei late night show. Il che è curioso, considerando che fino a pochi mesi fa Stephen Colbert era considerato (e con buona ragione) il futuro della televisione americana. E allora come è possibile che un comico di 38 anni, dal pesante accento britannico e da anni relegato al ruolo di spalla nel Daily Show, arrivi nel giro di pochi mesi a soffiare sul collo dell’erede di Letterman?

Andiamo con ordine.

John William Oliver nasce nel 1977 in un sobborgo di Birmingham, dopo essersi fatto le ossa in un gruppo di comici universitari, comincia la sua gavetta alla vecchia maniera esibendo:si come stand-up comedian nei peggiori club d’Inghilterra. Le cose cominciano a muoversi nel 2004, quando incontra Andy Zaltzman, con cui produrrà una serie di podcast satirici che ottengono un buon riscontro. Non passa un anno ed ecco la svolta: Oliver viene assunto dal Daily Show di Jon Stewart in veste di corrispondente dal Regno Unito. Nel 2013, Stewart si fa sostituire da Oliver per dirigere il suo primo film, ed è qui che il comico britannico dimostra di meritarsi uno show: il pubblico lo ama, forse più di Jon Stewart. Nel giro di pochi mesi succede l’inevitabile: HBO offre a Oliver una sedia e una scrivania con il suo nome.

Nel frattempo Colbert ha già un suo show, in cui interpreta un personaggio fittizio (ma omonimo), una sorta di pseudo-intellettuale repubblicano dalle idee confuse e con la bava alla bocca. Colbert ha alle spalle un team formidabile, l’idea di utilizzare un finto-repubblicano per affrontare criticità che di solito sono bersaglio della sinistra è geniale, e funziona così bene che nel 2014, dopo quasi dieci anni, Colbert è pronto a lasciare la scialuppa del Colbert Report per stringere il timone del Late Show, in previsione del pensionamento di David Letterman.

Oliver e Colbert hanno una storia simile: sono entrambi stati svezzati dal Daily Show, hanno entrambi cominciato come spalle per poi ottenere uno spettacolo proprio, e non è difficile trovare punti di contatto nei loro due approcci: entrambi mescolano con sapienza comicità e informazione, ed entrambi fanno leva sul ruolo che ricoprono per portare a galla le contraddizioni e l’ipocrisia di una classe politica (i repubblicani nel caso di Colbert) o del cittadino medio americano (è il caso di Oliver, britannico purosangue). Ma se nel suo show Colbert non si leva mai i panni del finto repubblicano, Oliver si muove su una corda più sottile.


John Oliver trasmette da New York, si rivolge prevalentemente a un pubblico americano e sa che il suo accento britannico gli conferisce automaticamente un’aurea di aplomb e autorevolezza. Una persona che si trovasse a guardare per la prima volta una puntata di Last Week Tonight penserebbe di trovarsi di fronte una sorta di maestrino azzimato e borioso. Non è un caso che ogni puntata cominci con un cappello introduttivo comico: questione di pochi secondi, Oliver introduce il titolo della puntata e scocca una manciata di battute in rapida sequenza. Il pubblico ride, Oliver alza una mano per richiamare l’ordine: ora ha l’attenzione degli spettatori, il gioco può iniziare. Oliver passa ad approfondire l’argomento, e lo fa con un piglio preciso, quasi documentaristico. Per i quindici minuti seguenti, il tono seguirà un andamento altalenante: Oliver fornisce dati e statistiche circostanziate per alcuni secondi, e poi, un attimo prima che la pressione raggiunga il limite aziona la valvola comica richiamando il pubblico all’attenzione; nel farlo, si premura spesso di chiosare con un’imprecazione (i termini “shit” e “fuck” abbondano nelle puntate di Last Week Tonight), il che aiuta a scongiurare l’impressione di stare assistendo a una lezione in cattedra.

Il vecchio trucco del bastone e la carota? In un certo senso sì, ma la cosa più interessante (e funzionale) è che le due anime dello show, quella seria e quella faceta, non si mescolano mai veramente: le informazioni reali e la loro trasfigurazione comica vengono posizionate su due livelli differenti e non comunicanti. Ecco il miracolo: rendendo l’informazione divertente, è possibile sollevare il tappeto di noia sotto cui vengono nascoste tante ingiustizie.


Questa strategia comunicativa è particolarmente lampante in quella che è per forza di cose la puntata più nota (e delicata) dello show: quella sulla sorveglianza governativa. Lo scorso aprile, in occasione del voto per l’estensione della controversa Section 215 del Patriot Act (prevista per il 1 giugno 2015, e poi bocciata), Oliver si è recato in Russia per intervistare Edward Snowden, il whistleblower più famoso e ricercato nella storia degli Stati Uniti. In sedici minuti di intervista, John Oliver mette sul tavolo questioni tutt’altro che semplici, Snowden per altro è un ricercato e probabilmente l’ultima persona ad aver voglia di scherzare su qualcosa per cui ha sacrificato parte della propria vita, eppure, anche in questo caso l’informazione riesce ad andare a braccetto con la risata. Oliver qui cammina su un filo sottilissimo, ma dimostra di essersi allenato a dovere: prima pone la domanda, lunga, circostanziata, tutt’altro che banale, e mentre Snowden risponde lo incalza con commenti sarcastici e battute agrodolci. Ma il vero capolavoro arriva quando Oliver, dopo aver discusso della difficoltà di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi allo scandalo NSA, chiede a Snowden di descrivere il processo di raccolta e trasferimento di informazioni sensibili, circoscrivendo il discorso agli utenti che condividono le foto dei propri genitali. Ecco qualcosa che Colbert non ha ancora dimostrato di saper fare: suscitare risate senza levare un grammo di importanza all’argomento trattato.


