Città violenta: tassista in coma a Milano per un cane

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binariomorto
00martedì 12 ottobre 2010 14:24
Tassista investe e uccide un cane
lo picchiano e finisce in coma

Fermato per tentato omicidio il fidanzato della sorella della proprietaria dell’animale
La Lega: "Spray urticante e sfollagente a chi lavora in auto". Ed esplode la polemica


In coma, lesioni alla milza e a un polmone, un ematoma alla testa, un delicato intervento per salvargli la pelle. La domenica di lavoro di Luca M., tassista 45enne di Torrevecchia Pia, paesino della campagna pavese a 20 chilometri da Milano, finisce su un tavolo operatorio del Fatebenefratelli, dov'è tuttora ricoverato in prognosi riservata. "Conciato malissimo, dobbiamo solo aspettare", si lascia scappare, prima di raggiungere i genitori al pronto soccorso, il fratello del tassista.

Vittima di una lite di strada, innescata dal più banale degli incidenti. Sono le 12.40, la Volvo bianca marchiata "4040" di Luca M. svolta a destra da via Antonini, stradone della periferia sud milanese. Cento metri ed è su una piazzetta circondata da condomini popolari, l'unica striscia verde è un prato non recintato dove passeggiano i cani del quartiere. Joe, un cocker di tre mesi e mezzo, sfugge al controllo di Sara, la sua padrona.

Quando Luca M. pesta sul freno il cane è già travolto, sbalzato sul parabrezza, stecchito. "Andava a cento all'ora - racconta Piero, il marito della donna - qui fanno tutti così. Il tassista è sceso spaventato, ha cominciato a dire: non sono stato io". Piange Sara, urla la sorella Sonia: "Se c'era qui un bambino, gli ho detto, lo ammazzavi", spiegherà più tardi. "Il mio compagno - prosegue - si è messo in mezzo per prendere le nostre difese".

La Lega vuole "armare" gli autisti Bonomi. "La guerra civile individuale"

Michel Morris Ciavarella, milanese, 31 anni, cognato della proprietaria del cocker, non ha profilo né fedina da picchiatore di periferia: disoccupato, una figlia di un anno, un vecchio precedente di polizia per spaccio di stupefacenti, nessun arresto per episodi di violenza, fino a ieri. Le mani le alza, Michel. Improbabile siano solo spinte, come testimoniano le lesioni interne di Luca M. La colluttazione termina con uno spintone, il tassista che cade e sbatte la testa contro lo spigolo del cordolo in cemento del prato: versione confermata dai primi verbali delle volanti, che arrivano poco dopo i soccorsi.

È la stessa Sonia, la compagna di Ciavarella, a comporre il numero del 118. Quando arriva la polizia la piazzetta si è affollata di ragazzi del quartiere mentre l'ambulanza vola via a sirene spiegate. Michel è lì, ammette la lite e la spinta finale, viene portato in questura dove gli formalizzano l'accusa (momentanea) di tentato omicidio e da lì a San Vittore.

Il ferimento del tassista scatena anche le reazioni della politica, dal sindaco Letizia Moratti - che in serata va a far visita ai familiari di Luca M. - in giù. "Si permetta alla categoria - sostiene il leghista Matteo Salvini - di dotarsi di strumenti di autodifesa: spray urticanti, sfollagente, porto d'armi semplificato. E per i cani senza guinzaglio, raddoppiamo le multe ai padroni distratti".

Si ferma un passo prima il vicesindaco pdl Riccardo De Corato: "Non dobbiamo lasciare soli i tassisti, quello che è successo è agghiacciante. Martedì ho convocato un tavolo con sindacati e radiotaxi, elaboreremo un piano per dare loro strumenti per difendersi".

Dal centrosinistra rispondono Stefano Boeri, Giuliano Pisapia e Valerio Onida, candidati alle primarie per Palazzo Marino. "Adesso basta - tuona Pisapia - non è più accettabile che Lega e Pdl strumentalizzino e pensino di trasformare Milano in un Far West". "Guardiamoci - ammonisce Onida - dal favorire una deriva pericolosa verso una città-giungla". "La Lega è irresponsabile, spieghi invece perché a Milano mancano 500 vigili e 500 poliziotti. Serve un presidio vero quotidiano" chiude Boeri.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00martedì 12 ottobre 2010 14:38
Il tassista massacrato da una banda
bruciata la macchina di un testimone

Caccia agli aggressori.
Al pestaggio avrebbero assistito un centinaio di persone.
Solo tre sentite a verbale


Tre, forse quattro persone. Amici, frequentatori dei bar della zona, balordi con piccoli precedenti che nel quartiere Antonini, zona sud di Milano, sono temuti e rispettati. Hanno agito d'istinto, domenica scorsa, dopo aver assistito alla morte di Joe, il piccolo cocker di proprietà della fidanzata di uno della banda. La Volvo bianca che ha travolto il cane, guidata dal tassista quarantacinquenne, Luca Massari, "viaggiava a velocità moderata", hanno giurato alla squadra mobile tre testimoni. Ma nonostante questo, l'onta andava lavata.

