Morire per una sigaretta

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Fatascalza
00lunedì 5 maggio 2008 19:02
E' stato dichiarato morto all'ospedale di Borgo Trento Nicola Tommasoli aggredito il primo maggio da 5 giovani a Verona. Il giovane era stato pestato la notte del primo maggio a Verona. Per l'aggressione sono stati arrestati tre giovani, simpatizzanti della destra piu' estrema. Tutti e tre gli arrestati, Raffaele Delle Donne e Guglielmo Corsi, entrambi di 19 anni e Andrea Vesentini, di 20, hanno ammesso di aver partecipato al pestaggio, messo in atto da cinque persone. Gli altri due del gruppo non ancora arrestati sono ricercati ma già identificati e non é escluso che presto si consegnino alla Digos veronese.

La conferma della morte è stata data dal direttore sanitario dell'azienda ospedaliera di Verona, Pierpaolo Benetollo. Alle 18 il collegio medico ha concluso il periodo di osservazione per l'accertamento di morte. I genitori del ragazzo hanno espresso il desiderio di donare gli organi ed i tessuti; sono ora in corso gli accertamenti clinici e strumentali per la valutazione di idoneità alla donazione. Le operazioni di prelievo, se l'esito delle analisi sarà positivo, inizieranno in serata.

PM, MOTIVI PESTAGGIO NON SONO POLITICI

I motivi del pestaggio di Nicola Tommasoli non sono politici e la spiegazione della sigaretta negata è plausibile. Lo ha detto il sostituto procuratore di Verona, Francesco Rombaldoni, che conduce le indagini sull'aggressione al giovane disegnatore industriale ricoverato in coma all'ospedale di Verona.

Fatascalza
00lunedì 5 maggio 2008 19:03
non posso esprimermi altrimenti mi dovrei bannare
Fatascalza
00martedì 6 maggio 2008 10:23
Pestaggio Verona,presi gli ultimi 2
Bloccati in Lombardia alla frontiera
Gli ultimi due componenti della banda che ha picchiato a morte Nicola Tommasoli la notte del primo maggio nel centro di Verona sono stati fermati dalla Digos in Lombardia. I due saranno accompagnati nelle prossime ore nel carcere di Montorio, nella città scaligera, e potrebbero essere immediatamente ascoltati dal pm. I due ragazzi erano all'estero, e sono stati bloccati alla frontiera al rientro in Italia.


I due, Federico Perini, 20 anni, e Nicolò Veneri, 19 anni, entrambi veronesi, risultavano fuggiti all'estero, prima in Austria e poi, a quanto pare, in Inghilterra.

La fuga disperata dei due è iniziata in Austria, proseguita in Germania e successivamente in Inghilterra. I due sarebbero fuggiti dopo l'episodio a bordo di un'automobile diretti a Innsbruck, per poi raggiungere successivamente Monaco di Baviera. Di lì avrebbero preso un aereo diretto a Londra. A quel punto, sottoposti anche alla pressione della Digos che era ormai sulle loro tracce, si sono convinti a rientrare in Italia con un volo Ryanair che è atterrato lunedì sera alle 23.40 all'aeroporto di Orio AlSerio (Bergamo). E' lì, che i due, giunti in Italia, sono stati presi in consegna dal personale della questura di Verona.


Nonostante le indagini, anche grazie alla visione delle immagini registrate di alcune telecamere presenti nella zona del pestaggio, si fossero subito indirizzate verso alcuni giovani simpatizzanti della destra più estrema, l'aggressione di Tommasoli, morto lunedì pomeriggio dopo 5 giorni di agonia, non avrebbe avuto motivazioni politiche: semplicemente sarebbe stata legata al fatto che la vittima, assieme a due amici, aveva risposto negativamente a una richiesta di una sigaretta da parte dei componenti del gruppetto.

Il primo ad essere bloccato dagli investigatori è stato lo studente 19enne Raffaele Delle Donne, che si è costituito; poi lunedì l'arresto di Guglielmo Corsi, metalmeccanico 19enne, e Andrea Vesentini, promotore finanziario di 20 anni. Ora, il fermo degli ultimi due ricercati.
Fatascalza
00martedì 6 maggio 2008 10:23
E il cerchio si chiude.
Adesso vedremo le pene ....
Fatascalza
00martedì 6 maggio 2008 11:59
Hanno confessato anche Federico Perini e Nicolo' Veneri, fermati dalla Digos per il pestaggio che ha causato la morte di Nicola Tommasoli. Intanto sono stati prelevati nella notte all'ospedale Borgo Trento il fegato, i reni e il pancreas di Marco Tommasoli. Non sono stati espiantati invece il cuore e i polmoni: forse necessari ulteriori accertamenti per determinare le cause del decesso. Il premier Prodi ha inviato un telegramma alla famiglia della vittima: ''Violenza inumana ed insensata''.
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