La diplomazia USA perde Richard Holbrooke

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binariomorto
00martedì 14 dicembre 2010 14:07
E' morto Richard Holbrooke
"Un gigante della diplomazia"

L'inviato speciale della Casa Bianca per l'Afghanistan non è sopravvissuto ad una delicata operazione all'aorta. Il dolore di Hillary Clinton e Barack Obama. "Fermate la guerra" le sue ultime parole


WASHINGTON - E' morto all'età di 69 Anni Richard Holbrooke, "un gigante della diplomazia americana" l'ha definito il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il grande artefice della pace di Dayton e fino a ieri l'inviato speciale della Casa Bianca per il Pakistan e l'Afghanistan. Gli Stati Uniti "hanno perso uno dei loro difensori più accaniti e uno dei servitori più devoti - ha commentato il seghretario di Stato americano, Hillary Clinton nel confermare ai giornalisti la notizia del suo decesso - Richard Holbrooke ha servito il paese che amava per quasi mezzo secolo".

Qualche ora prima dell'annuncio del suo decesso, il presidente americano aveva lodato il suo collaboratore, sottolineandone la caratteristica di "uomo deciso, che non si ferma mai" e lo aveva poi definito "un autentico gigante della diplomazia americana". Vittima di un malore venerdì scorso, Holbrooke era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico all'aorta, seguito da un'altra operazione nel corso del weekend. Le sue ultime parole, secondo
quanto riferito dalla famiglia al Washington Post, sono state: "Fermate la guerra in Afghanistan".

Il "capolavoro" di Holbrooke furono gli accordi che nel 1995 chiusero il capitolo più sanguinoso della storia europea del dopoguerra. Quando Bill Clinton gli affidò l'incarico di mediare un accordo con i signori della guerra che insanguinava i Balcani, pochi - a dispetto delle manifestazioni pubbliche di ottimismo - credevano che ce l'avrebbe fatta. Impaziente, di difficile carattere, quasi impossibile per un diplomatico, "Bulldozer", come veniva chiamato nell'ambiente delle cancellerie, usò il bastone e la carota, e alla fine trascinò le parti attorno a un tavolo per la firma di un'intesa che, però, non restò immune da critiche.

Holbrooke aveva cominciato a salire i gradini della gerarchia diplomatica in Vietnam, nel 1963, all'età di 21 anni, quando iniziò a prendere corpo il fantasma che avrebbe inquietato nei decenni successivi l'impegno militare americano nel mondo, fino ai conflitti iracheno e afghano. A Kabul l'inviato di Obama avrebbe ricordato le tappe del coinvolgimento militare americano, incerto nelle decisioni politiche a monte ma inarrestabile negli eventi a valle, che si era concluso, trent'anni prima, con la grande disfatta delle forze armate più potenti del mondo.

La sua esperienza con i Paesi asiatici, e comunisti, fu utile a Nixon per avviare la normalizzazione delle relazioni con la Cina. Ambasciatore in Germania nel tempo della Guerra Fredda, riuscì a conquistare la fiducia delle cancellerie del Vecchio Continente. Holbrooke fu anche uomo d'affari, e i suoi incarichi con le banche svizzere gli impedirono di ottenere la nomina a inviato all'Onu nel 1999. Sarebbe stato nominato segretario di Stato, infine, se Al Gore e John Kerry avessero conquistato la presidenza, rispettivamente, nel 2000 e nel 2004.

Fonte: Repubblica
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