Crollo consensi, Berlusconi accusa PDL e medira rifondazione del partito in vista delle elezioni

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binariomorto
00lunedì 11 ottobre 2010 14:11
Berlusconi accusa il Pdl
"Elettori delusi per colpa vostra"

Il premier: "Se negli ultimi due mesi la nostra parte politica ha dato un'immagine che non ha entusiasmato, lo si deve ad alcuni errori del partito e non del governo". Bonaiuti: "Si riferiva alla scissione del Fli"

ROMA - "Se negli ultimi due mesi la nostra parte politica ha dato, a volte, un'immagine che non ha entusiasmato, lo si deve ad alcuni errori del partito e non del governo". Dopo sinistra, magistrati, stampa e poteri forti, Silvio Berlusconi trova un nuovo "colpevole" a cui scaricare le colpe per le evidenti difficoltà dell'esecutivo. Il Pdl, ovvero il partito che ha creato salendo su un Predellino e che adesso sembra essere diventato un peso per il Cavaliere.

Da Mosca in mattinata, dove ha festeggiato il complenno di Vladimir Putin, il premier manda un messaggio al convegno della Dc. Puntando il dito contro il Pdl. Perché, assicura il Cavaliere, "il governo ha fatto bene, ha raccolto il consenso costante degli italiani in tutte le tornate elettorali, e per questo deve andare avanti fino al termine della Legislatura, per completare il programma scelto dagli italiani". Quello che non va è il partito.

Per questo Berlusconi ribadisce l'intenzione di avvalersi dei 'team della libertà' in ciascuna circoscrizione elettorale: "Abbiamo promosso una grande mobilitazione dei nostri sostenitori, iscritti e non. Attiveremo sul territorio, in ciascuna delle 61 mila sezioni elettorali, i 'team della libertà'. Con questi volontari faremo una grande opera d'informazione agli italiani su ciò che di positivo e di concreto il governo ha fatto in questi due anni".

Nel frattempo, assicura il presidente del Consiglio, si accelererà su federalismo, giustizia e fisco. Senza dimenticare il "piano per la vita" che servirà a favorire "la natalità e le famiglie italiane". "Il nostro obiettivo è dare pieno riconoscimento al valore per noi fondamentale della sacralità della vita" continua il premier.

"A guidarci - conclude il premier - è e sarà sempre un principio per noi irrinunciabile: l'uomo viene prima della società e la società viene prima dello Stato. Nel 2013 noi lasceremo agli elettori un'Italia più liberale".

Poi il portavoce Paolo Bonaiuti precisa: "Sembra che il dibattito di questa domenica politica si stia aggirando attorno ad una frase contenuta nel messaggio del presidente Berlusconi all'amico Rotondi. Non si capisce, però, perché gonfiare un chiaro e semplice riferimento ad un evento già noto e cioè alla separazione di alcuni componenti del Pdl".

Nel pomeriggio il premier ha fatto rientro a Roma. In serata si è recato al matrimonio della deputata del Pdl Barbara Mannucci, nella tenuta di Castel di Decima, sulla Pontina.

Fonte: Repubblica
binariomorto
00lunedì 11 ottobre 2010 14:12
Il Cavaliere rivoluziona il partito
"Prima delle elezioni cambio tutto"

Il nome e il simbolo vanno modificati per evitare ricorsi legali da parte di Fini e di Fli. E Berlusconi pensa a una donna al comando. Una riforma radicale che dovrebbe partire a gennaio in vista di elezioni in primavera

ROMA - Un partito a sua immagine. Un partito dal volto giovane. Che sia tutt'uno col "governo del fare". Poche pedine alle leve di comando e dalla fedeltà blindata. "Voglio un Pdl più berlusconiano. E voglio un partito vero, con dirigenti locali rinnovati, cancellando ogni residua cellula finiana sul territorio".
Il presidente del Consiglio atterra a Roma e spiega a pochi collaboratori il senso del messaggio lanciato in mattinata dalla dacia sul lago appena fuori San Pietroburgo. Missiva indirizzata ai diccì di Rotondi, che chiama in causa lo strappo degli ex ora approdati a Fli, ma che è ad uso molto interno. Comunicazione ai naviganti, sul vascello in burrasca del Pdl. Tutto o quasi da rifondare, nei piani del Cavaliere che - raccontano - intende affidarsi ancora una volta (e in via esclusiva) al suo estro e alla sua intraprendenza manageriale. Un nuovo predellino per capovolgere il partito da cima a fondo. Non subito, però. Con molta più probabilità da gennaio, soprattutto nell'eventualità che la crisi precipiti e che si vada al voto in primavera.

