Sentenza Mondadori, scontro politico
Berlusconi allibito: vado avanti
Il premer ritenuto corresponsabile di corruzione. Il Pdl: disegno eversivo. Il Pd: arroganti. Casini: c'è disorientamento
ROMA (5 ottobre) - Silvio Berlusconi è «corresponsabile della vicenda corruttiva» alla base della sentenza con cui la Mondadori fu assegnata a Fininvest. Lo scrive il giudice Raimondo Mesiano nelle 140 pagine di motivazioni con cui condanna la holding della famiglia Berlusconi al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti. «È da ritenere - scrive il giudice -, "incidenter tantum" e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede». Le reazioni politiche non si sono fatte attendere, con i vertici parlamentari del Pdl che in un documento parlano di "disegno eversivo". I capigruppo del Pd parlano invece di pretesa d'impunità per Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha diffuso una nota, in cui si dice allibito.
Impensabile vertice Fininvest non sapesse. Il giudice di Milano scrive che «vale osservare che i conti All Iberian e Ferrido erano conti correnti accesi su banche svizzere e di cui era beneficiaria economica la Fininvest. Non è quindi assolutamente pensabile - scrive Mesiano - che un bonifico dell'importo di Usd 2.732.868 (circa tre miliardi di lire) potesse essere deciso ed effettuato senza che il legale rappresentante, che era poi anche amministratore della Fininvest, lo sapesse e lo accettasse. In altre parole il tribunale ritiene qui di poter pienamente fare uso della prova per presunzioni che nel giudizio civile ha la stessa dignità della prova diretta (rappresentazione del fatto storico). È, come è noto, la presunzione un argomento logico, mediante il quale si risale dal fatto noto, che deve essere provato in termini di certezza, al fatto ignoto».
Metta corrotto con denaro Fininvest. Mesiano ritiene che «sotto diversi profili può essere messo in rilievo il tema del rapporto tra Fininvest e la corruzione del giudice Metta. In primo luogo va messo in evidenza che la provvista di danaro, con il quale fu corrotto il giudice Metta proveniva, come si è visto, dal conto corrente Ferrido di Fininvest. In secondo luogo, si è visto che Fininvest prese parte attiva alla controversia fra Cir ed i Formenton intervenendo nel giudizio di impugnazione del lodo Mondadori innanzi alla Corte di Appello di Roma. Infine è vero che la corruzione del giudice Metta rifluì a tutto vantaggio di Fininvest, che - grazie alla sentenza ingiusta resa dalla Corte di Appello di Roma - ebbe la possibilità di trattare con Cir la spartizione del gruppo L'Espresso Mondadori da posizioni di forza a fronte del correlativo indebolimento della posizione dell'attrice».
Ghedini: decisione incredibile e infondata. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e parlamentare Pdl, definisce la decisione «sul Lodo Mondadori assolutamente incredibile, infondata in fatto e in diritto. Un tentativo paradossale di rileggere gli atti del processo penale che avevano visto Silvio Berlusconi completamente estraneo a tale vicenda. La cifra decisa è poi palesemente scollegata a qualsiasi dato reale superando addirittura di gran lunga lo stesso valore della quota Mondadori detenuta dalla Fininvest. Basti questa osservazione per dimostrare l'assurdità di una sentenza che sarà indubitabilmente riformata in appello».
Legale Fininvest: «Verrà presentato appello il più rapidamente possibile», ha detto Romano Vaccarella, legale della Fininvest, che ha poi spiegato che il ricorso in appello con contestuale richiesta di sospensiva sarà effettuato «nei prossimi giorni, dal momento che abbiamo ricevuto le motivazioni della sentenza solo oggi» e ha aggiunto di attendersi «presto, nell'arco di qualche giorno» una decisione.
Fininvest non ha fatto accantonamenti per la vicenda del Lodo Mondadori, emerge dalla lettura del bilancio consolidato del 2008 della holding della famiglia Berlusconi. «In relazione all'azione risarcitoria per oltre 468 milioni di euro, relativa alla transazione del 1991 avente ad oggetto la spartizione fra Cir e Fininvest del Gruppo L'Espresso/Mondadori, promossa da Cir spa e notificata nell'aprile 2004 - si legge nel bilancio -, Fininvest non ha proceduto ad alcun accantonamento poiché continua a ritenere che l'azione sia totalmente infondata in fatto e in diritto». Fininvest ha chiuso il 2008 con un utile della capogruppo per 241,7 milioni di euro (316,3 milioni nel 2007) e un patrimonio netto di 2.627,8 milioni (2.635,6 milioni nel 2007).
