Regolamentare le coppie di fatto?

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Fatascalza
00giovedì 7 dicembre 2006 19:47
Entro la fine di Gennaio 2007, verrà proposto un disegno di legge per regolamentare le coppie di fatto.

Lo trovo giustissimo e sacrosanto.
E' giusto che anche queste persone, che per mille motivi non possono regolarizzare la loro situazioni, siano "protetti" da delle leggi.

Il disegno di legge che il governo dovrà predisporre sulle unioni di fatto dovrà "riconoscere diritti, anche in materia fiscale, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte di unioni di fatto e non considerare dirimente, al fine di definire natura e qualità dell' unione di fatto, né il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale". Lo si legge nell'Ordine del Giorno alla legge Finanziaria predisposto dalla maggioranza.

Voi che ne pensate?
Silvietta82
00giovedì 7 dicembre 2006 21:12
Lo ritengo una cosa giustissima..anche perchè spesso sono più coppie quelle di fatto che quelle sposate..
Non vedo perchè i componenti di una coppia regolare anche se non sposati non debbano avere uguali diritti..
)lullaby(
00giovedì 7 dicembre 2006 21:14
Che era ora!
E' più che giusto.
flydanny
00venerdì 8 dicembre 2006 08:33
Credo che se si facesse un referendum, il "SI" vincerebbe con una percentuale assoluta.
Tuttavia, mi curo di lanciare un sasso nello stagno.
Non confondiamo la REGOLAMENTAZIONE con la PARIFICAZIONE dei diritti, sono cose differenti non solo giuridicamente, ma eticamente.


Bye

[Modificato da flydanny 08/12/2006 8.34]

=marco68=
00venerdì 8 dicembre 2006 08:56
Re:

Scritto da: flydanny 08/12/2006 8.33
Credo che se si facesse un referendum, il "SI" vincerebbe con una percentuale assoluta.
Tuttavia, mi curo di lanciare un sasso nello stagno.
Non confondiamo la REGOLAMENTAZIONE con la PARIFICAZIONE dei diritti, sono cose differenti non solo giuridicamente, ma eticamente.


Bye

[Modificato da flydanny 08/12/2006 8.34]




Sulla prima parte non ne sarei così convinto... anche l'ultimo referendum sulla fecondazione "avrebbe doduto" vincere a mani basse secondo giornali e tv... e anche in america ovunque si sia votato in tal senso la votazione è sempre stata contraria.

A me sembra che le leggi di parificazione tra la famiglia e le coppie di fatto passano solo per via autoritaria dei governi... dove viene sottoposta a voto popolare viene sistematicamente bocciata.

Diverso è il discorso di una regolamentazione e della concessione di taluni diritti; questa è cosa auspicabile. Utilizzando il diritto privato SENZA incidere sul diritto di famiglia!

Perchè una famiglia NON è caratterizzata soltanto da legami affettivi. Quindi attenzione a non comportare nessuna parificazione tra Matrimonio e coppie di fatto!
bamby68
00lunedì 11 dicembre 2006 11:45
Re: Re:

Scritto da: =marco68= 08/12/2006 8.56


Sulla prima parte non ne sarei così convinto... anche l'ultimo referendum sulla fecondazione "avrebbe doduto" vincere a mani basse secondo giornali e tv... e anche in america ovunque si sia votato in tal senso la votazione è sempre stata contraria.

A me sembra che le leggi di parificazione tra la famiglia e le coppie di fatto passano solo per via autoritaria dei governi... dove viene sottoposta a voto popolare viene sistematicamente bocciata.

Diverso è il discorso di una regolamentazione e della concessione di taluni diritti; questa è cosa auspicabile. Utilizzando il diritto privato SENZA incidere sul diritto di famiglia!

Perchè una famiglia NON è caratterizzata soltanto da legami affettivi. Quindi attenzione a non comportare nessuna parificazione tra Matrimonio e coppie di fatto!




