| | | OFFLINE | Post: 91.198 | Registrato il: 12/02/2005 | Sesso: Femminile | Admin | |
|
Michel Platini è stato eletto alla presidenza dell'Uefa. Il francese ha sconfitto ai voti il presidente uscente, lo svedese
Lennart Johansson, in carica dal 1990. Platini è stato eletto presidente dell'Uefa al primo scrutinio. Il francese ha raccolto 27 voti sui 52 votanti, Johansson 23, 2 le schede nulle.
"Voglio guarire il mio sport, non abbiate paura di me" e "Il calcio è malato e noi dobbiamo farlo guarire, prima che ci pensi un avvocato o un politico". Quanta strada ha fatto Michel Platini con i suoi slogan da 'grande salvatore' e le sue prodezze da genio del pallone. Da Agrate Conturbia, provincia di Novara, piccolo paese da dove partì il nonno emigrante negli anni trenta, al tetto del calcio europeo, di fatto erede di Joseph Blatter per la poltrona del calcio mondiale.
E Le Roi il privilegio di venire da lontano se lo ricorda spesso, ne ha fatto merce preziosa: perché nel calcio è quello che si dice un uomo che si è fatto da solo. Col talento. "Iniziai giocando per la squadra più importante della Lorena, poi continuai con il maggior club francese e finii con il più grande club del mondo" gli piace ripetere. Tutto inizia in Lorena, a Joeuf, vicino Nancy. Terra strana, di confine e di emigrazione, terra non del tutto francese e neanche tedesca, luogo duro da vivere a tutto campo. A diciassette anni gioca già in prima squadra, ha la maglietta biancorossa, poi ecco il S.Etienne in biancoverde.
E' forte, fortissimo, ma ha un grave handicap: è francese. Negli anni 70 il calcio blue quasi non esiste, non ha alcun prestigio. In Francia dicono che lo sport principale sia il rugby. Ma ha un pregio, il calcio francese: costa poco. In Italia si riaprono le frontiere e l'Inter lo punta. Ma Michel si fa anche male, si rompe una caviglia e in nerazzurro finisce Prohaska. E allora ecco la grande scommessa dell'Avvocato Agnelli: costa 142 milioni di lire, Platini, a 27 anni, diventa l'affare del secolo bianconero. E così da calciatore juventino Le Roi diventa il trascinatore di una intera nazione calcistica, la Francia: in Italia sono gli anni della rivalità con la Roma di Falcao, in Europa ecco la prima grande vittoria dei Blues agli Europei del 1984. E' il simbolo della rinascita dei galletti dopo le gesta di Fontaine, per lui è l'apice della carriera.
La Juventus lo sospinge a vincere tutto: due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa UEFA, una Supercoppa Europea, una Coppa dei Campioni (quella dell'Hysel) e una Coppa Intercontinentale. Fu anche 'capocannoniere' in Italia e vincitore del Pallone d'Oro per tre stagioni consecutive. Quando appende le scarpe al chiodo ha 'solo' 32 anni, ma ha avuto tutto dal calcio giocato. Ora la grande scommessa è il calcio da dirigente. Nel 1987, Platini diviene allenatore della nazionale francese. Poi è l'anima del mondiale nel 1998, la carriera politica decolla.
Diventa anche vicepresidente della federcalcio francese. E anche in questo caso sarà una carriera con le sue tipiche contraddizioni: figlio del popolo che finisce per giocare nell'aristocratica squadra degli Agnelli, vuole scalare il potere dell'Uefa ma durante gli scontri nelle banlieue parigine in rivolta dichiara che "Anch'io, emigrato italiano, ero uno di loro", e nella polemica Sarkozy-Thuram si schiera con il giocatore: "Lilian ha fatto bene a parlare". Nei confronti dell'Italia mantiene un rapporto agrodolce, fatto di riconoscimenti e critiche al vetriolo. Ne ha per tutti: per Totti, per il calcio italiano, persino per Del Piero. E critica il Pallone d'Oro a Cannavaro. Prima del mondiale di Germania scommette che l'Italia non sarà tra le quattro finaliste, poi finisce con Lippi e gli azzurri portati in trionfo. E' un uomo felice e soddisfatto, il suo sogno è quello di "Restituire qualcosa al gioco che mi ha dato così tanto", a partire dalla poltrona di re d'Europa. |