"L'Italia va verso leggi razziali"
Sicurezza, F. Cristiana critica governo
Duro giudizio di Famiglia Cristiana sui provvedimenti del governo in tema sicurezza. "L'Italia precipita - si legge nell'editoriale - verso il baratro di leggi razziali, con medici invitati a fare la spia e denunciare i clandestini, cittadini che si organizzano in associazioni paramilitari, al pari dei 'Bravi' di don Rodrigo, registri per i barboni, prigionieri virtuali solo perché poveri estremi, permesso di soggiorno a punti e costosissimo".
Di fronte a tutto cio', continua l'editoriale di Famiglia Cristiana ''il circo politico ha dato prova, nei giorni scorsi, di manifesta incoerenza morale'' perche' ''da una parte si batte, giustamente, per Eluana ma, al tempo stesso, approva agghiaccianti leggi discriminatorie. Dall'altra parte si batte per gli immigrati, ma promuove una cultura di morte''.
''La tutela della vita e della dignita' di ogni essere umano - sostiene Famiglia Cristina - va assunta nella sua interezza, e vale per la vita nascente, per quella che si spegne o si vuole spegnere, ma anche per gli immigrati, i barboni e tutti i poveracci ai margini della societa'''.
''Il ricatto della Lega di cui sono succubi maggioranza e presidente del Consiglio, mette a rischio lo Stato di diritto'' e ''cosi' l'Italia, gia' abbastanza ''cattiva'' con i piu' deboli, lo diventera' ancora di piu': si e' varcato il limite che distingue il rigore della legge dall'accanimento persecutorio''. E' quanto scrive Famiglia Cristiana di questa settimana nell'editoriale dedicato agli ultimi provvedimenti del governo sulla sicurezza. Le misure del governo, secondo il settimanale dei Paolini, rappresentano ''il soffio ringhioso di una politica miope e xenofoba, che spira nelle osterie padane'' e che '' e' stato sdoganato nell'aula del Senato della Repubblica''.
Eppure, continua l'editoriale, non c'e' stata ''nessuna indignazione da parte dei cattolici della maggioranza, nessun sussulto di dignita' in nome del Vangelo: peccano di omissione e continuano a ingoiare 'rospi' padani senza battere ciglio, ignari della dottrina sociale della Chiesa''. Mentre, conclude l'editoriale, ''la Lega esulta: finalmente, il ''bastone padano'', evocato da Borghezio nel 1999, oggi e' strumento d'ordine autorizzato dal Parlamento''.
Fonte:
tgcom