Se molte delle puntate tematiche del Last Week Tonight sembrano cucite su misura per un pubblico americano, negli ultimi mesi lo show ha dimostrato di sapere estendere la propria portata ben oltre i confini statunitensi. Gli episodi sui diritti transgender, l’educazione sessuale nelle scuole e la discriminazione LGBT hanno ricevuto diffusione virale anche nel nostro paese, dimostrando come questo tipo di format sia tendenzialmente più aerodinamico di altri, compreso quello di David Letterman e dello stesso Stephen Colbert.

C’è una cosa che distingue John Oliver da altri comici prestati al giornalismo e al commento politico come Stephen Colbert, Bill Maher e persino lo stesso Jon Stewart – che Oliver ha più volte descritto come il proprio mentore discepolo: Oliver non fa propriamente satira, non filtra la realtà attraverso le proprie lenti, i commenti in calce a ogni notizia non sembrano l’espressione di una sua opinione (semmai quella del team di autori che lavora alle puntate, loro sì autentici giornalisti), quanto un modo acuto e divertito di presentare fatti che difficilmente potrebbero essere confutati. Il che può suonare contraddittorio, se si considera che molte puntate terminano con un vero e proprio appello di cui Oliver sembra farsi promotore (per dirne una, nell’ultimo episodio, andato in onda domenica 23 agosto, ha chiesto al governo federale di porre fine alla discriminazione nei confronti della comunità LGBT).


Ma il dato più interessante non consiste tanto nella novità formale proposta da John Oliver, quanto nella sua capacità di incidere effettivamente sul mondo reale. Nel giugno del 2014, nelle ore seguenti alla messa in onda della puntata sulla Net Neutrality la Federal Communication Commission ricevette di colpo decine di migliaia di email, abbastanza per mandarne in tilt i server; nel giugno di quest’anno, invece, Oliver ha dedicato una puntata all’iniquo sistema di pagamento delle cauzioni di buona condotta nella città di New York, l’episodio ha creato un fermento tale da indurre il sindaco Bill De Blasio a riformare il sistema abbassando le soglie per i crimini minori. Sono solo alcuni esempi di quello che viene già chiamato “John Oliver Effect” è che ha raggiunto il suo culmine la scorsa settimana, con la messa in onda di un episodio dedicato ai telepredicatori.

Per dimostrare come alcuni predicatori facciano leva sulla religione per scucire milioni di dollari alle persone più ingenue, Oliver prima ha finto di essere uno di questi “fedeli”, poi ha fondato una propria chiesa e ha invitato il pubblico a fare donazioni. Nel giro di pochi giorni la “chiesa” ha già raccolto migliaia di dollari esentasse.


Nonostante l’enorme consenso raccolto dal suo spettacolo, John Oliver ha avuto l’intelligenza di non abusare della luce dei riflettori: di fronte a schiere di intervistatori che cercano di affibbiargli l’etichetta di “giornalista”, lui si defila con nonchalance sostenendo di non essere altro che “un comico”, o meglio “un comico che fa battute su fatti di attualità”. Se da un lato questo è vero, dall’altro è anche vero che il lavoro svolto dalla redazione del Last Week Tonight è a tutti gli effetti giornalismo investigativo e ogni episodio è una specie di documentario condensato in salsa satirica.

A giudicare dalla lista di ospiti annunciata in questi giorni da Stephen Colbert (si va da Elon Musk, a Jeb Bush, a George Clooney), la prima puntata del Late Show sembra proporre un format simile a quello di Letterman, in cui il talk-show la farà da padrone. Forse Colbert giocherà in difesa (ma non sarebbe da lui), forse invece proverà a scardinare un’impostazione che dura intatta da decenni; una cosa però è certa, non potrà fare a meno di confrontarsi con il nuovo modello proposto da John Oliver che, in termini di diffusione e longevità sul web, in questo momento non ha rivali.



se volete un assaggio di questo programma andate su youtube e cercate qualche pezzo sottotitolato.

se invece vi interessa seguirlo settimanalmente potete scaricare i sottotitoli gratuiti da:
www.italiansubs.net/index.php? poi le puntate si possono trovare tranquillamente.

22/05/2017 17:44
 
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sono in inglese?
22/05/2017 18:37
 
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purtroppo si, ma con i sottotitoli si seguono benissimo.
22/05/2017 23:07
 
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Re:
riccardo60, 22/05/2017 18.37:

purtroppo si, ma con i sottotitoli si seguono benissimo.



Ma dove sono i video con i sottotitoli in italiano?
23/05/2017 07:12
 
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video già sottotitolati ne trovi qualche spezzone su youtube, mentre per le puntate intere devi scaricare i sottotitoli dal sito che ho linkato sopra e collegarli al video che troverai in rete.
23/05/2017 13:50
 
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Re:
riccardo60, 23/05/2017 07.12:

video già sottotitolati ne trovi qualche spezzone su youtube, mentre per le puntate intere devi scaricare i sottotitoli dal sito che ho linkato sopra e collegarli al video che troverai in rete.



[SM=g5228157]
23/05/2017 16:57
 
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prova a digitsre su google:
Last Week Tonight with John Oliver ita
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