Questa me la spieghi!
Due vedovi che per non perdere la pensione visto che in Italia e’ una cosa certa e garantita scelgono di stare insieme senza sposarsi son meno famiglia di due che sono andati davanti al prete?
Oppure due persone di religione diversa che vogliono mantenere ognuno la propria, son meno famiglia di due che scelgono la cerimonia religiosa?
Per me e’ giusto e sacrosanto che ci sia parita’.

=marco68=
00lunedì 11 dicembre 2006 11:58
Re: Re: Re:

Scritto da: bamby68 11/12/2006 11.45



Questa me la spieghi!
Due vedovi che per non perdere la pensione visto che in Italia e’ una cosa certa e garantita scelgono di stare insieme senza sposarsi son meno famiglia di due che sono andati davanti al prete?
Oppure due persone di religione diversa che vogliono mantenere ognuno la propria, son meno famiglia di due che scelgono la cerimonia religiosa?
Per me e’ giusto e sacrosanto che ci sia parita’.




Qui non si sta parlando di Matrimonio religioso... quello è un Sacramento che cammina indipendente da qualsiasi legge dello stato.

Qui si sta parlando di scelte legislative che lo stato (comunità) deve prendere al fine di garantire la miglior convivenza possibile di tutti i propri cittadini.

Appare dunque evidente che determinati "diritti" che lo stato concede a chi si sposa (in comune o in Chiesa, qui non è rilevante) sono concessi a fronte di una serie di doveri che i coniugi si assumono verso se stessi e verso la società.

Poichè è evidente che quei "diritti", si pensi per fare un esempio alle pensioni di reversibilità, sono un costo per la comunità.
Dunque quel "costo" la comunità se lo accolla a fronte di doveri ben precisi che fanno sì che la famiglia sia la cellula fondante della società attraverso cui la società stessa si può organizzare e la comunità può progredire e perpetuarsi.

Dunque è opportuno che le due persone si sposino (in comune o in Chiesa, qui è irrilevante) per assumersi quei doveri che fanno maturare quei diritti.

Assurdo volere quei diritti senza l'assunzione dei doveri... nessuno vieta ad alcuno di fare le convivenze che vuole... ma se vuole dei "diritti" che costano alla comunità deve essere disposto ad assumersi quei doveri di cui la comunità ha bisogno.

Altrimenti siamo all'assurdo!
bamby68
00lunedì 11 dicembre 2006 12:06
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: =marco68= 11/12/2006 11.58


Qui non si sta parlando di Matrimonio religioso... quello è un Sacramento che cammina indipendente da qualsiasi legge dello stato.

Qui si sta parlando di scelte legislative che lo stato (comunità) deve prendere al fine di garantire la miglior convivenza possibile di tutti i propri cittadini.

Appare dunque evidente che determinati "diritti" che lo stato concede a chi si sposa (in comune o in Chiesa, qui non è rilevante) sono concessi a fronte di una serie di doveri che i coniugi si assumono verso se stessi e verso la società.

Poichè è evidente che quei "diritti", si pensi per fare un esempio alle pensioni di reversibilità, sono un costo per la comunità.
Dunque quel "costo" la comunità se lo accolla a fronte di doveri ben precisi che fanno sì che la famiglia sia la cellula fondante della società attraverso cui la società stessa si può organizzare e la comunità può progredire e perpetuarsi.

Dunque è opportuno che le due persone si sposino (in comune o in Chiesa, qui è irrilevante) per assumersi quei doveri che fanno maturare quei diritti.

Assurdo volere quei diritti senza l'assunzione dei doveri... nessuno vieta ad alcuno di fare le convivenze che vuole... ma se vuole dei "diritti" che costano alla comunità deve essere disposto ad assumersi quei doveri di cui la comunità ha bisogno.

Altrimenti siamo all'assurdo!



