Dopo Scajola, nella bufera appalti cade anche Verdini

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binariomorto
00mercoledì 5 maggio 2010 14:12
Appalti, c'è un'altra inchiesta
Perquisita la banca di Verdini

Dopo Scajola, spuntano altri nomi eccellenti dalle intercettazioni:
nel mirino ancora acquisti e mutui.
Un filo rosso collega i fascicoli su Carboni e i Grandi eventi


FIRENZE - La bufera giudiziaria che ha travolto il ministro Claudio Scajola è soltanto agli inizi. Un'altra inchiesta partita da Roma e che si incrocia con le indagini sulla "cricca" dei Grandi Eventi, gli appalti del G8, della Maddalena, fa tremare ancora il centrodestra. Un altro esponente eccellente del Pdl, il suo coordinatore, Denis Verdini, già indagato nell'inchiesta della procura di Firenze, è finito in un altro grande intreccio di affari e di tangenti. Ancora una volta la sua banca, già perquisita dai Ros il 20 febbraio scorso, è stata visitata ieri dai carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Roma, che coordina l'indagine nella quale è indagato il faccendiere Flavio Carboni ed altri quattro personaggi che a vario titolo, avrebbero cercato ed ottenuto appoggi e promesse da alcuni politici per favorire alcuni imprenditori impegnati nell'eolico in Sardegna ed in altre regioni italiane e nella costruzione delle carceri e di altri appalti pubblici.

E non finisce qui. In quest'altra indagine, che appare quasi parallela a quella nella quale sono stati coinvolti ed arrestati i funzionari pubblici Angelo Balducci, Claudio Rinaldi, Fabio De Santis e l'imprenditore Diego Anemone, sono coinvolti altri deputati e senatori, che hanno chiesto ed ottenuto l'aiuto di Denis Verdini su intercessione del senatore Marcello Dell'Utri, il cui nome è più volte spuntato nelle intercettazioni telefoniche della Procura di Roma. La perquisizione compiuta nel Credito Cooperativo fiorentino di Denis Verdini ha portato anche ad una visita alla sede fiorentina de "Il Giornale" perché una traccia dei soldi transitati dalla banca del coordinatore di Forza Italia, indicava anche quella direzione. I punti d'incontro e di "convergenze parallele" dice un investigatore, dell'inchiesta di Firenze e Perugia sul G8, dei Grandi Eventi, della Maddalena, e quella recentemente avviata dalla Procura di Roma sono due, anzi tre: la Sardegna, la banca del coordinatore di Forza Italia, il Credito Cooperativo Fiorentino, di Denis Verdini, e la "Propaganda Fide" l'ente religioso del Vaticano che gestisce uno dei più grossi imperi immobiliari di Roma e d'Italia. Ed ancora una volta l'ipotesi di reato è quella di corruzione.

L'inchiesta della Procura di Roma, coordinata dal Procuratore aggiunto Capaldo era partita, come quella sul G8 e dei Grandi Eventi, dalla Sardegna, da Tempio Pausania e da Sassari, dai grandi affari già conclusi ed ancora da concludere sull'immenso business dell'eolico e sulla costruzione delle carceri dove Anemone ha piazzato anche alcune delle sue società, come quella di Bruno Ciolfi che si è aggiudicato l'appalto per la costruzione del carcere di Sassari. Gli investigatori hanno scoperto che alcuni notissimi imprenditori si sarebbero rivolti a Flavio Carboni per cercare ed ottenere appoggi politici, fornendo anche capitali in parte transitati nella banca fiorentina di Verdini e dirottate verso altre società che, come quella costituite da Anemone e dagli altri componenti della cricca, servivano, secondo gli investigatori, per distribuire tangenti a politici ed amministratori pubblici.

Sono in molti a tremare. Perché nelle intercettazioni di alcuni indagati spuntano nomi eccellenti. Che, allo stato, non sarebbero indagati. I loro nomi ricorrono spessissimo nelle conversazioni telefoniche tra Flavio Carboni ed un magistrato tributarista Pasquale Lombardi (indagato), che guida associazioni nelle quali figurano tra gli iscritti altri giudici e avvocati di grido. Lombardi sarebbe promotore di molti convegni su economia e attività societaria in Italia ed in Europa. Sarebbe stato Lombardi, secondo le indagini, a creare una sorta di rete di cui farebbero parte magistrati, politici ed imprenditori, tutti indirettamente intercettati dai carabinieri di Roma che da qualche anno monitoravano gli affari di Flavio Carboni. E quando le prime indiscrezioni su questa inchiesta sono comparse sui giornali, in molti hanno tremato. Anche Denis Verdini che ricevette una visita improvvisa e non preannunciata per paura delle intercettazioni telefoniche, di Pasquale Lombardi, visto e seguito dai carabinieri. Verdini, hanno accertato i carabinieri, avrebbe anche fatto un favore ad un senatore del suo partito per estinguere un mutuo. Ma di mutui, acquisti di immobili e ristrutturazioni, in questa inchiesta ce ne sono centinaia.

Fonte: Repubblica
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