Morti bianche

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Fatascalza
00venerdì 29 febbraio 2008 18:04
Oggi l'ennesima vittima del lavoro.

In porto, a Genova, è morto un giovane uomo di 39 anni, cadendo da 25 metri.

Credo che se "noi lavoratori" non ci mettiamo in testa che la sicurezza sul posto di lavoro dipende da noi, non andiamo da nessuna parte.

Quante volte avete sentito dire che "agganciarsi con la catena, impiccia", quante volte avete sentito dire che "il caschetto da noia"?

A mio parere le leggi ci sono, ma non vengono messe in atto.

Un piccolo sforzo devono anche farlo i lavoratori.

Ora, non so se questo che ho citato è un caso per cui la colpa si debba dare al ragazzo o all'armatore (era su un container imbarcato e la nave non aveva la ringhiera) pero' nella maggior parte dei casi le morti ci sono per una nostra trascuratezza.

Dove lavoro io è un paio d'anni che girano muratori, quando ho loro chiesto "il caschetto?" mi è stato detto che da fastidio mentre si lavora .....
@manumanu@
00sabato 1 marzo 2008 01:42
E' vero Fata, hai ragione.
Ormai le norme di sicurezza sono obbligatorie ovunque e ci sono dei comitati addetti al controllo e fioccano multe salate se c'è qualcosa che non è a norma o se non vengono applicate.
Ma spesso è vero, siamo noi che per pigrizia, ignoranza o fretta non usiamo i presidi che ci vengono messi a disposizione.
Lo noto anch'io al lavoro, spesso si va talmente di fretta che non usi nemmeno le cose fondamentali come i guanti o gli occhiali protettivi.
E quando poi succede qualcosa non puoi far altro che accusare solo te stesso per la leggerezza avuta.
(mr.beans)
00sabato 1 marzo 2008 08:20
La sicurezza nei posti di lavoro non è una cosa semplice da ottenere anche se essenziale, e sembra che sia sottovalutata da tutti!
Nonostante ancora in moltissimi posti non si sappia come ottenerla!!!

Non è di molto tempo fa la tragedia della ThyssenKrupp di torino dove sono rimasti uccisi 7 operai.
Sembra che il dramma più grosso sia avvenuto perchè dopo la fuoriuscita di olio bollente gli operai abbiano cercato di spegnere il conseguente incendio con gli estintori e con una manichetta dell'acqua.
Quest'ultima ha provocato a contatto dell'olio una enorme fiammata che li ha investiti con le conseguenze che purtroppo conosciamo.

Scrivo questo perchè voglio dire che le aziende, inalcuni casi, non fanno abbastanza per la FORMAZIONE dei dipendenti e d'altra parte i dipendenti quando ci sono i corsi di formazione ...sono già tutti professori e invece di stare a sentire passano il tempo a fumare, ad andare in bagno o a chiacchierare tra loro.

è la cultura di base che manca sul problema della sicurezza!

Negli appalti pubblici una quota dell'importo dei lavori è riservata alla sicurezza enon è soggetta a ribasso d'asta, andrebbe pertanto effettivamente utilizzata allo scopo, ma nel caso ad esempio di successivo sub-appalto è "usanza" , diventando a quel punto un rapporto tra "privati" che la quota sicurezza "sparisca" e diventi di fatto un UTILE per l'azienda appaltatrice.

Ci sono poi grosse aziende, che rispettando la legge (e questo è il colmo), nei loro appalti non inseriscono gli oneri di sicurezza per le aziende!
La soc.Autostrade ad esempio fino a qualche anno fa riconosceva una percentuale sull'importo dei lavori come onere di sicurezza, ma da qualche anno in qua non lo fa più in quanto quello che le imprese stipulano con lei è un "contratto di servizio" e per quel genere di contratti non sono previsti.
Il risultato è che NON tutte le imprese che lavorano in autostrada possono sopportare gli oneri della sicurezza e pertanto ...si hanno moltissime situazioni di rischio.

Dove lavoro io tutti gli anni facciamo il corso sulla sicurezza, e ne facciamo di specifici ogni volta che inizia un cantiere nuovo con caratteristiche diverse ...ma è una guerra continua ottenere l'attenzione anche di sole 6 o 7 persone!
Sanno già tutto, sono tutti maestri ...salvo poi dimostrarsi ignoranti in più di un occasione.
Ma loro sono solo i meno colpevoli.

Tornando alla tragedia della Thyssen sembra che quando è successa gli operai sul posto di lvoro erano lì da 12 ore!
Altro problema.
Agli operai, visto le paghe da fame in italia oggi, fa comodo far straordinari, alle aziende visti i costi e, l'impossibilità poi di lasciarli a casa, non conviene assumere operai nuovi nei periodi di maggior lavoro ...col risultato che praticamente ovunque gli operai fanno più ore del "normale"

ma alla dodicesima ora l'attenzione delle persone non può essere la stessa di inizio turno e in quelle condizioni è quasi fisiologico che prima o dopo succeda qualcosa.