Quindi dal momento che le pensioni in italia sono per il 100% degli aventi diritto pensioni da Gianni Agnelli due vedovi o separati, devono fare la fame? E’ corretto?
Oppure uno dei due deve abiurare il proprio credo?
Oppure vogliamo togliere qualsiasi diritto a due gay maschietti o femminucce che siano, che magari vivono insieme da 30 anni, solo perche per ovvie ragioni non possono sposarsi?
=marco68=
00lunedì 11 dicembre 2006 12:57
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: bamby68 11/12/2006 12.06


Quindi dal momento che le pensioni in italia sono per il 100% degli aventi diritto pensioni da Gianni Agnelli due vedovi o separati, devono fare la fame? E’ corretto?
Oppure uno dei due deve abiurare il proprio credo?
Oppure vogliamo togliere qualsiasi diritto a due gay maschietti o femminucce che siano, che magari vivono insieme da 30 anni, solo perche per ovvie ragioni non possono sposarsi?



Ribadendo che qui si sta parlando dei fini civilistici del matrimonio e non del Sacramento...

1. I vedovi possono risposarsi (sia in chiesa che in comune)
2. I divorziati possono risposarsi (in comune)
3. persone dal diverso credo religioso possono sposarsi (sia in chiesa che in comune).

Tutti questi soggetti possono accedere a quei "diritti" assumendosi i doveri del matrimonio. Appare pretestuoso parlare di questi soggetti in merito ai pacs... l'unica ragione per cui lo si fa è quella di cercare di far credere che i pacs "servano" anche ad altri soggetti e non soltanto agli omosessuali.
Ma in realtà il punto vero, ed anche l'unico sensato, per cui si discute sui pacs sono le unioni omosessuali che NON hanno accesso a diritti e doveri del matrimonio civile.

In realtà questo è accaduto in qualsiasi forma sociale e culturale... anche nell'antica Grecia, che vedeva con favore all'omosessualità, tuttavia i matrimoni erano esclusività delle unioni tra un uomo e una donna.

Il motivo è semplice: la comunità deve favorire quei rapporti che ne garantiscano la prosecuzione.

In questo senso è comportamento nichilista e da avventurieri cercare di parificare le unioni omosessuali al matrimonio tra un uomo e una donna. Al tempo stesso è giusto che anch'esse accedano a diritti inalienabili (e si assumano i corrispondenti doveri).

L'unica strada che può consentire di conseguire entrambi gli obbiettivi (diritti-doveri per gli omosessuali; salvaguarda della prosecuzione della comunità attraverso il riconoscimento pubblico del solo matrimonio tra un uomo e una donna) è intervenire nel diritto privato e creare una contrattualistica tra privati che trasferisca ai contraenti i diritti dell'altro contraente in casi specifici previsti dalla normativa. I pacs NON sono quella strada...
)lullaby(
00lunedì 11 dicembre 2006 13:37
si legge adesso?
)lullaby(
00lunedì 11 dicembre 2006 13:38
Re:

Scritto da: )lullaby( 11/12/2006 13.37
si legge adesso?

[SM=g27820]: dov'è finito il mio messaggio?
)lullaby(
00lunedì 11 dicembre 2006 13:41
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: =marco68= 11/12/2006 12.57


Ma in realtà il punto vero, ed anche l'unico sensato, per cui si discute sui pacs sono le unioni omosessuali che NON hanno accesso a diritti e doveri del matrimonio civile.

...

Lo stesso vale per gli etero che convivono non solo per gli omosessuali.
Una coppia etero che ha scelto di convivere senza per forza sposarsi è comunque ingrado di procreare eppure non ha accesso ai diritti e doveri che tutti dovrebbero avere a prescindere dal sesso dal credo e dall'orientamento sessuale.
=marco68=
00lunedì 11 dicembre 2006 14:05
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: )lullaby( 11/12/2006 13.41
Lo stesso vale per gli etero che convivono non solo per gli omosessuali.
Una coppia etero che ha scelto di convivere senza per forza sposarsi è comunque ingrado di procreare eppure non ha accesso ai diritti e doveri che tutti dovrebbero avere a prescindere dal sesso dal credo e dall'orientamento sessuale.



