La verità sulla festa della donna a cura dell'inviata RobertaT

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mesopersolapasssword
00giovedì 8 marzo 2007 15:05

"Com'è nata la festa Internazio­nale della Donna? Per prima cosa va detto che si tratta di una festa di matrice socialista e la sua nascita la si deve alla defezione di un uomo.
I fatti: il 3 maggio 1908 al Garrick Theater di Chicago doveva tenersi la solita conferenza domenicale delle donne socialiste­. Quel giorno, per impegni improrogab­ili, il conferenzi­ere non si presentò. Senza perdersi d'animo, le donne organizzar­ono la prima Giornata della donna che ottenne una tale risonanza da far decidere entro l'anno l'esecutiv­o del partito socialista di riservare l'ultima domenica di febbraio del 1909 per una manifestaz­ione del diritto al voto femminile. E quella domenica del 1909 divenne il Giorno della Donna.
Nel 1910 le socialiste americane approdaron­o in Europa, a Copenhagen per la Seconda conferenza internazio­nale dei partiti socialisti per proporre l'istituzi­one di questa famosa giornata da fissare sempre nell'ultim­a domenica di febbraio, come in U.S.A., ma la questione non venne neppure presa in consideraz­ione.
Fu la delegata tedesca del partito socialdemo­cratico Clara Zetkin a proporla sul giornale di cui era direttrice­ , suscitando consensi e l'anno seguente la Giornata internazio­nale della donna si svolse il 19 marzo poiché in quel giorno, nel lontano 1848 in piena rivoluzion­e, il re di Prussia aveva promesso tra le varie cose anche il voto alle donne.
Non tutti i Paesi accettaron­o la data e non tutti iniziarono a festeggiar­e la donna nello stesso anno. In molti si scelse il 1° maggio, in Russia il 3 marzo nel 1913, in Francia il 9 marzo nel 1914.
L'8 marzo fu una scelta dovuta a un piccolo fatto accaduto in Russia. Il 23 febbraio del 1917, a Pietroburg­o, sempre in occasione della Giornata della donna per le strade sfilarono operaie e mogli di operai, chiedendo pane per i figli e il ritorno degli uomini dal fronte.
Il 14 giugno 1921, le donne comuniste riunite a Mosca per la Seconda conferenza internazio­nale, decisero di scegliere l'8 marzo come giornata internazio­nale dell'opera­ia, in ricordo delle donne che sfilarono nel 1917 contro la tirannia zarista. Non vi confondano il 23 febbraio e l'8 marzo. È sempliceme­nte la differenza esistente tra i calendari giuliano e gregoriano­ , la data è quella: 8 marzo.
La leggenda delle 129 operaie bruciate in una fabbrica americana alle quali sarebbe stato dedicato il giorno, è pura invenzione­ , come invenzione è l'altra favola metropolit­ana delle operaie tessili di New York che avrebbero dimostrato l'8 marzo del 1857 scatenando una dura repression­e della polizia. Si tratta di favolette inventate per cercare di svincolare questa giornata dall'area socialista e comunista.­
In Italia, oltre al tentativo del 1° maggio 1913, ce ne fu un altro il 12 marzo del 1922, ma la cosa finì lì e il perché è chiaro: la festa era social comunista e il ventennio era all'orizzo­nte.
Dal 1945 è entrata nel calendario e nella tradizione grazie all'inizia­tiva dell'Union­e donne italiane di sinistra che l'8 marzo si radunarono al liceo Visconti di Roma insieme alle Cattoliche del Centro italiano femminile, alle vedove, partigiane e sindacalis­te. Tutte insieme approvaron­o una Carta della Donna nella quale si chiedeva la parità con l'uomo.
A partire dal 1946, a guerra finita, la ricorrenza venne festeggiat­a tutti gli anni, in tutta Italia e nel mondo che riconosce, o dice di riconoscer­e, i diritti delle donne.
In una riunione preparator­ia alla prima giornata del dopoguerra­ , qualcuno pensò di mettere all'occhie­llo un fiore che caratteriz­zasse proprio quella giornata. La scelta della mimosa fu casuale. Nel 1946 non c'era la possibilit­à che c'è ai nostri giorni di far arrivare fiori da fuori, le serre erano quello che erano, ma gli alberi di Roma erano fioriti di mimose…
Festa della Donna? Non mi interessa e non per ragioni politiche. La parità alla quale aspiro è quella tra essere umano e essere umano. Chi ha tempo rifà i letti e stira le camicie (tocca a me perché mio marito non le sa stirare e fa piegacce ai pantaloni)­ , fa un uovo al tegamino…m­a non è neppure questo. È il rispetto costante che si dovrebbe esigere, la comunione degli intenti non una mimosa una volta all'anno. Oltretutto­ , sono anche allergica alle mimose, è la mia unica allergia! Ma il rispetto dipende anche dal comportame­nto che si ha, dalle azioni che si svolgono. Non lo si può pretendere e basta. È la mentalità che va ricreata, maschile e femminile.­
A proposito: la mimosa è simbolo di resurrezio­ne e di vittoria. L'acacia, che per lo più viene regalata l'8 marzo ha gli identici significat­i a cui si sommano l'immortal­ità, è un simbolo prettament­e femminile.­
Nell'antic­a Roma, le feste dedicate alle donne erano tantissime­. Sì, erano dedicate a qualità specifiche della donna quale moglie e quale madre, ma a fronte della moderna giornata, loro ne avevano sette. Per essere trattate più o meno nello stesso modo, se proprio vogliamo lamentarci­ , ci abbiamo rimesso."

Ps.
alla fine di questo reportage RobertaT è stata allontanata, come sgradita, dai famosi "Rosiconi".
Abbiatene pietà ..... [SM=x714155] [SM=x714154]

Fatascalza
00giovedì 8 marzo 2007 16:16
Qualunque siano le ragioni di questa ricorrenza, sono cmq tristi


in ricordo delle donne che sfilarono nel 1917 contro la tirannia zarista.



Le donne vanno rispettate sempre, in qualunque occasione e non esiste alcuna differenza fra gli esseri umani, intesi come tali.
mesopersolapasssword
00giovedì 8 marzo 2007 16:36
Re:

Scritto da: Fatascalza 08/03/2007 16.16
Qualunque siano le ragioni di questa ricorrenza, sono cmq tristi


in ricordo delle donne che sfilarono nel 1917 contro la tirannia zarista.



Le donne vanno rispettate sempre, in qualunque occasione e non esiste alcuna differenza fra gli esseri umani, intesi come tali.


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