Ed è proprio in vista di uno show down, racconta un ministro ben informato, che si lavora già al nuovo simbolo, dato che quello del Popolo delle libertà risulta "co-firmato" con Gianfranco Fini, come l'intero statuto del partito, d'altronde, e il suo utilizzo esporrebbe a possibili ricorsi legali. Quindi, via al partito con un "profilo berlusconiano" ancor più marcato. Lo va ripetendo da giorni, il presidente del Consiglio, accompagnando questa idea con l'immagine di dirigenti dal volto "giovane e spendibile nel marketing politico". Molte donne, c'è da scommettere. Si partirà dal basso, da nuovi coordinatori provinciali e regionali. E da designare con criteri rinnovati: elezione diretta e non più designazione dall'alto, come avvenuto finora, per unzione del presidente. Provvederanno consiglieri locali e parlamentari eletti in quei territori. Modifica che sarà adottata già nell'Ufficio di presidenza convocato in questi giorni. Era in programma per giovedì, ma l'operazione alla quale si sottoporrà Berlusconi al polso, con ricovero forse già oggi a Milano, ha imposto uno slittamento alla prossima settimana. Ventata di freschezza, forse, ma anche esigenza di "bonifica" interna. Il premier non ne fa mistero coi vertici del Pdl: "Ora che Fini ha dato vita a un partito, non c'è più ragione per tenerci i loro coordinatori locali". Appartengono a Fli quelli regionali in Piemonte e Campania, per esempio, alcuni vice e una sfilza a livello provinciale.

Ma è sotto traccia che in questi giorni si sta consumando la resa dei conti tra i sostenitori del partito vecchia maniera, capitanati da Fabrizio Cicchitto, e i più giovani sostenitori della svolta "light", da Gelmini alla Carfagna a Frattini. "Il Pdl è stato creato per dire addio alla vecchia politica, non per tornare a tesseramenti e correnti" è la tesi sostenuta dal ministro degli Esteri. Quando parla di "rinnovamento", il presidente del Consiglio tuttavia è in alto che mira. Nessun avvicendamento nell'immediato per i tre coordinatori La Russa, Verdini, Bondi. Alla vigilia del voto, però, il nuovo brand imporrà una rivoluzione in via dell'Umiltà, ammette il premier ai più stretti collaboratori. L'idea coltivata negli ultimi mesi, quella di affidare il coordinamento unico a Mariastella Gelmini è stata abbattuta dalla contraerea dell'area ciellina dalla quale in Lombardia non si può prescindere e che fa capo a Roberto Formigoni e Maurizio Lupi.

Resta in stand-by, per ora nel chiuso del cassetto del Cavaliere, l'opzione Daniela Santanché. Mentre tornano a crescere le chance della guida a tre teste ma da affidare ad altrettanti ministri under 45. Il fedele Angelino Alfano, Giorgia Meloni, forte della sua conoscenza della macchina elettorale (scuola An) e Michela Vittoria Brambilla, già incaricata di organizzare il presidio dei "promotori della libertà". Prima di rimettere mano al partito, tuttavia, Berlusconi ha l'esigenza - caldeggiata a più riprese da Gianni Letta - di ricostruire un ponte con il Vaticano, dopo l'incidente della bestemmia e la reprimenda dell'Osservatore. Come altro leggere, suggeriscono in casa Pdl, l'annuncio di ieri di un "Piano per la vita per favorire natalità e famiglie"?

Fonte: Repubblica
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