Quando Berlusconi era l' "uomo con la pistola"

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binariomorto
00venerdì 17 settembre 2010 14:43
Quando Berlusconi era "l'uomo con la pistola"

Oggi sull'Espresso alcune foto scattate nel 1977 dal fotografo Alberto Roveri.
Il Cavaliere in posa negli uffici della Edilnord


ROMA - Formidabile quell'anno. È il 1977 quando Silvio Berlusconi diventa il Cavaliere, grazie al titolo concesso dal presidente Giovanni Leone: è un quarantenne che ha appena completato Milano Due, sta comprando la maggioranza del "Giornale" di Indro Montanelli e promette di rompere il monopolio della tv di Stato. E lui, nella prima di queste foto che "L'espresso" pubblica nel numero oggi in edicola, si mostra come un uomo d'affari che sa difendersi: in evidenza sulla scrivania c'è un revolver. "Con una Magnum ci si sente felici", garantiva l'ispettore Callaghan e anche il Cavaliere si era adeguato, infilando nella fondina una 357 Magnum.

È stato proprio quel revolver a colpire oggi il fotografo Alberto Roveri mentre trasferiva la sua collezione di pellicole in un archivio digitale: "Le stavo ingrandendo per ripulirle dalle imperfezioni quando è spuntata quell'arma che avevo dimenticato", racconta a "L'espresso". Roveri realizzò il servizio nella primavera 1977.


L'incontro avvenne negli uffici Edilnord: "Fu di una cordialità unica, ordinò di non disturbarlo e si mise in posa. Con mio stupore, rifiutò persino una telefonata del sindaco Tognoli". Il solo a cui permise di interromperlo fu Marcello Dell'Utri, immortalato in un altro scatto inedito che evidenzia il look comune: stessa cravatta, gemelli ai polsini, pettinature simili. In quegli anni Dell'Utri è anche l'amministratore di Villa San Martino, la residenza di Arcore. E dopo pochi mesi vi accoglie uno stalliere che fa ancora discutere: Vittorio Mangano, poi arrestato come assassino di Cosa nostra. Secondo i magistrati, quella presenza doveva tenere lontani i rapitori. Ma nel 1977 Mangano è già tornato in Sicilia. E Berlusconi non si sente sicuro. Ricorda il fotografo Roveri: "Dopo più di due ore mi invitò a pranzo e prima di uscire tirò fuori da un cassetto due pistole, una per sé e una per l'autista. Di fronte alla mia sorpresa, si giustificò: "Ha idea di quanti industriali vengono rapiti?"".

Ci sono anche altre foto, di un anno dopo, quando il Cavaliere diventa Sua Emittenza lanciando, con una festa, Telemilano. All'epoca il neoeditore del Giornale concentrava la sua attenzione sul "Corriere della Sera". In questi scatti il direttore Franco Di Bella ammira il giovane Silvio. Rapporti letti in un'ottica molto più ambigua dopo la scoperta della P2: negli elenchi di Gelli c'erano Di Bella, il direttore generale della Rizzoli Bruno Tassan Din e l'editore Angelo Rizzoli. E c'era pure il nome di Berlusconi, anche se lui ha sempre negato l'iscrizione alla loggia.

Fonte: Repubblica
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