La strategia del lavoro al minimo prezzo ha portato a risparmiare "dove si può".
Gli Oneri per la sicurezza sono i primi sui quali si risparmia, si trasormano in fondi per ridurre i costi e permettersi perciò ribassi maggiori.

Penso che andrebbe rivisitato tutto il sistema degli appalti in italia.
Le aziende non possono continuare a fare i lavori a prezzi stracciati facendosi la guerra l'una con l'altra ed affidando poi i lavori a "cottimisti" (magari stranieri e magari in "nero") che il più delle volte non sanno neanche che esistono delle Norme di sicurezza!
Il lavoro deve darci da vivere, non la morte.

Io sono testimone di "appalti che vengono assegnati con ribassi di oltre il 35%.
Ho vosto un particolare lavoro da 17 milioni di euro, vinto da un'impresa con il 34% di ribasso.
sono quasi 6 milioni di sconto ...dove verranno recuperati?
e l'ente che assegna i lavori non se lo pone il problema?
o ha dei "tecnici" incapaci (se io valuto un lavoro 17 milioni poi arrivi tu e mi dici che si fa con 11, o io sono un idiota o tu poi mi freghi da qualche parte! non ci sono molte alternative) oppure chi farà i lavori recupererà in parte risparmiando sulla sicurezza dei lavoratori, utilizzando materiali più scadenti, sfruttando i lavoratori facendogli fare un mare di ore e sottopagandoli.

Allora mi domando tutti sti organi di vigilanza e i sindacati dove sono in questi casi.
Ora i sindacati a genova faranno casino e grideranno "al lupo" ma dov'erano prima? Dove sono quando servono davvero? a far politica?

Il problema è serio e risolverlo costa, bisogna aver la volontà di spendere tempo e risorse e qualcosa si potrà ottenere ...ma per come la vedo io la volontà non c'è perchè costa molto meno piangere qualche operaio che mettersi tutti in regola.
Fatascalza
00martedì 4 marzo 2008 11:11
Beans, lavorare per 12 ore non è per colpa del lavoratore ... e si sà con gli stipendi da fame di oggi si fanno i salti mortali.

Il problema è che noi lavoratori pensiamo di saperla lunga, pensiamo di essere invincibili, di essere i piu' forti e facciamo tutto con molta leggerezza ....

Gli stessi sindacati dovrebbero OBBLIGARE i ragazzi in porto, ad esempio, ad indossare tutte le misure di sicurezza previste ... invece se vai in porto .. sono tutti belli senza caschetto, cinture & co ....

Anche noi dobbiamo responsabilizzarci, qui è in gioco la nostra vita!!!!
(mr.beans)
00martedì 4 marzo 2008 17:12
Re:
Fatascalza, 04/03/2008 11.11:

Beans, lavorare per 12 ore non è per colpa del lavoratore ...




INFATTI!
pensavo di averlo fatto capire:la gente è sfruttata e non si ribella perchè "qualche" ora in più fa comodo x arrivare alla fine del mese
Fatascalza
00mercoledì 5 marzo 2008 15:14
E fa comodo sì ..... altro che!

(mr.beans)
00mercoledì 5 marzo 2008 18:45
fonte ANSA


DOMANI CDM VARA DECRETO. SCONTRO CON CONFINDUSTRIA

Il conto delle vittime dell'incidente di Molfetta sale a cinque e il governo sceglie di non mollare sul fronte della sicurezza sul lavoro: giovedì mattina, fa sapere Romano Prodi sceso in Puglia a portare la propria solidarietà, il Consiglio dei ministri varerà il nuovo Testo Unico. Non domani, quindi, come previsto inizialmente, ma neanche rinviato 'sine die'. Nonostante lo scontro che si registra con Confindustria sul delicato capitolo delle sanzioni. L'inasprimento delle pene, dice infatti il direttore generale di Viale Astronomia, Maurizio Beretta, è ingiustificato.

Le distanze con il mondo degli imprenditori non sono certo una novità, ma ora i tempi stringono (gli ultimi fatti di cronaca premono) e i toni salgono.

Tocca al ministro del Lavoro Cesare Damiano far uscire allo scoperto le diffidenze: "Sul capitolo delle sanzioni ci sono state delle resistenze da parte di Confindustria", dice poco prima di incontrare le parti sociali proprio per sciogliere questo nodo. Fino a due anni in cella. Questo è il massimo che potrebbe rischiare un imprenditore con le nuove regole. Troppo per gli industriali: "Ma c'é ancora tempo - riconosce Beretta - e speriamo che prevalga la voglia di costruire qualcosa di davvero utile alla sicurezza".

