GENOA Reggina

Una conferenza stampa-fiume. Trentacinque minuti a sottolineare il fatto e la necessità che si remi in un’unica direzione. Ieri, oggi e domani sempre di più, per costruire un Genoa sempre più forte. Nella consapevolezza di un compito difficile, ma tremendamente stimolante. Da qualsiasi parte la si guardi.
NESSUNO SPIRITO POLEMICO
“Non era mia intenzione sollevare polveroni. D’altronde non ve n’erano i presupposti e le mie erano da considerarsi delle puntualizzazioni. L’esperienza di quest’anno, il primo in serie A, deve servirci a porre le basi e cercare di migliorarci. Il succo che rimane è la voglia e la determinazione, da parte di tutti, di crescere e provare ad alzare l’asticella dei traguardi. Non facile considerando le difficoltà della serie A e la competizione esistente a questi livelli. Restano otto partite ora per dare una dimensione importante al nostro torneo. E confermare quanto di buono la squadra abbia messo in mostra nelle ultime due stagioni”.
GRATITUDINE PER PREZIOSI
“Ho avuto la fortuna di essere stato scelto da un presidente come Preziosi. Al quale non posso che manifestare il mio affetto, la mia stima, la mia gratitudine. E’ stato lui a portarmi a Genova, dimostrando di condividere e apprezzare il mio modo di intendere e interpretare il calcio. In un’annata così positiva sul piano dei risultati, qualche punto interrogativo si è manifestato. Credo che valga la pena mettere dei punti fermi, per esempio sul modulo tattico e da qui partire per progettare il futuro. Se va bene, bene. Altrimenti va detto. Questo deve essere chiaro: non che a ogni mezzo passo falso, tutto torni in discussione. Questo è un punto essenziale. Gli obiettivi li fissa il presidente e più sono ambiziosi, più io sono contento. Con una concorrenza così chi si ferma è perduto. Pensiamo alle potenzialità di club come Napoli, Lazio e Palermo che ci stanno sotto. Adesso che, al 99,9%, la salvezza è raggiunta, abbiamo l’ambizione, a cominciare da domenica, di fare bene”.
IL FUTURO SOGNO EUROPEO
“La Coppa Uefa? Resta un traguardo complicato da raggiungere. E il prossimo anno non sarà diverso. Se si verificano gli incastri giusti, solo le prime sette timbrano il passaporto per l’Europa. Un obiettivo molto impegnativo, sotto tutti gli aspetti. Occorre cercare di mettere il sale, d'accordo, insaporire le proprie ambizioni. Ma a ragion veduta, cercando di inseguire e di attrezzarci per obiettivi importanti”.
COMPLIMENTI AL GRUPPO
“Quando l’altro giorno ho fatto accenno a una velocità diversa, rispetto al resto, era inteso per fare un complimento ulteriore al gruppo nel suo insieme. Quel resto ha fatto bene, la squadra di più e in ogni condizione. Dobbiamo terminare bene questa cavalcata, le otto partite che rimangono, sono quelle che si ricorderanno di più. A volte si è esaltato l’allenatore, a volte i singoli. Ma è a tutta la squadra, che vanno rivolti i meriti maggiori per la stagione esaltante che stiamo vivendo”.
LA CRESCITA DELLA SOCIETA’
“In poco tempo è cresciuta e migliorata. Ha fatto cose importantissime creando una struttura, come mai c’era stata o forse solo in un lontano passato. Il presidente sa come la pensi. Ha avuto impegni molto più importanti, ma metterà il Genoa nelle condizioni di progredire ancora. Sono molto contento dell’insediamento in società di Fabrizio Preziosi. E’ giovane ma già in grado di ritagliarsi spazi importanti. Capace, posato, lavora tantissimo ed è senza conflitti di interesse. Il mio ruolo è quello di allenare la squadra. Il presidente mi ha dato degli incarichi e io me li assumo. La sua figura è tanto più importante della mia. Non mi ha mai suggerito o imposto un giocatore, con me è sempre stato di una correttezza esemplare. Lavoro per la società, diverse ore ogni giorno”.
UN PROGETTO IMPORTANTE
“Ho l’ambizione di fare bene qui al Genoa, dove vedo le condizioni necessarie. In questo contesto occorre essere chiari. Se non si pongono dei punti fermi, anche sul modulo tattico ritornando sull’argomento, credo che si corrano dei rischi che è meglio non correre. E poi, a ben vedere, non mi sono dimostrato così integralista nei numeri come si poteva supporre. Più che il conforto dei numeri, che lasciano il tempo che trovano, mi piace sottolineare quel che ha detto Milanetto. Cioè che portiamo avanti un progetto preciso e che loro si divertono ad allenarsi, come a giocare, arrivando a divertire il pubblico. Con queste prerogative, c’è più possibilità di centrare i risultati. Per un tecnico è un segnale molto significativo, significa che la squadra crede nel suo lavoro”.
BORRIELLO E FIGUEROA
“Due scommesse vinte, una doppia soddisfazione. Un ex nazionale argentino e uno che è arrivato in maglia azzurra. E’ una priorità, per il Genoa, recuperare un giocatore come Figueroa. Il massimo sarebbe che uno andasse agli Europei, l’altro tornasse il calciatore che era prima dell’infortunio: la strada imboccata è quella giusta. La competizione, a scanso di equivoci, è con gli avversari e non tra di noi. Entrambi rappresentano un patrimonio della società. Farli giocare assieme snaturerebbe il gioco del Genoa, ne cambierebbe l’identità. E non sarebbe il Genoa che voglio fare io. Poi, in condizioni di necessità, a gara in corso, in alcune partite, ci può essere spazio, contemporaneamente, per entrambi”.
IL SETTORE GIOVANILE
“Il Genoa sta cercando di migliorare in molti campi. Sono pochissime le società, che dedicano grandi attenzioni al settore giovanile. Conosco bene questa realtà, so quanto impegno ci voglia per farla crescere. Un lavoro di anni. Lanciare dei giovani ora non porterebbe a dei risultati. E’ più complicato lavorare in profondità sul settore giovanile, che costruire una squadra competitiva in serie A. Il Genoa ha dei buoni esempi di giovani tirati su nel viavio. Penso a Criscito e Konko che il Genoa ha portato in Italia. Dei ragazzi che hanno vinto il Viareggio lo scorso anno, in pochi stanno facendo esperienze importanti in campionati come la C1 o in C2. Un giovane come Raggio Garibaldi, molto interessante in prospettiva, non è pronto per determinati palcoscenici”.
IL MERCATO E I 51 PUNTI
“Non mi interessa assolutamente, quale nazionalità abbiano i giocatori in arrivo. Brasiliani, argentini o italiani fa poca differenza. L’unica discriminante deve essere il loro valore. Dobbiamo muoverci avendo grande conoscenza dei giocatori, per non commettere degli sbagli nelle scelte. La squadra ha già una bella base che non va stravolta. Che cosa chiedo ai ragazzi da qui alla fine? Io mi sono posto l’obiettivo di terminare a 51 punti il campionato. Vorrebbe dire farne uno in più rispetto al girone d’andata. Nel ritorno sempre più difficile per molte ragioni”.