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PIOVE SEMPRE SUL BAGNATO

Ultimo Aggiornamento: 17/07/2005 23:03
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19/06/2005 14:01
 
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Capisco perfettamente che quando uno trascrive decine e decine di righe, gli possa venir noia e quindi ignorare il tutto. Non ho la presunzione di credere che chiunque legga questo mio copia-incolla, ma consiglio vivamente ai genoani di leggere attentamente lo scritto di Hans Kelsen per tranquillizzare e non dare troppa importanza ai giornali o tavole rotonde.

In questa sezione non troverai notizie relative al "Caso Genoa" (quelle le potrai apprendere da giornali e Tv), ma l' approfondimento delle stesse grazie ad esperti in materia giuridica, fra cui anche gli interventi pubblici degli avvocati difensori del nostro Grifone. Siamo certi che la buona fede della società verrà dimostrata, in quanto il Genoa é tornato in serie A solo grazie alla forza del proprio organico, allestito dal Presidente Preziosi e condotto al primo posto dall' allenatore Cosmi.

Lunedì giornata importante (Hans Kelsen) (19/06/2005)
Domani è sicuramente una giornata importante, nello svolgersi di questa inchiesta indiziaria. Enrico verrà sentito, e, davanti al suo difensore, gli verranno contestati gli indizi che sono in possesso degli inquirenti-inquisitori. Come disse bene Biondi, la debolezza degli indizi - almeno di quelli noti - è tale che Enrico potrebbe tranquillamente avvalersi della facoltà di non rispondere, per non fornire neppure un minimo contributo al debole castello accusatorio. E' infatti ONERE dell'accusa provare i fatti che imputa all'indagato; siccome la Costituzione proclama a gran voce la presunzione di innocenza, fino a prova contraria. E' diritto dell'indagato, ovviamente, astenersi da qualunque cosa possa contribuire a facilitare il compito dell'accusa. Ma Enrico risponderà, sicuramente, evidenziando come ogni frase "intercettata" abbia un suo senso nel contesto, magari scherzoso, in cui è stata pronunziata: le prove "video" di cui ho letto stamattina mi fanno sorridere, se non ridere, e spero davvero che siano quelli gli assi in mano ai due inquisitori. Allo stadio si dice di tutto; tutti noi, sul 2-2, avremmo personalmente, per scherzo naturalmente, dato migliaia di euro a ciascun giocatore del Venezia e magari lo abbiamo pure detto. Ebbè? In ogni caso, la vita degli inquirenti non sarà facile; il loro compito è davvero duro, fortunatamente per noi, perché di cose da dimostrare - con PROVE - ce ne sono tante, ma davvero tante tante: l'accordo, la dazione di denaro finalizzata alla partita, il concorso (evidentemente necessario, dal punto di vista logico-giuridico) dei giocatori, l'alterazione del risultato normale della competizione (quasi che fosse "normale" che l'ultima in classifica avrebbe vinto in casa della seconda!). Insomma, abbiamo NOI tante belle carte da giocare, e stiano certi: le giocheremo tutte, al momento che l'ottimo Biondi deciderà di giocarle. Un segno di debolezza. Interrogare Enrico in una caserma e non a palazzo di Giustizia. Forse l'ambiente non è più tanto favorevole ai due p.m.; forse si temeva che un po' di persone circolassero nel Palazzo con i loro sguardi di morale condanna, o forse ancora si temeva che Enrico giungesse nella stanza dell'abuso circondato dall'affetto e dal sostegno di tutti i presenti. Enrico verrà interrogato. Dopo di lui, verranno sentiti gli altri indagati; probabilmente i giocatori del Genoa. Fatto questo, gli inquirenti dovranno decidere come proseguire: o chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio. Ferma l'ovvietà della richiesta di rinvio a giudizio, sarà poi il giudice dell'udienza preliminare a valutare se rimettere al dibattimento la faccenda: per noi, comunque, il processo sarebbe perfino un bene. Ne usciremo trionfatori. Sul fronte della giustizia sportiva - Codice alla mano - valgono le medesime considerazioni: anche in quel settore occorrono PROVE dell'illecito sportivo. Nessuno al momento è in grado di prevedere sanzioni o altre cose; perché tutto dipende dalle prove che i giudici avranno modo di valutare in atti. Le sanzioni sono tante (dalle più lievi alle più gravi), e prima di formulare previsioni occorre capire quali prove sono state portate a sostegno dell'accusa. Siccome, al momento: a) non c'è prova che il denaro, ammesso che esista, sia stato dato per la partita; b) c'è prova che esisteva un interessamento, con tanto di contratto, per un giocatore del Ve c) non c'è prova che la partita si sia svolta in modo sospetto. Tutto questo considerato, al momento, la giustizia sportiva non so proprio cosa possa fare, se non ravvisare nei contenuti delle intercettazioni una qualche scorrettezza, o una irregolarità nell'aver trattato fuori tempo un giocatore. Ci sono vari gradi di giudizio, e i precedenti dimostrano che, alla fine, spesso le cose si aggiustano. Aspettiamo domani con trepidazione e sicurezza, scortando Enrico all'incontro con gli inquisitori; loro due; noi migliaia.

