Intercettazioni: L' "Osce" invita a rinunciare al ddl e nel PDL c' è maretta coi finiani

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binariomorto
00martedì 15 giugno 2010 23:41
Intercettazioni, domani nuovo vertice Pdl
L'Osce: "Italia rinunci a disegno di legge"

La responsabile per la libertà dei media: "Sono preoccupata".
La Farnesina: "Intervento inopportuno".
Bocchino e Granata: "Meglio risolvere i problemi del testo alla Camera".
Berlusconi: "Capitolo chiuso"


ROMA - Ancora fibrillazioni nel centrodestra sul tema delle intercettazioni. "Se non rispettiamo un punto saliente del programma come la legge sulle intercettazioni, facciamo prima ad andare a casa che a proseguire la legislatura", è l'avvertimento che arriva dal ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi.
Posizione tutt'altro che solitaria, visto che anche Gaetano Quagliariello osserva che "saremmo di fronte all'atto di nascita di un partito all'interno di un altro partito, se si volesse cambiare la decisione assunta all'unanimità dall'ufficio di presidenza del Pdl". Il vicepresidente dei senatori Pdl teme che "si voglia scaricare su altri la necessità di rivedere il testo: il Parlamento, la Corte costituzionale e perfino il Capo dello Stato".

Berlusconi: "Testo blindato, capitolo chiuso". Per il premier la partita è chiusa, nonostante le resistenze dei finiani. C'è stato un ufficio di presidenza in cui è stato trovato un accordo e dove si è votato all'unanimità. In quella sede si è deciso che il testo sarebbe stato approvato entro l'estate. Il premier, racconta più di qualche dirigente del Pdl, ci tiene infatti a ricordare come il provvedimento approvato a palazzo Madama sia già frutto di una mediazione che è stata sancita dal placet dell'ufficio di presidenza del partito. Non si esclude inoltre che alla Camera possa essere chiesta la fiducia al testo, secondo più di un interlocturore che ha avuto modo di parlare con il Cavaliere, l'ipotesi resta non solo possibile ma probabile anche se la decisione definitiva non è ancora è stata presa perché i tempi non sono ancora maturi.

Il monito dell'Osce. E mentre nel Pdl il clima si fa sempre più teso, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), con sede a Vienna, ha chiesto oggi all'Italia di rinunciare al disegno di legge sulle intercettazioni o di modificarlo in sintonia con gli standard internazionali sulla libertà di espressione. "Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia", ha detto in un comunicato oggi Dunja Mijatovic, responsabile dell'Osce per la libertà dei media. "Il progetto di legge approvato dal Senato nella sua formulazione attuale - denuncia la delegata Osce per l'informazione - contraddice le raccomandazioni dell'Osce, specialmente nella misura in cui proibisce l'uso di alcune fonti confiddenziali e materiali che possono essere necessari per indagini giornalistiche significative al servizio della democrazia". Da qui la richiesta al nostro Paese di modificare il testo normativo, adeguandolo a standard e richiami in materia indicati dall'organismo internazionale. "I giornalisti devono essere liberi di riportare le notizie di pubblico interesse e di essere in grado di decidere come portare avanti un'inchiesta in modo responsabile", dice ancora Dunja Mijatovic.

La rappresentante Osce, in particolare, ha ribadito la 'censura' da parte dell'organismo da lei rappresentato delle norme del ddl intercettazioni che prevedono "forti restrizioni - ha denunciato- nella pubblicazione di atti processuali o di indagine anche prima dell'inizio dei processi", così come le "multe salate" e "anche il carcere" per editori e giornalisti che le pubblichino, così come la previsione del carcere per chiunque, senza essere giornalista, registri e diffonda conversazioni senza il consenso dell'altra persona.

Farnesina: "Inopportuno l'intervento dell'Osce". L'intervento dell'Osce non è stato gradito dalla Farnesina: "Da parte italiana, attraverso i canali diplomatici, è stata fatta notare con fermezza l'inopportunità di tale intervento", ha detto il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari. "Un intervento su una misura legislativa, il cui iter non è completato, che rischia - prosegue Massari - di interferire e turbare il dibattito democratico in Parlamento".

La posizione dei finiani. Ma i finiani non sembrano disponibili ad approvare il testo blindato uscito dal Senato. "Meglio mantenere il cantiere aperto - dice Carmelo Briguglio -, perché il Pdl ora è a un bivio: trovare alla Camera le soluzioni ai problemi innegabili che il ddl ancora presenta, prevenendo le obiezioni che potrebbero essere manifestate dal Capo dello Stato al momento della firma. Oppure, come sentiamo dire dai grandi strateghi della soluzione finale, prepararsi a uno scontro istituzionale col Quirinale". Uno scenario evocato anche da un altro fedelissimo del presidente della Camera, Italo Bocchino: "Non vorrei che qualche falco berlusconiano volesse lo scontro istituzionale e accarezzasse l'idea di farsi respingere la legge dal Capo dello Stato per riapprovarla nello stesso testo e avviare uno scontro costituzionale".

Dall'opposizione, invece, Pier Ferdinando Casini insiste nel suo no a una legge "sicuramente sbagliata, che rischia di favorire i delinquenti". "La privacy - aggiunge - va tutelata, ma era un'esigenza che anche il governo Prodi aveva intravisto quando Mastella aveva fatto lo stesso provvedimento. Oggi, per tutelare la privacy non possiamo permetterci di compromettere la lotta alla delinquenza". "E' umorismo - conclude il leader Udc - nemmeno politica".

Domani vertice del partito. E il ddl sulle intercettazioni sarà al centro di un nuovo vertice del Pdl in programma domani, all'ora di pranzo, a Palazzo Grazioli. Alla riunione con Silvio Berlusconi saranno presenti i coordinatori nazionali del partito, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, i capigruppo di Camera e Senato e il deputato Niccolò Ghedini, legale del premier.

Farefuturo e il voto anticipato. La fondazione vicina a Fini non crede alla minaccia, che potrebbe essere il colpo a sorpresa di Berlusconi, di elezioni anticipate. "Vedremo se le minacce diventeranno realtà. Per ora sembra impossibile. Per ora sembrano piuttosto le minacce di chi sa di non poterle mettere in pratica. È per questo che non si può che rispondere come Totò con un sacrosanto: ma mi faccia il piacere...". "Sarebbe difficile spiegare agli italiani, caduto il governo e indette magari nuove elezioni, perchè tanta fretta su una norma che, oltretutto, a detta di molti osservatori, avrebbe messo non pochi bastoni fra le ruote alla lotta alla criminalità. E sarebbe difficile spiegare a Umberto Bossi la morte prematura del federalismo fiscale".

Fonte: Repubblica
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