Legale Cir: non è una causa politica. Elisabetta Rubini, uno dei legali della Cir, ha detto che «non è una causa politica, ma una normale causa di risarcimento danni tra due aziende, una delle quali, come è stato provato definitivamente nel 2007, ha corrotto un giudice». La sentenza è esecutiva già in primo grado, ma l'avvocato ha spiegato che «prenderemo contatti con la controparte, come sempre avviene in questi casi» e ha detto di non prevedere tempi brevi per l'esecuzione della sentenza. La procedura prevede che il vincitore faccia copia autentica della sentenza e, sulla scorta di questa, notifichi un atto di precetto alla controparte. Questa avrà dieci giorni dalla notifica per il pagamento. Secondo l'avvocato Rubini per la fissazione dell'udienza in cui si discuterà l'annunciata richiesta di sospensiva saranno necessarie «almeno alcune settimane».
«Sono letteralmente allibito, è una sentenza al di là del bene e del male, è certamente una enormità giuridica. Sappiano comunque tutti gli oppositori che il governo porterà a termine la sua missione quinquennale e non c'è nulla che potrà farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito». Così Silvio Berlusconi in una dichiarazione a proposito della decisione della magistratura sul Lodo Mondadori.
I vertici parlamentari del Pdl: disegno eversivo. I presidenti del gruppo Pdl al Senato ed alla Camera Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, ed i rispettivi vicepresidenti vicari, Gaetano Quagliariello e Italo Bocchino, hanno diffuso nel primo pomeriggio questa nota: «La tempistica e i contenuti di una sentenza che a 20 anni dai fatti arriva con sospetta puntualità, rafforzano l'opinione di quanti, come noi, pensano che vi sia chi sta tentando, con mezzi impropri, di contrastare la volontà democratica del popolo italiano. Mentre il governo Berlusconi affronta con energia e consenso largamente maggioritario la realizzazione degli impegni assunti con gli elettori e ogni emergenza, si tenta, vanamente, di delegittimarne l'azione. Siamo certi che questo disegno non troverà spazio nelle Istituzioni e, ciascuno nella sua diversa responsabilità, agirà partendo dal presupposto del rispetto della legalità e della sovranità popolare. Gli attacchi che fuoriescano dai canoni dell'opposizione democratica, dura ma rispettosa delle Istituzioni, ci portano ad assicurare che, in Parlamento così come nel Paese, forti di un consenso chiaramente e più volte espresso dagli italiani, il centrodestra proseguirà nella politica del fare e del governare, che nessun disegno eversivo potrà sconfiggere».
I capigruppo Pd: patetica la denuncia di complotti. Alla nota dei capigruppo del Pdl rispondono con un comunicato i capigruppo del Pd al Senato e alla Camera Anna Finocchiaro e Antonello Soro e i vicepresidenti Luigi Zanda e Marina Sereni: «L'arrogante rivendicazione di impunità e la patetica denuncia di complotti da parte del Pdl segnala in modo impietoso la consapevolezza del fallimento nella prova di governo. I capigruppo Pdl di Camera e Senato stanno cercando di deformare una sentenza e di trasformarla in un atto politico di parte. In un ordinamento costituzionale come quello del nostro Paese che prevede la separazione dei poteri e lo stato di diritto la nota congiunta di Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, Italo Bocchino e Gaetano Quagliariello è gravissima nei suoi contenuti perchè finge di non ricordare che la decisione del Tribunale di Milano è la naturale conseguenza, in sede civile, della condanna penale definitiva dell'onorevole Cesare Previti, ritenuto responsabile di aver corrotto un giudice con l'obiettivo di addomesticare il Lodo Mondadori. Nelle parole degli esponenti Pdl c'è tutta la spudoratezza di chi considera le aziende e i comportamenti del presidente del Consiglio al di sopra delle leggi penali, delle leggi amministrative, delle leggi civili e financo delle leggi etiche. È soltanto nel quadro della piena separazione dei poteri che si può garantire il rispetto della legalità e della sovranità popolare».
«I veri eversori sono i capigruppo di Camera e Senato del Pdl. Eversori al soldo di Berlusconi. Cicchitto, Gasparri, Bocchino e Quagliariello si devono vergognare - afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi - Urlare all'eversione per difendere in Parlamento gli interessi privati di Berlusconi, secondo i giudici corresponsabile di corruzione, è un atto gravissimo e senza precedenti. Questa maggioranza non ha ritegno e schiera il Parlamento come parte in causa per difendere gli affari del padrone. La sovranità popolare è un prezioso bene collettivo che non può essere usato indegnamente come foglia di fico dal centrodestra per difendere in una causa civile gli interessi patrimoniali del premier a danno di un terzo soggetto. Sarebbe opportuno che le alte cariche dello Stato, in particolare i presidenti delle Camere, sempre così solerti a stigmatizzare i toni dell'opposizione dell'Idv, intervenissero a difesa del Parlamento». In precedenza Donadi aveva affermato che in un paese normale Berlusconi si sarebbe dimesso.