Intervista all' On. A. Biondi (17/06/2005)
Sono gli altri che devono provare, non siamo noi che dobbiamo provare. I soldi trovati non sono una prova al massimo sono un elemento sul quale si può fondare un sospetto e i sospetti sono l' anticamera dell' errore perchè un indizio non è una prova. L' articolo 192 prevede che gli indizi devono essere gravi, precisi e concordanti, questi non sono gravi, sono imprecisi e discordanti e questo è l'inizio del processo. Stiano tranquilli che la presunzione di non colpevolezza scritta nella costituzione varrà per Preziosi, suo figlio, Capozucca e soprattutto per il Genoa che ha fatto un campionato straordinario, ha sofferto le ultime 2 partite, e io ho sofferto dalla tribuna con loro, e dire che sono state partite truccate o comprate è una cosa avventata della quale devono rispondere quelli che sostengono l' accusa, non quelli che come me sostengono la difesa e che queste accuse non sono fondate. Nel criterio del procedimento penale c'è una prevalenza, perchè il decreto dell' 89 prevede che gli elementi di accusa possano essere trasferiti nel processo sportivo, ma io non credo ci sia una giustizia di serie a e una di b e poi di questo ne parlerò poi con il Gen. Pappa col quale ho già preso contatto. Ripeto non daremo lascia passare a nessun elemento che consenta diffamare il Genoa. Ora vado alla Procura della Repubblica a chiedere perchè anche i segreti investigativi siano in italia i segreti di pulcinella. Come dice la costituzione per chi è indagato c'è la presunzione di non colpevolezza, sono i pubblici ministeri che dovranno provare ciò che un domani un giudice dovrà decidere e sono parecchi giudici, delle indagini preliminari, dell' udienza preliminare, di primo grado, appello e cassazione se credono che io gli faccia passare tutte queste cose come se fosse una passeggiata serena e tranquilla s'illudono. Quando le accuse sono assurde si può anche non rispondere, ordinarie e sportive, mi riservo anche di prendere ogni altra iniziativa contro chi abbia costruito questo castello accusatorio. Con il Generale Pappa ho avuto un colloquio solo per dire che noi, avendo assunto una difesa, naturalmente la manterremo in tutte le direzioni e le occasioni. Ho solo detto che l' art. 89 prevede quest' osmosi tra le due procedure e quando esiste un' accusa come quella di associazione questa è prevalente su ogni altra e quindi prima si dovrà provare quello che forma oggetto dell' accusa e dopo vedremo. L' accusa è talmente assurda, l' accusa è talmente assurda e assolutamente a mio modo di vedere giuridicamente e tecnicamente infondata che verrebbe voglia di non dare seguito nemmeno a questa cosa. Ora valuteremo se hanno titolo di averla fatta, se hanno usato gli strumenti giuridici giusti, chi è competente per il reato che hanno contestato e se gli elementi che hanno raccolto possono essere utilizzati, se il titolo del reato che hanno usato associazione è un titolo così fuori regola perchè lo contestano a padre, figlio e impiegato per cui chiunque potrebbe avere questo titolo di associazione per delinquere che dimostra una approssimazione accusatoria che non accetterò possa essere nemmeno evidenziata, non so ancora quello che farò. Credo che farò in modo che non abbiano una passiera di cocco su cui passare con queste accuse che io ritengo infondate. Credo che l'evidenza delle cose dimostra che non c'era nessun nascondimento o mistificazione di una realtà che è documentata. Leggendo i giornali io leggo che c'è un contratto di acquisto di un giocatore, quando si fa un contratto di acquisto di un giocatore si può dare un anticipo o meno. Chi ha visto quella partita sa che ci hanno fatto soffrire fino all' ultimo minuto, a Piacenza addirittura c'è stato un accanimento difensivo e anche offensivo che non ho visto in nessun altro campo. Squadre disinteressate che hanno fatto una battaglia come non ho mai visto fare e naturalmente questo avviene contro il Genoa. Ho letto una dichiarazione di Preziosi sulla gazzetta, ha ragione quest' uomo c'è qualcosa che non torna in giro, vedremo anche quello.

