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Turno Champions del 25 Novembre 2008

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2008 23:23
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Juve, primo posto più vicino

I bianconeri giocano bene nel primo tempo, colpendo due pali con Mellberg e Iaquinta, mentre nella ripresa alla distanza esce lo Zenit, che colpisce un legno con Pogrebnyak: finisce 0-0. Ranieri limita il turnover, Juve ora a un punto dal primato matematico

SAN PIETROBURGO (Russia), 25 novembre 2008 - La Juventus si avvicina al primo posto nel girone H di Champions, ma la matematica ancora non le dà certezze. Perchè a San Pietroburgo, contro lo Zenit, finisce 0-0. In caso di due vittorie del Real Madrid servirà un ulltimo punticino, contro il Bate, nel prossimo turno a Torino. I bianconeri dimostrano di aver digerito - per dirla alla Ranieri - la sconfitta con l'Inter, giocando un ottimo primo tempo e un buon avvio di ripresa. Poi accusano la stanchezza - anche perchè Ranieri limita al minimo il turnover alla ricerca di una vittoria - e soffrono da paura nel finale, quando tremano, e non solo per il gelo russo.

LE SCELTE - Ranieri vuole il primo posto nel girone assicurato già con una giornata di anticipo, e limita al minimo il turnover. Mellberg sostituisce Legrottaglie, Iaquinta prende il posto di Amauri. Camoranesi rientra dal 1', titolari pure Nedved e Del Piero. Nonostante sabato sera ci sia la Reggina in campionato e il rischio infortuni nel freddo russo sia più elevato del solito. Vengono confermati 8/11 della formazione contrapposta all'Inter: i giovani De Ceglie e Giovinco restano in panchina, il baby Rossi va in tribuna. Ranieri vuole vincere.

PALI JUVE- Lo Zenit fa possesso palla. La Juve crea pericoli. Pericolosa con Del Piero, che giostra da centravanti, ma eccelle nella rifinitura, cercando di sfruttare la lentezza dei centrali difensivi russi. Lo Zenit, che ha già concluso il campionato al quinto posto, non è fisicamente in grande condizioni. Tiene in mano il gioco, perchè è obbligato a fare la partita dalle esigenze di classifica. Per qualificarsi servono due vittorie contro Juve e Real (al Bernabeu). Impresa disperata. Ma bisogna provarci, o almeno svolgere il compitino previsto dallo spartito. E c'è sempre la qualificazione Uefa alla portata. E allora vai con i poco convinti passaggi in orizzontale, mentre la Juve riparte velenosa in contropiede, con verticalizzazioni improvvise. I bianconeri colpiscono due legni: un palo esterno di Mellberg su punizione tagliata dalla destra di Camoranesi, un secondo palo è colpito da Iaquinta, di sinistro, su cross di Molinaro. La terza palla gol porta la firma Del Piero, che ci prova sottomisura, Malafeev si rifugia in angolo. Nel finale di tempo i russi si fanno vivi dalle parti di Manninger: Tymoschuk sceglie la conclusione di potenza su punizione, Manninger para in angolo. Poi arriva un gol dello Zenit, di Pogrebnyak in mischia, ma c'è fuorigioco. Tutto da rifare per i russi. All'intervallo è 0-0. Risultato che va un po' stretto alla Juve, più convincente.

PALO ZENIT - La Juve inizia bene anche la ripresa. Controllo di petto e sinistro di Del Piero, Malafeev para, sugli sviluppi dell'azione Nedved conclude alto. Del Piero poi mette sul fondo solo davanti al portiere, sul cross di Iaquinta dalla destra. Errore clamoroso che macchia una buona partita del numero dieci. Poi lo Zenit cresce. E si fa dura. Danny va vicino al gol tre volte: una volta è bravo Manninger, un'altra Marchisio in ripiegamento, l'ultima conclusione esce di un soffio. Poi arriva un legno pure per lo Zenit. Sinistro violento di Pogrebnyak dalla distanza: palo. L'assalto finale dello Zenit è generoso, ma vano: finisce 0-0.
Riccardo Pratesi

Fonte: gazzetta
25/11/2008 23:23
 
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Lione feroce, viola solo belli
E' 1-2, addio Champions

Gara spettacolare, con i francesi che trovano subito il doppio vantaggio con uno strepitoso Benzema (assist e gol) e che costringono la Fiorentina a inseguire. Bella reazione degli uomini di Prandelli che accorciano le distanze con Gilardino, sfiorano il pari ma rischiano anche. Ora per l'Uefa basta un pari con la Steaua

FIRENZE, 25 novembre 2008 - E' esperienza anche questa. Stasera i ragazzi di Prandelli avranno sicuramente capito che il bel gioco non basta per restare in Europa ai massimi livelli: servono più attenzione in difesa e più cattiveria davanti. Resta comunque una gran bella serata, regalata peraltro a un pubblico che non era quello delle grandi occasioni. Ora comunque la Fiorentina saluta la Champions e si concentra sull'obiettivo Uefa: con la Steaua basterà un pari.

GENEROSITA' - I viola partono subito forte perché c'è tanta voglia: sia di mantenere vive le speranze di restare in Champions, sia comunque di ben figurare sulla ribalta europea. Così ci provano un po' tutti, da Mutu (anche di testa) a Gila, fino a Montolivo, che cerca di sfruttare lo stato di grazia sui tiri dal limite sfoggiato sabato con l'Udinese. Dall'altra parte però c'è una squadra che ha meno preoccupazioni di classifica nel girone, e quindi tanta tranquillità in più. E dalla tranquillità al cinismo il passo è breve, soprattutto se si ha gente come Benzema. Nella prima mezzora, l'attaccante del Lione si vede praticamente solo due volte: quando serve il delizioso assist dalla sinistra per il gol di Makoun da centro area, e quando va via da solo per scagliare il tiro del raddoppio. La partita sembra ormai un discorso chiuso, c'è pure una traversa all'incrocio di Juninho, la Fiorentina è in evidente difficoltà dietro ma ha il merito di continuare a crederci, anche a costo di rischiare sui travolgenti contropiede avversari: a pareggiare il conto delle traverse pensa Mutu di testa, ed è sempre su palla alta che Gilardino accorcia le destanze allo scadere del tempo riportando in partita la sua squadra.

LA RIPRESA - I viola ripartono subito in attacco, con Prandelli che però smuove le acque in difesa inserendo Kroldrup. L'avvertimento però, dal fronte opposto, arriva subito: Juninho sfodera una nuova punizione magistrale, ed è nuovamente traversa. Poi c'è anche Benzema che porta avanti i contropiede da solo, facendo impazzire i difensori di Prandelli. Anche i viola, però, arrivano a un passo dal gol, per esempio quando Mutu manda fuori da ottima posizione dopo una bella sponda di Gilardino, o quando Kuzmanovic trova il palo su tiro deivato da un difensore. Ed è così che la partita prosegue, tra spettacolo e occasioni, ma il Lione non perde il controllo. Nel frattempo Prandelli gioca tutte le carte a sua disposizione, inserendo Osvaldo e Jovetic, ma arrivano solo nuove opportunità, come quella di Gila che sfiora il palo di testa. Dalla parte opposta, peraltro, continuano le traverse, con quella spettacolare di Ederson. Così alla fine i francesi portano a casa la qualificazione, lasciando ai viola una doppia consapevolezza: il gioco ormai c'è, manca solo un po' più di mestiere.
Pier Luigi Todisco

Fonte: gazzetta
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