Condono si, condono no, Italia terra dei cachi

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binariomorto
00lunedì 21 giugno 2010 23:54
I condoni dividono il Pdl
Proposti fisco e case, poi lo stop

Emendamenti pdl per estendere la sanatoria alle aree vincolate e per riaprire il "perdono fiscale tombale".
Poi lo stop dal governo.
Settimana di fuoco per le proteste contro la Finanziaria fino allo sciopero generale Cgil ei venerdì


ROMA - Il centrodestra si divide sulla manovra. Prima arriva l'emendamento presentato da tre senatori Pdl che reintroduce l'idea di un condono edilizio esteso anche agli abusi nelle aree a vincolo culturale e paesaggistico, e il governo lo ferma. Ma il gruppo Pdl non fa in tempo ad annunciare la richiesta di ritiro dell'emendamento, che spunta un altro condono. Stavolta fiscale: è l'idea che si riaffaccia di riaprire i termini della sanatoria "tombale" del 2002. Ipotesi bloccata dal sottosegretario all'Economia Luigi Casero: "Il Governo non accetterà mai la riapertura dei termini per il condono fiscale e per quello tombale". E, più tardi, dal ministro Tremonti: "Mi riconosco nelle parole dell'onorevole Casero".

L'emendamento a prima firma Tancredi sul condono edilizio (gli stessi firmatari hanno anche aperto lo scontro sul fisco) allarga il condono anche agli abusi in aree sottoposte a vincolo dei beni culturali e del paesaggio. Immediate le proteste dei Verdi e delle associazioni ambientaliste, con richiesta di escludere dal Parlamento gli autori dell'emendamento e, al Governo, di dissociarsi al più presto. E il Governo risponde con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, che in una nota scarica ogni addebito su una "sinistra bugiarda che fa passare per legge un emendamento al Senato che non sarà sostenuto certo dal capogruppo Gasparri né dal Governo". A rimorchio, ecco il gruppo Pdl al Senato diramare a sua volta una nota per annunciare la richiesta di ritiro dell'emendamento: "Non vi saranno condoni di alcun genere". Infine, la retromarcia dello stesso senatore Paolo Tancredi. "E' stato un errore firmarlo, nessuno che io conosca aveva in mente di proporre un condono così ampio".

Casini: "Una manovra ormai senza padri". L'emendamento sul "condono edilizio" spicca tra le ben 2550 correzioni alla manovra presentati dai senatori, raccolti in 13 faldoni, come riferisce la Commissione Bilancio di Palazzo Madama, che inizierà a esaminare gli emendamenti da domani pomeriggio. L'approdo nell'Aula del Senato della manovra è previsto per il primo luglio. Un numero impressionante, 2550 emendamenti, tanto da indurre Pierferdinando Casini a un commento quasi sconsolato. "Questa manovra ormai non ha né padri né madri, visto che ci sono 1200 emendamenti di maggioranza. Ma è indispensabile, ci è imposta dalla Ue ed è una concentrazione di troppe incertezze".

Marcegaglia: "Non scarnificare la manovra". Preoccupazione per le modifiche alla manovra anche da parte del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che avverte: "La manovra nei saldi non deve essere cambiata nè scarnificata perché abbiamo un alto debito pubblico e ne abbiamo bisogno. Ci possono essere alcune piccole modifiche, l'importante è che i tempi non si allunghino e che non cambino i saldi, perché questo sarebbe preso molto male dall'Europa e dai mercati ma soprattutto non servirebbe al Paese".

Maroni: "Tagli non penalizzino i migliori". Apertura a modifiche, ma senza intaccare i saldi, anche dal ministro degli Interni Roberto Maroni. "Ci sono i tempi e i modi per migliorarla - dice il ministro -. Sul versante della spesa, la si può migliorare evitando i tagli lineari uguali per tutti e quelli che penalizzino chi si è comportato bene. La manovra va calibrata per mantenere la stessa riduzione della spesa pubblica senza mettere sullo stesso piano chi si è comportato bene e chi si è comportato male".

Scioperi, inizia la settimana calda. Dichiarazioni che introducono a un'autentica settimana di passione sul fronte degli scioperi contro la manovra. Venerdì 25 giugno è il giorno dello sciopero generale indetto dalla Cgil, preceduto, come in un conto alla rovescia, da altre proteste. Oggi hanno scioperato i magistrati del Tar, domani teatri chiusi un po' in tutta Italia per lo sciopero nazionale contro il decreto Bondi di riforma delle fondazioni liriche, appuntamento centrale a Roma con un presidio sotto il ministero dei Beni culturali nel primo pomeriggio. Mercoledi 23 toccherà ai sindaci protestare di fronte al Senato contro i tagli agli enti locali. Sempre il 23, le associazioni dei prefetti, dei diplomatici e dei professori universitari hanno convocato un'assemblea pubblica. La giornata più "difficile" sarà venerdì, con lo sciopero generale indetto dalla Cgil. L'astensione dal lavoro sarà di 4 ore per i lavoratori dei settori privati e dell'intera giornata per quelli pubblici. Previste inoltre manifestazioni regionali e nei territori. Lo sciopero generale dei trasporti prevede per il settore aereo 4 ore di astensione dal lavoro, dalle 10.00 alle 14.00. Per quello ferroviario sempre 4 ore, dalle 14.00 alle 18.00. Tpl 4 ore con modalità territoriali, per il marittimo 4 ore con ritardo della partenza delle navi. In particolare, il personale del trasporto ferroviario si asterrà dal lavoro per 8 ore, dalle 10.00 alle 18.00, mentre il personale del trasporto pubblico locale si fermerà per 24 ore con modalità territoriali.

Fonte: Repubblica
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