Penso che una soluzione simile mobiliterebbe subito il Garante per la protezione dei dati personali e causerebbe un numero record di ricorsi in tutta la penisola.
Sono d'accordo sul fatto che gli psicologi in Italia sono tantissimi e che vanno usati (abbiamo migliaia di persone con laurea abilitante a spasso), anche in ambito di assistenza carceraria, però proverei con un approccio un pelino più soft, ad esempio organizzando incontri informativi nei circoli per anziani e nelle scuole.
[Modificato da Davide 01/05/2024 13:49]