Servono le prove dell' accordo (Hans Kelsen) (17/06/2005)
Gli indizi debbono essere gravi, precisi e concordanti. La prova deve riguardare non solo che ci sia stato un accordo; ma che il risultato della partita sia stato alterato rispetto al normale esito che avrebbe avuto. Né l'una né l'altra circostanza sembrano al momento dimostrabili. Le intercettazioni sono fonte di prova; sono fonti di indizi; sempre che siano stato acquisite in modo legittimo (con l'autorizzazione dei giudici competenti); altrimenti non valgono niente, almeno in sede di dibattimento penale. Le altre prove (il denaro) non dicono nulla; se non che, ammesso che la circostanza del ritrovamento del denaro sia dimostrata, s'è concluso un contratto di compravendita di un giocatore, forse compiendo un'irregolarità (anche se il pagamento è comunque avvenuto a campionato finito). L'unica prova che potrebbe risolvere tutto, per gli inquisitori, è una confessione; che però nessuno farà, proprio perché l'accusa è sfornita di prove (in genere, le confessioni arrivano quando l'imputato è messo di fronte al fatto compiuto o quasi). Dunque, se la vicenda penale - per quello che se ne sa fino ad ora - è scarsamente supportata da prove; la faccenda della responsabilità sportiva (per illecito sportivo: rinvio sul punto al Codice di Giustizia sportiva, scaricabile dal sito della FIGC) può essere un pochino più complessa. I giudici sportivi sono meno vincolati a quelle regole che governano, invece, il processo penale. Anche in quella sede, tuttavia, occorre una prova dell'accordo per alterare il risultato della partita; e, naturalmente, occorre pure che l'evento sportivo sia stato davvero alterato per l'accordo intervenuto tra le parti. I precedenti testimoniano che, alla fine, anche quando c'erano intercettazioni provenienti da tesserati, le conseguenze per le società sono state molto tenui. Rimane da chiarire cosa davvero si dice nelle conversazioni intercettate; ma, qualunque cosa si dica, la difesa avrà carte facili nel dimostrare che si tratta di frasi ambigue, discutibili, o pronunziate in certi contesti e con certi significati. Non sufficienti, insomma, per applicare sanzioni gravi quali retrocessioni o cose del genere. Ciò che realisticamente, al momento, si rischia, sul piano sportivo, è una sanzione per irregolarità nella trattativa del giocatore; o, dipende qui dal vero contenuto delle intercettazioni, qualche punticino di penalizzazione (nessuno però, né giornali, né altri, può dire ora che saremo penalizzati di X o Y; ora non si può dire niente. Anzi una cosa si può dire: che PROVE non ce ne sono!).

Il pagamento in contanti di Maldonado (Hans Kelsen) (17/06/2005)
E' noto che l'obbligazione pecuniaria - tal è la prestazione che segue ad un contratto preliminare avente ad oggetto la cessione di un giocatore di calcio - va adempiuta attraverso il "pagamento" di denaro avente corso legale al tempo del pagamento (art. 1277 c.c.). Che poi si possa pagare una grossa somma anche in altro modo, è vero. Ma il primo dei sistemi di pagamento è quello in denaro. E se il creditore - nel caso di specie: il Venezia - chiese il pagamento in questa forma, il debitore - nel caso il Genoa - ha eseguito tale richiesta, anche in forza della correttezza che dovrebbe presiedere ai rapporti contrattuali (nel caso, tra l'altro, il Venezia abbisognava di liquidi spendibili rapidamente per poter pagare gli stipendi arretrati ed evitare perfino il fallimento della società). Sulle intercettazioni ci sarà da ridere. Migliaia saranno le interpretazioni possibili delle parole che leggeremo, e vorrei proprio vedere che da queste si tirassero fuori prove.

