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LA REPUBBLICA - IL LAVORO
Baldini, capitano tra felicità e rabbia "Volevo smettere, Tedesco mi aveva tradito"
di:RAFFAELLA GRIGGI LORENZO MANGI
Del: 19-06-2006
Lo sfogo in uno spogliatoio ebbro di gioia. Vavassori: "Questa società può avere un grande futuro". Poi il grande abbraccio a cena in corso Italia le magliette Alla fine tutti indossano t-shirt con una barra sulla C l´amarezza Dopo quello schiaffo a Pegli ero scappato a casa mia a Massa e non volevo tornare il sogno Se il Grifone fosse ripescato in A, allora la nostra sarebbe una promozione storica il tecnico Dovrei continuare a allenare qui. La categoria la fanno i nostri tifosi
A fine partita nella Nord un idrante impazzito bagna mezzo settore, tutti fradici, ma che importa, ieri era come champagne. Attorno a Vavassori è una tonnara di flash e tv, aspettando sera, quando tutta la squadra ha poi brindato fino a tardi in un ristorante alla Foce. Spintoni a torso nudo fra Coppola (negli spogliatoi dirà che si augura di restare) e Scarpi, appena l´arbitro Damato fischia. Bottigliate (di plastica) in testa a Baldini. Ma la bottiglia è vuota perché era stata svuotata prima in faccia a Lamacchi. Tutti indossano una maglietta con una barra sulla «C», insomma uno spogliatoio vero. «Abbiamo fatto quadrato al momento giusto», è il coro della squadra. E uno dei meriti di questa promozione è di Vavassori, come ha più volte ripetuto Preziosi, raggiante ma visibilmente provato a fine gara. «Sapevo che le difficoltà sarebbero state enormi, la partita di oggi racchiude un po´ tutto il campionato», assapora il successo l´allenatore rossoblù. Un pensiero va anche a Perotti: «Né io né lui abbiamo mai avuto 11 giocatori sani, ecco, questo mi spiace, lo avete tenuto poco in considerazione». E così ripercorre la stagione, passando in rassegna le varie fasi: da disastro, ad armata Brancaleone e ancora, corazzata Potemkin. Da oggi parte il futuro: «Dovrei continuare ad allenare il Genoa. Per me è stato un onore, è una squadra con un passato e un presente glorioso. La categoria lo fa anche il suo seguito». Poi una battuta, sull´estenuante lotteria dei play off: «Vediamo se ora riescono a farci fare ancora un torneo, siamo gli unici che fino a oggi abbiamo giocato, oltre alle nazionali ai Mondiali». C´è solo uno sfogo, in questa sarabanda di gioia, bandiere, e cori. E arriva da capitan Baldini. «Sono orgoglioso di indossare la maglia "numero sei" del Genoa e posso andare in giro per la strada a testa alta. Non so se qualcuno lontano può fare altrettanto». Il giocatore non può dimenticare nel giorno della gioia più bella. «Ho passato due mesi di grande sofferenza. Dopo lo schiaffo al Pio, pensavo di mollare. Sono andato a casa, a Massa. Devo ringraziare la squadra, Fabiani, Donatelli che mi sono venuti a prendere. Mi era successo qualcosa di simile a Napoli ed allora mi ero ripromesso che, in un caso analogo, sarei andato via. Meno male che mi hanno fatto cambiare idea».
Non era stato, però, lo schiaffo a fargli più male. «I tifosi mi avevano accusato di aver mandato via Giovanni Tedesco, ma non è vero. Avevamo solo avuto una banale discussione tre giorni prima della sua partenza. Non so se sia stato Giovanni o qualcuno vicino a lui ad aver messo in giro queste voci per giustificare la sua scelta. Posso solo dire che la fascia di capitano a Tedesco l´aveva data gente che era venuta al Genoa in C1, e Giovanni era una persona importante. Era venuto a casa mia, aveva mangiato nei miei piatti, eravamo andati a pesca insieme». Quell´episodio è stata una svolta in negativo nella stagione del capitano: «Stavo andando benissimo, poi ho fatto fatica come tutti. Eravamo in calo atletico, mancavano persone importanti dentro lo spogliatoio, come Lamacchi, Stellini e Zaniolo. Fortunatamente sono tornati, anche Scarpi ha dato una grossa mano, e le cose si sono aggiustate. Futuro? Ora non riesco a pensarci. Spero soprattutto che il Genoa sia ripescato. Allora la nostra promozione diventerebbe un´impresa storica». Già lo è.
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