Una coppia etero che ha deciso di non sposarsi ma di convivere NON può accedere a dei diritti che ripeto, sono un costo per la comunità, se non accetta di assumersi i rispettivi doveri.

Una coppia etero può andare in comune, sposarsi, e farsi carico dei doveri di fronte alla comunità... se non lo fa è ASSURDO pretendere quei diritti...
bamby68
00lunedì 11 dicembre 2006 14:07
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: )lullaby( 11/12/2006 13.41
Lo stesso vale per gli etero che convivono non solo per gli omosessuali.
Una coppia etero che ha scelto di convivere senza per forza sposarsi è comunque ingrado di procreare eppure non ha accesso ai diritti e doveri che tutti dovrebbero avere a prescindere dal sesso dal credo e dall'orientamento sessuale.



Concordando in pieno con te e aggiungendo che nessun pezzo di carta crea una famiglia, e' vero che vedovi e separati possono sposarsi, ma perche devono rinunciare alla pensione per esempio?
dudok76
00lunedì 11 dicembre 2006 14:41
Era ora.
Un po' di civiltà non ci farà certo male.
Fatascalza
00lunedì 11 dicembre 2006 15:39

Una coppia etero può andare in comune, sposarsi, e farsi carico dei doveri di fronte alla comunità... se non lo fa è ASSURDO pretendere quei diritti...



Ma chi sei tu per dire che è assurdo se non si sposa e pretendere dei diritti?
Si è cmq assunta dei doveri nei confronti della coppia ha quindi dei diritti.
Ma non pensi che ci possano essere dei problemi per non poterlo fare??

La vita non è semplice come credi Marco ... ci sono migliaia di situazioni e NOI NON SIAMO NESSUNO di fronte ai problemi della gente.
m@ite
00lunedì 11 dicembre 2006 16:22
Assolutissimamente daccordo! due persone che vivono insieme e insieme costruiscono un futuro devono avere gli stessi identici diritti di una coppia sposata, perchè costituiscono comunque una famiglia.
archi-vero
00lunedì 11 dicembre 2006 16:27
Francamente non capisco il livore di Marco. I pacs sono appunto dei patti di convivenza, quelli che lui auspicava. Non è il matrimonio di serie B, quello veloce, tanto per intenderci.
E' un atto di diritto privato che fa si che vengano riconosciuti alcuni diritti di civiltà, ed altri eventualmente che riguardano la società.

Cominciamo da quelli di civiltà pura: forse Marco ignora che al convivente può essere negata la comunicazione dello stato di salute da parte dei medici, siano questi conviventi omo o etero. Forse il diritto ereditario Marco lo considera un fatto che coinvolge la società intera; a mio avviso, invece, è la regolamentazione del microcosmo della società primordiale che non è basata sulla famiglia, ma sul rapporto interpersonale. E allora, qualunque testamento è nullo se si ha ancora un genitore o un fratello, in quanto prevalgono i diritti di questi sul testamento.

Basta sposarsi. Già, facile. Per sposarsi, anche fra etero, bisogna essere liberi. E si può non esserlo temporaneamente (iter di separazione: mio cugino ci ha messo 10 anni a raggiungere una sentenza), e nel frattempo aver costruito un nucleo di convivenza che in tutto e per tutto è famiglia, escluso l'atto legale.

Non credo ci sia nulla di nichilista nel prendere in considerazione una realtà che esiste, e cercare di offrire ad essa una regolamentazione equa. Trovo alquanto manicheo, invece, applicare la solita separazione buoni-cattivi, e classificare aprioristicamente i gruppi (non vi volete sposare? arrangiatevi!, e non me ne frega nulla se avete delle ragioni ottime per non farlo, affari vostri).