Il legame tra intercettazioni e denaro (Hans Kelsen) (17/06/2005)
Al momento: a sostegno del denaro c'è un patto scritto. Le intercettazioni sono tutte difficilmente interpretabili, e pongono solo qualche indizio di dubbio significato. Il combinato disposto di questi due elementi, probabilmente, farà naufragare il processo penale, ammesso che ci siano rinvii a giudizio all'esito dell'inchiesta. Ma il punto NON è il procedimento penale, che, comunque, passa attraverso tanti di quei gradi di giudizio che comportano almeno due anni. Il punto è la GIUSTIZIA SPORTIVA. Se i giudici sportivi, come auspichiamo, non ravvisano la prova dell'accordo (che, come ho già detto, può essere raggiunta solo se qualcuno confessa), al massimo ci si imputerà di aver comprato un giocatore in un periodo non consentito, con conseguenti sanzioni pecuniarie anche gravi. Se, invece, i giudici sportivi (anche nella giustizia sportiva, comunque, ci sono almeno due gradi di giudizio che percorreremo tutti) riscontreranno nelle intercettazioni la prova dell'accordo, le cose sono ovviamente più gravi (e qui si parlerà allora di penalizzazioni).

Iscrizione nel registro degli indagati (Hans Kelsen) (17/06/2005)
L' iscrizione nel registro degli indagati è tappa del tutto ovvia e dovuta di un' indagine preliminare che si propone, appunto, di verificare l'ipotesi di reato di frode sportiva, realizzata da dirigenti delle due società coinvolte. L'iscrizione non significa nulla. Dobbiamo rimanere calmi, e aspettarci nei prossimi giorni altri atti che magari ci seccheranno molto ma che sono del tutto scontati: interrogatori, perquisizioni e così via. Rimane ancora il fatto che le PROVE della colpevolezza dei nostri dirigenti, al momento, non ci sono. Il famoso denaro del dirigente del Venezia è coperto da un titolo - un contratto preliminare - relativa ad un calciatore del Venezia stesso. Detto contratto è stato concluso molto tempo addietro e, correttamente, il pagamento dell'anticipo sarebbe avvenuto dopo, e non prima, la partita incriminata. Questo è quello che risulterebbe dagli atti, tant'è vero che non risulta sia stato disposto il sequestro di questa somma di denaro. Tutto il resto sono illazioni, calunnie e ricostruzioni sommarie, che difficilmente possono portare ad una condanna. Le intercettazioni difficilmente rappresentano "prove" vere e proprio; ma, in quanto parole pronunziate in contesti particolari, al massimo possono rappresentare "indizi" (vedi caso Bettarini e compagnia bella). Dunque al momento i p.m. hanno una sola carta: ottenere una confessione di qualcuno. Il che non pare alle porte. D'altra parte, il reato di frode sportiva richiede, tra i suoi elementi costitutivi, che ci sia stata non solo la dazione di denaro (che, comunque, qui aveva una sua giustificazione), ma anche che da questa sia derivata la al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al leale e corretto svolgimento della competizione (art. 1, legge 401/89). Nel caso, dunque, occorre dimostrare che i giocatori fossero coinvolti, e che abbiano agito in modo tale da far vincere il Genoa, come se questo fosse il risultato "anomalo" della partita in questione. In altre parole, quand'anche fosse dimostrato che s'era dato del denaro per quel fine (il che non è), occorre anche che il risultato sportivo sia stato davvero alterato (e questo richiede, necessariamente, il concorso di chi sta in campo: cioè dei calciatori!). Di prove ce ne sono poche. E su questo dovremo puntare con la giustizia sportiva (per la quale, forse, la società dovrebbe ricorrere alla difesa di avvocati romani specialisti sul tema). Stupisce, poi, una fuga di notizie in palese violazione del segreto che dovrebbe presiedere alle indagini preliminari. Occorre calma e raziocinio. Molte cose all'inizio sembrano chissà cosa, e poi si sgonfiano nel nulla.






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