Il primo a intervenire sarebbe stato Michel Morris Ciavarella, 31 anni, un precedente penale, tre anni fa, per lesioni, risolto davanti al giudice di pace con una multa. "Il tassista è sceso dalla macchina e sembrava scusarsi senza dire nulla - ha fatto mettere a verbale dopo l'arresto - mi ha innervosito e l'ho colpito". Il primo, ma non l'unico che si è accanito con una violenza inaudita, sul tassista, ricoverato in coma farmacologico all'ospedale Fatebenefratelli. Dietro di lui, altri tre amici. Così si spiega l'impietoso referto medico: trauma cranico, polmone lesionato in più punti, milza perforata.

Il padre "Non voglio vendetta" I pm "Picchiato dal branco" Omertà nel quartiere senza nome

Difficile ricostruire la dinamica della spedizione punitiva. In largo Caccia Dominioni, nonostante "almeno un centinaio di persone abbiano assistito alla scena", solo in tre sono state sentite a verbale. Chi lo ha fatto, si è perfino ritrovato l'auto bruciata nella notte. Non siamo in un quartiere particolarmente degradato, ancora meno nel Supramonte del codice barbaricino, siamo a due passi da via Ripamonti. I titolari dell'indagine (il pm Tiziana Siciliano e la squadra mobile), dal pomeriggio di domenica si sono trovati di fronte a un granitico muro d'omertà.

Che la zona sia tutt'altro che facile, lo dimostrano le scene di inciviltà che si sono susseguite anche ieri. Maurizio Maule, fotografo dell'agenzia Fotogramma, è stato malmenato con un manico di scopa mentre stava fotografando i resti della Nissan Primera blu, bruciata nella notte a un testimone. Ricoverato all'Humanitas di Rozzano, i medici gli hanno riscontrato ferite ed ecchimosi su diverse parti del corpo guaribili in una settimana. E mentre i poliziotti delle volanti e del reparto mobile cercavano di riportare la calma, due ragazzi di 21 e 24 anni - Francesco R. e Ivan C. - sono stati portati in questura e indagati per resistenza a pubblico ufficiale dopo aver minacciato gli agenti. I due erano fermi in strada, poco dopo l'aggressione, e hanno minacciato i poliziotti che avevano chiesto loro i documenti.

Massari resta in coma in Rianimazione, stazionario. Ieri sera, l'ultimo bollettino medico parlava "della presenza di un edema cerebrale". Al Fatebenefratelli l'uomo è stato seguito tutto il giorno dalla famiglia, che ha ricevuto anche la visita del procuratore capo, Edmondo Bruti Liberati. "Non voglio vendetta - dice il padre Giancarlo, 75 anni - anche l'aggressore di mio figlio ha avuto la vita distrutta".

Quella "delle tecnologie" è "la risposta più vera e più efficace per la sicurezza dei tassisti di Milano", ha commentato il grave episodio il sindaco Letizia Moratti. "Noi abbiamo già lavorato con i tassisti - ha detto - con un bando del 2008 che ha dato la possibilità di avere un sistema di rilevazione che li può mettere in contatto con la nostra centrale".

Di diverso avviso, Stefano Boeri, candidato alle primarie per Palazzo Marino del centrosinistra: "L'incendio delle macchine dei testimoni del tragico pestaggio del tassista, sono un atto di stampo mafioso degno di un sobborgo degradato e abbandonato a se stesso del sud Italia, e l'ulteriore conferma che l'amministrazione comunale ha lasciato interi suoi quartieri in mano alla 'ndrangheta e alla criminalità organizzata".