In queste ore la trattativa è in corso: ministro del Lavoro, della Giustizia, della Salute e parti sociali sono al lavoro e quindi non è escluso che si possa arrivare a una mediazione accettabile e accettata da tutti i protagonisti. Vero è che gli industriali sono isolati. Andare avanti, senza 'se e senza ma', non è solo la posizione della sinistra dell'ex Unione: anche Cei dalle pagine di Avvenire avverte che il tempo è scaduto. La nuova legislazione va approvata in fretta, anche "a costo di qualche forzatura - afferma il giornale cattolico in un editoriale in prima pagina - e di un possibile eccesso nell'impianto sanzionatorio, come teme la Confindustria". Il tempo per le correzioni ci sarà.

"Ma dopo", è la conclusione dell'Avvenire. Accelerare è anche la parola chiave del governo. Lo dice e lo ripete anche alle parti sociali il ministro del Lavoro Cesare Damiano, lo afferma il premier Romano Prodi. Entrambi però ricordano come leggi più moderne e più severe non siano certo la ricetta magica per dire basta alla tragedia delle morti bianche: "Spesso - è la sferzata del Professore - anche le regole più elementari di sicurezza, dal casco alle cinture, non sono rispettate". Che è anche quello che pensa il presidente della Camera Fausto Bertinotti. Per voltare pagina, evitare l'ecatombe annuale, "non basta un intervento straordinario - dice - ma deve cambiare per intero la politica del lavoro". Certo, la Sinistra e l'Arcobaleno è da giorni che chiede che si il governo vari il decreto legislativo con o senza l'assenso di Viale Astronomia. "Che il Partito Democratico stia diventando il partito di riferimento di Confindustria - avverte il ministro del Prc Paolo Ferrero - l'ho capito. Che per questo fatto si continui a tergiversare sulla sicurezza sui posti di lavoro lo trovo francamente vergognoso".

Trentasei ore ancora e poi il Consiglio dei ministri dovrebbe mettere la parola fine. A quel punto la strada sarà in discesa: per entrare in vigore, il decreto legislativo dovrà passare al vaglio delle commissioni parlamentari competenti e della Conferenza Stato-Regioni. Passaggio facilitato dalla disponibilità del centrodestra a dare il proprio sostegno.
(mr.beans)
00mercoledì 5 marzo 2008 18:46
dal Blog di Beppe Grillo
Quando un operaio muore i politici di destra, di sinistra e di centro si indignano.
Quando un operaio muore domani Prodi fa il decreto legge.
Quando un operaio muore Topo Gigio Veltroni candida gli industriali, “ma anche” un sopravvissuto della Thyssen Krupp.
Quando un operaio muore Ichino dice che “Da noi manca la cultura delle regole”.
Quando un operaio muore il Presidente della Repubblica soffre e auspica in televisione.
Quando un operaio muore Maroni dice “Non è colpa dei governi, perché le leggi ci sono”.
Quando un operaio muore nessuno parla della legge 30, dei precari, dei ricatti che subiscono, della legge del padrone e degli estintori vuoti “altrimenti vai a casa”.
Quando un operaio muore, oggi Fassino e D’Alema, ieri Berlinguer e Pertini.
Quando un operaio muore il padrone ha già messo i soldi da parte.
Quando un operaio muore la vedova e i figli finiscono in mezzo a una strada.
Quando un operaio muore i sindacati dichiarano uno sciopero di solidarietà di due ore.
Quando un operaio muore la colpa è del casco, se l’è cercata.
Quando un operaio muore la colpa è che se si lamentava per l’insicurezza veniva licenziato subito perché precario.
Quando un operaio muore è un assassinio, quasi sempre.
Quando un operaio muore faceva un lavoro a rischio, doveva succedere.
Quando un operaio muore si danno incentivi alle aziende che diminuiscono gli incidenti e non si chiudono quelle che producono i morti.
Quando un operaio muore è perché la sicurezza è troppo onerosa per la Confindustria.
Quando un operaio muore è un fatto di business, qualcuno ci ha guadagnato sopra.
Quando un operaio muore se faceva il politico campava cent’anni.
mariposa.
00giovedì 6 marzo 2008 22:50
amaro...ma vero!!!!
Fatascalza
00venerdì 7 marzo 2008 20:57
Il decreto che hanno approvato va benissimo, ma la legge deve essere messa in pratica.
Giusto condannare i datori di lavoro che se ne fregano, ma anche i lavoratori devono svoglere il prprio lavoro senza pericolo.
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