Resta l'ipotesi manifestazione del Pdl. Dopo il Lodo Mondadori, ora il Pdl attende con il fiato sospeso il giudizio della Consulta sul lodo Alfano. In caso di bocciatura totale o parziale, la posizione non cambia: linea dura contro le «quotidiane aggressioni» al premier. Ieri il capogruppo alla Camera del partito, Fabrizio Cicchitto, ha parlato della possibilità di organizzare una grande manifestazione del Popolo della libertà. Si tratta di una proposta, secondo fonti della maggioranza, che resta tutt'ora in piedi anche se non è stata individuata una data e una location. Qualcuno l'ha definita una «provocazione», lanciata per sottolineare come il partito unitario e i suoi soci di maggioranza, Fi e An, sono pronti a scendere in campo uniti a difesa del Cavaliere. Ma c'è chi giura che da tempo si stava pensando a una kermesse di piazza e si faceva una data: il 2 dicembre per ricordare quella organizzata a Roma, in piazza San Giovanni, nel 2006 contro la finanziaria del governo Prodi. In ribasso le quotazioni di una manifestazione in occasione della caduta del Muro di Berlino. Domani mattina, alle 10, al Senato, si vedranno i coordinatori nazionali del Pdl, Ignazio La Russa, Denis Verdini e Sandro Bondi: sarà l'occasione per fare il punto della situazione.
Casini: manifestazione segno di disorientamento. «Che i partiti della maggioranza pensino a promuovere una manifestazione popolare a sostegno del governo e si scaglino contro inesistenti complotti è il segno di un disorientamento inquietante - commenta il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini - Chi ha cento voti di maggioranza in Parlamento deve governare e risolvere i problemi del Paese, ricorrere a diversivi può sembrare tutt'al più ricostituente ma, a guardarci bene, è solo il segno di un'impotenza politica seria. Almeno quanto la minaccia, che pare riecheggiare da più parti, di possibili elezioni anticipate. Non servono scorciatoie ricorrere anticipatamente alle urne è sempre un fattore importante di democrazia, perchè interpellare il popolo è la corretta soluzione davanti alle difficoltà della maggioranza. Noi siamo pronti a questa eventualità che, per quanto ci riguarda, non può che essere un auspicio».
Franceschini: Berlusconi faccia un superlodo. «Penso che, fatto 30, il presidente del Consiglio possa fare 31, magari approvando una specie di superlodo Alfano che blocchi anche i processi civili - ha commentato il segretario del Pd Dario Franceschini - Qualcosa come "le alte cariche dello Stato vedono bloccate le sentenze di risarcimento danni per tutta la durata del loro mandato". Berlusconi però deve capire che nei tribunali ci sta scritto che la legge è uguale per tutti. La legge è uguale per tutti e non per tutti tranne uno o per tutti tranne i potenti». Berlusconi, ha concluso, «deve accettare che anche chi ha vinto le elezioni è sottoposto alla giustizia come tutti gli altri cittadini».
Di Pietro: premier criminale. «È documentalmente provato che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è un criminale che ha corrotto dei giudici per comprare, attraverso una sentenza, un vantaggio ingiusto e ingiustificabile - dice Antonio Di Pietro -Invece di pagare il fio delle sue malefatte la butta in politica, come al solito, per schivare le responsabilità processuale. Golpe? C'è un disegno avanzato da diversi anni il cui mandante ha un nome, Silvio Berlusconi, che butta in politica tutti i suoi guai giudiziari. Liberiamoci di questo golpe che ha un unico mandante. In merito al Lodo Alfano ci auguriamo che dopo la violenza alla Costituzione con lo scudo fiscale non ci sia un altro strappo attraverso una interpretazione restrittiva e puramente formale di avallo alla Costituzione del lodo Alfano», una legge che «riteniamo immorale, incostituzionale e senza senso fatta per salvare un uomo e uno solo dalle responsabilità giudiziarie a cui si deve sottoporre».
«Se ieri avevamo il sospetto che la sentenza civile sul lodo Mondadori fosse esclusivamente politica, oggi, leggendo le motivazioni, ne abbiamo la matematica certezza - dice Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl -Un giudice, ovviamente milanese, ignora una sentenza penale di assoluzione definitiva emessa nei confronti di Berlusconi (e poco importa che sia avvenuta per prescrizione, perchè essa comunque impedisce di entrare nel merito di un'accusa e si limita a dichiarare il reato estinto per il decorrere del tempo), ne capovolge l'esito e stabilisce, con un tempismo fuori dal comune, una colpevolezza mai accertata da alcun organo giudiziario. Siamo allo stravolgimento dello stato di diritto per scopi fin troppo chiari: non riuscendo ad abbattere Berlusconi attraverso la via democratica, avendo fallito anche nel tentativo di distruggerlo con il fango degli scandali da gossip, ci provano per via giudiziaria. Come dimostra anche il risarcimento record, che supera perfino le richieste della controparte, quella Cir di Carlo De Benedetti, editore del gruppo Repubblica-Espresso, cioè del "partito" delle procure e di un settore ben preciso della magistratura militante».
«Il Lodo Mondadori non c'entra nulla con l'attività di governo. Il governo completerà la legislatura e con questa opposizione temo per loro anche la prossima», ha detto il ministro per l'attuazione del programma del Governo, Gianfranco Rotondi.
Fonte:
IlMattino