Il tecnico esprime serenità prima di affrontare la Lazio: "Abbiamo 4 punti di vantaggio, finiremo davanti a tutti. Aiuti? Non esiste...". Cambiasso, Vieira e Cesar non recuperano
MILANO, 28 marzo 2008 - Scansa le polemiche, ma rilancia le quotazioni dell'Inter. Roberto Mancini parla dell'incrocio di rivalità che avvolge Lazio-Intered esclude favoritismi: "Non esiste nessun giocatore che non voglia vincere una volta in campo". Insomma nessun "aiutino" per impedire alla Roma di avvicinare la vetta. "Sarà una gara difficile, la Lazio è in un ottimo momento, ma dobbiamo vincere - continua -. Siamo 4 punti avanti, non ci dobbiamo preoccupare e finiremo davanti in classifica". Il tecnico si mostra sereno anche quando il discorso cade sulla sua panchina e sulle parole di Massimo Moratti, che gli ha riconfermato la fiducia anche per il futuro: "Non c'era bisogno delle parole del presidente, io so quello che mi aspetta, anche se sono parole che mi hanno fatto piacere".
INDISPONIBILI - Cambiasso, Vieira e Cesar non partiranno per Roma: "Se fossimo quattro punti dietro alla prima sarebbe una situazione più delicata. Abbiamo un certo vantaggio con 8 gare da giocare e possiamo vincerle tutte, spero dalla prossima settimana di poter recuperare alcuni degli infortunati. Preoccupato? No, credo che finiremo in testa alla classifica. Ho sempre detto che era ed è un campionato da giocare fino in fondo".
IBRA E DEKI - "Ibrahimovic ha fatto una visita di controllo, il professore lo ha tranquillizzato e gli ha detto che tipo di lavoro deve portare avanti per il ginocchio. È tornato con grande spirito ed è già tre giorni che lavora molto bene, sono certo che farà un grande salto di qualità e diventerà fondamentale se continuerà a lavorare in questo modo". Così Mancini sulle condizioni dello svedese, che potrebbe addirittura partire titolare nella gara dell'Olimpico. Il tecnico ha parlato anche della situazione di Dejan Stankovic. "Contro la Juventus ha giocato un'ottima gara. Ha avuto parecchi problemi, perché si porta dietro un dolore che lo condiziona sin dall'estate. Pensate che è stato fermo per due mesi e ogni partita fa di tutto per giocare, altrimenti rischieremmo di non essere neppure in undici. Credo che questa sia una grande cosa per un giocatore ed è molto importante per il gruppo: è chiaro che magari non rende al cento per cento, ma in questo momento ci basta anche che sia sotto il suo livello migliore".
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