GENOVA - Non giocare le partite contro le tre grandi, Juve, Inter e Milan. Oppure schierare le formazioni allievi, così da togliere interesse alle partite. Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria, scende in campo in materia di diritti tv e lo fa con due proposte choc che superano persino le posizioni di Diego Della Valle, capo cordata della rivolta contro l'attuale sistema di distribuzione delle risorse legate al calcio sul piccolo schermo.
L'idea di boicottare il campionato è maturata in Garrone dopo la mancata modifica della legge sui diritti televisivi ma trova radici in una situazione che da tempo il numero uno blucerchiato lamenta. "Quando tre anni fa acquistai la Samp - racconta in una improvvisata conferenza stampa a Bogliasco, in occasione dell'allenamento di rifinitura della sua squadra - avevo fatto una previsione di investimenti, poi superati, che di fatto sono andati oltre i 100 milioni di euro. Vedendo l'iniquità nella ripartizione dei diritti televisivi ero convinto che la situazione sarebbe mutata, perché questo mi suggeriva la mia esperienza di imprenditore. Ma non è stato così. Quello che succede nel calcio è una anomalia".
Di una diversa ripartizione dei diritti televisivi "si discute da tre anni in Lega - aggiunge - ma non è successo nulla per la tracotanza e l'arroganza delle tre 'grandi', oltre a Roma e Lazio". E sulla mancata modifica della legge Garrone non usa mezzi termini: "quanto avvenuto in questi giorni in Parlamento - dice - è demoralizzante e strabiliante. Si è trattato di un clamoroso autogol di Forza Italia commesso in un periodo molto delicato. La situazione è divenuta ora insostenibile, anche se c'era la ragionevole attesa che il Palamento risolvesse questa situazione. Ma, visto il veto di Forza Italia, ora non sarà possibile rimediare al problema".
Nella sua crociata contro il mondo del calcio ricco il presidente blucerchiato non lesina neppure una stoccata al governo: "Tutti noi cittadini - sottolinea - ci rendiamo conto che l'inflazione reale è ben diversa da quella certificata dall'Istat." Con duro realismo, come sua consuetudine, Garrone si dice pronto a "mutare le strategia di mercato se entro i prossimi mesi non ci sarà un cambiamento radicale: bisogna cercare di avere costi pari o non lontani dai ricavi. E se ciò non fosse possibile, bisognerà rinunciare a qualcosa", cioé ai giocatori con gli ingaggi più onerosi. "Mi auguro che ciò non avvenga - prosegue - ma so che questo pensiero è comune a molte altre società. Di questo passo potremmo arrivare alla fine del calcio. Chi ha portato a questa situazione si assumerà le sue responsabilità di fronte al Paese. Ho parlato con Zamparini e Della Valle: se non ci saranno presto soluzioni, prepariamoci alle estreme conseguenze".
L' "estrema conseguenza" è, secondo Garrone, il boicottaggio del campionato. Due le ipotesi: "da subito, il più presto possibile, dobbiamo decidere di non giocare le partite contro le tre 'grandi'. Se fossero d'accordo tutte e 15 le altre società di A, e mi auguro che anche Roma e Lazio si aggreghino, non avremmo danno perché la sconfitta a tavolino ci sarebbe per tutti". Oppure " affrontare Juve, Roma e Lazio mandando in campo le formazioni Allievi nazionali, togliendo interesse a quelle partite anche in ambito internazionale. Dobbiamo difendere la nostra dignità". Infine una 'tirata d'orecchì alla Vecchia Signora. "Il fatto che la Juve, come sostiene Giraudo, non possa rinunciare ad una lira poiché è quotata in Borsa è una cosa ridicola. Anche lui deve correre i rischi del mercato".
ansa.it
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Ogni tanto "braccino corto" parla ..... cmq non ha tutti i torti ....