La partita per Borgonovo, contro la SLA per la ricerca

Stefano Borgonovo è per Roberto Baggio «un eroe moderno, capace di mettere la sua faccia e la sua sofferenza in mostra ai fini della ricerca per una malattia ancora conosciuta poco. Dobbiamo dire grazie al suo coraggio perché non ha nascosto la malattia, anzi l’ha resa pubblica». Baggio non ha nascosto, ieri sera, l’emozione di rivedere l’ex compagno davanti a tanta gente. Lui ha accompagnato Borgonovo in mezzo al campo, stadio gremito, applausi e lacrime sugli spalti nella serata che lo stesso Stefano ha voluto per combattere la Sla.

Tanti volti noti, sul terreno di gioco e in tribuna, stretti attorno a Stefano come il Ferraris si strinse attorno a Gianluca Signorini. «Non si conoscono le cause - commenta Baggio- ma intanto dico grazie a Milan, Fiorentina e al pubblico perché grazie a loro abbiamo potuto dare un senso vero a questa serata raccogliendo i fondi per la Fondazione. Giocare? Mi sarebbe piaciuto ma non sono nelle condizioni per farlo: da quando ho smesso non ho più fatto partite». In tribuna, ieri sera al Franchi, la Nazionale azzurra di Lippi.

Non ci sono solo i 150 mila euro dell’incasso di Italia-Montenegro di mercoledì, destinati alla ricerca anti-Sla, a testimoniare timori e sensibilità dell’Italia. «Tassare i nostri ingaggi? Qualsiasi cosa possa servire ad aiutare la ricerca, ben venga», è la disponibilità di Fabio Cannavaro. Già un mese fa, quando la notizia della malattia dell’ex centravanti di Milan e Fiorentina piombò su Coverciano, gli azzurri non ebbero remore a confessare le loro paure. «È una situazione che un po’ ci spaventa - ribadisce Marco Amelia - io l’ho vissuta indirettamente con Gianluca Signorini, quando allenava le giovanili del Livorno. E ancora oggi, ad anni di distanza, non si capisce da dove venga questa malattia». Da Lippi a Cannavaro si alza una difesa del mondo del calcio. «Si fanno tante chiacchiere - dice il capitano - ma la realtà è che non si sa nulla sull’origine di questa malattia. Il doping non può essere, perché altrimenti altri sport che ne fanno uso intensivo sarebbero colpiti; i traumi neanche, perché in questo caso c’è il rugby statisticamente più esposto ma immune. Non è colpa del calcio, non sappiamo nulla. Perciò aiutiamo la ricerca. Servono donazioni».

Eppure c’è chi, come Massimo Orlando - ex compagno di Borgonovo e azzurro Under 21 - accusa: il calcio non dice tutto, serve chiarezza su quel che succedeva negli spogliatoi: «Non ci dormo la notte anche perché so per certo che altri calciatori colpiti dalla Sla stanno per venire allo scoperto». L’Assocalciatori, che partecipa alle donazioni per la ricerca, per due anni aveva promosso, d’intesa con il Ministero, uno screening di tutti i calciatoti di A e B. Si ripeterà nell’immediato futuro. A Borgonovo il giovane azzurro Fabiano Santacroce riserva un pensiero splendido, oltre alla dedica per la sua prima convocazione: «Mi allenava quando ero nelle giovanili del Como: per insegnarmi a marcare mi puntava. Anche da tecnico, era un ragazzino. Mi ha insegnato l’allegria. E quella la porterò sempre con me».

Per noi genoani un deja vous purtroppo.
Speriamo che per Borgonovo le cose vadano in modo differente ...

ieri sera ho visto il servizio in TV .....

che drammatici ricordi ...

forza Stefano ..sei uno di noi...sei stato solo un anno al Milan e hai lasciato il segno eccome...nessuno dimentica il tuo goal qualificazione contro il Bayern monaco nella semifinale di Champions.
LA stronza come la definisci tu verrà sconfitta ...che serata piena di emozioni mercoledi a Firenze!!!

Sto rivivendo il periodo di Signorini.
Che ha segnato inesorabilmente molti genoani.