Mentre il vicesindaco Riccardo De Corato ha chiesto al questore di istituire nella zona il prima possibile un presidio di polizia.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00mercoledì 20 ottobre 2010 13:17
Condizioni critiche per il tassista milanese: anche per lui peggioramento della situazione neurologica, e si parla di avvicinamento a condizioni irreversibili.
binariomorto
00venerdì 12 novembre 2010 00:49
Milano, morto tassista aggredito per un cane


MILANO - Non ha retto ai calci, ai pugni, alle ginocchiate alla testa. A un mese dal brutale pestaggio subito mentre cercava di scusarsi dopo aver investito un cane con il suo taxi, al quartiere Stadera, zona ad altro tasso di criminalità, alla periferia sud di Milano, il cuore del taxista Luca Massari, 45 anni, ha ceduto. E per la Procura è Luca è stato ucciso volontariamente. Alle 11.15, nel reparto di Neurologia dell'ospedale Fatebenefratelli, è morto per arresto cardiaco, causato, però, dalle lesioni al capo che l'uomo aveva subìto per le botte dategli da Morris Michael Ciavarella, 31 anni, e dai fratelli Piero e Stefania Citterio, 26 e 28 anni che ora si trovano in carcere con l'accusa non più di tentato omicidio ma di omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Ciavarella, dopo il fermo, raccontò al pm Tiziana Siciliano di aver picchiato il taxista perché gli "aveva fatto venire i nervi", Piero Citterio aveva detto di averlo colpito a lungo allo stomaco e al torace. Per i tre il pm chiederà una nuova misura cautelare per il reato più grave.

I fratelli Citterio sono indagati anche per le minacce rivolte ad alcuni testimoni del quartiere ai quali, perché stessero zitti, era anche stata bruciata la macchina. Piero Citterio nei giorni scorsi è stato interrogato anche in relazione all'incendio, che ha confessato, ed è anche accusato di aver picchiato un fotografo, poche ore prima di essere arrestato. Massari da quel giorno non aveva più ripreso conoscenza, dopo che i tre si erano accaniti su di lui perché, inavvertitamente, aveva investito e ucciso il cane della fidanzata di Ciavarella, un cocker che vagava senza guinzaglio per strada. Il taxista era stato colpito a calci e pugni tanto che aveva lesioni alla milza e i denti rotti, ma a causarne la morte è stata con tutta probabilità una ginocchiata rifilatagli con brutalità alla testa e che l'aveva fatto crollare a terra, facendogli battere la nuca.

Oggi Massari è morto e ai medici del Fatebenefratelli non resta che spiegare che le sue condizioni erano "disperate fin dall'inizio", che aveva una "patologia cerebrale molto grave" e "funzioni cerebrali praticamente nulle". Due giorni fa aveva cominciato a respirare autonomamente ed era stato portato dal reparto di rianimazione a quello di neurologia ma le sue condizioni non erano migliorate e non aveva mai ripreso conoscenza. Non sarà possibile nemmeno espiantare i suoi organi, come invece concesso dalla famiglia, perché il loro stato era troppo compromesso. La salma del taxista sarà cremata, dopo l'autopsia. Per uno dei difensori dei tre, Carlo Maffeis, pur "nel rispetto della persona morta e dei suoi familiari", la qualificazione giuridica corretta di ciò che è accaduto è quella di omicidio preterintenzionale e non di omicidio volontario". Risponde il legale della famiglia Massari, Cristiana Totis: "Colpire in tre, senza fermarsi e colpire organi vitali è indice di una volontà omicidiaria, almeno sotto il profilo del dolo eventuale". Picchiando selvaggiamente il taxista, quindi, i tre sarebbero rimasti indifferenti alla possibilità che potesse morire.

Fonte: ANSA
Eroe
00venerdì 12 novembre 2010 03:59
Le nostre città, spesso nate su centri urbani antichi inadatti al traffico veicolare, sono state sviluppate nel peggiore dei modi in quanto il traffico veicolare e quello pedonale dovrebbero incontrarsi il meno possibile. Comunque molti tassisti per far prima un po' veloci vanno sopratutto quando sono vuoti e se li ci fosse stato un bimbo .. cani al guinzaglio giusto però dovrebbero esserci anche degli spazi cintati ove possano stare un pò liberi. Vicino casa mia ce ne uno e funziona benissimo.
Questo non giustifica minimamente la violenza di quel gruppo.
binariomorto
00venerdì 15 luglio 2011 00:13
Condanna a 16 anni per il principale imputato, quel Morris Ciavarella accusato di aver sferrato i colpi mortali al povero tassista. Tra rito abbreviato, attenuanti generiche (i giudici hanno riconosciuto i "futili motivi" ma non la "crudeltà"), la pena chiesta dal pm è stata dimezzata. L' imputato e le parti civili, per opposti motivi, non appelleranno la sentenza che però quasi certamente sarà appellata dal pm che insisterà per far condannare a 30 anni l' imputato primo attore della morte del tassista. (fonte Repubblica).
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