Le maggiorate inglesi sono in rivolta contro una nota marca di biancheria intima dopo il lancio di un reggiseno che costa di più nella taglia large. Giusto o discriminatorio?
Avere un décolleté abbondante può avere anche i suoi svantaggi. Soprattutto se colei che è stata baciata da Madre Natura (alzi la mano la donna convinta che avere un seno prosperoso non sia una fortuna) abita in Gran Bretagna. Sì, perché proprio in Inghilterra una famosa marca di biancheria intima femminile ha pensato bene di lanciare sul mercato un reggiseno che costa di più nella taglia large. In parole povere, di far pagare qualche sterlina in più alle signore con seni floridi costrette a portare coppe che superano la DD.
Un'operazione di marketing arrivata forse dopo la notizia che in dieci anni il seno delle inglesi è letteralmente esploso passando da una 34B a una 36d (ovvero per le italiane dalla 3B alla 4A). Una decisone commerciale che però, come ci si poteva del resto anche aspettare, ha subito innescato la rivolta tra le maggiorate inglesi. A guidarle la scrittrice di libri per bambini Beckie Williams che ha subito denunciato, attraverso il suo blog, la "tassa sulle tette" applicata dalla Marks & Spencer.
Centinaia le ragazze che hanno subito aderito al neo movimento battezzato Busts 4 Justice. Secondo la Williams è ingiusto far pagare di più la biancheria intima alle maggiorate visto che T-shirt, pantaloni e camicette costano tutte uguali indipendentemente dalla taglia. La risposta della M&S non si è fatta attendere più di tanto. L'azienda di lingerie si è difesa spiegando che per sostenere un décolleté florido c'è bisogno di bretelle, tessuti e componenti più robusti ed eccellenti. Nonché di più innovazione, studio, ricerca e tecnologia per realizzare reggiseni in grado di offrire una vestibilità perfetta, di modellare al meglio e di essere un'incontro perfetto di estetica e confort.
Se una cosa simile accadesse in Italia come reagireste? Raccontateci cosa pensate sulla tassa sulle maxi tette, se la ritenete giusta, ingiusta o addirittura discriminatoria nei confronti delle donne con un petto grande.
Marcella Gaudina
Data: 06/08/2008 Fonte:
Libero