Uno Bianca: Gugliotta lascia il carcere

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Fatascalza
00lunedì 28 luglio 2008 21:24
E' stato colto da un malore, un mancamento probabilmente dovuto alla scarsa abitudine all'aria e agli spazi aperti, appena varcato il portone del carcere Pietro Gugliotta, ex poliziotto della banda della Uno bianca tornato libero dopo aver scontato 14 anni di reclusione. Si è dovuto sedere per riprendersi, poi è andato via su una Golf blu con il suo difensore, l'avvocatessa Stefania Mannino, e due collaboratori della legale.

Un'emozione forte la scarcerazione, che non ha fatto dormire l'ex gregario della Uno bianca per diverse notti. Molto provato, Gugliotta è partito per una destinazione per ora ignota, dove cercherà di ambientarsi nella sua nuova condizione. Una sorta di periodo di decantazione, per poi valutare se accettare il percorso di reinserimento nella società lavorando in una cooperativa in Friuli Venezia Giulia.

"Non è un obbligo, ma una facoltà - ha precisato l'avv. Mannino - seguire il percorso rieducativo finita la pena. Io penso comunque che lo accetti, perché è dotato di buon senso e non è un provocatore: starà ben lontano da Bologna perché non vuol fare dispetti a nessuno e non si vuol trovare nemmeno lui, ovviamente, davanti ai familiari delle vittime che hanno sempre negato ogni contatto. Forse il percorso che è stato offerto adesso poteva cominciare già qualche tempo fa. Gugliotta aveva la possibilità di essere ammesso al lavoro esterno, il magistrato di sorveglianza lo aveva autorizzato. Ma non c'é stata poi concreta attuazione perché non c'é stato il coraggio per metterlo in pratica: si sarebbe scatenata l'opinione pubblica nei suoi confronti. Adesso, un po' tardivamente, viene dato questa opportunità. E non è che ora, come ho letto, possa essere controllato: ora è un uomo libero".

Uno dei crucci di Gugliotta è legato alle due figlie, che hanno interrotto ogni rapporto con lui e hanno portato a termine la procedura per il cambiamento del cognome. Chi lo ha seguito in carcere racconta che è molto amareggiato per questo. Il suo desiderio sarebbe quello di incontrarle e di abbracciarle, ma si vuole astenere da ogni contatto. In tutto il periodo delle carcerazione le figlie sono state il pensiero principale dell'ex gregario della Uno Bianca.

Tra l'altro nei primi anni di carcerazione le figlie sono andate a trovarlo: poi, probabilmente quando hanno preso coscienza di cosa era la banda della Uno bianca, i rapporti si sono interrotti. Verso i familiari, il sentimento di Gugliotta è di rispetto, non si possono criticare - a suo avvio - le cose che dicono. E' molto più colpito da quello che dicono le figlie.

Accanto gli sono sempre rimaste la madre e la sorella. Gugliotta era un agente in servizio alla centrale operativa della Questura, ed è stato condannato per rapine, tra cui la partecipazione al sanguinoso assalto alle poste di via Mazzini a Bologna con decine di feriti, ma non per i più efferati fatti di sangue di una banda composta da poliziotti che tra la metà del 1987 e l'autunno del '94 si lascio' dietro 24 morti e oltre cento feriti tra Bologna, la Romagna e le Marche, rapinando banche, uffici postali e supermercati, sparando a testimoni o a chi, come unica 'colpa', era nomade o extracomunitario.
mariposa.
00lunedì 28 luglio 2008 21:27
insomma,poteva pensarci prima,no? esiste il libero arbitrio ,ma ognuno si assume le responsabilità del proprio operato. l'ha fatta grossa davvero ed il minimo che potessero decidere le figlie era una cosa del genere
chiaralapazza
00lunedì 28 luglio 2008 22:38
Altro delinquente fuori per l'indulto! Questo è l'ennesimo effetto di un provvedimento che nemmeno doveva passare per lanticamera del cervello del passato governo! Altro delinquente fuori!
mariposa.
00martedì 29 luglio 2008 10:56
beh,però questo la sua pena l'ha scontata quasi tutta,14 anni su 15...vogliamo parlare di quelli che sono fuori??? perfino la franzoni è rientrata nell'indulto,non so come si applica la legge,visto che al momento in cui è stato applicato la sua condanna non era ancora definitiva...boh!
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