Se poi vogliamo andare a vedere il caso specifico delle coppie etero, possiamo anche pensare che un pacs si possa portare appresso anche qualche obbligo, come ad esempio quello di aiuto al compagno debole, venendo ad offrire un minimo di sostegno alla parte debole di queste coppie che nel caso di separazione possono essere messe alla porta senza nemmeno un grazie.

Insomma, non credo che sia sul principio che si possa essere in disaccordo. Si può, e si deve, discutere sul contenuto, e sul confine del pacs (e sulla differenza con il matrimonio). Ma sulla sua necessità, penso non si possa discutere, a meno di non voler operare giudizi morali basati su categorie che non sono quelle dello stato, ma della fede religiosa.
=marco68=
00lunedì 11 dicembre 2006 20:29
Re:

Scritto da: Fatascalza 11/12/2006 15.39

Una coppia etero può andare in comune, sposarsi, e farsi carico dei doveri di fronte alla comunità... se non lo fa è ASSURDO pretendere quei diritti...



Ma chi sei tu per dire che è assurdo se non si sposa e pretendere dei diritti?
Si è cmq assunta dei doveri nei confronti della coppia ha quindi dei diritti.
Ma non pensi che ci possano essere dei problemi per non poterlo fare??

La vita non è semplice come credi Marco ... ci sono migliaia di situazioni e NOI NON SIAMO NESSUNO di fronte ai problemi della gente.



Se fosse come dici tu... stessi diritti e doveri del matrimonio... allora sarebbe la medesima cosa con un nome diverso... e non staremmo qui a discuterne... il problema è quando si desidera accedere a dei diritti (che NON sono dovuti, ma a carico della comunità) senza volersi assumere corrispondenti doveri.
=marco68=
00lunedì 11 dicembre 2006 20:30
Re:

Scritto da: m@ite 11/12/2006 16.22
Assolutissimamente daccordo! due persone che vivono insieme e insieme costruiscono un futuro devono avere gli stessi identici diritti di una coppia sposata, perchè costituiscono comunque una famiglia.



Stessi diritti a fronte degli stessi doveri... sennò c'è qualcosa che non torna...
Fatascalza
00lunedì 11 dicembre 2006 21:01
Re: Re:

Scritto da: =marco68= 11/12/2006 20.29


Se fosse come dici tu... stessi diritti e doveri del matrimonio... allora sarebbe la medesima cosa con un nome diverso... e non staremmo qui a discuterne... il problema è quando si desidera accedere a dei diritti (che NON sono dovuti, ma a carico della comunità) senza volersi assumere corrispondenti doveri.



Una persona che assiste il proprio compagno in ospedale, ricade sulla comunità?
sunalone
00lunedì 11 dicembre 2006 22:31
prima di tutto un po' di chiarezza e precisione sui termini usati.

per lo Stato italiano esiste solo e soltanto il matrimonio atto/contratto sottoscritto di fronte ad un ufficiale di stato civile o tale facente funzione.

Quindi, in breve, ci si sposa solo in comune o quando il prete oltre a somministrare il sacramento del matrimonio, indossa anche i panni del facente funzione ufficiale di stato civile e sposa secondo la legge italiana.

Esistono pero' tutta una serie di situazioni, che non possono accedere al matrimonio, ma hanno comunque una componente affettiva e sociale tale da meritare tutela.

ecco quindi la necessità di legiferare in materia, e non per fare un matrimonio di serie b, per quelli che potrebbero accedere al matrimonio ma non lo fanno, non avrebbe certamente senso!, ma per tutte le altre situazioni... vedovi/e, coppie di anziani anche dello stesso sesso, coppie omosex etc

è chiaro che per accedere a certi diritti, occorrerà sottostare a certi doveri... ma ovviamente la parte più importante che si intende salvaguardare con i PACS è quella affettiva che non comporta nessun onere per loo stato e quella patrimoniale, laddove adesso non è consentito intervenire a tutela del partner/compagno di vita.

