Balli, canti, champagne a fiumi, gavettoni, ma nella notte del teatro Alberti a Desenzano del Garda il presidente Enrico Preziosi trova il tempo per parlare del futuro. Dal palco lombardo consacra il figlio Fabrizio alla guida della società «perché nonostante sia giovane di età ha dimostrato di essere un grande». E in un paio di frangenti i due si abbracciano affettuosamente.
Ma il patron rossoblù trova anche il tempo di augurarsi ancora tanti anni alla presidenza, «se non mi squalificheranno ulteriormente. Mi hanno graziato dalla radiazione e ne sono contento», ma la stagione della conferma della squadra in serie A dopo dodici anni di digiuno «merita questa festa». In platea la squadra applaude e acclama il suo presidente.
«Devo dare ascolto a Milanetto, il filosofo, che già l’anno scorso da questo palco mi assicurò la salvezza invitandomi però, allo stesso tempo, a non illudere i tifosi con traguardi proibitivi. E ha ragione perché sono i primi poi a bastonarti».
Non è stato così quest’anno anche perché le promesse sono state mantenute e la salvezza è arrivata senza eccessivi patemi e soprattutto con largo anticipo sui tempi previsti. Un credito che la tifoseria ha pagato con l’unica moneta possibile: applausi e sostegno.
Anche a Desenzano gli oltre cento invitati hanno fatto sentire il loro incitamento. E tra un coro a favore di Marco Borriello perché resti in rossoblù e uno al presidente, non sono mancati i balli sfrenati che hanno coinvolto tutti. Si è trattato di euforia allo stato puro, con i giocatori rossoblù a rivelare anche in questa occasione la loro compattezza. «Siamo un gruppo eccezionale», ha detto Alessio Scarpi.
E lui, il padrone di casa, è rimasto al centro della scena, instancabile, cantando e ballando con i suoi ragazzi, ma anche con le splendide ballerine del locale fino alla fine per chiudere poi la notte con un «forza Genoa» imitato da giocatori e tifosi.
Prima di salutare e allontanarsi con la sua compagna il presidente Preziosi ha fatto riferimento al ritorno in campo per festeggiare un traguardo: «Con la Lazio ero inc... nero, altrimenti avrei fatto sei giri di campo». Ma quella corsa sotto la Gradinata Nord è costata cara al presidente Preziosi. Il procuratore federale Stefano Palazzi lo ha deferito alla Commissione disciplinare «per essere entrato, pur essendo soggetto inibito in via definitiva dalla giustizia sportiva, sul terreno di gioco al termine della gara Genoa-Lazio dell’11 maggio 2008». Per responsabilità oggettiva è stata deferita anche la società.
[Modificato da Fatascalza 20/05/2008 11:49]