Catturato Ratko Mladic, "Il boia" di Srebrenica

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binariomorto
00giovedì 26 maggio 2011 23:26
Arrestato Ratko Mladic
"Il boia" di Srebrenica

Accusato di crimini contro l'umanità per il genocidio avvenuto durante la guerra in Bosnia del '92-'95, l'ex capo militare è stato preso dopo 15 anni di latitanza grazie a una segnalazione anonima. La conferma del presidente Boris Tadic: "Il Paese è più sicuro. Ora troveremo i complici". Obama: "Giustizia fatta"


BELGRADO - La polizia serba ha arrestato Ratko Mladic, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia latitante dal '96 e ricercato per genocidio e crimini contro l'umanità. L'ha prelevato da una casa di un suo parente, una casa semplice in un villaggio vicino al confine, a 80 chilometri da Belgrado. L'operazione è scattata all'alba, i poliziotti sono entrati nell'abitazione senza usare armi, senza usare violenza, e senza opporre resistenza Mladic, l'ex militare, l'uomo che era stato soprannominato il boia di Srebrenica e che da 15 anni viveva sotto falso nome vicino alla capitale della Serbia, si è consegnato alle guardie. I vicini quasi non si sono accorti di nulla. "Non sembrava che fosse un'operazione segreta per prendere un criminale così pericoloso", ha detto un abitante dello stesso villaggio. L'annuncio ufficiale della fine della fuga, è stato dato dal presidente serbo Boris Tadic: "In nome della Repubblica di Serbia vi posso confermare che stamane Ratko Mladic è stato arrestato", ha detto il presidente.

"Credo che l'operazione che ha portato all'arresto di Mladic renda il nostro Paese più sicuro, e più credibile. Sono fiero del risultato raggiunto, è una cosa buona per la Serbia che questa pagina della storia si sia chiusa. E che si sia conclusa la fuga di Mladic. Ora bisogna continuare a cercare i suoi complici, quelli che l'hanno aiutato a nascondersi per tutti questi anni, anche tra membri del governo. Arresteremo Goran Hadzic. Per adesso però penso che per la Serbia le porte dell'Ue siano aperte", ha detto Tadic prima di ringrziare i servizi segreti serbi che hanno agito in collaborazione con Usa e Gran Bretagna. "Si deve lavorare per la riconciliazione nazionale", ha aggiunto il presidente serbo che non si aspetta disordini nel Paese dopo l'arresto di Mlavic: "La Serbia fa tutto nel rispetto delle leggi nazionali e internazionale, e continuerà a farlo. Se qualcuno tenterà di creare incidenti e disordini verrà subito arrestato e processato", ha concluso. L'arresto dell'ex generale era stato fissato come "conditio sine qua non" per l'adesione della Serbia all'Unione europea dal Consiglio dei 27.

Ratko Mladic è ancora in Serbia, la procedura per la sua estradizione verso il Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) è in corso e può durare fino a una settimana. Proprio oggi, l'alto rappresentante per la politica Estera dell'Ue, Catherine Ashton, aveva chiesto che Mladic fosse trasferito "senza indugio". Lo stesso invito è arrivato poco dopo anche dal presidente americano Barack Obama: "La giustizia perseguirà sempre chi si macchia di questo tipo di crimini contro l'umanità".

L'arresto sotto falsa identità. La notizia dell'arresto di un uomo, Milorad Komadic, "fisicamente simile a Mladic" era è stata data inizialmente da una fonte del ministero degli Interni che aveva preferito mantenere l'anonimato e che aveva annunciato di essere in attesa dell'esito del test del Dna. Che l'uomo fosse sotto falsa identità e che si trattasse invece del "boia di Srebrenica" è stato confermato poco dopo da un amico di famiglia. Anche la tv di Stato Rts ha detto che l'uomo fermato oggi è Mladic, citando fonti serbe.

L'operazione. Al momento dell'arresto, all'alba di stamane, Mladic si trovava in una casa di un suo parente a Lazarevo, un villaggio a una decina di km da Zrenjanin, in Voivodina, 80 km circa a nordest di Belgrado non lontano dal confine con la Romania. L'arresto, hanno riferito i media, è avvenuto intorno alle 5,30 in una casa di via Vuk Karadzic. Si è trattato di un'azione molto rapida, quasi fulminea, della quale in pochi si sono accorti. I vicini hanno detto che la casa in cui si nascondeva l'ex generale era stata perquisita varie volte in passato, ma che la notizia non era stata resa di dominio pubblico. Gli abitanti di Lazarevo contattati dalla Beta hanno detto di non aver mai visto nel villaggio Ratko Mladic, mentre alcuni hanno aggiunto che non l'avrebbero mai denunciato anche nel caso che l'avessero visto. Alcuni abitanti del villaggio hanno aggredito verbalmente i giornalisti e i cineoperatori giunti sul posto. La casa in cui è stato arrestato Mladic ha un aspetto modesto, nel cortile vi sono macchine agricole. Secondo i vicini, dopo l'azione di polizia in casa non è rimasto più nessuno. Non si sa chi sia stato fermato insieme all'ex generale serbo-bosniaco.