Essendo l'italia un paese laico, spero che ulteriori considerazini siano svolte al di fuori della morale religiosa!



dudok76
00lunedì 11 dicembre 2006 22:36
Re:

Scritto da: sunalone 11/12/2006 22.31

Essendo l'italia un paese laico




E' o dovrebbe essere?
=marco68=
00lunedì 11 dicembre 2006 23:09
Re: Re: Re:

Scritto da: Fatascalza 11/12/2006 21.01


Una persona che assiste il proprio compagno in ospedale, ricade sulla comunità?



Io sono contrario ai Pacs! NON sono per niente contrario alla concessione di diritti ottenibili per mezzo del diritto privato...

Praticamente quasi tutti i diritti richiesti dai Pacs sono ottenibili attraverso il diritto privato... senza scomodare il diritto pubblico e quindi il riconoscimento da parte dello stato dell'unione affettiva.
=marco68=
00lunedì 11 dicembre 2006 23:10
Re:

Scritto da: sunalone 11/12/2006 22.31
prima di tutto un po' di chiarezza e precisione sui termini usati.

per lo Stato italiano esiste solo e soltanto il matrimonio atto/contratto sottoscritto di fronte ad un ufficiale di stato civile o tale facente funzione.

Quindi, in breve, ci si sposa solo in comune o quando il prete oltre a somministrare il sacramento del matrimonio, indossa anche i panni del facente funzione ufficiale di stato civile e sposa secondo la legge italiana.

Esistono pero' tutta una serie di situazioni, che non possono accedere al matrimonio, ma hanno comunque una componente affettiva e sociale tale da meritare tutela.

ecco quindi la necessità di legiferare in materia, e non per fare un matrimonio di serie b, per quelli che potrebbero accedere al matrimonio ma non lo fanno, non avrebbe certamente senso!, ma per tutte le altre situazioni... vedovi/e, coppie di anziani anche dello stesso sesso, coppie omosex etc

è chiaro che per accedere a certi diritti, occorrerà sottostare a certi doveri... ma ovviamente la parte più importante che si intende salvaguardare con i PACS è quella affettiva che non comporta nessun onere per loo stato e quella patrimoniale, laddove adesso non è consentito intervenire a tutela del partner/compagno di vita.

Essendo l'italia un paese laico, spero che ulteriori considerazini siano svolte al di fuori della morale religiosa!






Finora mi sono sempre riferito agli aspetti civilistici del Matrimonio... tenendo ben al di fuori da queste beghe mondane ciò che è un Sacramento... sono altri che cercano di spostare il discorso sulla questione religiosa...
Fatascalza
00lunedì 11 dicembre 2006 23:37
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: =marco68= 11/12/2006 23.09


Io sono contrario ai Pacs! NON sono per niente contrario alla concessione di diritti ottenibili per mezzo del diritto privato...

Praticamente quasi tutti i diritti richiesti dai Pacs sono ottenibili attraverso il diritto privato... senza scomodare il diritto pubblico e quindi il riconoscimento da parte dello stato dell'unione affettiva.



Mica ho capito.
Hai risposto alla mia domanda?


Una persona che assiste il proprio compagno in ospedale, ricade sulla comunità?


sunalone
00martedì 12 dicembre 2006 00:18
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: =marco68= 11/12/2006 23.09


Io sono contrario ai Pacs! NON sono per niente contrario alla concessione di diritti ottenibili per mezzo del diritto privato...

Praticamente quasi tutti i diritti richiesti dai Pacs sono ottenibili attraverso il diritto privato... senza scomodare il diritto pubblico e quindi il riconoscimento da parte dello stato dell'unione affettiva.


siccome che era una precisazione sui termini da usare...
non era rivolta a nessuno in particolare... a meno che non brucino code di paglia!!!


parlando di società la religine NON DEVE ESISTERE!!

quindi possiamo proseguire e dire, nel merito, che il diritto privato non è affatto vero che possa risolvere tutti i problemi risolvibili con i PACS!

anzi nemmancouno ne risolve!

il diritto privato non puo' superare quello pubblico, pertanto
1) non puo' concere il diritto di visita in carcere o in ospedale
2) non può concedere il diritto di conoscenza dello stato di salute
3) non può concedere il diritto di proseguire un contrato d'affitto
4) non puo' concedere una quota successoria

bastano come controindicazioni???