Gli atti d'accusa. Contro Ratko Mladic, così come contro Radovan Karadzic e l'ex capo politico dei serbi di Croazia Goran Hadzic, il Tribunale penale delle Nazioni unite (Tpi) ha formalizzato, nel luglio e nel novembre 1995, due atti di accusa per genocidio e crimini contro l'umanità. Nel 1996, il Tpi ha emesso contro i due un mandato di cattura internazionale. Nel novembre dello stesso anno, Mladic è stato destituito dal comando dell'esercito serbo bosniaco, e i suoi 15 anni anni di latitanza li ha passati tra Bosnia e Serbia, protetto dall'esercito dei suoi ex subordinati bosniaci e dall'esercito jugoslavo di cui ha sempre fatto parte.

La storia. Accusato dal Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia di genocidio, crimini contro l'umanità, violazione delle leggi di guerra nell'assedio di Sarajevo e nel massacro di Srebrenica, Ratko Mladic è stato generale nell'armata popolare di Jugoslavia, durante le guerre che portarono alla dissoluzione della Jugoslavia. Divenne comandante delle forze armate in Croazia e durante la guerra in Bosnia il capo di Stato Maggiore dell'esercito della Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina. I suoi uomini attuarono quella che verrà definita pulizia etnica, sotto il suo comando militare due milioni e mezzo di persone furono cacciate dalle loro terre e dalle loro case per realizzare il disegno della Grande Serbia.

Con lui ritornarono in Europa i campi di concentramento, migliaia di prigionieri qui vennero picchiati, torturati, affamati, e uccisi. I suoi uomini inventarono lo stupro etnico come arma di guerra: le donne violentate dovevano restare in vita solo per generare un bambino serbo, poi potevano essere uccise. Gli obiettivi delle sue artiglierie e dei suoi cecchini erano soprattutto i civili, chiusi nelle città assediate come nelle guerre medioevali. Nel maggio del 1995 Mladic prese in ostaggio oltre 400 caschi blu dell'Onu, Francia, Gran Bretagna e soprattutto gli Stati Uniti decisero in quei giorni di intervenire contro la guerra in Bosnia. Dopo aver conquistato Srebrenica, una delle 'zone protette' dell'Onu, Ratko Mladic passarono per le armi oltre ottomila uomini e ragazzi. Per quella carneficina, Mladic fu definito il boia di Srebrenica.

Le famiglie delle vittime: "Sollievo". L'arresto dell'ex capo militare dei serbi di Bosnia è "un sollievo" per le famiglie delle vittime del massacro di Srebrenica del 1995. Lo afferma Hajra Catic, presidentessa dell'Associazione donne di Srebrenica. "Dopo 16 anni di attesa, per noi parenti delle vittime è un sollievo", ha detto la donna all'agenzia Afp. L'arresto di Mladic da parte della polizia serba "è davvero molto importante".

La protesta degli ultranazionalisti. Gli ultranazionalisti del Partito radicale serbo (Srs) hanno condannato con parole dure l'arresto di Ratko Mladic, parlando di un "colpo gravissimo agli interessi nazionali della Serbia e hanno accusato il presidente Boris Tadic di "tradimento". Gli ultranazionalisti, che hanno indetto una manifestazione di protesta a Belgrado, hanno definito Mladic "simbolo del soldato serbo, un uomo capace e coraggioso". A Belgrado, secondo i media, sono state rafforzate le misure di sicurezza nei punti sensibili, in particolare intorno al palazzo della presidenza.

Le reazioni. Barack Obama si è detto "felice" per la cattura dell'ex generale e ha espresso il desiderio di una rapida estradizione al Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia. In una nota diffusa dalla Casa Bianca, il presidente americano "si complimenta per la cattura" di Mladic: "Il nostro pensiero e la nostra preghiera vanno alle vittime e alle persone che soffrirono la tirannia". La giustizia, ha concluso Obama, "perseguirà sempre chi si macchia di questo tipo di crimini contro l'umanità".

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso grande soddisfazione e apprezzamento in una lettera indirizzata al Presidente serbo, Boris Tadic, per congratularsi per questo importante risultato. Ne ha dato notizia l'Ambasciata d'Italia a Belgrado.

Per il Ministro degli esteri, Franco Frattini: "Siamo molto soddisfatti. Questa è una svolta che auspicavamo e attendevamo da oltre quindici anni. Mladic era un simbolo della pulizia etnica e della violenza brutale che costò in quegli anni la vita a un numero altissimo di civili: il suo arresto premia insieme la coerenza e determinazione dimostrata in questi anni della comunità internazionale e la forte volontà politica del governo democratico serbo e del Presidente Tadic di fare giustizia nel quadro della piena collaborazione con il Tribunale Speciale per l'ex-Jugoslavia", ha aggiunto Frattini.

L'arresto di Mladic è "un importante passo in avanti per la Serbia e per la giustizia internazionale". E' quanto afferma in una nota l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Catherine Ashton, aggiungendo che l'Ue chiede che Mladic sia trasferito all'Aja, sede del Tribunale penale internazionale, al più presto possibile. Con l'arresto di Ratko Mladic ci sarà "finalmente l'opportunità di fare giustizia" sedici anni dopo la sua incriminazione per genocidio, ha detto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00giovedì 26 maggio 2011 23:27
Ogni tanto una bella notizia ...
mariposa.
00sabato 28 maggio 2011 22:44
che abbia quel che si merita....
binariomorto
00sabato 28 maggio 2011 23:28
La compagnia di Borghezio vita natural durante ...
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