=marco68=
00martedì 12 dicembre 2006 08:04
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Fatascalza 11/12/2006 23.37


Mica ho capito.
Hai risposto alla mia domanda?


Una persona che assiste il proprio compagno in ospedale, ricade sulla comunità?





Invece ho risposto Fata...

Perchè io sono d'accordo nel legiferare affinchè possano essere concessi quei diritti... ma non con i PACS... bensì con apposita normativa che incida sul diritto privato.
=marco68=
00martedì 12 dicembre 2006 08:09
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: sunalone 12/12/2006 0.18

siccome che era una precisazione sui termini da usare...
non era rivolta a nessuno in particolare... a meno che non brucino code di paglia!!!


parlando di società la religine NON DEVE ESISTERE!!

quindi possiamo proseguire e dire, nel merito, che il diritto privato non è affatto vero che possa risolvere tutti i problemi risolvibili con i PACS!

anzi nemmancouno ne risolve!

il diritto privato non puo' superare quello pubblico, pertanto
1) non puo' concere il diritto di visita in carcere o in ospedale
2) non può concedere il diritto di conoscenza dello stato di salute
3) non può concedere il diritto di proseguire un contrato d'affitto
4) non puo' concedere una quota successoria

bastano come controindicazioni???




Parlando di società, essendo la nostra una società laica, deve esistere TUTTO: religione, ideologie, qualsiasi forma di pensiero.
Laicità significa infatti ospitalità di qualsiasi pensiero, opinione e istanze esistenti nella comunità. Una società che esclude dal dibattito anche una sola di queste NON è più laica ma totalitaria!

Detto questo... nel caso di specie si sta ragionando sotto il profilo prettamente civilistico.
E sotto tale profilo tutti quei diritti sono ottenibili intervenendo sul diritto privato... c'era una bozza di proposta del ministro Bindi in tal senso che ricomprendeva tutte e quattro le annotazioni da te indicate.

sunalone
00martedì 12 dicembre 2006 08:33
Re: Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: =marco68= 12/12/2006 8.09


Parlando di società, essendo la nostra una società laica, deve esistere TUTTO: religione, ideologie, qualsiasi forma di pensiero.
Laicità significa infatti ospitalità di qualsiasi pensiero, opinione e istanze esistenti nella comunità. Una società che esclude dal dibattito anche una sola di queste NON è più laica ma totalitaria!

Detto questo... nel caso di specie si sta ragionando sotto il profilo prettamente civilistico.
E sotto tale profilo tutti quei diritti sono ottenibili intervenendo sul diritto privato... c'era una bozza di proposta del ministro Bindi in tal senso che ricomprendeva tutte e quattro le annotazioni da te indicate.





la libertà di pensiero è sicuramente lecita, idem quella di credo religioso, ma detto questo stop.
non deve essere possibile che la presenza diffusa della Chiesa sul territorio dello Stato Italiano influenzi il diritto!

la Bozza Bindi, modifica eccome il diritto pubblico, altrimenti non puo' ottenere i risultati.
La cara Bindi, è molto democristiana in questto suo operare, sta proponendo i PACS senza chiamerli con illoro nome e lo ha detto anche chiaramente, ma gli ambienti veterocattolici e la propaganda di certi bigottismi non lo hanno capito.
D'altronde sono secoli che la chiesa ed i suoi affiliati si mettono le fette di prosciutto usgli occhi per far finta di non vedere cosa accade!
Pedofilia e celibato ti dicono nulla???

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